Latrodectus hasselti

specie di aracnidi

Latrodectus hasselti (Thorell, 1870) nota anche come vedova nera australiana[1][2][3] o ragno dalla schiena rossa (redback spider)[4][5] è una specie di ragno appartenente alla famiglia Theridiidae e al genere Latrodectus, genere a cui appartengono ragni velenosi potenzialmente letali detti comunemente "vedove nere". Il ragno è endemico dell'Australia con colonie in Nuova Zelanda e nel sud-est asiatico.[6] La femmina adulta è facilmente riconoscibile dal suo corpo sferico nero con una striscia rossa prominente sul lato superiore dell'addome e una striscia rosso/arancio a forma di clessidra sul lato inferiore. Le femmine di solito hanno una lunghezza del corpo di circa 10 mm, mentre il maschio è molto più piccolo, essendo lungo solo 3–4 mm.[5]

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Vedova nera australiana
Femmina adulta
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Neocribellatae
Famiglia Theridiidae
Genere Latrodectus
Specie L. hasselti
Nomenclatura binomiale
Latrodectus hasselti
(Thorell, 1870)

Prevalentemente notturna, la femmina vive in una ragnatela a groviglio in un luogo caldo e riparato, comunemente vicino o all'interno delle abitazioni.[4][5] Preda insetti, ragni e piccoli vertebrati che rimangono intrappolati nella sua tela. I maschi e gli esemplari giovani vivono spesso attorno alla tela degli esemplari femminili e sottraggono gli avanzi. Questa è una delle numerose specie che di solito pratica il cannibalismo durante l'accoppiamento.[5]

Dopo l'accoppiamento, lo sperma viene immagazzinato nella spermateca, organo del tratto riproduttivo femminile, e può essere utilizzato fino a due anni dopo per inseminare diverse deposizioni di uova. Vengono deposte in media 250 uova per volta che vengono stipate in una sacca di seta bianca rotonda.

La specie è una delle poche specie di ragni che possono essere seriamente dannose per l'uomo e la sua predilezione per gli habitat domestici lo rende responsabile di un gran numero di morsi di ragno in Australia. Prevalentemente neurotossico per i vertebrati, il veleno provoca latrodectismo nell'uomo.

Tassonomia modifica

Prima dell'analisi del DNA, la tassonomia del genere Latrodectus non era chiara: i cambiamenti nel numero di specie sono dovuti alla difficoltà di utilizzare la morfologia per determinare le suddivisioni all'interno del genere.[7] L'interesse per la loro sistematica è dovuto all'estrema pericolosità della neurotossina prodotta da questi ragni.[7] L'aracnologo svedese Tamerlan Thorell descrisse questa specie nel 1870[8] da esemplari raccolti a Rockhampton e Bowen nel Queensland centrale.[9] Gli diede il nome Latrodectus hasselti in onore del collega van Hasselt.[10] Questi campioni sono conservati al museo svedese di storia naturale.[11]

Descrizione modifica

 
Una giovane femmina, con la tipica colorazione dell'addome

La femmina adulta ha un corpo lungo circa 1 centimetro, con zampe snelle; le zampe anteriori sono più lunghe delle altre.[12] L'addome è rotondo, di un nero intenso (occasionalmente brunastro), con una striscia longitudinale rossa (a volte arancione) sulla superficie superiore e una striscia scarlatta a forma di clessidra sul lato inferiore.[13] Occasionalmente si riscontrano femmine con segni incompleti o addomi completamente neri.[14] Il cefalotorace è molto più piccolo dell'addome ed è nero.[12] I piccoli sono grigi con macchie scure,[15] e diventano più scuri ad ogni muta.[16] Le giovani femmine presentano anche segni bianchi sull'addome.[13] I colori brillanti possono servire da avvertimento per potenziali predatori.[17] Il maschio è più piccolo rispetto alla femmina,[18] lungo 3–4 mm di color marrone chiaro, con macchie bianche sulla parte superiore dell'addome e una pallida marcatura a clessidra sul lato inferiore.[13]

Comportamento modifica

Ragnatela modifica

 
Femmina adulta nella ragnatela

Il ragno è tipicamente notturno.[19] La femmina rimane nascosta durante il giorno e tesse la sua tela durante la notte[15] rimanendo solitamente nella stessa zona per la maggior parte della sua vita adulta.[20] La tela appare un groviglio di seta fine ma resistente, dall'aspetto irregolare. Sebbene i fili sembrino collocati casualmente, in realtà sono posizionati strategicamente per il sostegno e l'intrappolamento delle prede.[14] La parte più densa della tela è a forma di imbuto dove il ragno depone le uova e si ritira in caso di minaccia; da quest'area si protendono fino a terra dei fili verticali e appiccicosi che il ragno utilizza per catturare le prede.[4][13] I fili verticali fungono da "sensori" per avvisare il ragno della presenza di prede o minacce tramite le vibrazioni degli stessi, inoltre intrappolano e trascinano la preda in aria quando i fili orizzontali più deboli che li trattengono, noti come tiranti, si rompono quando la preda si dimena.[4] I singoli filamenti sono abbastanza robusti da poter catturare e trattenere anche piccoli rettili.

