Ioduro di fosfonio

composto chimico

Lo ioduro di fosfonio è un composto chimico con la formula PH4I. È un esempio di sale contenente un catione fosfonio non sostituito (PH4+). Lo ioduro di fosfonio è comunemente usato come deposito per la fosfina[2] e come reagente per sostituire il fosforo nelle molecole organiche[3].

Ioduro di fosfonio
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolarePH4I
Peso formula (u)161,910 g/mol
Numero CAS12125-09-6
Numero EINECS235-189-0
PubChem166618
SMILES
[PH4+].[I-]
Proprietà chimico-fisiche
Temperatura di ebollizione62 °C[1]
Indicazioni di sicurezza

Preparazione modifica

Lo ioduro di fosfonio viene preparato mescolando tetraioduro di difosforo (P2I4) con fosforo elementare e acqua a 80 °C e lasciando sublimare il sale[4].

Proprietà modifica

Struttura modifica

La sua struttura cristallina è tetragonale che è una versione distorta della struttura cristallina del cloruro d'ammonio (NH4Cl); la cella elementare ha dimensioni approssimative 634×634×462 pm[5]. Il legame a idrogeno nel sistema provoca l'orientamento dei cationi PH4+ in modo che gli atomi di idrogeno puntino verso gli anioni I[6].

Chimica modifica

A 62 °C e pressione atmosferica, lo ioduro di fosfonio sublima e si dissocia reversibilmente in fosfina e ioduro di idrogeno (HI)[1]. Si ossida lentamente all'aria per dare iodio e ossidi di fosforo; è igroscopico[4] e viene idrolizzato in fosfina e HI:[7]

 

Il gas fosfina può essere ricavato dallo ioduro di fosfonio mescolando una soluzione acquosa con idrossido di potassio:[8]

 

Reagisce con lo iodio elementare e il bromo in una soluzione non polare per dare alogenuri del fosforo; per esempio:

 [4]

Lo ioduro di fosfonio è un potente reagente di sostituzione in chimica organica; per esempio, può convertire un pirilio in fosforina tramite sostituzione[3]. Nel 1951, Glenn Halstead Brown scoprì che lo ioduro di fosfonio reagisce col cloruro di acetile per produrre un derivato sconosciuto della fosfina, probabilmente CH3C(=PH)PH2•HI[4].

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Alexander Smith e Robert Peyton Calvert, The Dissociation Pressures of Ammonium- and Tetramethylammonium Halides and of Phosphonium Iodide and Phosphorus Pentachloride, in Journal of the American Chemical Society, vol. 36, n. 7, luglio 1914, pp. 1363–1382, DOI:10.1021/ja02184a003. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  2. ^ (EN) B.A. Morrow e Richard A. McFarlane, Trimethylgallium adsorbed on silica and its reaction with phosphine, arsine, and hydrogen chloride: an infrared and Raman study, in The Journal of Physical Chemistry, vol. 90, n. 14, luglio 1986, pp. 3192–3197, DOI:10.1021/j100405a029, ISSN 0022-3654 (WC · ACNP).
  3. ^ a b (EN) Yanbo Mei, Complexes, Heterocycles, and Depolymerizable Polymers. Made from Building Blocks with Low-coordinated Phosphorus, ETH Zurich, 2020, p. 18, DOI:10.3929/ethz-b-000431853. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  4. ^ a b c d (EN) Glenn Halstead Brown, Reactions of phosphine and phosphonium iodide, Iowa State College, 1951. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  5. ^ (EN) Roscoe G. Dickinson, The Crystal Structure of Phosphonium Iodide, in Journal of the American Chemical Society, vol. 44, n. 7, luglio 1922, pp. 1489–1497, DOI:10.1021/ja01428a015.
  6. ^ (EN) A. Sequeira e Walter C. Hamilton, Hydrogen Bonding in Phosphonium Iodide: A Neutron-Diffraction Study, in The Journal of Chemical Physics, vol. 47, n. 5, settembre 1967, pp. 1818–1822, DOI:10.1063/1.1712171.
  7. ^ (EN) Ievgen Levchuk, Design and optimization of luminescent semiconductor nanocrystals for optoelectronic applications (PDF), University of Erlangen–Nuremberg, 2017, p. 140. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  8. ^ (EN) Ivan M. Osadchenko e Andrei P. Tomilov, Phosphorus Hydrides, in Russian Chemical Reviews, vol. 38, n. 6, 30 giugno 1969, pp. 495–504, DOI:10.1070/RC1969v038n06ABEH001756.

Voci correlate modifica

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