Norman Borlaug
Norman Ernest Borlaug (Cresco, 25 marzo 1914 – Dallas, 12 settembre 2009) è stato un agronomo e ambientalista statunitense, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1970, definito il padre della Rivoluzione verde[1].
Biografia
modificaCresciuto nella fattoria di famiglia a Cresco, piccolo paese dell'Iowa, compì gli studi nella sua città natale, per poi portare a termine un Dottorato di ricerca in Patologia vegetale all'Università del Minnesota, nel 1942.
Dal 1942 al 1944 divenne ricercatore della DuPont, incentrando i suoi studi sui battericidi e sui fungicidi.
Nel 1944 divenne responsabile del centro di ricerche delle malattie genetiche con sede in Messico, dove negli anni si prodigò per creare coltivazioni resistenti alle condizioni climatiche avverse dei paesi del Terzo mondo, attraverso le modificazioni geniche e la creazione di colture resistenti.
Il grano nano
modificaEgli incrociò varietà diverse di frumento per ottenerne di nuove che fossero resistenti al clima mesoamericano, avessero ottima resa e non crescessero troppo in altezza per poi piegarsi occupando così troppo spazio, il cosiddetto "grano nano"[2]. In Messico si dedicò inoltre al miglioramento delle tecniche di coltivazione, introducendo un uso massiccio di fertilizzanti chimici che fornissero al terreno, tra gli altri, utili elementi quali azoto, fosforo e potassio e l'uso di agrofarmaci per poter debellare le malattie causate dai parassiti delle piante e la crescita di erbe infestanti; si preoccupò di migliorare i sistemi d'irrigazione e di promuovere il ricorso massiccio all'uso di macchine agricole. Il risultato fu che egli riuscì, grazie ai suoi metodi, a far raggiungere, pochi anni dopo il suo arrivo, l'autosufficienza alimentare al Messico (prima del 1956 il Messico doveva importare il 50% del frumento necessario all'alimentazione della sua popolazione) e addirittura a fare di quel Paese un esportatore di frumento.[3]
Dopo il Messico sperimentò i suoi metodi in India, Pakistan, ove tra il 1965 e il 1970 riuscì a far quasi raddoppiare le rese in frumento,[4] poi in Egitto e in molti altri Paesi dell'Africa e dell'Asia. Cominciò così la "Rivoluzione alimentare", o "Rivoluzione Verde", che trova in Borlaug il proprio fondatore.
Il Nobel
modificaPer il suo impegno nella lotta contro la fame nel mondo, ottenne il riconoscimento del Premio Nobel per la pace nel 1970.
Nel 1986 fondò il World Food Prize, riconoscimento diretto alle personalità impegnate nella lotta contro la fame nel mondo.
Nel discorso tenuto ad Oslo nel 2000, in commemorazione del Premio Nobel ottenuto trent'anni prima, affermò quanto segue:
«Io sostengo che il mondo ora ha la tecnologia - già disponibile o molto avanzata in fase di ricerca - per nutrire in modo sostenibile una popolazione di dieci miliardi di persone. La domanda più pertinente oggi è se agli agricoltori e agli allevatori sarà permesso utilizzare questa nuova tecnologia. Mentre le nazioni ricche possono certamente adottare posizioni favorevoli a rischi ultra bassi, e pagare di più per il cibo prodotto con il metodo cosiddetto "biologico", un miliardo di persone cronicamente sottonutrite dei paesi poveri non può farlo. Ci sono voluti diecimila anni per espandere la produzione di cibo ai livelli attuali di circa 5 miliardi di tonnellate per anno. Entro il 2005 dovremo di nuovo raddoppiare la produzione attuale. Questo non può essere fatto a meno che gli agricoltori nel mondo possano avere accesso ai metodi di produzione attuali ad alte rese, oltre che ai miglioramenti biotecnologici che possono aumentare le rese e la qualità nutrizionale delle nostre coltivazioni di base.»