Prede modifica

 
Femmina che ha catturato una lucertola

La vedova australiana si nutre principalmente di insetti, ma può catturare anche altri animali che restano intrappolati nella ragnatela, come ragni o lucertole[13] e occasionalmente serpenti.[21] Gli onischi sono una preda tipica.[22] I piccoli in via di sviluppo necessitano di prede di dimensioni adeguate come comuni moscerini della frutta (Drosophila melanogaster), larve di tarme della farina (Tenebrio molitor), muscoidi e giovani ninfe di blattoidei.[23] Il ragno, quando rileva una preda intrappolata, avanza verso di essa, toccandola con le zampe e spruzzando una seta liquida e collosa su di essa per immobilizzarla. Quindi morde ripetutamente la sua vittima sulla testa, sul corpo e sulle articolazioni delle gambe e la avvolge in una seta appiccicosa e asciutta. A differenza di altri ragni, non fa ruotare la sua preda mentre la avvolge nella seta, ma, come altri ragni, inietta poi un veleno che liquefà le viscere della sua vittima. Una volta che ha catturato la preda, il ragno la porta nell'area ad imbuto e inizia a risucchiare le interiora liquefatte, generalmente da 5 a 20 minuti dopo averla immobilizzata.[24] Questi ragni non bevono, eccezion fatta quando sono denutriti.[17]

A volte le femmine più grandi rubano le prede conservate nelle ragnatele di altri ragni.[13] Quando due ragni di questa specie si incontrano, anche se di sesso opposto, si avvia uno scontro: il ragno sconfitto viene mangiato.[15] Se la femmina, invece, "accetta" il maschio a quest'ultimo viene permesso mangiare le prede intrappolate nella ragnatela della femmina.[15] I piccoli sono cannibali, quelli più vivaci a volte mangiano i loro fratelli meno attivi.[24] Rubano anche il cibo alla madre, cosa che lei cerca di impedire.

Ciclo vitale modifica

 
Giovani esemplari

I piccoli si schiudono dalle uova dopo circa 8 giorni e possono emergere dal sacco ovigero già 11 giorni dopo essere stati deposti. Le temperature più fresche possono rallentare significativamente il loro sviluppo e la schiusa può avvenire dopo mesi.[23] Dopo la schiusa trascorrono circa una settimana all'interno del sacco ovigero, facendo la muta una volta.[25] I ragni maschi si sviluppano attraversando fino a cinque stadi in circa 45-90 giorni[20][26], le femmine invece attraversano 7-8 stadi in circa 75-120 giorni.[20][26] I maschi vivono fino a sei o sette mesi, mentre le femmine possono vivere da due a tre anni.[13]

I piccoli convivono sulla ragnatela della madre per un periodo che varia da diversi giorni a una settimana; durante questo tempo si osserva spesso il cannibalismo tra i neonati.[25] Dopo aver abbandonato la tela, seguono la luce e si arrampicano sulla cima di tronchi o rocce vicine prima di estendere i loro addomi in alto nell'aria e produrre una gocciolina di seta.[24] La seta liquida viene tirata dal vento in un lungo filo sottile che, quando è abbastanza lungo, porta via il ragno. Tale comportamento è noto come ballooning. Il filo di seta poi aderirà a un oggetto sul quale il giovane ragno tesserà la propria tela.[13] Talvolta i piccoli cooperano e tessono le tele insieme.[24]

Riproduzione modifica

 
Femmina (a destra) con sacco ovigero e maschio (cerchiato in rosso)

I maschi, dopo aver mutato nell'ultimo stadio, abbandonano la ragnatela materna per cercare una femmina. Il ragno maschio non mangia durante questo periodo.[27] Non è chiaro come i maschi trovino le femmine ed è possibile che, come i giovani, sfruttino il ballooning.[24] Uno studio ha rilevato che la maggior parte dei maschi impiegava dalle 6 alle 8 settimane per spostarsi di 3-3,5 m con spostamenti occasionali di oltre 8 m, ma solo l'11-13% circa abbia trovato con successo una compagna.[26] Sono attratti dai feromoni, che le femmine sessualmente mature e non accoppiate secernono sulla ragnatela.[28] Si pensa che questo sia l'unico metodo con cui i maschi valutino lo stato riproduttivo di una femmina. Durante il corteggiamento gran parte della tela impregnata di feromoni viene distrutta.[29]

