Goshenite
Goshenite | |
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Cristallo grezzo di goshenite | |
Classificazione Strunz | berillo |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | silicati |
Proprietà fisiche | |
Durezza (Mohs) | 7.5-8 |
Colore | incolore |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
Descrizione modifica
La goshenite è la varietà incolore del berillo, famiglia di pietre preziose a cui appartengono anche lo smeraldo (verde), l'acquamarina (azzurro-celeste), l'eliodoro (giallo), la bixbite (rarissima varietà di colore rosso, detta anche "smeraldo scarlatto"), la morganite (rosa) e infine il berillo dorato, da non confondere con l'eliodoro, il cui nome significa dono (δῶρον) del sole (Ἣλιος).
Origine e impieghi modifica
La pietra prende il nome dalla città statunitense di Goshen, nella contea di Hampshire, nel Massachusetts, dove venne trovata per la prima volta, nel 1844. Anche se meno conosciuta e molto meno costosa rispetto alle altre varietà di berillo, la goshenite si distingue tuttavia per la sua straordinaria brillantezza e trasparenza, venendo pertanto impiegata e apprezzata in gioielleria. Per queste stesse caratteristiche era usata fin dall'antichità, non tanto a fini ornamentali quanto piuttosto per fabbricare lenti. Con il nome di "berillo bianco" era già nota agli antichi Greci come pure ai Romani, che l'acquistavano a questo scopo da mercanti provenienti dall'Oriente. Alcuni storici moderni sono convinti, ad esempio, che l'occhialino portato dall'imperatore Nerone, per poter vedere più nitidamente a distanza nonostante la sua grave miopia, fosse proprio una lente di goshenite, anche se Plinio il Vecchio a questo proposito aveva invece affermato trattarsi di una lente ricavata da un purissimo smeraldo.
Proprietà chimico-fisiche modifica
Come le altre varietà di berillo, la goshenite appartiene al genere dei silicati. Specificamente è un silicato di alluminio e berillio, che forma cristalli prismatici o verticalmente striati, terminanti talora in piccole faccette piramidali. Ha trasparenza e lucentezza cristallina. Durezza 7.5-8.00 (di poco inferiore allo smeraldo). Indice di rifrazione 1562-1602. Densità 2.65-2.90. Sfaldatura: imperfetta. Frattura: concoide.
Integrità modifica
La goshenite è l'unica fra tutti i berilli ad essere perfettamente incolore, poiché mancano al suo interno tracce di elementi cromofori come ferro, vanadio, cromo, uranio o manganese, presenti invece nelle altre varietà. È pietra pressoché del tutto priva di impurità: nessuna inclusione è rilevabile ad occhio nudo a una distanza di 15 centimetri e nemmeno - negli esemplari più perfetti - con una lente a 10 ingrandimenti.
Giacitura modifica
Si estrae soprattutto in Brasile, ma esistono importanti giacimenti anche in Colombia, Pakistan, Afghanistan, Cina, Messico, Stati Uniti, Canada e Russia.
Curiosità modifica
- Secondo le teorie pseudoscientifiche della cristalloterapia, per la sua eccezionale trasparenza e purezza la goshenite è una 'pietra della mente' in grado di intensificare le capacità cognitive, conferire chiarezza di idee e facilità di concentrazione, allontanare distrazioni inutili e dannose, proteggere dallo stress. Sotto l'aspetto esoterico, invece, è considerata la pietra preziosa che conserva il 'deposito della memoria': avrebbe pertanto il potere di far ricordare le vite precedenti e, nel contempo, di far dimenticare gli eventi negativi nonché le ingiustizie ricevute, aprendo così la via al perdono.
- Collegata al chakra della corona, che si situa alla sommità del capo, la goshenite è ritenuta fonte di luce e di spiritualità.
- In riferimento ai segni dello zodiaco, è la pietra preziosa del Toro.
Bibliografia modifica
- Gavin Linsell, Die Welt der Edelsteine, Berlin, Juwelo Deutschland GmbH Ed., 2014
Altri progetti modifica
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