Smendes I

faraone egizio
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Smendes (... – 1052 a.C. o 1043 a.C.) è stato un faraone della XXI dinastia egizia.

Smendes I
Vaso canopo di Smendes, Metropolitan Museum of Art, New York
Re dell'Alto e Basso Egitto
In carica1077 a.C. (o 1069 a.C.) –
1052 a.C. (o 1043 a.C.)
Terzo periodo intermedio
PredecessoreRamesse XI
SuccessoreAmenemnesut
Morte1052 a.C. (o 1043 a.C.)
Luogo di sepolturaTanis
DinastiaXXI dinastia egizia
ConsorteTentamon
FigliHenuttawy
Amenemnesut (?)

Biografia modifica

Per convenzione, l'ascesa al trono d'Egitto di questo personaggio, fondatore della XXI dinastia, coincide con l'inizio dell'epoca della storia egizia nota come terzo periodo intermedio.

Viene chiamato Smendēs da Manetone (secondo Sesto Africano), una corruzione greca dell'egiziano Nesbanebdjed.
Non sono note le sue origini, anche se il suo nomen suggerirebbe una provenienza dalla città di Mendes, nel Delta. Alcuni studiosi ritengono che potesse trattarsi di un figlio di Herihor, ma si tratta di un'ipotesi non confermata.

Durante il regno di Ramesse XI era il potente visir del Basso Egitto e governava questo territorio da Pi-Ramses col beneplacito del clero tebano, che era ormai più influente del sovrano stesso. Proprio a questo periodo risale l'ambientazione del racconto intitolato "Il viaggio di Unamon", nel quale spesso si fa riferimento al visir Smendes ed alla moglie Tentamon, che doveva essere di famiglia assai altolocata e che presumibilmente contribuì all'ascesa del marito sul trono d'Egitto.
Con la morte dell'ultimo dei ramessidi infatti, Smendes, pur senza legittimazione ma probabilmente con l'approvazione dell'oracolo di Amon, si proclamò faraone.

L'Egitto si trovava quindi diviso in due: Smendes regnava sul Basso Egitto, mentre il Primo Profeta di Amon, carica che circa in quegli anni passò da Payankh a Pinedjem I, governava la Tebaide.
Smendes spostò definitivamente la Residenza da Pi-Ramses a Tani, un po' più a nord, soprattutto a causa dell'insabbiamento del ramo pelusico del Nilo che prima bagnava la vecchia capitale. Durante i lavori di espansione di Tani, tuttavia, risiedette e governò da Menfi.

Durante il suo primo anno di regno il sovrano inviò una spedizione di 3000 uomini alle cave di Gebelein allo scopo di estrarre la pietra necessaria per eseguire lavori di restauro ad alcuni edifici di Luxor risalenti a Thutmose III e danneggiati da un'inondazione. Quest'azione ha suggerito che l'autorità di Smendes dovesse essere comunque sufficiente per permettere una spedizione di questo tipo in piena giurisdizione tebana.
In ogni caso, soprattutto durante la prima fase del suo regno i rapporti con Tebe furono decisamente buoni: Pinedjem I – che ricevette tra l'altro in sposa proprio la principessa Henuttawy, figlia di Smendes – rinunciò, almeno inizialmente, ad attribuirsi la titolatura reale ed il diritto all'eponimia, ed i documenti redatti nella capitale del sud cessarono di essere datati alla Ripetizione delle nascite stabilita da Herihor.

Si sa che tra il 6º ed il 15º anno di regno di Smendes, il Primo Profeta intraprese i lavori di restauro e di salvaguardia di numerose mummie reali, che furono ricollocate nella tomba KV35 di Amenhotep II. Nell'anno 16 del sovrano, poi, Pinedjem decise di attribuirsi i titoli regali e lasciò la carica da Primo Profeta al figlio Masuharte. I cartigli di Pinedjem si rinvengono in varie parti d'Egitto, compresa Tani.

Durante il regno di Smendes si andarono accentuando i problemi con i principati semi-indipendenti, di origine libica, che si erano insediati nelle oasi del deserto occidentale, abitate dai discendenti delle popolazioni sconfitte da Ramesse III che avevano poi servito come mercenari nell'esercito.

Secondo Sesto Africano il regno di Smendes durò 26 anni, data sostanzialmente confermata dai riscontri archeologici. Con tutta probabilità (ed anche grazie al rinvenimento di uno dei suoi vasi canopi) venne sepolto a Tani, anche se di lui non sono state ancora ritrovate né la tomba né la mummia. Il suo successore fu quasi certamente Amenemnesut, forse suo figlio.

Titolatura modifica

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
E1
D43
N5
Z1
mrswsrsr
D43
imn
n
F23
f
r
sX7A28U5D36
t H8
 
k3 nḫt mrj r՚ swsr imn ḫps=f r sp3j m3՚t Toro possente, amato da Ra la cui forza d'urto rafforza Amon per elevare Maat
G16
nbty (nebti) Le due Signore
S42F22
F22
V28A24r
X7
iiA14
Z2
f
D58O4G1D54tG43
f
V28p
t
D32m
sḫm phtj hwj rqjw=f bh3tw=f htp m [..] Con possente forza, che sconfigge i nemici che fuggono di fronte a lui, che circonda [..]
G8
ḥr nbw Horo d'oro
U35d
n
d
n
F5D43
[..] ḫsf dndn [..] che respinge l'ira
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
 
N5S1L1N5U21
n
 
hd ḫpr r՚ stp.n r՚ Hedjekheperra setepenra La luce è la manifestazione di Ra, scelto da Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
 
imn
n
mrI10E10nbR11R11
 
ni sw b3 nb ddt mr imn Nesbanebdjed meriamon Legittimo signore di Mendes, amato da Amon

Bibliografia modifica

  • Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976, ISBN 88-425-3328-9.
  • Jaroslav Černý, Egypt: from the death of Ramesses III to the end of the twenty-first dynasty, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 2: History of the Middle East and the Aegean region c. 1380–1000 B.C., Cambridge, University Press, 1975 (2008), pp. 644-645, ISBN 0-521-08691-4.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, pp. 307-320, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, (Einaudi, Torino, 1997), Oxford University Press, 1961, pp. 277-292, ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, 9ª ed., Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011, pp. 380-402, ISBN 978-88-420-5651-5.
  • Alfred Heuss et al., I Propilei vol 1, Verona, Mondadori, 1980.

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