Abd al-Malik ibn Qatan al-Fihri

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ʿAbd al-Malik ibn Qaṭan al-Fihrī (in arabo عبد الملك بن ﻗﻄﻥ الفهري?; ... – Cordova, 742), fu wālī di al-Andalus dal 732 al 734 e dal 741 al 742.

Abd al-Malik ibn Qatan al-Fihri

Wali di al-Andalus
Durata mandato732 –
734
Capo di StatoCaliffato omayyade:
Hisham ibn 'Abd al-Malik
PredecessoreʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī
SuccessoreʿUqba ibn al-Ḥajjāj al-Salūlī

Durata mandato740 –
742
Capo di StatoCaliffato omayyade:
Hisham ibn 'Abd al-Malik
PredecessoreʿUqba ibn al-Ḥajjāj al-Salūlī
SuccessoreBalj ibn Bishr al-Qushayrī

Origine

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Abd al-Malik era figlio di Qatan al-Fihri, come riportano sia la Histoire de la conquête de l'Espagne par les Musulmans[1], che la Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain (Katan)[2], mentre la Ajbar Machmuâ: crónica anónima riporta che era figlio di Moharibi della dinastia dei Fihri[3]; infine la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, riporta che era figlio di K'at'an ben Nofeyl ben f Abd Allah Fihri[4].
Il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, riporta che Abd al-Malik discendeva da una nobile famiglia, ma le fonti sia latine che arabe lo presentano come incapace, fatuo e tirannico[5].

 
La penisola iberica, nel 742, durante il 2º mandato di Abd al-Malik ibn Qatan al-Fihri

Biografia

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Nel 732, Abd al-Malik fu nominato wālī di al-Andalus dal wālī di Ifriqiya, ʿUbayda ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Sulamī, dopo che nella battaglia di Poitiers, il suo predecessore, il generaleʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī era stato rovinosamente sconfitto dai Franchi di Carlo Martello ed aveva perso la vita nel corso della battaglia[6].
I due eserciti si erano fronteggiati per sette giorni e finalmente, un sabato di ottobre del 732[4] (cento anni esatti dalla morte di Maometto, come riporta lo storico Christian Pfister[7]), si scontrarono vicino a Poitiers, e, pur superiore di numero, l'esercito di ʿAbd al-Raḥmān, fu sconfitto[8] dai Franchi di Carlo Martello e il generale perse la vita[9][10], assieme a molti dei suoi uomini[11], nel corso della battaglia.
Quando i Franchi il giorno successivo alla battaglia, cercarono di riprendere il combattimento si accorsero che gli arabi erano fuggiti abbandonando i loro accampamenti con tutto il materiale bellico, come riporta lo storico C.H. Becker[12].

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Poitiers (732).

ʿAbd al-Malik, l'anno dopo (733), organizzò una nuova spedizione militare (ciò dimostra che la sconfitta subita a Poitiers non fu così determinante, per le sorti di al-Andalus, come sostennero i cronisti europei; ma fu solo una battuta d'arresto temporanea). Le truppe arabe, partendo da Narbona, raggiunsero il fiume Rodano e lo risalirono, giungendo in Burgundia, dove, non trovando valida opposizione, si dedicarono al saccheggio e dopo alcune settimane rientrarono in Settimania, come riporta il Chronicon Moissiacensis[13].

Nel 734, organizzò una spedizione per la conquista di Pamplona, dove molto probabilmente il duca d'Aquitania, Oddone, onde evitare l'amara esperienza del 732, aveva inviato un contingente di rinforzo. Una parte dell'esercito arabo pose l'assedio alla città, mentre il resto dell'esercito attraversò i Pirenei e si inoltrò in Guascogna, dove dopo aver ottenuto una prima vittoria, fu duramente sconfitto da un esercito formato di soli Vasconi. ʿAbd al-Malik riuscì a salvarsi e a fare rientro in al-Andalus, come riportaIl Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia[5].

Per questa rovinosa sconfitta, ma anche a causa del suo dispotismo nel governare, fu destituito nel corso dell'anno 734 e venne sostituito dal nuovo wālī: ʿUqba ibn al-Ḥajjāj al-Salūlī[14].

