Hipster (sottocultura contemporanea)

Hipster (talvolta tradotto in italiano con espressioni come "giovani anticonformisti"[1], o "alternativi"[2]) è una subcultura espressa da giovani bohémien del ceto medio e benestante che risiedono per la maggior parte in quartieri emergenti. Viene spesso associata alla musica indie e alternativa, con una variegata sensibilità nei confronti della moda alternativa e una propensione per la politica pacifista, primitivista ed ecologista, per i prodotti dell'agricoltura biologica e per i cibi slow food, l'artigianato, il veganismo e gli stili di vita alternativi, in maniera simile alla subcultura del movimento hippie, ma meno radicale.[3]

Abbigliamento vintage, occhiali e barba sono considerati caratteristiche della moda hipster.

Con l'avvento degli anni 2010 si è avuta una nuova ondata hipster, tanto che si è addirittura arrivati a parlare di "Generazione Hipster".

In senso lato è stato definito come hipster un individuo «consapevole di essere interessato a schemi nuovi e non convenzionali (ad esempio nel jazz o nella moda)» (Merriam-Webster's Collegiate Dictionary).[4] La sottocultura hipster non va confusa con l'omonimo fenomeno di costume degli anni quaranta.

Caratterizzazione modifica

 
Donna hipster con la sua bicicletta vintage
 
Uomo in abbigliamento hipster

Questo tipo di hipster si caratterizza per l'indossare magliette stencilate, cappelli di paglia a tesa corta, larghe felpe, cardigan, vestiti di seconda mano, scarpe da ginnastica, jeans a vita alta, per portare baffi semplici o arricciati o folti, occhiali enormi con lenti generose dalle montature rétro (ispirate a modelli dal primo Novecento agli anni Ottanta), tagli di capelli asimmetrici, barba «da pioniere ottocentesco americano»[4]. Per l'abbigliamento femminile, talora si notano tendenze all'alternativo (come le cosiddette "suicide girls", ossia modelle caratterizzate da tatuaggi, piercing, capelli colorati talora dalla lunghezza contenuta, con acconciature maschili e stili originali talvolta da pin-up, con influenze del punk rock[5][6]), all'androginia, al feticismo, talvolta a versioni leggere e popolari del sadomasochismo. Più spesso indossano jeans simili a quelli usati dagli uomini hipster, gonne corte, vestiti sportivi o usati, fuori dalle mode popolari e camicie di jeans o dalla trama a quadri o anche da felpe senza cappuccio o maglioni aperti talune volte di un paio di taglie più abbondanti rispetto al necessario, sempre con tendenze androgine.[4]. Le calzature, di solito, sono contraddistinte da scarpe basse, come per esempio i mocassini, indossate con calze basse o alcune volte anche senza.[7] Sempre in The White Negro, Norman Mailer descrive l'hipster bianco come uno che cerca di separarsi dalla società e vivere senza radici, alla ricerca «degli imperativi ribelli del sé». Questo stile di vita verrà fatto proprio dai poeti della beat generation o da persone come Charles Bukowski, proponendo un modello anticonformista che poi si svilupperà nello stile «più confortevole e comunitario» (oltre che più impegnato) degli hippie.[4]

Oggi il rapporto con la società capitalista è più ambiguo, poiché gli artisti hipster hanno lavorato spesso con i marchi della moda, non hanno posizioni di sapore marxista come molti intellettuali occidentali progressisti (questo, negli Stati Uniti, già negli anni '60; in ciò l'esistenzialismo americano descritto da Mailer si distingueva da quello europeo di Sartre), essendo piuttosto «un movimento aristocratico di disprezzo della passività mainstream», che spesso vive in maniera oppositiva a certi aspetti della modernità, come l'omologazione, accettandone altri, come la sessualità libera (tra cui l'erotismo e la pornografia), l'arte popolare, l'uso di alcolici.[4]

 
Il cantautore indie rock Iron & Wine (pseudonimo di Samuel Beam) è stato associato alla musica folk hipster[8]

Spesso hanno tendenze liberali ed ecologiste preferendo mezzi di trasporto a "impatto zero" come le biciclette rispetto alle automobili, leggono autori poco conosciuti, amano la filosofia.

Inoltre nel loro abbigliamento spesso sono soliti indossare camicie a scacchi o dalla trama scozzese con pantaloni a sigaretta, applicando sulle caviglie degli stessi delle pieghe chiamati "risvoltini". Hanno sviluppato una grande propensione per i social network, in particolar modo per i selfie, e sono attenti alla cura del loro corpo solitamente praticando sport e in particolar modo frequentando palestre. Amano soprattutto la tecnologia e tutto ciò ad essa connessa, come smartphone di ultima generazione e altri gadget simili.[9][10][11]

Aree geografiche modifica

Europa modifica

Nel Regno Unito, Hoxton e Shoreditch sono rinomate aree hipster di Londra[12], dove gli hipster vengono indicati con il termine spregiativo di Shoreditch twats.[13][14]

A Parigi va menzionato il quartiere di Belleville, mentre a Berlino la subcultura hipster fa da padrona a Prenzlauer Berg.[7]

