Psenamon II

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Psenamon, traslitterato anche come Psenamun o Psenamunis, (in egizio: pꜢ-šrỉ-n-imn; 49/48 a.C.[1]post. 23 a.C.), noto nella storiografia moderna come Psenamon II, è stato un nobile e sacerdote egizio, gran sacerdote di Ptah a Menfi dal 28/27 a.C. alla sua morte.

Busto dell'imperatore romano Augusto, che nominò Psenamon II gran sacerdote di Ptah e di Cesare (Museo del Louvre, Parigi)

Biografia

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Origini familiari

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Psenamon faceva parte del ramo di Letopoli della casata dei grandi sacerdoti di Ptah di Menfi, divenuto il principale dopo l'estensione della linea primogenita: era figlio di Psenamon I e Tnepheros, tra loro fratelli.[2] I nonni erano Khahapi e Harankh, gli zii Psenptah III e Taimhotep e i cugini Psenptah IV e Pedubast minore (tra gli altri).

Vita pubblica e morte

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A seguito della morte del padre, nel 28/27 a.C. Psenamon fu nominato gran sacerdote di Ptah dall'imperatore romano Augusto, che da poco aveva conquistato l'Egitto tolemaico; Augusto, per farsi accettare anche dalla popolazione egizia, decise di affidare a Psenamon anche il titolo di sacerdote di Cesare, insieme alla madre Tnepheros.[3] La donna morì nel 23 a.C. e da quel momento non si hanno più notizie di Psenamon, che fu l'ultimo gran sacerdote di Ptah.[4]

  1. ^ Psenamon II era nato nel quarto anno di regno di Cleopatra Filopatore (Reymond 1981, p. 36).
  2. ^ Reymond 1981, p. 48.
  3. ^ Reymond 1981, pp. 40, 54; Hölbl 2001, p. 310.
  4. ^ Reymond 1981, p. 40; Hölbl 2001, p. 310.

Bibliografia

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