Geografia della Bolivia

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Voce principale: Bolivia.

La Bolivia (Estado Plurinacional de Bolivia), che prende il nome dal suo fondatore Simón Bolívar, occupa una vasta regione nel settore centro-occidentale del continente sud-americano, a cavaliere delle Ande, ed è priva dal 1883 di qualsiasi sbocco al mare. Comprendendo le acque interne essa misura una superficie di 1.098.581 km², pari a circa tre volte e mezzo l'Italia, ed è di conseguenza il quinto, per estensione, degli Stati del Sud America. Per numero di abitanti è invece all'ottavo posto avendo, secondo una valutazione del 2014, una popolazione di appena 10.631.486 unità, con una densità che risulta tra le più basse di qualsiasi Stato indipendente sud-americano: 9,6 abitanti per km²[1].

I suoi confini presentano lunghi tratti rettilinei e non tengono conto che in misura limitata degli elementi separatori naturali costituiti da crinali montuosi o corsi d'acqua: ciò è il risultato della tormentata e incerta formazione della giovane Repubblica. A N e ad E il Paese confina con il Brasile: le frontiere seguono solo in parte il corso di alcuni fiumi di rilievo quali l'Acre, l'Abuná, il Madeira ed il Guaporé. A SE una serie di linee rette, che attraversano la vasta pianura del Chaco, dividono la Bolivia dal Paraguay. A S e a O il Paese confina con l'Argentina, il Cile e il Perú secondo una linea divisoria irregolare tutta compresa nella regione andina.

Il punto più settentrionale della Bolivia è dato dalla confluenza del Río Abuña col Rio Madeira a 9°40' S; il più meridionale si trova alla confluenza del Río Bermejo con il Río Grande de Tarija, a poco meno di 23° S. La Bolivia è perciò interamente compresa nella zona intertropicale e si estende in latitudine per oltre 13°. Di poco inferiore (12°) è anche la sua estensione in longitudine, che va dal lago Mandioré (57°35' O), il punto più orientale dello Stato, fino a circa 69°40' O, il punto più occidentale situato nell'alto bacino del Río Mauri, affluente di destra del Desaguadero.

Geomorfologia modifica

Il territorio della Bolivia è costituito da due regioni morfologicamente ben distinte. Un terzo circa della sua superficie, a SO, si estende nella regione andina (Altiplano) di cui occupa la vasta ed elevata sezione centrale compresa tra il lago Titicaca e il punto d'incrocio dei confini argentino e cileno. Ai piedi e ad oriente delle Ande si stende tutta una serie di bassopiani, i llanos, che si deprimono progressivamente in due opposte direzioni, a NE verso il Río delle Amazzoni e a SSE verso il Río de la Plata.

La regione andina si può dividere in tre zone, rappresentate dall'altopiano vero e proprio e da due imponenti catene che lo chiudono ai lati e che spingono le loro cime montuose fino a toccare, e talvolta superare, i 6000 m sul livello del mare. Tra questi due allineamenti montuosi, che si sviluppano in direzione NO-SE, l'altopiano si configura come un'area depressa; essa ha altitudini variabili intorno ai 3700-3800 m ed è ricca di laghi e salares, paludi salate dalle dimensioni variabilissime a seconda delle stagioni.

La regione andina modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Montagne della Bolivia.

La Cordigliera occidentale, che costituisce l'orlo occidentale delle Ande, è compresa solo in parte nel territorio boliviano: il confine della Repubblica si trova in generale spostato a E rispetto allo spartiacque principale della catena.

Dal punto di vista geologico la Cordigliera occidentale è costituita da un imbasamento di rocce cristalline (soprattutto porfiriti) eruttive od intrusive, archeozoiche e paleozoiche; su di esse si sono dislocate rocce sedimentarie mesozoiche e cenozoiche. Ancora al di sopra di tali formazioni sedimentarie, che a S del 17º parallelo vengono a formare una specie di penepiano le cui altitudini variano generalmente tra i 4000 ed i 4500 m, si levano numerosi edifici vulcanici recenti le cui cime sono spesso ammantate da nevi perenni. I vulcani principali della Bolivia sono però in gran parte allo stato di quiescenza oppure hanno soltanto attività solfatarica: tra di essi si possono ricordare il Sajama, di 6520 m, che sorge nell'angolo nord-occidentale del dipartimento di Oruro, l'Ollagüe, di 5841 m al confine del dipartimento di Potosí col Cile, ed il Licancabur, che eleva la sua cima a 5930 m sul livello del mare nell'estremità sud-occidentale dello Stato.