È morto nella sua casa di Dallas in Texas il 12 settembre 2009, dopo una lunga lotta contro il cancro.
Critiche
modificaNorman Borlaug, nonostante i risultati stupefacenti ottenuti nella lotta contro la fame nel mondo, subì numerose critiche da ecologisti che lo accusarono di aver favorito l'uso eccessivo di fertilizzanti e antiparassitari. Tra costoro vi furono Lester Brown, Paul R. Ehrlich e Aurelio Peccei, che gli mossero l'accusa di scarso rispetto per l'ambiente e di aver contribuito all'incremento demografico della popolazione mondiale.[7] Così rispose a queste critiche Borlaug:
«Alcuni degli attivisti delle nazioni occidentali sono il sale della terra, ma molti di loro sono elitari. Non hanno mai sperimentato la sensazione fisica della fame. Portano avanti le loro battaglie dai loro confortevoli uffici a Washington o Bruxelles. Se avessero vissuto un mese in mezzo alla miseria del mondo in via di sviluppo, come ho fatto io per 50 anni, starebbero piangendo per [avere] i trattori, i fertilizzanti e i canali di irrigazione e sarebbero indignati dal fatto che alcuni elitari alla moda se ne stavano a casa, cercando di negare loro queste cose.»
Criticato anche per il suo appoggio alle biotecnologie, Borlaug così si espresse:
«Le biotecnologie sono ben conosciute da madre natura. Il frumento, per esempio, è frutto di un incrocio naturale di cromosomi fra tre differenti erbe selvatiche. L'incrocio delle prime due ha dato origine al grano duro, utilizzato dai Sumeri. Poi madre natura ha incrociato un'altra erba selvatica per creare il frumento che veniva utilizzato dall'impero romano. Grazie alle nuove conoscenze scientifiche, noi non facciamo nient'altro che continuare in maniera ordinata questo tipo di incrocio.»
Onorificenze
modificaOnorificenze statunitensi
modificaOnorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ (EN) New U Libraries exhibit highlights Minnesota roots of Green Revolution Archiviato il 22 gennaio 2016 in Internet Archive. (accesso 2 marzo 2016)
- ^ Alessandro Mattedi, Norman Borlaug e il grano nano, su italiaxlascienza.it, Italia per la scienza, 12 settembre 2013. URL consultato il 2 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Silvano Fuso, Naturale = buono?, pp. 27-28.
- ^ Silvano Fuso, Naturale = buono?, p. 28
- ^ Citato in: Dario Bressanini e Beatrice Mautino, Contro Natura, Milano, Rizzoli, 2025, ISBN 978-88-17-08092-7, pp. 45-46
- ^ Testo dell'intervista [https://it.wikisource.org/wiki/La_fame_del_Globo/Cap._3 Rivista I tempi della terra
- ^ a b Silvano Fuso, Naturale = buono?, p. 29
Bibliografia
modifica- Silvano Fuso, Naturale = buono?, Roma, Carrocci Editore, 2016, ISBN 978-88-430-7923-0.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina su Norman Borlaug
- Wikiversità contiene un'intervista a Norman Borlaug
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Norman Borlaug
Collegamenti esterni
modifica- Borlaug, Norman Ernest, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luciana Fratini, BORLAUG, Norman Ernest, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978.
- (EN) Norman Ernest Borlaug, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Norman Borlaug, su nobelprize.org.
- (EN) Opere di Norman Borlaug, su Open Library, Internet Archive.
- Testo dell'intervista di Antonio Saltini a Norman Borlaug del 5 settembre 2004
Controllo di autorità | VIAF (EN) 8729473 · ISNI (EN) 0000 0001 2119 907X · LCCN (EN) n82070315 · GND (DE) 140379703 · BNE (ES) XX1642191 (data) · J9U (EN, HE) 987007447682305171 · NDL (EN, JA) 00620402 |
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