Museo Anita Garibaldi

Il Museo Anita Garibaldi è un museo situato nel centro storico della città brasiliana di Laguna, nel sud dello Stato federale di Santa Catarina . Conserva testimonianze e manufatti storici sulla Guerra dei Farrapos e la Repubblica Giuliana, oltre ad oggetti appartenuti all'eroina Anita Garibaldi, da cui prende il nome.

Museo Anita Garibaldi
Ubicazione
StatoBandiera del Brasile Brasile
LocalitàLaguna, Stato federato di Santa Caterina
IndirizzoCasa de Câmara e Cadeia
Coordinate28°28′56.87″S 48°47′05.7″W
Caratteristiche
TipoMuseo storico, Memoriale
Istituzione1956
Sito web

Il museo è stato fondato il 31 luglio 1949 per il centenario della morte di Anita Garibaldi (avvenuta per febbre a Mandriole di Ravenna, il 4 agosto 1849). L'edificio che oggi ospita il museo venne costruito nel 1735, risultando così uno dei più antichi nel sud del Brasile. Originalmente prendeva il nome di Paço do Conselho; in seguito fu denominato Edifício de Câmara e Cadeia, ed ospitò la Camera dei Consiglieri al piano superiore e il corpo della Guardia Municipale della città al piano terra.[1] Nel 1839, l'italiano Giuseppe Garibaldi, uno dei leader della Guerra dei Farrapos, prese il controllo della città e proclamò la Repubblica Giuliana, conosciuta anche come Repubblica Catarinense [2], all'interno dello stesso edificio[3].

Collezione

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Il museo ha nella sua collezione pezzi e documenti risalenti al periodo storico della Guerra Farrapos e della Rivoluzione Farroupilha, così come testimonianze della vita domestica di Anita e Giuseppe Garibaldi. Il museo ha mobili e utensili d'epoca, tra i quali un'urna contenente parte del terreno proveniente dal luogo in cui fu sepolta in un primo momento Anita nella località di Mandriole a Ravenna, prima che la sua salma venisse rilocalizzata e trasportata dove riposa tuttora, sotto la statua equestre a lei dedicata sul Gianicolo. Conserva armi usate nei conflitti di guerriglia e l'albero della nave “Seival”, una delle navi che Giuseppe Garibaldi usò per conquistare Laguna nel 1839.[4] .

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