Pompeo Angelotti

vescovo cattolico italiano del XVII secolo

Pompeo Angelotti (Rieti, 1º novembre 1611Sezze, 2 marzo 1667) è stato uno storico e vescovo cattolico italiano.

Pompeo Angelotti
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Terracina, Sezze e Priverno (1664-1667)
 
Nato1º novembre 1611 a Rieti
Nominato vescovo15 dicembre 1664 da papa Alessandro VII
Deceduto2 marzo 1667 (55 anni) a Sezze
 

Biografia

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Di nobile famiglia, nacque a Rieti da Girolamo e Luisa Catilina.[1] Studiò diritto, divenendo dottore in utroque iure,[2] e intraprese la vita sacerdotale.[1]

 
Frontespizio della Descrittione
(cliccare per consultare l'intero libro)

Dopo aver saputo che il cardinale Gianfrancesco Guidi di Bagno sarebbe stato nominato vescovo di Rieti iniziò a scrivere la Descrittione della città di Rieti, opera che dedicò al cardinale e pubblicò nel 1635 a Roma dopo le ultime correzioni ed ampliamenti in cui fu aiutato da Gabriel Naudé.[1] Quest'opera, costituita di nove capitoli, contiene molte notizie sulla topografia e sui monumenti della città, nonché una cronotassi dei vescovi reatini; insieme al De antiquitatibus Italiae et urbis Reatis di Mariano Vittori e all'Erario reatino di Loreto Mattei ci fornisce un quadro completo della Rieti dell'epoca. Fu un punto di riferimento per la storiografia locale e non, che spesso utilizzò il suo lavoro come punto di partenza per ulteriori ricerche, come nel caso di Ferdinando Ughelli per la sua Italia Sacra.[1] La Descrittione fu tradotta in latino e annotata dall'Havercamp nella Collezione Burman ed in quella del Tesoro delle antichità del Grevio.[1]

Nel 1636 ottenne i benefici di San Giovanni nel duomo di Rieti e di Santa Maria del Monumento a Castel Rocchiano.[1] In seguito ottenne il canonicato presso il duomo di Rieti; nel 1638 divenne uditore e commissario della Prefettura degli Archivi a Roma e, nel 1643, canonico teologo del capitolo del duomo reatino.[1] Fu inoltre luogotenente del governatore di Roma.[2]

Dal 1646 al 1653 fu commissario generale della Reverenda Camera Apostolica del Ducato di Ferrara.[3][1] Nel ducato estense, dal 1647 al 1658,[3] si occupò della realizzazione di una grande mappa delle valli di Comacchio, tesa a legittimare il dominio della Santa Sede su quei territori e a screditare le pretese estensi; la carta è oggi considerata un capolavoro sia per la ricchezza di dettagli che per il suo valore artistico.[4] L'Angelotti raccolse le motivazioni storiche e giuridiche che nel contenzioso favorivano la Santa Sede in una relazione pubblicata nel 1658.[3]

Tornato a Rieti, nel 1660 ottenne il canonicato della chiesa di San Michele Arcangelo.[1]

Il 15 dicembre 1664 fu nominato vescovo di Terracina, Sezze e Priverno da papa Alessandro VII, incarico che mantenne per poco più di due anni fino alla morte.[1] È sepolto nella basilica cattedrale di Santa Maria di Sezze; la sua tomba riporta l'iscrizione:[2]

«D.O.M.
POMPEIO ANCELOTTO
EPISCOPO TERRACINENSI
LIBERTATIS ECCLESIASTICAE
VINDICI
PIORVM LOCORVM
CONSERVATORI
OBIIT. II MARTII MDLXVII
AETATIS AN. LV
PETRVS LAVRETVS. ET
FRANCISCVS
PATRITIIS REATINI
MOESTISSIMI FRATRES
POSVERVNT.
»

  1. ^ a b c d e f g h i j Grazia Dionisi, Biografia di Pompeo Angelotti, in Rieti - Percorsi tra ambiente, storia, cultura, Fondazione Varrone, 2007, pp. 86-87.
  2. ^ a b c Cronotassi episcopale, su Archivio capitolare della Cattedrale di Sezze. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  3. ^ a b c Massimo Rossi, La Diluciadazione sopra la pianta delle Valli di Comacchio di Pompeo Angelotti (1658), in Anecdota. Quaderni della Biblioteca Lodovico Antonio Muratori - Palazzo Bellini - Comacchio, Spazio libri, 1996, p. 77. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  4. ^ Achille Lodovisi, Il transunto della pianta delle Valli di Comacchio, su Le delizie estensi. URL consultato il 18 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2016).

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