Pasquale Squitieri

regista e sceneggiatore italiano (1938-2017)

Pasquale Squitieri (Napoli, 27 novembre 1938Roma, 18 febbraio 2017[1]) è stato un regista, sceneggiatore e politico italiano.

Pasquale Squitieri

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 aprile 1994 –
8 maggio 1996
LegislaturaXII
Gruppo
parlamentare
Alleanza Nazionale
CoalizionePolo del Buon Governo
CircoscrizionePuglia
Collegio4 - Andria
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoAlleanza Nazionale
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Napoli Federico II
ProfessioneRegista

Biografia modifica

Attività cinematografica modifica

Nato a Napoli il 27 novembre 1938 era originario del popolare rione Sanità; dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, aver collaborato per il ministro Alfredo De Marsico, ed aver lavorato per qualche tempo come giornalista per il quotidiano Paese Sera, negli anni sessanta è impiegato al Banco di Napoli. Ha partecipato a produzioni teatrali sia come attore che come autore, lavorando con Giuseppe Patroni Griffi e con Francesco Rosi, mentre debutta nel cinema come regista e sceneggiatore con Io e Dio (1969), prodotto da Vittorio De Sica e, sulla falsariga di registi come Sergio Leone si dedicherà brevemente al genere spaghetti western con Django sfida Sartana (1970) e La vendetta è un piatto che si serve freddo (1971), entrambi da lui firmati con lo pseudonimo William Redford.

In seguito, Squitieri abbandona il suo nome d'arte e si occupa di tematiche più attuali e realtà allora poco raccontate della società italiana. Pellicole come L'ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978) riguardano i contatti tra mafia e politica; Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene (1973) e Atto di dolore (1990) hanno come tema principale la droga; Gli invisibili (1988) il terrorismo; L'avvocato De Gregorio (2003) le cosiddette “morti bianche”; Razza selvaggia (1980) e Il colore dell'odio (1989) l'argomento dell'immigrazione.

Squitieri era noto soprattutto per i suoi film storico-politici, alcuni dei quali valsero non poche critiche. Tra questi sono da citare I guappi (1974), Claretta (1984) e Li chiamarono... briganti! (1999), film sul brigantaggio postunitario che narra la storia del suo maggior rappresentante Carmine Crocco. Quest'ultima sua opera fu immediatamente ritirata dalle sale cinematografiche in circostanze mai chiarite: secondo alcuni per l'insuccesso al botteghino, per altri perché boicottata e tacciata di revisionismo.[2]

Attività politica modifica

Nel 1971 sottoscrisse la lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli e nell'ottobre dello stesso l'autodenuncia pubblicata su Lotta Continua in cui esprimeva solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale inquisiti per istigazione a delinquere a causa del contenuto violento di alcuni articoli, impegnandosi a «combattere un giorno con le armi in pugno contro lo Stato».[3][4]

Negli anni si spostò a destra e fu candidato ed eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale nel 1994 nel collegio di Andria-Barletta.[5] In quella legislatura fece parte delle commissioni Industria, commercio, turismo, e vigilanza Rai.[6]

Nel 1996 si è ricandidato al Senato con il Polo per le Libertà nel collegio di Nola, ma ha ottenuto il 40,2% dei voti ed è risultato sconfitto dal rappresentante de l'Ulivo, Aldo Masullo.

Si è poi iscritto al Partito Radicale Transnazionale, e ha collaborato ad alcune campagne del Partito Radicale stesso.[7][8][9] Nel 2013 si è espresso molto duramente contro l'europarlamentare leghista Mario Borghezio, affermando che "fa schifo, bisogna eliminarlo fisicamente", paragonandolo ai nazisti del processo di Norimberga.[10] Il 9 luglio 2015 gli è stato revocato il vitalizio, insieme ad altri nove ex deputati e otto ex senatori.[11]

