L'arcolaio d'oro (in lingua ceca Zlatý kolovrat), Op. 109, B. 197, è un poema sinfonico per orchestra di Antonín Dvořák, composto tra il gennaio e l'aprile del 1896. La composizione è ispitata ad un poema omonimo presente in Kytice, una raccolta di ballate folk di Karel Jaromír Erben.

Una esecuzione semi pubblica venne data al Conservatorio di Praga il 3 giugno 1896, diretta da Antonín Bennewitz. La sua prima esecuzione pubblica avvenne a Londra il 26 ottobre 1896, diretta da Hans Richter.[1]

La composizione è scritta per un'orchestra composta dai seguenti strumenti: ottavino, 2 flauti, 2 oboe, corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni francesi, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, grancassa, piatti, triangolo, arpa, e archi. L'esecuzione dura circa 27 minuti.

Storia modifica

Durante una cavalcata, un re si imbatte in una giovane donna, Dornička, e si innamora di lei. Chiede alla sua matrigna di volerla portare al suo castello. La matrigna e la sorellastra partono per recarsi al castello del re portando Dornička con loro. Lungo la strada, la uccidono, le tagliano i piedi e le mani, e le cavano gli occhi. La sorellastra si spaccia per Dornička e sposa il re, dopo di che egli deve partire per la guerra.

Nel frattempo, nella foresta, un mago trova i resti di Dornička e decide di riportarla in vita. Egli invia una lettera al castello per convincere la sorellastra a reatuire i "due piedi" in cambio di un arcolaio d'oro, le "due mani" per una conocchia d'oro, e i "due occhi" per un fuso d'oro. Assemblato il corpo completo, il mago riporta Dornička in vita.

Il re torna dalla battaglia e sente la ruota dell'arcolaio d'oro raccontare i dettagli raccapriccianti dell'omicidio di Dornička. Si inoltra nella foresta per ricongiungersi a lei.

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Note modifica

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