Hans Reinl (Františkovy Lázně, 22 agosto 1880Hallein, 3 aprile 1957) è stato un alpinista e ingegnere austriaco, uno dei più dotati rocciatori austriaci della sua epoca per tecnica, numero e qualità delle vette scalate, oltre 600, e un pioniere dello scialpinismo. Fu istruttore di roccia del giovane Paul Preuss, detto la "meraviglia dell'arrampicata".

Biografia modifica

 
I tre Torrioni, senza nome, del versante sud del monte Caplone ripresi dalla Valle di Campei, le basi sono di difficile accesso ma possibili mete di Hans Reinl alternative a Cima Bus de Balì o al Campanile Berlinghera

Hans Reinl nacque in Boemia, figlio di un medico termale, compì i suoi studi ginnasiali e l'università a Leoben laureandosi in ingegneria mineraria e metallurgia, successivamente per motivi professionali risiedette a Bad Ischl. Espletato il servizio militare obbligatorio si impiegò nelle miniere di sale di Hallstatt e nel 1907 sposò Ida Schedlováe, dalla quale il 9 luglio 1908, ebbe due gemelli: Harald, che diventò un noto regista cinematografico, e Kurt.

"Fin dalla giovinezza Hans fu attratto dalle montagne, era forte fisicamente e testardo, aveva una personalità energica e dotato di coraggio", così lo descrisse la nipote Roswitha Oberwalder in una biografia del nonno. I suoi compagni di roccia furono i talentuosi Paul Preuss, detto la "meraviglia dell'arrampicata" del quale fu istruttore di roccia, Günther von Saar, Victor Wolf von Glanvell, Leo Petritsch, Karl Greenitz, Edward Theodore Compton, Georg "Irg" Steiner, il primo a salire il muro sud del Hoher Dachstein all'inizio del XX secolo. Sarà sulle vette più facili del Salzkammergut che il diciasettenne Hans Reinl divenne l'istruttore di roccia del giovane Paul Preuss.

Furono quelli dei primi Novecento gli anni delle sfide orgogliose tra questi giovani rocciatori, della continua ricerca di una nuova tecnica di scalata e di un miglior approccio mentale con la montagna, più rispettoso della natura dei luoghi incontrati senza l'impiego e l'abbandono sulle pareti di chiodi, corde o staffe. Reinl scalò nella sua carriera sportiva oltre 600 vette o torrioni in tutte le Alpi orientali austriache, nelle Dolomiti trentine e nel massiccio del Brenta, nelle montagne a cornice del Lago di Garda e di Ledro, le Alpi Giulie, l'Ötztaler, Alti Tauri, le Alpi di Berchtesgaden, Tennengebirge, Gesäuse, Höllengebirge e Dachstein.

 
A sinistra il Campanile Berlinghera (1.720 m.), alla sua destra il Torrione omonimo e sotto di esso l'ingresso della galleria stradale scavata nella Prima guerra mondiale
 
Cima Berlinghera vista dalla Valle di Campo segnata con la freccia nera, Campanile Berlinghera ((1.720 m.) con la freccia rossa

Il giovane Hans Reinl, in Italia, nella zona del lago di Garda, fu il primo alpinista che il 12 aprile del 1903 scalò in solitaria uno degli speroni rocciosi del monte Caplone, nominandolo Campanile Caplone alto 1700m., di I grado di difficoltà stimata, e che consiste probabilmente nel torrione detto Cima Büs de Balì (1736 m.) o nel Campanile Berlinghera (1720 m.)[1], dandone poi notizia in una relazione ai Club alpini austriaci e tedeschi nel 1903[2]. Il Campanile Berlinghera è di aspetto dolomitico, alto 70 metri, e si trova a est di Cima Berlinghera e della vetta del Caplone. Fu scalato da Francesco Coppellotti detto "Nino" nel 1908, la base è di facile accesso e salendo "da Bocca di Lorina...da un tornante sinistrorso da dove, a destra, parte un sentiero di guerra che passa alla base della parete nord di Torre Berlinghera. La si costeggia su sentiero fin sotto il Campanile. Si sale in un largo camino tra questo e la torre, superando salti successivi con passaggi di II e III grado di difficoltà. Si raggiunge una bocchetta e per rocce friabili lungo lo spigolo (II/III grado di difficoltà) si guadagna la sommità"[3].

Hans Reinl, in questo tipo di scalate, in solitaria e con pochi ausili di salita e discesa, trovò ulteriore stimolo alla sua attività, infatti apparteneva a quella ristretta cerchia di alpinisti sportivi, tra questi il noto Paul Preuss, che cercava la difficoltà, la via più ripida e più elegante per raggiungere la cima; non era più importante raggiungere la vetta ma diveniva importante anche come veniva raggiunta e si discendeva da essa. Dotato "di una penna agile e un talento per il disegno", scrisse dettagliati rapporti sulle sue imprese che furono pubblicati sulle principali riviste alpine. Come pioniere dello scialpinismo, fondò la nel 1907 il “Goisern Ski and Toboggan Club”.

