Quartiere Vialba I

complesso residenziale di Milano

Il quartiere Vialba I è un quartiere di edilizia residenziale pubblica di Milano, posto all'estrema periferia settentrionale della città, in fregio all'autostrada per Bergamo, nel municipio 8.

Quartiere Vialba I
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
Coordinate45°31′10.12″N 9°07′56.95″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1957-1960
Usocomplesso residenziale
Realizzazione
ArchitettoEzio Cerutti, Pietro Lingeri, Vito Latis, Giulio Minoletti, Mario Morini e Mario Tevarotto
AppaltatoreIACP di Milano[1]

Prende il nome dall'antico nucleo rurale di Vialba, storicamente posto intorno alla villa Scheibler e oggi interamente scomparso.

Il quartiere Vialba I, costruito nell'ambito del 2º settennio INA-Casa,[2] venne realizzato dal 1957 al 1960 su progetto di un gruppo di architetti (Cerutti, Latis, Lingeri, Minoletti, Morini e Tevarotto) coordinato da Ezio Cerutti e Pietro Lingeri.[1][3][4][5]

Venne realizzata solo la metà occidentale del progetto inizialmente previsto: secondo i piani, infatti, il quartiere si sarebbe dovuto estendere su un'area totale di 30 ha,[1] estendendosi fino alla ferrovia Milano-Saronno e occupando anche aree nel comune di Novate;[6] invece, su parte di tale area venne costruito alcuni anni dopo il quartiere «Vialba II», secondo una concezione urbanistica del tutto diversa.[7]

Caratteristiche

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Il quartiere si estende all'estrema periferia settentrionale della città, ed è compreso fra la via Felice Orsini (a sud) e l'autostrada Serenissima (a nord), su un'area di 17 ha dimensionata per 6 800 abitanti.[6]

Fu progettato secondo i criteri fissati dall'INA-Casa, che prevedevano una densità relativamente bassa (nel caso del quartiere Vialba, 390 abitanti per ettaro),[6] la disposizione delle case intorno a spazi verdi interni e il disegno sinuoso della maglia stradale per disincentivare il traffico di attraversamento.[8]

Asse portante del quartiere è la via Val Trompia, che corre da ovest a est: le case poste sul lato nord di tale via, interamente porticate, ospitano al piano terreno tutti i negozi utili per le necessità quotidiane;[2] tale soluzione si discostava dalla prassi seguita in altri quartieri di concentrare i negozi in edifici bassi autonomi, che aveva portato spesso a ritardi nella loro realizzazione.[1][3]

I servizi di quartiere (la scuola, il centro sociale e il centro religioso) furono previsti all'estremità orientale del quartiere, che dopo il previsto proseguimento dell'edificazione verso est si sarebbe trovata in posizione baricentrica;[2][6] di tali servizi venne però realizzata solo la scuola, mentre il centro religioso (la chiesa della Resurrezione) sarebbe stato edificato ancora più ad est, all'interno del quartiere «Vialba II».

Architettonicamente, i progettisti si orientarono su case a tre o quattro piani, con facciate movimentate dall'uso frequente di dettagli vernacolari per evitare un aspetto monotono da «quartiere dormitorio»;[1][3][7][8] da molti critici il risultato fu tuttavia giudicato negativamente: pur rilevandone l'importanza nel dibattito architettonico dell'epoca, vennero rilevate una scarsa coerenza interna del quartiere[1] o l'incongruenza fra la ricerca di effetti pittoreschi e la realtà socialmente disagiata.[7][9]

Bibliografia

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Ulteriori approfondimenti

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  • Virgilio Vercelloni, Alcuni quartieri di edilizia sovvenzionata a Milano, in Casabella-Continuità, n. 253, luglio 1961, p. 48, ISSN 0008-7181 (WC · ACNP).
  • P. Guidi, Inchiesta sul quartiere Vialba - Quarto Oggiaro, in Casabella, n. 366, giugno 1972, pp. 6-7, ISSN 0008-7181 (WC · ACNP).
  • C. Bono e Virgilio Vercelloni, Il contesto e le opere, in Casabella, n. 451-452, ottobre-novembre 1979, p. 60, ISSN 0008-7181 (WC · ACNP).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Mappa, su openstreetmap.org.