Durante l'accoppiamento, il maschio tenta di accoppiarsi inserendo uno dei suoi palpi in una delle due spermateche della femmina, ciascuna delle quali ha il proprio orifizio di inseminazione. Dopodiché prova, e spesso riesce, a inserire anche l'altro palpo nel secondo orifizio della femmina.[20] Questo ragno è uno degli unici due animali conosciuti in cui è stato scoperto che il maschio assiste attivamente la femmina nel cannibalismo sessuale. Nel processo di accoppiamento, il maschio molto più piccolo si capovolge per posizionare il suo addome sopra l'apparato boccale della femmina. In circa due casi su tre, la femmina consuma completamente il maschio mentre l'accoppiamento prosegue. I maschi che non vengono mangiati muoiono per le ferite riportate subito dopo l'accoppiamento.[30] Si pensa che il sacrificio durante l'accoppiamento conferisca due vantaggi alla specie: consente un periodo di copulazione più lungo e quindi la fecondazione di più uova, inoltre le femmine che hanno mangiato un maschio hanno maggiori probabilità di rifiutare i maschi successivi.[31] Sebbene ciò renda impossibile ulteriori accoppiamenti per i maschi, questo non è un grave svantaggio per la conservazione della specie, perché meno del 20% dei maschi si accoppia durante la loro vita e, in ogni caso, il maschio è funzionalmente sterile se ha usato il contenuto di entrambi i suoi palpi nel primo accoppiamento.[20]

Una volta che la femmina si è accoppiata, lo sperma viene immagazzinato in una o entrambe le sue spermateche.[32] Lo sperma può essere utilizzato per fertilizzare diverse uova, per un periodo fino a due anni.[20] Una femmina di ragno può deporre le uova da quattro a dieci volte.[10] Prepara un disco concavo poco profondo di circa 3 mm di diametro prima di deporre le uova al suo interno, poi completa la sacca con altra seta, che diventa sferica, l'intero processo richiede circa un'ora e un quarto.[33] Il sacco ovigero ha un diametro di circa 1 cm e contiene in media circa 250 uova,[13] da un minimo di 40 arrivando anche a 500.[10]

Distribuzione e habitat modifica

 
Areale di distribuzione (2013)

È diffuso in tutta l'Australia. La distribuzione riportata dal World Spider Catalog include il sud-est asiatico e la Nuova Zelanda.[1] Colonie e individui sono stati trovati in Giappone,[34][35] Inghilterra, Belgio, Emirati Arabi Uniti e Iran.[36][37][38] La sua diffusione è stata inavvertitamente aiutata da edifici moderni, che spesso forniscono habitat favorevoli alle popolazioni di L. hasselti.[14]

Al di fuori delle aree urbane, questa specie si trova spesso in habitat più aridi che vanno dalla foresta di sclerofille al deserto, anche ostile, come il deserto di Simpson.[14] È diventato molto più comune nelle aree urbane nei primi decenni del XX secolo,[39] e ora si trova in tutti gli ambienti, con l'eccezione di quelli inospitali, dell'Australia e delle sue città.[14] È particolarmente comune a Brisbane, Perth e Alice Springs.[40] Le ragnatele sono solitamente costruite in luoghi asciutti, bui e riparati, come tra le rocce, tronchi o cavità degli alberi, sugli arbusti, in vecchi pneumatici, depositi, lattine e scatole vuote o tra i rifiuti.[15][13][41]

