Pilosella sect. Cymigerae

La sezione Pilosella sect. Cymigerae (Gremli) e Gottschl. è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Pilosella della famiglia delle Asteraceae.[1][2][3]

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Pilosella sect. Cymigerae
Pilosella aurantiaca
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hieraciinae
Genere Pilosella
Sottogenere P. sect. Cymigerae
(Gremli) e Gottschl.
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

Etimologia modifica

Il nome del genere (Pilosella) deriva dal latino "pilosus" (significa "peloso") e si riferisce all'aspetto piuttosto pubescente di queste piante.[4]

Il nome scientifico della sezione è stato definito dai botanici August Gremli (1833-1899) e Günter Gottschlich (1951-).

Descrizione modifica

 
Il portamento
Pilosella aurantiaca
 
Le foglie
Pilosella caespitosa
 
Infiorescenza
Pilosella aurantiaca
 
I fiori
Pilosella caespitosa

Habitus. Le specie di questa sezione, con cicli biologici perenni, sono piante erbacee non molto alte. Le forme biologiche prevalenti sono emicriptofita rosulata (H ros). Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice.[5][6][7][8][9][2][10]

Fusto. I fusti sono eretti, ascendenti e ramificati. La pubescenza è formata da peli semplici, scuri e lunghi 2 – 7 mm. Le radici in genere sono di tipo fittonante; possono essere presenti anche delle parti stolonifere con stoloni, sottili e pallidi. Altezza massima delle piante: 20 cm.

Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali (una decina) che cauline (poche) con disposizione alterna. Le lamine in genere sono intere a forma lanceolata o ellittica o obovata, spesso allungate o lineari (quelle cauline) e confluenti in un picciolo a volte alato. La superficie può essere ricoperta da peli semplici o ramificati e la consistenza molle. Gli apici sono da ottusi a arrotondati. Entrambe le facce delle foglie sono verdi (verde tenue, quasi glauco, per quelle basali).

Infiorescenza. Le sinflorerescenze, composte da molti capolini (da 5 a 15) terminali, sono densamente panicolate o anche glomerato-umbellato-panicolate. L'acladio è di 1 - 2,5 cm. L'infiorescenza è formata da un singolo capolino, solamente di tipo ligulifloro (ossia composto da diversi fiori ligulati). I capolini sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma da semiemisferica a semiellissoide ed è formato da 2 - 4 serie di brattee. Le brattee sono colorate di grigio/verde-nerastro. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e con alveoli brevemente dentati. I peduncoli, e le brattee involucrali, sono ricoperti da peli semplici colorati da grigio chiaro fino a nerastro. Dimensione dell'involucro: 7 – 9 mm.

Fiori. I fiori, tutti ligulati (i fiori tubulosi in genere sono mancanti), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, colorati di castano scuro, hanno una forma cilindrica ristretta alla base (ma non all'apice) e privi di becco (non sono compressi); sono inoltre provvisti di 10 coste longitudinali terminanti con un dentello. Il pappo si compone di fragili setole semplici color bianco-sporco su una sola serie.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

La distribuzione delle specie di questo gruppo è soprattutto alpina (Alpi) con habitat tipico dei pascoli alpini e subalpini.

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi modifica

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae.[9] Il nucleo della sottotribù Hieraciinae è l'alleanza Hieracium - Pilosella (comprendenti la quasi totalità delle specie della sottoribù - oltre 3000 specie) e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Alcuni Autori includono in questo gruppo anche i generi Hispidella e Andryala.[18]

I caratteri distintivi per il genere Pilosella sono:[2][8]

  • tutta la piante è densamente pelosa;
  • gli acheni hanno 10 coste longitudinali.

Classificazione del genere. Il genere Pilosella è un genere di difficile classificazione in quanto molte specie tendono ad ibridarsi e molto spesso tra una specie e un'altra è presente un "continuam" di caratteri e quindi sono difficilmente separabili. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2]

La sezione II Pilosella sect. Cymigerae comprende, relativamente alla flora spontanee a italiana, 3 specie principali e 2 specie secondarie. I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]

  • lo scapo (la cui pubescenza è formata da peli semplici, scuri e lunghi 2 - 7 mm) è ramificato, alto 20 cm, con molti capolini (da 10 a 40) e con diverse foglie cauline;
  • sono presenti degli stoloni, sottili e pallidi;
  • entrambe le facce delle foglie sono verdi (verde tenue, quasi glauco, per quelle basali).
  • le sinflorescenze sono densamente panicolate (o anche glomerato-umbellato-panicolate);
  • i peduncoli, e le brattee involucrali, sono ricoperti da peli semplici colorati da grigio chiaro fino a nerastro.

