Nerone Cesare

nobile romano

Nerone Giulio Cesare Germanico (in latino Nero Iulius Caesar Germanicus; 6Ponza, 31), meglio conosciuto semplicemente come Nerone Cesare, è stato un nobile e politico romano, membro della dinastia giulio-claudia.

Nerone Cesare
Questore dell’Impero romano
Busto raffigurante Nerone Cesare (Museo Archeologico Nazionale, Tarragona, Spagna)
Nome originaleNero Iulius Caesar Germanicus
Nascita6
Morte31
Ponza
ConsorteGiulia Livia
DinastiaGiulio-claudia
PadreGermanico
MadreAgrippina maggiore
Questura25

Origini familiari

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Nerone Cesare saluta Tiberio (dettaglio dal Gran Cammeo di Francia, Musée des monnaies, médailles et antiques, Parigi)
  Lo stesso argomento in dettaglio: Dinastia giulio-claudia.

Nerone era il figlio primogenito di Germanico e Agrippina maggiore.[1] Il padre era figlio di Druso maggiore, a sua volta figlio di Tiberio Claudio Nerone e Livia Drusilla, poi moglie dell'imperatore Augusto, e la madre Antonia minore, figlia di Marco Antonio e di Ottavia minore, sorella di Augusto.[2] Germanico fu poi adottato dallo zio Tiberio.[2] La madre era invece figlia di Marco Vipsanio Agrippa, (generale e amico di Augusto) e di Giulia maggiore, unica figlia naturale del primo imperatore.[3] Era inoltre fratello dell'imperatore Gaio Cesare "Caligola" e di Agrippina minore, moglie dell'imperatore Claudio e madre dell'imperatore Nerone.[3] Suoi altri fratelli erano Druso Cesare, Giulia Drusilla e Giulia Livilla.[3]

Biografia

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Nerone nacque nel 6, figlio del famoso ed amato Germanico, figlio adottivo dell'imperatore Tiberio. Fin da bambino fu promesso ad una figlia di Quinto Cecilio Metello Cretico Silano.[4] Alla fine del 19 però Germanico morì, forse fatto avvelenare dallo stesso Tiberio con l'aiuto di Gneo Calpurnio Pisone, che si suicidò l'anno successivo per non essere accusato.[5] Il 7 giugno del 20 Nerone ricevette la toga virilis[6] e, dopo che Tiberio ebbe fatto un discorso in Senato in cui lodava i figli di Germanico, Nerone diventò pontefice e sposò Giulia Livia, figlia di Druso minore, a sua volta figlio di Tiberio.[7] Alla morte di Germanico l'unico erede del princeps diventò Druso minore, ma morì anch'egli poco dopo, nel 23.[8] Allora, appena morto Druso minore, Tiberio affidò i figli di Germanico direttamente al Senato.[9]

«O senatori, avevo affidato questi orfani del loro padre allo zio e l'avevo pregato, bench'egli avesse una prole sua, di amarli e di educarli come fossero del proprio sangue, rendendoli degni di lui e dei suoi discendenti. Ora che Druso m'è tolto, rivolgo a voi questa preghiera e vi supplico, di fronte agli dei e alla patria: questi pronipoti di Augusto, seme di nobilissimi antenati, prendeteli sotto la vostra tutela, guidateli e adempite all'ufficio vostro e mio. E voi, Nerone e Druso, questi saranno i vostri padri. La vostra nascita è tanto elevata che il vostro bene e il vostro male riguardano lo stato.»

Nel 25 Tiberio concesse a Nerone la questura,[10] ma già nel 26 tutta la famiglia di Germanico iniziò ad essere perseguitata da Seiano, che dopo aver diffuso maldicenze su Nerone, riuscì ad avvicinare Druso Cesare e a metterlo contro il fratello.[11] Nel 29 Nerone ed Agrippina maggiore furono processati, imprigionati ed esiliati, uno a Ponza e l'altra a Pandataria.[12] Nei primi mesi del 31 Nerone si suicidò[13] oppure venne fatto assassinare da Seiano.[14]

Nel 37, dopo la morte di Tiberio, il nuovo imperatore Caligola andò personalmente sulle due isole per prendere le ceneri del fratello e della madre. Tornato a Roma, furono posate nel Mausoleo di Augusto insieme a quelle di Druso Cesare.[15]

Ascendenza

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  1. ^ Cassio Dione, LVII, 22; SvetonioGaio Cesare, VII.
  2. ^ a b SvetonioGaio Cesare, I.
  3. ^ a b c SvetonioGaio Cesare, VII.
  4. ^ Tacito, Annales, II, 43.
  5. ^ SvetonioGaio Cesare, II.
  6. ^ Cassio Dione, LVII, 18; AE 2005, 305.
  7. ^ Tacito, Annales, III, 29.
  8. ^ Cassio Dione, LVII, 22; Tacito, Annales, IV, 3.
  9. ^ SvetonioTiberio, LIV; Tacito, Annales, IV, 8.
  10. ^ Adams 2007, pag. 105; CIL VI, 40374.
  11. ^ Tacito, Annales, IV, 59-60.
  12. ^ SvetonioGaio Cesare, XV; Tacito, Annales, V, 2-3.
  13. ^ SvetonioTiberio, LIV.
  14. ^ Nony 1988, pag. 128-129.
  15. ^ SvetonioGaio Cesare, XV.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • Geoff W. Adams, The Roman Emperor Gaius "Caligula" and His Hellenistic Aspirations, Universal-Publishers, 2007, ISBN 978-1-59942-423-1.
  • Daniel Nony, Caligola, traduzione di C. De Nonno, Collana Profili, Roma, Salerno Editrice, 1988, ISBN 978-88-8402-001-7.
  • Antonio Spinosa, Tiberio, l'imperatore che non amava Roma, Milano, Mondadori, 1991, ISBN 978-88-04-43115-2.
  • Charles Brian Rose, Dynastic Commemoration and Imperial Portraiture in the Julio-Claudian Period. Cambridge, 1997, nr. 17, pp. 66–67.

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