Hans Reinl, specialista anche dell'arrampicata libera, il 21 agosto del 1904 con Siegfried Bischoff di Monaco, Karl Greenitz scalò la Cima Ceda Orientale (2757 m), Cima Alta, nel Massiccio della Tosa per la parete nord-est e il mese successivo, il 21 settembre, scalò il Campanile di Val Montanaia, detto "L'Urlo di pietra", nelle Dolomiti friulane, mentre nel 1906 apri la "via tedesca" sul monte Triglav con Felix König e Karl Ludwig Domenigg. Il Triglav, "Tricorno" è la vetta più elevata delle Alpi Giulie (2863 m) e della Slovenia. La sua cupola sommitale, che si erge elegante sopra l'ampia parete nord, domina imponente la Val Vrata. A lungo tentata invano, fu scalata il 26 agosto 1778 da Lorenz Willonitzer, Stefan Rožič, Matthäus Kos e Lukas Korošek. La parete nord, larga 3 km e alta oltre 2000 m., è una delle più grandiose delle Alpi Orientali. Hans Reinl si arrampicò sulle maggiori vette che circondano il lago di Garda e documentò le imprese in un articolo del bollettino del Club alpino di Vienna del 1909[4].

Il 15 giugno 1913 con i fratelli Felix e Anton Steinmaier di Lauffen salì ufficialmente per la prima volta il monte Freyaturm mentre nel settembre con Paul Preuss, il più stimato alpinista dell'epoca, e Günther von Saar aprì alcune vie nella catena del Gosaukamm nelle Alpi settentrionali. Reinl descrisse così questa prima salita: "Un po' ad ovest dell'ultima vetta siamo saliti attraverso un breve camino in una piccola e ripida depressione e, in doppia libera su uno strapiombo alto dai 12 ai 15 m, abbiamo raggiunto il canale di neve o detriti che scende dall'apertura tra la parete sommitale. del Großer Donnerkogel e della successiva torre di cresta simile all'Hahnenkamm, in essa siamo scesi per circa due lunghezze di corda, abbiamo raggiunto l'altezza di una costola sporgente su roccia leggera e oltre, scendendo leggermente, una chiara fascia leggermente discendente sulla quale abbiamo aggirato si oltrepassava la torre intermedia citata e discesa nel canalone terroso tra questa e la Torre Freia. Dalla fessura si procedeva a sinistra, attraversando macerie, in una fessura più alta, a destra di una finestra di pietra allungata, dopo aver attraversato i pendii erbosi sotto la parete sommitale da ovest verso la cresta nord-est e sopra di essa fino al punto più alto. La scalata, generalmente solo moderatamente difficile ed estremamente panoramica, è durata circa 2 ore e mezza. Per assicurare la via del ritorno abbiamo lasciato la corda appesa allo strapiombo della Donnerkogelwand. Nel senso della salita a destra, però, la punta può essere scalata senza l'aiuto di una corda su una costola pianeggiante molto ripida. Naturalmente il nostro metodo è più consigliato in discesa, semplicemente perché fa risparmiare tempo". Paul Preuss e Anton Steinmaier effettuarono la seconda scalata il 28 settembre 1913 mentre il 6 settembre 1933 Josef Reisenauer, Georg "Irg" Steiner e Heli Simonlehner ascesero per la prima volta attraverso la parete nord-ovest della Torre di Freia.

Dal 1912 al 1915 fu eletto presidente della sezione di Hallstatt del Club alpino tedesco e austriaco uniti e nel 1914 fu redattore di un'esemplare guida di sci alpino. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, dal 1915 al 1918, prestò servizio come tenente sul fronte dolomitico e fu decorato con la "Gran Croce al Merito della Corona". Alla fine del conflitto riprese il proprio lavoro di ingegnere presso le saline. Pensionato nel 1922 dopo la seconda guerra mondiale si adoperò nella tutela del castello di LaudeK a Ladis nel Tirolo sull’altipiano di Serfaus-Fiss-Ladis.

Morì improvvisamente il 3 aprile del 1957 per arresto cardiaco all'età di 77 anni.

Carriera alpinistica modifica

Montagne e itinerario seguito nella scalata modifica

Bibliografia modifica

  • A. Helm, Das Berchtesgadener Land im Wandel der Zeitbooks, 1973.
  • Planinski vestnik, 1967.
  • Theodor Petersen, Mitteilungen des Deutschen und österreichischen Alpenvarcina, 1903.

Collegamenti esterni modifica

Descrizione di alcune scalate

Note modifica

  1. ^ In realtà esistono nella parete sud del Monte nella Valle di Campei altri tre Torrioni alla stessa altezza, senza nome e di difficile accesso se non per cengia erbosa, possibili obiettivi di Reinl.
  2. ^ Theodor Petersen, Mitteilungen des Deutschen und österreichischen Alpenvarcina, n.24, pag.292, 1903.
  3. ^ Fausto Camerini, Prealpi Bresciane, 2004, pag. 256.
  4. ^ Rivista mensile, vol.28 e 29, 1909.