Il numero cromosomico delle specie della sezione è: 2n = 18, 27, 36, 45, 54, 63 e 72 (specie diploidi, triploidi, tetraploidi, pentaploidi, hexaploidi... decaploidi).[2][8]

Specie della flora italiana modifica

Nella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti specie (principali e secondarie o derivate):[2][3]

Specie principale. Pilosella aurantiaca (L.) F.W.Schultz & Sch.Bip., 1862[19] - Pelosella aurea: l'altezza massima della pianta è di 30 – 40 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Centro e Nord Europeo ; l'habitat tipico sono i pascoli subalpini; in Italia è una specie comune e si trova nelle Alpi orientali/centrali fino ad una quota compresa tra 1.250 e 2.400 m s.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 3 sottospecie (tutte presenti in Italia).

Caratteri principali: il fusto è alto fra 30 a 40 cm; il colore dei fiori è giallo-aranciato fino a rosso-porpora; i peli semplici delle brattee dell'involucro sono densi, lunghi 3 - 5 mm, colorati di grigio chiaro (fino a nero) e sono rigidi; l'involucro ha un diametro di 7 - 10 mm.
Specie secondarie collegate a Pilosella aurantiaca:
Specie Caratteri Habitat Distribuzione italiana Sottospecie
Pilosella rubra (Peter) Soják, 1971[20] Sono più simili alla specie P. aurantiaca che alla specie P. pilosella Prati e pascoli alpini Alpi - Molto rara

Specie principale. Pilosella fusca (Vill.) Arv.-Touv., 1880[21] - Pelosella fosca: l'altezza massima della pianta è di 15 – 25 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Centro e Nord Europeo; l'habitat tipico sono i pascoli subalpini; in Italia è una specie comune e si trova nelle Alpi fino ad una quota compresa tra 1.500 - 2.200 m s.l.m..

Caratteri principali: il fusto è alto fra 15 a 25 cm; il colore dei fiori è giallo striato di rosso; i peli semplici delle brattee dell'involucro sono più o meno sparsi, lunghi 2 - 3 mm, colorati di grigio chiaro (fino a nero) e sono subrigidi; l'involucro ha un diametro di 6 - 7 mm.
Specie secondarie collegate a Pilosella fusca:
Specie Caratteri Habitat Distribuzione italiana Sottospecie
Pilosella blyttiana (Fr.) F.W.Schultz & Sch.Bip., 1861[22] Tra la specie P. aurantiaca e la specie P. lactucella Prati e pascoli alpini Gran San Bernardo e Carnia - Molto rara

Specie principale. Pilosella caespitosa (Dumort.) P.D.Sell & C.West, 1967 [23] - Pelosella palustre: l'altezza massima della pianta è di 30 – 50 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Euro-Siberiano; l'habitat tipico sono i prati umidi; in Italia è una specie molto rara e si trova nella Valle Aurina fino ad una quota compresa tra 1.200 - 1.600 m s.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 2 sottospecie (una in Italia).

Caratteri principali: il fusto è alto fra 30 e 50 cm; il colore dei fiori è giallo non striato di rosso; i peli semplici delle brattee dell'involucro sono densi, lunghi 3 - 5 mm, colorati di grigio chiaro (fino a nero) e sono rigidi; l'involucro ha un diametro di 5 - 8 mm.

Specie italiane alpine modifica

Alcune specie di questa sezione vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza i dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di alcune di queste specie alpine[24].

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
P. aurantiaca 10 collinare
montano
Ca/Si - Si acido basso medio F4 F5 tutto l'arco alpino
P. caespitosa 11 collinare
montano
Ca - Si neutro basso medio E1 F3 TN BZ
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 10 = comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite; 11 = comunità delle macro- e megaforbie terrestri.
Ambienti: E1 = paludi e torbiere basse; F3 = prati e pascoli mesofili e igrofili; F4 = prati e praterie magre rase; F5 = praterie rase subalpine e alpine.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e f g Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1124.
  3. ^ a b Pignatti 2018, Vol. 4 - pag. 205.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 10-gennaio-2014.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  9. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  10. ^ Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  13. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  14. ^ Judd 2007, pag. 523.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. ^ Fehrer et al. 2021.
  19. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 luglio 2022.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 luglio 2022.
  21. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 luglio 2022.
  22. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 luglio 2022.
  23. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 luglio 2022.
  24. ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 684.

Bibliografia modifica

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