Femke Halsema

politica olanese

Femke Halsema (Haarlem, 25 aprile 1966) è una politica olandese, sindaco di Amsterdam dal 12 luglio 2018, nonché la prima donna a rivestire tale ruolo.

Femke Halsema

Sindaco di Amsterdam
In carica
Inizio mandato12 luglio 2018
PredecessoreJozias van Aartsen

Capogruppo di Sinistra Verde alla Tweede Kamer
Durata mandato26 novembre 2002 –
16 dicembre 2010
PredecessorePaul Rosenmöller
SuccessoreJolande Sap

Dati generali
Partito politicoSinistra Verde (dal 1997)
Partito del Lavoro
(fino al 1997)
UniversitàUniversità di Utrecht

Biografia modifica

Halsema ha studiato criminologia e sociologia del diritto all'Università di Utrecht. Dal 1993 al 1997 ha lavorato presso la Wiardi Beckman Stiching, l'istituto scientifico del PvdA.

Nel 1998 è stata eletta al parlamento olandese per Sinistra Verde. Durante il primo mandato del governo di Jan Peter Balkenende, è stata una portavoce legale del gruppo di Sinistra Verde e ha fortemente criticato la nuova legislazione sugli stranieri. Dal novembre 2002 è leader del gruppo. Alla fine del 2003, si è temporaneamente dimessa da questo incarico quando è diventata madre di due gemelli.

È considerata appartenente alla sinistra liberale (anche se preferisce definirsi "liberale"). Questa immagine è stata rafforzata nel 2005 dalla pubblicazione del manifesto Vrijheid eerlijk delen ("Condividere la libertà onestamente"). Nel gennaio 2006, è stata nominata "Liberale dell'anno" dal JOVD, l'organizzazione giovanile del VVD.[1]

Alle elezioni legislative olandesi del 2006 ha corso come principale candidato del suo partito. Sempre alle elezioni legislative del 9 giugno 2010, ha guidato la lista dei candidati di Sinistra Verde. In queste elezioni, il partito è riuscito ad aumentare il numero dei seggi parlamentari da 7 a 10; Tuttavia, una desiderata partecipazione del governo non si è materializzata. Il 17 dicembre 2010, Halsema ha annunciato il suo ritiro dalla politica e ha annunciato di aver dato le dimissioni il 16 dicembre,[2] la presidenza del gruppo, è passata al suo successore in questa carica Jolande Sap. Il 10 gennaio 2011 ha lasciato la Tweede Kamer.[3]

Prima della formazione del governo Rutte II dopo le elezioni legislative del settembre 2012, è stata proposta da Lodewijk Asscher (PvdA) come possibile ministro, venendo respinta dal partner della coalizione VVD.[4]

Dopo aver lasciato la politica, ha lavorato come giornalista, ha ricoperto incarichi di insegnamento temporaneo nelle Università di Tilburg e Utrecht, è stata membro di diversi organi di supervisione nel settore pubblico o privato e ha partecipato a varie produzioni televisive.

Dal 12 luglio 2018 è sindaco di Amsterdam.

Vita privata modifica

Halsema vive ad Amsterdam con il documentarista televisivo Robert Oey, che ha realizzato il film De Leugen a cui ha partecipato anche Halsema (in parte cantando). Insieme hanno una figlia e un figlio, gemelli.

Note modifica

  1. ^ (NL) ANP, Femke Halsema ‘liberaal van het jaar', su de Volkskrant, 6 gennaio 2006. URL consultato il 17 marzo 2023.
  2. ^ (NL) FemkeHalsema.nl: Femke Halsema verlaat de politiek Archiviato il 28 agosto 2018 in Internet Archive.
  3. ^ (NL) FemkeHalsema.nl: Afscheid van de Kamer Archiviato il 29 giugno 2018 in Internet Archive.
  4. ^ (NL) Femke Halsema: Pluche, Ambo|Anthos, Amsterdam 2016, S. 381–383.

Bibliografia modifica

  • (NL) Femke Halsema / Michiel Zonneveld: Linkse lente. (Femke Halsema in gesprek met Michiel Zonneveld over den linkse lente). Bakker, Amsterdam 2006. ISBN 90-351-3076-6.
  • (NL) Femke Halsema: Zoeken naar vrijheid. Teksten 2002–2010. Anthos Uitgevers, Amsterdam 2011. ISBN 978-90-351-3656-4.
  • (NL) Femke Halsema: Pluche. Politieke memoires. Ambo / Anthos, Amsterdam 2016. ISBN 978-90-263-2806-0.
  • (NL) Femke Halsema: Nergensland. Nieuw licht op migratie. Ambo / Anthos, Amsterdam 2017. ISBN 978-90-263-4001-7.
  • (NL) Dik Verkuil: Vrijzinnig links. Zin in de toekomst met Femke Halsema (2002–2010). In: Paul Lucardie / Gerrit Voerman (Red.) Van de straat naar de staat? GroenLinks 1990–2010. Boom, Amsterdam 2010, S. 115–145.

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