Palazzo Stefanopoli-Porciatti

edificio di Grosseto

Il palazzo Stefanopoli-Porciatti è un edificio situato nel centro storico di Grosseto, in Toscana.

Palazzo Stefanopoli-Porciatti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàGrosseto
Indirizzovia Ginori, 11-13-15
Coordinate42°45′41″N 11°06′55.9″E / 42.761389°N 11.115528°E42.761389; 11.115528
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVIII secolo
Ricostruzione1908
Stileneorinascimentale
Pianitre
Realizzazione
ProprietarioPorzio Porciatti e Lorenzo Porciatti

Il palazzo si trova lungo il lato orientale di strada Ginori e nel XVIII secolo divenne la residenza degli Stefanopoli, famiglia di origine greca che in seguito si imparentò con i Porciatti. L'edificio venne completamente ristrutturato nel 1908 per opera di Lorenzo Porciatti.[1]

Storia modifica

Nel corso del XVIII secolo i nuovi granduchi Asburgo-Lorena, succeduti ai Medici, portarono avanti varie iniziative per risollevare Grosseto dal deficit demografico, favorendo l'arrivo di famiglie da fuori città con una politica di concessione in affitto a livello di vasti appezzamenti di terra.[2] Gli Stefanopoli (Stephanopoulos), famiglia di origine greca, vi si trasferirono dalla Corsica e si stabilirono in un fabbricato lungo la via del Lazzeretto, o dell'Ospedale, poco distante dall'edificio dell'ospedale della Misericordia. Il palazzo venne probabilmente costruito andando a modificare una struttura precedente di origine cinquecentesca; la facciata originaria era caratterizzata da un portico che si apriva sulla strada.[2]

Nel 1854 il palazzo divenne proprietà di Lorenzo Porciatti, figlio di Rosa Stefanopoli, e in seguito del di lui figlio Porzio (1827–1894), avvocato e ricco possidente.[2][3] La famiglia Stefanopoli si estinse invece il 18 dicembre 1890, con la morte a Livorno dell'ultimo discendente Giuseppe (1820–1890).[4] Nel 1908 l'edificio venne completamente ristrutturato in stile neorinascimentale dal figlio di Porzio, l'architetto Lorenzo Porciatti, il quale lo vendette poi nel 1911 alla Provincia di Grosseto.[2]

Il palazzo tornò a privati nei primi anni del XXI secolo[5] e tra il 2004 e il 2006 fu oggetto di un complessivo restauro a opera dell'architetto Giuseppe Chigiotti.[3]

Descrizione modifica

L'edificio a tre piani si affaccia su via Ginori e presenta una facciata signorile di stampo neorinascimentale, sulla quale si aprono tre portoni d'ingresso di cui solo il centrale è arcuato.[2] Il rivestimento della facciata al piano terra è in bugnato rustico di travertino, mentre quello in corrispondenza dei due piani superiori è in finta pietra, realizzata attraverso la tecnica di lavorazione del cemento detta "pidocchino", tipicamente fiorentina; vi si aprono inoltre due ordini di cinque finestre ciascuno.[2] Sulla sommità del palazzo, mensole a volute alternate a cassettoni con motivi vegetali sorretti da un motivo a ovoli caratterizzano la decorazione dello sporto.[2][3]

All'interno sono conservati alcuni elementi decorativi dipinti e a stampo, una scala a chiocciola in metallo, la volta a botte che sovrasta il camminamento e la scalinata in pietra con basamento in ghisa, realizzato nelle fonderie di Follonica.[2][3] Sotto alla scalinata, durante i lavori di restauro del 2005, sono state rinvenute cinque cisterne per il raccoglimento delle precipitazioni, che dovevano servire come scorta d'acqua agli inquilini del palazzo.[2][3]

Note modifica

  1. ^ Parisi 2008.
  2. ^ a b c d e f g h i Celuzza, Papa 2013, pp. 131–133.
  3. ^ a b c d e Chigiotti 2007, pp. 33–37.
  4. ^ L'Ombrone, 18 gennaio 1891, p. 4.
  5. ^ È un'operazione da 11 milioni di euro che avrà ripercussioni anche sul mercato immobiliare. Ora nasce il «polo uffici» della Provincia [collegamento interrotto], in Il Tirreno, 17 aprile 2002. URL consultato il 5 maggio 2022.

Bibliografia modifica

  • Mariagrazia Celuzza e Mauro Papa, Grosseto visibile. Guida alla città e alla sua arte pubblica, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2013.
  • Giuseppe Chigiotti, Metodologia di un restauro. Palazzo Ginori, in Architetture Grosseto, n. 3, novembre 2007.
  • Enrico Crispolti, Anna Mazzanti e Luca Quattrocchi (a cura di), Arte in Maremma nella prima metà del Novecento, Milano, Silvana Editoriale, 2005.
  • Marcella Parisi, Palazzo Stefanopoli-Porciatti. Un edificio patrizio a Grosseto, Arcidosso, Effigi, 2008.

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