Subito ad E della Cordigliera occidentale si stende la vasta zona depressionaria dell'altopiano, lievemente inclinata da NO a SE. Una potente coltre alluvionale ne ha in gran parte cancellato le asperità e soltanto in alcune aree, a S del lago Titicaca, emergono dalle alluvioni numerose colline andesitiche che con la loro disposizione irregolare suddividono la depressione in bacini minori. Il principale è quello compreso tra il lago Titicaca e il lago di Poopó; situato a un'altitudine media di circa 3700 m, esso consente le comunicazioni attraverso la regione andina, di cui rappresenta anche la parte centrale e più popolata. È coperto da una coltre alluvionale costituita essenzialmente da argille di origine lacustre sostituite, ai suoi margini, da alluvioni grossolane dovute a depositi di corsi d'acqua a regime torrentizio.

 
I colori dell'Altiplano boliviano.

Come la Cordigliera occidentale, anche la Cordigliera orientale assume l'aspetto di una vera e propria catena fino al 17º parallelo S, per diventare poi, nel tratto più meridionale, una specie di altopiano sul quale si elevano massicci montuosi la cui altitudine va progressivamente aumentando verso S. Il tratto settentrionale, fino alla valle del Río La Paz, prende il nome di Cordillera Real, quindi quello di Cordillera de Quimza Cruz. Entrambe sono costituite da formazioni intrusive di natura granitica coperte a N ed a S da scisti neri siluriani e da arenarie del Devoniano e a S del 17° da rocce primarie e secondarie, sollevate verso O da intrusioni recenti di natura andesitica.

Presso il 17º parallelo si stacca dalla Cordillera Real la Cordigliera di Cochabamba (5200 m) che si dirige decisamente ad E e piega poi gradatamente verso S. Le sue diramazioni si spengono verso E nelle pianure orientali e limitano un ampio triangolo intercalato da valli e da catene montuose prevalentemente disposte verso ESE. Tale regione, per le sue bellezze naturali e per la varietà dei suoi paesaggi, è spesso designata col nome di «Svizzera boliviana».

Per quanto riguarda la morfologia, la Cordigliera orientale presenta aspetti diversi da N a S, come parallelamente accade del resto nella Cordigliera occidentale, anche se qui in maniera ben più spiccata. Nel tratto più settentrionale, dove il clima è più umido, la morfologia è più aspra, numerosi sono i ghiacciai: la glaciazione quaternaria ha lasciato qui innumerevoli tracce fin sotto i 4000 m. Proseguendo verso S, in zone a clima più arido, l'idrografia diventa più povera, le valli ad U ed i depositi morenici caratteristici della morfologia glaciale progressivamente si attenuano. Si può però osservare ovunque che le linee del rilievo ricalcano l'andamento generale della tettonica locale, ossia le valli corrispondono a pieghe sinclinali e le catene, o sierras, ad anticlinali.

Nella Cordigliera Reale si levano presso il lago Titicaca alcune delle cime più elevate delle Ande e tra esse per imponenza spicca l'Ancohuma, cui recenti rilevazioni attribuiscono la quota di 7014 m, che sarebbe perciò la massima del continente americano. Esso è fiancheggiato dall'Illampu (6485 m), dal Chearoco (6130 m), dal Chachacomani (6100 m), dal Condoriri (6109 m) e dal Caca-Aca (6200 m) in un rapido susseguirsi di giganti granitici scintillanti di ghiacci e nevi. Nella sezione centrale della cordigliera si leva l'Illimani (6882 m) che domina la città di La Paz.

Le pianure orientali modifica

Circa i due terzi del territorio boliviano si estendono nelle basse regioni orientali: i fiumi del Río Beni e del Río Mamoré a N ed al centro, l'altopiano di Chiquitos e di Velasco al centro e a O, una parte del Chaco a S.

I bacini idrografici del medio e basso corso del Río Beni e del Río Mamoré, i due principali fiumi amazzonici appartenenti alla Bolivia, comprendono una vasta area pianeggiante estendentesi in latitudine per circa 9° fino a quasi il 19º parallelo S. A N del 16º parallelo prevalgono terreni argillosi quasi perfettamente orizzontali e spesso invasi da estese inondazioni. A S, invece, e lungo i margini delle catene montuose che orlano la pianura, i corsi d'acqua hanno depositato un'ampia coltre sabbiosa in cui i venti hanno modellato frequenti dune.