Italia modifica

Il Sunday Times nel 2011 ha definito Bologna la città italiana degli hipster.[15] Grazie alla presenza di numerosissimi studenti italiani e stranieri, è facile incontrare per strada o nei locali notturni ragazzi inquadrabili sotto questo termine, in particolar modo in luoghi come la zona universitaria o la "bohemienne via del Pratello".[1]

A Torino, invece, i quartieri più rappresentativi di questa subcultura sono Borgo Vanchiglia e soprattutto il quartiere di San Salvario, riqualificato, a partire dalla fine degli anni duemila da una serie di locali serali alternativi[16]. Alcuni locali molto frequentati si trovano poi nei dintorni di via Po.[17]

Per quanto riguarda la realtà milanese la generazione hipster si muove fra gli storici quartieri Isola e Navigli.[18]

A Roma, zone hipster per eccellenza sono il Pigneto, il rione Monti e il rione Testaccio, nei pressi dell'ex gasometro[19].

A Napoli la zona dei decumani, nel cuore del centro storico, mostra un evidente carattere "alternativo", soprattutto per la presenza di molti istituti universitari[20][21].

Nord America modifica

Negli Stati Uniti, troviamo Williamsburg a Brooklyn,[22][23][24] Echo Park a Los Angeles,[25] Mission District a San Francisco,[26][27], Uptown a Minneapolis, Wicker Park a Chicago e la parte nordorientale di Portland (Oregon).[28] In Canada, il quartiere Mile End a Montréal.

Note modifica

  1. ^ a b Enrico Franceschini, Grassa, dotta... e hipsters, su bologna.repubblica.it, la Repubblica.
  2. ^ Hipster, gli "alternativi" di New York
  3. ^ 2017 Trend Prediction: The Year of Eliminating Excess [collegamento interrotto], in Alexis, Sustainability X. URL consultato il 28 gennaio 2019.
  4. ^ a b c d e Che cosa è un Hipster, Il Sole 24 Ore
  5. ^ 20 Ways To Tell You're Banging A Hipster
  6. ^ Hipster Grifter Assumes Inevitable Role as Suicide Girl Archiviato il 7 novembre 2017 in Internet Archive.
  7. ^ a b Moda e beauty - Tendenze fashion, bellezza, amore, relazioni e parenting, su la Repubblica. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  8. ^ Urban Dictionary: Folk Hipster
  9. ^ Tendenze, su Grazia. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  10. ^ Natale 2016: il presepe hipster coi risvoltini, su www.deejay.it, 21 novembre 2016. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  11. ^ Hipster style: la guida definitiva!, su HuffPost Italia, 8 luglio 2014. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  12. ^ Tom Masters, Steve Fallon e Vesna Maric, Lonely Planet London City Guide, 7ª ed., Lonely Planet, 2010, p. 281, ISBN 1-74179-226-6.
    «"Hoxton and Shoreditch remain the absolute centre of London's hipster scene"»
  13. ^ Emine Saner, Are you a Hoxton hipster?, in Evening Standard, London, 9 settembre 2004. URL consultato il 12 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2010).
  14. ^ Meet the global scenesters: hip, cool and everywhere, in Belfast Telegraph, 14 agosto 2008. URL consultato il 12 giugno 2010.
  15. ^ Enrico Franceschini, Sunday Times scopre Bologna e i suoi hipsters, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 14 febbraio 2011.
  16. ^ http://www.mole24.it/2012/07/09/da-cabinotto-e-tamarro-hipster-e-mainstream/
  17. ^ Copia archiviata, su silkandscissors.it. URL consultato il 4 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2016).
  18. ^ Giulia Caligiuri, Leggete questa cosmica guida ai 25 locali hipster di Milano. Fatelo adesso, su dissapore.com, Dissapore Media s.r.l., 2 dicembre 2013. URL consultato il 19 dicembre 2014.
  19. ^ Descubriendo la Roma más hipster
  20. ^ Napoli: la città più hipster d'Italia, su BuoneNotizie.it, 29 settembre 2020. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  21. ^ Napoli, Italia: informazioni per visitare la città, su Lonely Planet Italia. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  22. ^ Sarah Ferguson, Hipsters Defend Brooklyn, in Village Voice, 29 marzo 2005. URL consultato il 12 giugno 2010 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2011).
  23. ^ Robert Smith, New York's Hipsters Too Cool For The Census (radio story), in NPR, 10 aprile 2010. URL consultato il 12 giugno 2010.
  24. ^ Denny Lee, Has Billburg Lost Its Cool?, in The New York Times, 27 luglio 2003. URL consultato il 12 giugno 2010.
  25. ^ (EN) Twitter, Instagram, Email, Facebook, Destination: Echo Park, su Los Angeles Times, 3 dicembre 2010. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  26. ^ Guy Trebay, The Tribes of San Francisco, su The New York Times, 1º settembre 2010. URL consultato il 6 ottobre 2010.
  27. ^ Marsha Polovets, So, Who Is a Hipster?, su Mission Local, 16 febbraio 2009. URL consultato il 6 ottobre 2010.
  28. ^ (EN) Portland Hipster, su Portland Hipster. URL consultato il 5 ottobre 2023.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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