Il pan minisc' è un dolce tipico della Basilicata a base di mosto d'uva, farina e zucchero.

Pan minisc'
Origini
Altri nomiPaparotta
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneBasilicata
Dettagli
Categoriadolce
Ingredienti principali[1]

Descrizione modifica

L'origine del nome è incerta: potrebbe significare "pane di mosto" o "pane mischiato" e la pronuncia varia a seconda delle zone, così come la denominazione (è altresì conosciuto come farinata[2] e, nell'aviglianese e nel potentino, viene chiamato paparotta).[3][4] Tradizionalmente legato alla vendemmia, era un'ottima fonte di energie per i contadini quando dovevano affrontare faticose giornate di lavoro.[1]

Preparazione modifica

Il mosto viene portato a bollore in una pentola a fiamma bassa e, una volta tolto dal fuoco, viene mescolato con farina di grano duro, zucchero, spezie. Riportato sul fuoco, il composto viene continuamente girato fino a quando non diventa addensato. In seguito, viene disposto in un piatto per raffreddarsi ed, infine, essere servito. Il pan minisc' può essere consumato sia come dolce al cucchiaio, sia tagliato in piccole porzioni e gustato con le mani; a seconda della consistenza che si vuol dare al prodotto finale.[5]

Varianti modifica

Nelle diverse varianti si possono usare sia uva nera che uva bianca o entrambe, ottenendo un colore diverso (dal rosato al violaceo) ed un sapore leggermente differente (più dolce oppure più aspro). Ad Avigliano, il mosto viene aromatizzato con cannella e/o chiodi di garofano mentre in altre zone come la Val d'Agri possono essere aggiunti pinoli, castagne, uva passa o fichi secchi.

Note modifica

  1. ^ a b Pan Minisc’, su cuorebasilicata.it. URL consultato il 3 settembre 2020.
  2. ^ Ricetta: Paparotta (farinata), su mondodelgusto.it. URL consultato il 3 settembre 2020.
  3. ^ Ricette Basilicata, su moldrek.com. URL consultato il 3 settembre 2020.
  4. ^ Dolci potentini, su originalitaly.it. URL consultato il 3 settembre 2020.
  5. ^ Paparotta (o Pan minisc) (PDF), su europa.basilicata.it, p. 33. URL consultato il 3 settembre 2020.

Voci correlate modifica