Isarn (inquisitore)

inquisitore e scrittore del XIII secolo

Isarn o Izarn (fl. XIII secolo) è stato un missionario domenicano, inquisitore e trovatore occitano di cui abbiamo scarsissime notizie.

«Venne stimato dai contemporanei cronachisti che tutti i principali trovatori eccetto due fossero dalla parte degli albigesi, e questi due rinnegati erano i trovatori Izarn e Folco[1], il vescovo trovatore di Marsiglia. Izarn era un uomo di estrema grettezza e violento nelle sue opinioni [...] abile nel travisare e tradurre a proprio vantaggio le vedute e lo spirito dei suoi oppositori [...] Sia Folco che Izarn conservavano la loro facoltà di comporre musica e canto da menestrelli, sebbene avessero diviso il loro destino da quello dei trovatori[2], i quali non molto elegantemente li chiamavano "la plebaglia di Satana vestita in nero".[3]»

Già prima del 1292 egli scrisse un dialogo di 700 versi in occitano tra sé stesso e un immaginario vescovo cataro chiamato Sicart de Figueiras. La Novas del eretge ("Novella dell'eretico"), meglio nota come la "controversia di Izarn con un teologo albigese"[4], è una lunga diatriba contro il catarismo e le sue dottrine dichiarate. Isarn è talvolta inesatto, ma la sua ignoranza, insieme a quella di molti cattolici, riguardo ai particolari del dogma cataro, deriva probabilmente dai raduni svolti in zone boschive che lui descrive. I catari, per poter pregare e leggere le scritture in lingua volgare, spesso andavano nei boschi per non essere notati, premunendosi di tenere segreti i loro incontri.

Isarn forse pensava che i catari e i valdesi credessero entrambi in una qualche forma di manicheismo. Egli difende il matrimonio contro la verginità come suprema castità. È convinto inoltre che

(OC)

«Ja no fara crezens heretje ni baudes / Si agues bon pastor que lur contradisses»

(IT)

«non si crederebbero a eretici o a valdesi / se vi fosse un buon pastore che li contraddicesse»

Alla fine del dialogo, il vescovo cataro è convertito. Isarn inizialmente ritrae l'eretico convertito come desideroso di tenere segreta la sua conversione in modo da poter facilmente insegnare ai suoi seguaci la vera fede, ma presto la descrizione del vescovo diventa una copia del suo stesso rabbioso cattolicesimo.

  1. ^ "Folco di Marsiglia è stato nella sua giovinezza il più allegro e il più libero dei trovatori, e aveva stupito i suoi contemporanei per la sua trasandatezza e i suoi oltraggi alla proprietà pubblica. Dopo una vita dissipata, diventa negli anni più maturi un asceta aspro e duro, tentando così di far dimenticare alla gente con il suo contegno e la sua austerità quelle offese di cui era stato così notoriamente colpevole nella sua giovinezza". (Rowbotham, op. cit.)
  2. ^ "Con grossolane ingiurie e violenza, Izarn pronuncia le sue invettive contro i trovatori erranti".
  3. ^ (EN) John F. Rowbotham, Troubadours and Courts of Love[collegamento interrotto], 1895, pp. 302-303. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  4. ^ (EN) Tobias George Smollett, The Critical review, or, Annals of literature, vol. 47, 1779, p. 425. URL consultato il 14 febbraio 2013.

Bibliografia

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Voci correlate

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