Nel 738, la rivolta dei Berberi del Maghreb si stava estendendo anche in al-Andalus, e secondo la Ajbar Machmuâ: crónica anónima, nel dicembre 739, Abd al-Malik si ribellò al Wali ʿUqba e lo depose, senza riportare se lo uccise o lo obbligò all'esilio[15], divenendo per la seconda volta, dall'inizio dell'anno successivo, wali di al-Andalus[15]; anche la Histoire de la conquête de l'Espagne par les Musulmans riporta la rivolta berbera che portò alla deposizione di ʿUqba e la presa di potere di Abd al-Malik[16]; mentre la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, riporta che durante la rivolta ʿUqba, prima di morire scelse Abd al-Malik come suo successore[17]. ʿAbd al-Malik fronteggiò la rivolta con l'aiuto del generale siriano Balj ibn Bishr al-Qushayrī, che da Ceuta, dove si era rifugiato con le sue truppe siriane sconfitte dai rivoltosi berberi, raggiunse al-Andalus. Ma dopo aver domato la ribellione, Balj marciò su Cordova, destituì e imprigionò ʿAbd al-Malik; allora le truppe siriane acclamarono Balj wālī di al-Andalus[18]; anche la Ajbar Machmuâ: crónica anónima, riporta che Abd al-Malik fu deposto da Balj[15].

La Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain riporta che ʿAbd al-Malik fu imprigionato a Cordova; i suoi figli si ribellarono e avanzarono su Cordova per liberarlo; allora ʿAbd al-Malik fu giustiziato (decapitato)[19]; mentre la Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, riporta che dopo essere stato giustiziato, a causa della morte di alcuni ostaggi siriani (uomini di Balj in ostaggio di Abd al-Malik) nella città di Algeciras, Abd al-Malik fu crocifisso tra due croci un maiale alla sua destra ed un cane alla sua sinistra, sulla porta di Cordova[20].

I suoi figli che tentavano di opporsi al wālī Balj furono sconfitti ad Aqua Portora, nell'agosto del 742, come riporta lo storico Rafael Altamira[21].

  1. ^ (FR) #ES Histoire de la conquête de l'Espagne par les Musulmans, pag. 14
  2. ^ (EN) #ES Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain, pag. 33
  3. ^ (ES) #ES Ajbar Machmuâ: crónica anónima, pag. 36
  4. ^ a b (FR) #ES Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, pag. 39
  5. ^ a b (ES) #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - 'Abd al-Rahman b. 'Abd Allah al-Gafiqi
  6. ^ (ES) #ES Ajbar Machmuâ: crónica anónima, pag. 35, nota 4
  7. ^ Christian Pfister, "La Gallia sotto i franchi merovingi: vicende storiche", in "Storia del mondo medievale", vol. I, 1999, pagg. 709
  8. ^ (LA) Annales Mettenses, pag 27 5-19
  9. ^ (LA) #ES MGH SS 1, Chronicon Moissiacensis, pag 291, anno 732
  10. ^ Fredegario, Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars prima, auctore anonymo, CVIII
  11. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex Chronico Hermanni contracti, pag 330
  12. ^ C.H. Becker, "L'espansione dei saraceni in Africa e in Europa", in "Storia del mondo medievale", vol. II, 1999, pag. 79
  13. ^ (LA) #ES MGH SS 1, Chronicon Moissiacensis, pag 291, anno 734
  14. ^ (EN) #ES Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain, pag. 34
  15. ^ a b c (ES) #ES Ajbar Machmuâ: crónica anónima, pag. 41
  16. ^ (FR) #ES Histoire de la conquête de l'Espagne par les Musulmans, pag. 15
  17. ^ (FR) #ES Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, pag. 42
  18. ^ (FR) #ES Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, pagg. 42 - 46
  19. ^ (EN) #ES Ibn Abd-el-Hakem's History of the Conquest of Spain, pagg. 37 e 38
  20. ^ (FR) #ES Histoire de l'Afrique et de l'Espagne, pag. 46
  21. ^ Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in "Storia del mondo medievale", vol. II, 1999, pag. 477

Bibliografia

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Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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  • C.H. Becker, "L'espansione dei saraceni in Africa e in Europa", in Storia del mondo medievale, vol. II, 1999, pp. 70–96
  • Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in: Storia del mondo medievale, vol. II, 1999, pp. 477–515

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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