Montgomery Clift: differenze tra le versioni

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Negli anni seguenti la vita di Clift si fece ancora più difficile: i molteplici problemi di salute, la dipendenza dai farmaci e l'aggravarsi della depressione personale lo avevano reso un attore poco gradito ad Hollywood, che riteneva la sua carriera praticamente finita. Non ricevendo più scritture di suo gradimento, lavorò principalmente in radio, recitando drammi teatrali con la sua celebre voce. Dopo quattro anni di inattività cinematografica, che lo avevano ulteriormente avvilito, nel [[1966]] la sua amica di sempre [[Elizabeth Taylor|Liz Taylor]] riuscì ad imporlo come suo co-protagonista per il film ''[[Riflessi in un occhio d'oro]]'', tratto da un torbido dramma di [[Carson McCullers]]. Per prepararsi al ritorno sul set dopo quattro anni di forzata inattività, accettò una parte in un thriller spionistico di produzione franco-tedesca, ''[[L'affare Goshenko]]'', diretto da [[Raoul Lévy]], che resterà il suo ultimo film.
 
Poco prima di iniziare a girare ''Riflessi in un occhio d'oro'', Clift si spensemorì improvvisamente nel suo appartamento di [[New York]] il 23 luglio 1966 a causa di un [[Infarto miocardico acuto|attacco cardiaco]], all'etàa di quarantacinque45 anni: la sua parte venne affidata all'amico-rivalea [[Marlon Brando]].
 
Con la scomparsa di Montgomery Clift se ne andò il capostipite di una generazione di ribelli, come [[Marlon Brando|Brando]] e [[James Dean|Dean]], che seppero rendersi interpreti delle profonde difficoltà esistenziali dei giovani americani nel secondo dopoguerra.