Predatori modifica

I ragni delle specie Badumna insignis, Pholcus phalangioides e Artema atlanta predano L. hasselti,[42] che sono spesso assenti se queste specie sono ampiamente presenti.[43] Agenioideus nigricornis è un parassitoide del ragno adulto.[44] Insetti delle famiglie Eurytomidae e Ichneumonidae parassitano le uova, mentre Neuroptera e Mantispidae se ne cibano.[44]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Y.A. Ushkaryov, K.E. Volynski e A.C. Ashton, The multiple actions of black widow spider toxins and their selective use in neurosecretion studies, in Toxicon, vol. 43, n. 5, 5 aprile 2004, pp. 527-542, DOI:10.1016/j.toxicon.2004.02.008. URL consultato il 26 aprile 2022.
  2. ^ (EN) Osmindo Rodrigues PiresJr, Wagner Fontes e Mariana S. Castro, Recent Insights in Latrodectus ("Black Widow" Spider) Envenomation: Toxins and Their Mechanisms of Action, in Spider Venoms, 24 February 2016, pp. 333-344, DOI:10.1007/978-94-007-6389-0_23. URL consultato il 26 aprile 2022.
  3. ^ (EN) Wolfgang Nentwig, Dietrich Mebs e Montserrat Vilà, Impact of Non-native Animals and Plants on Human Health, in Impact of Biological Invasions on Ecosystem Services, 16 February 2017, pp. 277-293, DOI:10.1007/978-3-319-45121-3_18. URL consultato il 26 aprile 2022.
  4. ^ a b c d   (EN) BBC Earth, Red Back Spider, Attenborough: Life in the Undergrowth, BBC Earth, su YouTube. URL consultato il 26 aprile 2022.
  5. ^ a b c d (EN) Hidden housemates: the Australian redback spider, su theconversation.com. URL consultato il 26 aprile 2022.
  6. ^ Whyte, pp. 321, 339.
  7. ^ a b (EN) Jessica E.Garb, Alda González e Rosemary G.Gillespie, The black widow spider genus Latrodectus (Araneae: Theridiidae): phylogeny, biogeography, and invasion history, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 31, n. 3, giugno 2004, pp. 1127-1142, DOI:10.1016/j.ympev.2003.10.012. URL consultato il 28 aprile 2022.
  8. ^ Öfversigt Af Kongelige Vetenskaps-Akademiens Förhandlingar, su archive.org. URL consultato il 28 aprile 2022.
  9. ^ (EN) On the Spiders of the Genus Latrodectus Walckenaer, su archive.org. URL consultato il 28 aprile 2022.
  10. ^ a b c (EN) Latrodectus hasseltii (Family Theridiidae), su environment.gov.au, 7 febbraio 2007. URL consultato il 28 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2014).
  11. ^ (EN) Herbert Walter Levi, The Spider Genus Latrodectus (Araneae, Theridiidae), in Transactions of the American Microscopical Society, vol. 78, n. 1, 1959, DOI:10.2307/3223799. URL consultato il 28 aprile 2022.
  12. ^ a b (EN) Struan Sutherland e James Tibballs, Australian Animal Toxins, 2ª ed., Oxford University Press, 2001 [1983], ISBN 978-0195506433.
  13. ^ a b c d e f g h i j (EN) Redback Spider, su australian.museum. URL consultato il 5 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2020).
  14. ^ a b c d e (EN) Bert Brunet, Spiderwatch: A Guide to Australian Spiders, 1997, ISBN 0730104869.
  15. ^ a b c d e (EN) William Joseph Rainbow, The Red-striped Spider, su trove.nla.gov.au, 23 marzo 1907. URL consultato il 5 maggio 2022.
  16. ^ (EN) Albert Rauber, Black Widow Spider Bites, 25 settembre 2008, pp. 473-485, DOI:10.3109/15563658308990435, PMID 6381753. URL consultato il 5 maggio 2022.
  17. ^ a b (EN) L. M. Forster e J. Kavale, Effects of food deprivation on Latrodectus hasselti Thorell (Araneae: Theridiidae), the Australian redback spider, in New Zealand Journal of Zoology, vol. 16, n. 3, 1º luglio 1989, pp. 401-408, DOI:10.1080/03014223.1989.10422906. URL consultato il 5 maggio 2022.
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  20. ^ a b c d e f (EN) Maydianne C. B. Andrade e Erin M. Banta, Value of male remating and functional sterility in redback spiders, in Animal Behaviour, vol. 63, n. 5, maggio 2005, pp. 857-870, DOI:10.1006/anbe.2002.2003. URL consultato il 5 maggio 2022.
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  24. ^ a b c d e (EN) Lyn Forster, The Behavioural Ecology of Latrodectus hasselti (Thorell), the Australian Redback Spider (Araneae: Theridiidae): a Review (PDF), 1995. URL consultato il 19 maggio 2022.
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  26. ^ a b c (EN) Maydianne C. B. Andrade, Risky mate search and male self-sacrifice in redback spiders, in Behavioral Ecology, vol. 14, n. 4, 1º luglio 2003, pp. 531-538, DOI:10.1093/beheco/arg015. URL consultato il 22 maggio 2022.
  27. ^ (EN) Maydianne C. B. Andrade, Risky mate search and male self-sacrifice in redback spiders, in Behavioral Ecology, vol. 14, n. 4, 1º luglio 2003, pp. 531-538, DOI:10.1093/beheco/arg015. URL consultato il 4 ottobre 2022.
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Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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