Sergio Vescovo (Gorizia, 1921Ssolonzy, 19 ottobre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Sergio Vescovo
NascitaGorizia, 1921
MorteSsolonzy, 19 ottobre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto37º Reggimento fanteria "Ravenna"
Anni di servizio1940 - 1942
GradoSoldato
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia

modifica

Nacque a Gorizia nel 1921, figlio di Giovanni e Maria Cetereic.[2] Studente presso l'Istituto magistrale della sua città natale chiese, invano, di partecipare alla guerra di Spagna, richiesta rifiutata a causa della giovane età.[2] Chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito nel gennaio 1940, e lasciato in congedo illimitato in quanto orfano di guerra, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, ottenne di far parte di una formazione militare combattendo sul fronte occidentale riportando una ferita ad una gamba.[2] Chiamato in servizio attivo nel maggio 1942 ed assegnato per inidoneità fisica al deposito del 37º Reggimento fanteria della 3ª Divisione fanteria "Ravenna" in Alessandria, riusciva a partire un mese dopo per la Russia con il reggimento mobilitato per combattere sul fronte orientale.[2] Cadde in combattimento a Ssolonzy il 19 ottobre 1942 e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Inizialmente sepolto a Filonowo, in Ucraina, la salma venne successivamente traslata nel cimitero di Trieste. Una caserma di Purgessimo di Cividale del Friuli ha portato il suo nome.

Onorificenze

modifica
«Orfano di guerra destinato ad un reparto non mobilitato chiedeva ed otteneva di seguire il reggimento in zona di operazioni dove partecipava volontariamente e con onore ad ogni più rischiosa impresa. Di vedetta avanzata, scorti nuclei nemici che tentavano avvicinarsi di sorpresa alle nostre posizioni, li affrontava con estrema decisione. Benché ferito gravemente da una bomba a mano che gli frantumava un braccio, caduto il comandante della squadra, guidava i compagni al contrassalto. Ferito una seconda volta ad un occhio, non desisteva dalla lotta nella quale già il nemico dava segni di stanchezza. Ferito una terza volta da raffica di arma automatica, trovava ancora la forza di trascinarsi contro l’avversario ormai in fuga e di incitare i compagni e non dargli tregua. Morente, si diceva orgoglioso del dovere compiuto. Fulgido esempio di valore e di elevate virtù militari. Ssolonzy - Fiume Don (Fronte russo), 19 ottobre 1942 .[3]»
— Decreto Luogotenenziale 12 ottobre 1944.[4]

Annotazioni

modifica
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.96.
  2. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  3. ^ Vescovo, Sergio, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 19 luglio 2020.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 1944, registro 8 guerra, foglio 7.

Bibliografia

modifica
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 96.
Periodici

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica