Munzothamnus blairii

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La Munzothamnus blairii (Munz & I.M.Johnst.) P.H.Raven, 1963 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Munzothamnus blairii è anche l'unica specie appartenente al genere Munzothamnus P.H.Raven, 1963.[1][2]

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Munzothamnus blairii
Munzothamnus blairii
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Munzothamnus
P.H.Raven, 1963
Specie M. blairii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Munzothamnus
Specie M. blairii
Nomenclatura binomiale
Munzothamnus blairii
(Munz & I.M.Johnst.) P.H.Raven, 1963

Etimologia modifica

Il nome del genere ( Munzothamnus) deriva da due parole: "thamnos" (= arbusto, in greco antico) e "Munz" in onore del botanico americano P. A. Munz, (1892–1974), e significa "arbusto di Munz".[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Philip Alexander Munz (1892-1974), Ivan Murray Johnston (1898-1960) e Peter Hamilton Raven (1936-) nella pubblicazione " Aliso. a series of papers on the native plants of California. [Title originally El Aliso]" (Aliso 5: 345) del 1963.[4] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Peter Hamilton Raven (1936-) nella stessa pubblicazione.

Descrizione modifica

 
Il portamento

Habitus. Le piante di questa voce, con cicli biologici annuali o perenni, sono piante mediamente alte. Tutte le specie del gruppo, di appartenenza di questa pianta, sono provviste di latice.[5][6][7][8][9][10]

Fusto. I fusti, in genere eretti e ascendenti, sono di solito solitari e mediamente ramificati. Hanno una consistenza carnosa, sono brunastri e tomentosi. Le radici in genere sono di tipo fittonante. Altezza media delle piante: 100 – 200 cm.

Foglie. Le foglie sono raccolte all'apice degli steli in strutture a rosetta (ciuffi apicali). La forma varia da obovate a oblungo-obovate; i margini sono irregolarmente sinuati o lobati; la lamina alla base è attenuata in una struttura piccioliforme e all'apice è arrotondata o ottusa.

Infiorescenza. La sinflorescenza germogliata dalla rosetta fogliare terminale, ed è di tipo paniculiforme. L'infiorescenza in genere è composta da uno o più capolini terminali densamente ghiandolosi e bratteati. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica ed è formato da due serie differenziate (esterne e interne) di brattee. Le brattee esterne hanno delle forme da ovato-triangolari a lanceolari e sono lunghe fino a metà della lunghezza delle brattee interne; quelle interne (da 8 a 9), hanno delle forme da lanceolate a lineari con margini strettamente scariosi e apici da ottusi ad acuti (spesso scarsamente aracnoidi); le facce delle brattee sono glabre o scarsamente ghiandolose. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e più o meno piatto. Dimensioni dell'involucro: lunghezza 7 – 10 mm; diametro 3 – 5 mm.

Fiori. I fiori (da 9 a 12 per capolino), tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, colorati di grigio-marrone, hanno una forma cilindrica con apice troncato e privi di becco (non sono compressi); sono provvisti di 5 coste longitudinali ciascuna accompagnata da 1 - 2 coste secondarie lisce e glabre. Il pappo si compone di 25 - 35 setole barbate ma non piumose disposte su una sola serie.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

Si tratta di un endemismo dell'isola di San Clemente (California).

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi modifica

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Microseridinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Microseridinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade insieme alla sottotribù Cichoriinae forma un "gruppo fratello".[9]

I seguenti caratteri sono distintivi per la sottotribù:[8]

  • il polline è colorato di arancio;
  • la distribuzione è relativa al Nuovo Mondo.

Il genere di questa voce, nell'ambito filogenetico della sottotribù, occupa una posizione vicina ai generi Stephanomeria, Rafinesquia e Pleiacanthus.[9] Alcuni Autori, considerando l'estensione della sottotribù, l'hanno suddivisa in 8 entità (o alleanze) informali. Il genere di questa voce è stato associato al gruppo 'Alleanza Stephanomeria formato dai generi Munzothamnus, Pleiacanthus, Prenanthella, Rafinesquia e Stephanomeria.[10][18] Il genere di questa voce in precedenti classificazioni era descritto all'interno della sottotribù (non più valida) Stephanomeriinae.[8] Alcune checklist considerano il genere Prenanthella sinonimo di Lygodesmia.[19]

I caratteri distintivi per questa specie sono:[8]

  • il ciclo biologico è perenne con portamento arbustivo;
  • gli steli sono carnosi, brunastri e tomentosi;
  • il ricettacolo è nudo;
  • i capolini hanno pochissimi fiori;
  • è un endemismo dell'isola di San Clemente (California).

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 16 (specie diploide).[8]

Sinonimi modifica

La specie di questa voce, in altri testi, può essere chiamato con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

  • Stephanomeria blairii Munz & I.M.Johnst., 1924
  • Malacothrix blairii Munz & I.M.Johnst., 1935

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 agosto 2022.
  3. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 21 agosto 2022.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 21 agosto 2022.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c d e f Kadereit & Jeffrey 2007, pag.193.
  9. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  10. ^ a b Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 21 agosto 2022.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  13. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  14. ^ Judd 2007, pag. 523.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. ^ Lee & Baldwin 2004.
  19. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 agosto 2021.

Bibliografia modifica

  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
  • Lee J. & Baldwin B. G., Subtribes of principally North American genera of Cichorieae (Compositae), in Novon 14/2004: 309-313..

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