Balj ibn Bishr al-Qushayri

Balj ibn Bishr al-Qushayrī (in arabo بلج بن بشر القشيري?; ... – Cordova, 742) fu wālī d'Ifriqiya dal 741 e poi d'al-Andalus dal 742 fino alla morte.

Balj ibn Bishr al-Qushayri

Wali di Ifriqiya
Durata mandato741 –
742
Capo di StatoCaliffato omayyade:
Hisham ibn 'Abd al-Malik
PredecessoreKulthum ibn Iyad al-Qushayri
SuccessoreHandhala ibn Safwan al-Kalbi

Wali di al-Andalus
Durata mandato742 –
742
Capo di StatoCaliffato omayyade:
Hisham ibn 'Abd al-Malik
PredecessoreʿAbd al-Malik ibn Qaḥṭān al-Fihrī
SuccessoreThaʿlaba ibn Salāma al-ʿĀmilī

Origine modifica

Balj era figlio di Bichr l'Ambarien, come riportano sia la Histoire de la conquête de l'Espagne par les Musulmans[1], che la Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain (Beshr)[2], mentre la Ajbar Machmuâ: crónica anónima lo cita come Balch figlio di Bixr[3]; infine la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, lo cita come Baldj figlio di Bichr K'ochayri.[4]. Il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, lo cita come figlio di Bišr b. ‛Iyāḍ al-Qušayrī al-Qaysī, riporta che discendeva da una famiglia importante ed era un militare esperto[5].

 
In rosa, l'Ifriqiya e al-Andalus, durante mandato di Balj ibn Bishr al-Qushayri

Biografia modifica

Balj arrivò in Nordafrica, come luogotenente di suo zio, Kulthūm b. ʿIyāḍ al-Qushayrī, che era come governatore dell'Ifrīqiya e comandante delle truppe siriane, in quanto generale dell'esercito siriano, per combattere e soffocare la ribellione dei Berberi del Maghreb[6]. La sconfitta araba comportò che l'avanguardia che Balj comandava si trovasse tagliata fuori dal resto dell'esercito e, nell'impossibilità di tornare incolume a Qayrawān, Balj pensò di trovare rifugio in Al-Andalus, ritenendo sensatamente di poter trovare ospitalità presso il governatore omayyade Abd al-Malik ibn Qahtan al-Fihri[6], che inizialmente non gliela concesse[7].

Nel 741, alla morte dello zio, durante i combattimenti[8], Balj gli subentrò come governatore dell'Ifrīqiya e comandante delle truppe siriane. Anche lo storico Rafael Altamira riporta che le truppe siriane che si erano rifugiate a Ceuta erano ridotte alla fame[9].

Ma ʿAbd al-Malik ibn Qaḥṭān al-Fihrī, in difficoltà nei confronti dei suoi rivoltosi Berberi andalusi, accettò di buon grado nel 742 di accoglierli nella penisola iberica, ricevendone in cambio il loro aiuto contro i Berberi[9], promettendo a tutti gli uomini di Balj e al loro comandante ricchi appezzamenti di terra e prebende affinché trasformassero la loro momentaneo soggiorno in uno stabile insediamento in al-Andalus, chiedendo in cambio il loro pronto intervento in armi qualora fossero stati convocati all'occorrenza dal governatore. Ma dopo aver domato la ribellione, Balj marciò su Cordova, destituì e imprigionò ʿAbd al-Malik; allora le truppe siriane acclamarono Balj wālī di al-Andalus[10]; anche la Ajbar Machmuâ: crónica anónima, riporta che Abd al-Malik fu deposto da Balj[11].

Come governatore si dimostrò crudele, facendo crocifiggere ʿAbd al-Malik e perseguitando gli arabi che si erano installati in al-Andalus nei primi tempi della conquista, specialmente al seguito di Mūsā ibn Nuṣayr. La Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain riporta che ʿAbd al-Malik fu imprigionato a Cordova e i suoi figli si ribellarono e avanzarono su Cordova per liberarlo; allora ʿAbd al-Malik fu giustiziato (decapitato)[12]; mentre la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, riporta che dopo essere stato giustiziato, a causa della morte di alcuni ostaggi siriani (uomini di Balj in ostaggio di Abd al-Malik) nella città di Algeciras, Abd al-Malik fu crocifisso tra due croci un maiale alla sua destra ed un cane alla sua sinistra, sulla porta di Cordova[13].

I figli di ʿAbd al-Malik che tentavano di opporsi al wālī Balj furono sconfitti dall'esercito siriano, ad Aqua Portora, al nord di Cordova, nell'agosto del 742[9].

Balj, nello stesso 742 morì, per le ferite riportate in quella battaglia, come descritto nella Histoire de l'Afrique et de l'Espagne[14]; secondo la Ajbar Machmuâ: crónica anónima morì pochi giorni dopo la battaglia[15].

La Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain riporta che, secondo alcuni cronisti, Balj morì di morte naturale[16].

A Balj succedette come wālī di al-Andalus un altro generale siriano Thaʿlaba ibn Salāma al-ʿĀmilī[17].

Note modifica

Bibliografia modifica

Fonti primarie modifica

Letteratura storiografica modifica

  • Rafael Altamira, Il califfato occidentale, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 477–515
  • Évariste Lévi-Provençal, Histoire de l'Espagne musulmane, Parigi-Leida, G.-P. Maisonneuve–E.J. Brill, 1950, 3 voll.
  • Reinhart Dozy, Histoire des musulmans d'Espagne, Leyda, E.J. Brill, 1932, 3 voll.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica