Facciata

parete di edificio rivolta all'esterno

In architettura la facciata, anche detta fronte, è una parete di un edificio rivolta verso l'esterno. Solitamente con tale termine s'intende la parete dove è collocato l'ingresso principale, ma in molti tipi di costruzioni sono presenti anche facciate laterali (ad esempio nelle cattedrali gotiche).

La facciata di una villa ne I quattro libri dell'architettura di Palladio (libro IV)

Storia modifica

 
Facciata di San Carlo alle Quattro Fontane, in Roma

Nell'architettura orientale e in numerose opere greche e romane fino alla tarda antichità, la facciata non gode solitamente di una propria autonomia formale, ma è dal romanico che essa comincia ad assumere un ruolo principalmente estetico, ad iniziare soprattutto dall'area germanica. Qui venne infatti elaborato un edificio addossato al fronte della chiesa, con torri gemelle: il Westwerk. Diventato col tempo una parte integrante della chiesa, andò a formare delle vere e proprie facciate, nelle quali si iniziò a profondere una quantità e qualità sempre maggiore di decorazioni, soprattutto scultoree. In Italia uno degli esempi più antichi di facciata decorata si ritrova nell'abbazia di Pomposa, presso Ravenna.

Nel Rinascimento emblematiche furono le facciate che Leon Battista Alberti realizzò a Firenze (basilica di Santa Maria Novella), Mantova (chiesa di Sant'Andrea) e Rimini (Tempio Malatestiano), incentrate sul recupero di elementi classici.

Nel Barocco e nel Rococò la funzione estetica venne esasperata: furono realizzate delle scenografiche facciate fittizie, spesso in legno e cartapesta, come arredo urbano per nascondere gli edifici più antichi ed abbellire le città durante feste o grandi occasioni, come matrimoni importanti o visite di principi stranieri. Tra le opere paradigmatiche è doveroso ricordare le facciate concave e convesse della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma (di Francesco Borromini) e di Palazzo Carignano a Torino (di Guarino Guarini).

Durante il Neoclassicismo le facciate furono ridotte ad elementi statici, caratterizzati spesso da una notevole monumentalità soprattutto nelle opere più tarde ed eclettiche, dove confluiscono anche stili diversi: è il caso ad esempio dell'imponente prospetto neobarocco dell'Opéra di Parigi, che, come una monumentale quinta, si innalza sul fondo ad un asse stradale rettilineo, evidenziando così anche la funzione urbanistica dell'edificio.

Nel XX secolo, il Movimento Moderno portò ad un superamento delle regole classiche e del ruolo statico della facciata, sulla base di principi funzionali, che inoltre si concretizzarono in una maggiore apertura e manipolazione dell'involucro edilizio, secondo teorie De Stijl e dell'Espressionismo. Di fatto venne meno il ruolo della facciata principale: una delle opere più significative è la celebre Villa Savoye, dove i quattro fronti sono tutti trattati in base ad esigenze funzionali e sono in stretto rapporto non solo con l'interno, ma anche con l'ambiente circostante (orientamento, presenza di un percorso coperto per i veicoli ecc.).

Tuttavia, nell'architettura postmoderna si è manifestata una rivalutazione della facciata classica, intesa come elemento centrale dell'edificio; gli esempi più significativi possono essere ricercati nelle architetture di Philip Johnson (Hines College of Architecture, presso l'Università di Houston) e Aldo Rossi (centro direzionale di Perugia).

Struttura modifica

Una facciata è solitamente articolata da finestre e portali. La sua configurazione spaziale può essere definita dalla presenza di avancorpi e campate modulari che scandiscono il ritmo della facciata in senso orizzontale e verticale: altro elemento importante è l'apparato strutturale e decorativo (archi, cornici marcapiano, cornicioni, paraste, lesene, colonne, fregi, ecc. soprattutto nell'architettura antica) che, unito ai materiali impiegati per la costruzione (legno, pietra, laterizio intonacato o a vista, marmo e più recentemente cemento armato, acciaio e vetro), contribuisce in maniera rilevante alla definizione della facciata.

Per le chiese, che generalmente presentano la facciata a ovest, si definisce a capanna la facciata costituita da due o più spioventi, che segue la forma della navata maggiore; a salienti, invece, quella che palesa le diverse altezze delle navate. Esistono anche facciate a coronamento orizzontale, riscontrabili in molte chiese umbre o abruzzesi.

A volte delle facciate cieche sono anteposte agli edifici con l'unico scopo di dar loro un diverso aspetto; queste facciate che possono presentare anche finestre cieche ed altre decorazioni, non hanno alcuna funzione architettonica.

Galleria d'immagini modifica

Bibliografia modifica

  • N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino, 1981.

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