Numitorio

poeta romano

Numitorio (I secolo a.C. – dopo il 39 a.C.) è stato un poeta romano.

Biografia modifica

Numitorio (il cui nome rimanda a Numitore, re di Alba Longa e nonno di Romolo, quindi di origine quantomeno laziale) ci è noto solo da una citazione del grammatico latino Elio Donato, nella biografia di Virgilio premessa al suo commento virgiliano, in cui è citato come uno degli obtrectatores ("critici") di Virgilio. Poiché, stando a questo passo, compose la sua opera subito dopo la pubblicazione delle Bucoliche, nel 39 a.C., deve essere vissuto quantomeno nell'ultima metà del I secolo a.C.

Antibucoliche modifica

Dopo la pubblicazione delle Bucoliche, appunto, Numitorio scrisse una specie di Antibucoliche in risposta a Virgilio[1]. Secondo Elio Donato, che è, come detto, l'unico a citarlo, si trattava di due ecloghe, che il grammatico definisce «la più insipida delle parodie»[2].

Della prima antibucolica sappiamo che iniziava parodiando la prima ecloga virgiliana[3]:

«Titiro, se la toga è calda, a che serve "il riparo di un faggio"?»

La seconda parodia prendeva in giro la III eclogaː

«"Dimmi, Dameta: di chi è questo gregge? È forse latino?"
"No, invece è di Egone; i nostri parlano così in campagna"»

Anche ai tempi di Virgilio, l'aggettivo cuius-a-um usato nel cuium pecus virgiliano era marcatamente arcaico (anche se Numitorio sembra suggerire che sia rustico).

Note modifica

  1. ^ Frr. 1-2 Blansdorf.
  2. ^ Elio Donato, Vita Vergilii, 17.
  3. ^ Parodia del celebre Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi.

Bibliografia modifica

  • F. Della Corte, Enciclopedia Virgiliana, Roma 1987, vol. 3, col. 798 s.v. "Numitorio".
  • R. Scarcia, Gli Antibucolica di Numitorio, in "RCCM" 11 (1969), pp. 169–189.
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