Vita privata modifica

È stato sposato con Silvana Filotico con cui ebbe i figli Paola, Vittoria e Mario, mentre è stato legato sentimentalmente dagli anni settanta alla famosa attrice Claudia Cardinale, con la quale ha avuto la sua quarta figlia, Claudine. Insieme hanno avuto un lungo sodalizio artistico, Cardinale ha infatti recitato in molti suoi film di successo come Il prefetto di ferro, Corleone, Claretta, Li chiamarono... briganti! e I guappi. Dal 2003 è stato legato sentimentalmente all'attrice e cantante Ottavia Fusco, che ha sposato nel dicembre 2013. In passato è guarito da un tumore, ma ha poi affermato di continuare a fumare accanitamente.[12]

Il 17 gennaio 2014, durante la trasmissione La Zanzara di Radio 24, Squitieri si è dimostrato favorevole ai rapporti sessuali tra adulti e minorenni, dichiarando di aver avuto lui stesso, rapporti sessuali con una "ragazza" di tredici anni in passato.[13]

Morte e sepoltura modifica

È morto la mattina del 18 febbraio 2017 a Roma presso la clinica "Villa San Pietro" all'età di 78 anni per complicazioni respiratorie. Soffriva da tempo di un enfisema dovuto al fumo, nonché di difficoltà di deambulazione conseguite ad un grave incidente occorsogli l'anno precedente.[14] Il funerale è stato celebrato a Napoli nella chiesa di Santa Maria dei Vergini alla Sanità dov'era stato battezzato.È sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli.

Procedimenti giudiziari modifica

Negli anni sessanta fu arrestato e poi assolto per una rissa con un poliziotto che aveva insultato l'attrice Anna Maria Guarnieri. Nel 1981 fu condannato a 1 anno di carcere,[15] scontando cinque mesi,[16] per il reato di peculato, nella sostanza per aver fatto pagare un assegno poi risultato falso, fatto accaduto nel 1966, quando era impiegato al Banco di Napoli.[17]

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Note modifica

  1. ^ Cinema, è morto il regista Pasquale Squitieri, in Il Mattino, 18 febbraio 2017. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  2. ^ Li chiamarono ... briganti, su piacenzaprimogenita150.it, 19 agosto 2011. URL consultato il 3 ottobre 2016.
  3. ^ Michele Brambilla, I falsi profeti del Sessantotto, in il Timone, n. 43/maggio 2005. URL consultato il 2 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  4. ^ Antonio Socci, La meglio gioventù (quella vera), in Libero, 24 febbraio 2007. URL consultato il 2 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  5. ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  6. ^ senato.it - Scheda di attività di Pasquale SQUITIERI - XII Legislatura, su senato.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  7. ^ Radical party.org Archiviato l'8 maggio 2008 in Internet Archive.
  8. ^ Pasquale Squitieri interviene alla manifestazione radicale al Maschio Angioino per la raccolta di iscrizioni al PR., su radicalparty.org. URL consultato il 17 settembre 2016.
  9. ^ Notizie Radicali - il giornale telematico di Radicali Italiani, su old.radicali.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  10. ^ "Borghezio va eliminato fisicamente!" | Giornalettismo | Giornalettismo, su giornalettismo.com, 4 giugno 2013. URL consultato il 17 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2016).
  11. ^ Alessandro Fulloni, Tolto il vitalizio a 18 tra ex deputati e senatori: anche Berlusconi e Dell'Utri. Di Maio (M5s): stop solo a sfigati, Corriere della Sera, 9 luglio 2015. URL consultato il 9 aprile 2020 (archiviato l'11 luglio 2015).
  12. ^ Pasquale Squitieri: "Mario Borghezio fa schifo. Ci vuole l'eliminazione fisica"
  13. ^ Minorenni e sesso | Radio24, su radio24.ilsole24ore.com. URL consultato il 17 settembre 2016.
  14. ^ Cinema: è morto a 78 anni il regista Pasquale Squitieri, Corriere della Sera, 17 febbraio 2017. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  15. ^ Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 17 settembre 2016.
  16. ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Rassegna stampa Pasquale Squitieri | MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 17 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2014).
  17. ^ la storia e le storie di pasquale squitieri, il cui film più assurdo è quello della sua vita, su dagospia.com. URL consultato il 17 settembre 2016.

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Collegamenti esterni modifica

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