Verso O la pianura dell'alto Mamoré si eleva a formare l'altopiano di Chiquitos e di Velasco, che verso E si allarga a guisa di triangolo la cui base ha per estremi la confluenza del Río Verde con il Río Guaporé (o Itenez) a 14° N, ed il lago Cáceres a circa 19° S. La superficie dell'altopiano, molto irregolare, è coperta da materiali detritici ed alluvionali che solo qua e là lasciano emergere affioramenti di rocce metamorfiche, ed è interrotta da alcune sierras che levano le loro sommità arenacee finanche a 1200 m di altitudine. Il suolo è generalmente poco permeabile e dà luogo spesso a paludi come gli estesi Bañados del Izozog. Più a S di queste regioni, presso il confine paraguayano, si stende il Chaco boliviano, sezione settentrionale del Gran Chaco, vasta pianura alluvionale la cui superficie, spesso cosparsa di dune mobili, si abbassa gradatamente verso SE. I corsi d'acqua sono scarsi e spesso si perdono tra le sabbie o in paludi.


Idrografia modifica

L'idrografia del territorio boliviano è caratterizzata da un certo numero di bacini chiusi, privi di deflusso al mare, che danno origine talvolta a laghi di estensione notevole e più spesso a paludi dai limiti variabilissimi.

Fiumi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fiumi della Bolivia.

I più importanti fiumi boliviani fanno parte del bacino del Rio delle Amazzoni e attingono le loro acque sui versanti orientali della regione andina, formando un insieme a ventaglio confluente nel Rio Madeira, uno dei più poderosi affluenti del grande fiume brasiliano. L'unico fiume amazzonico che nasce all'interno dell'altopiano andino è il Río de La Paz, che bagna la città omonima. Scende attraverso una profonda valle che incide la Cordillera Real e viene considerato il principale ramo sorgentifero del Río Beni. Questo è il secondo fiume della Bolivia e riceve sulla sinistra, nell'ultimo tratto del suo corso, il Río Madre de Dios, terzo fiume brasiliano per importanza, ed il Río Ortón, diventando così uno dei più importanti affluenti del Rio Madeira. Gli altri grossi affluenti del Rio Madeira sono il Río Mamoré, interamente in territorio boliviano, e il Río Guaporé che nasce nel Mato Grosso e che per buona parte del suo corso costituisce il confine tra Bolivia e Brasile.

 
Il punto più settentrionale della Bolivia.

Il Mamoré, il più lungo ed importante fiume del Paese, nasce col nome di Río Grande o Guapay, sulle pendici occidentali della catena di Cochabamba e scende in un primo tempo a S per volgere poi, con un ampio arco, verso N attraversando e inondando spesso per mesi consecutivi (da dicembre a giugno) quella parte della pianura settentrionale boliviana che prende nome di Llanos de Mojos.

L'unico importante corso d'acqua che defluisce verso S nel bacino del Río de la Plata è il Río Pilcomayo che nasce nell'altopiano andino. Per un breve tratto esso forma il confine della Bolivia con l'Argentina e, per un tratto notevolmente più lungo, separa l'Argentina dal Paraguay, esaurendosi poi in un ampio bacino di evaporazione.

Laghi modifica

Il maggiore dei bacini idrografici interni è costituito dalla depressione centrale andina che accoglie i bacini lacustri del Titicaca e del Poopó. Il Titicaca è il maggior lago del Sud America (6900 km² di superficie) ed è solo in parte compreso in territorio boliviano. Raggiunge la profondità di circa 270 m e la sua superficie si trova a 3812 m sul livello del mare. Riceve le acque di numerosi torrenti, sia dal versante boliviano che da quello peruviano, ed ha un unico emissario, il Río Desaguadero, che lo collega al secondo grande lago della regione: il Poopó. Questo ha una superficie di 2800 km²; si trova circa 150 m più in basso del Titicaca e, causa la forte evaporazione cui è sottoposto, ha una salinità molto forte, pari al 16‰. La sua profondità non supera generalmente i 20 m.

A SO del Poopó si stendono il lago di Coipasa, con il salar omonimo, e l'ampio Salar de Uyuni, estesissimo bacino di evaporazione formato da paludi salmastre i cui limiti sono estremamente variabili e sfumano in ampie steppe salate.

Tra gli altri laghi, degni di nota il Lago Asiruqucha, Parququcha, Qullpaqucha, Laguna Hedionda e le cosiddette Lagune dei colori, ovvero Blanca, Celeste, Colorada e Verde.

Clima modifica

Data la sua estensione in latitudine (13° circa) e la conformazione del territorio, la Bolivia ha un clima molto vario. È da notare, però, che le conoscenze climatiche in questo Paese sono molto approssimative, in quanto esistono soltanto tre stazioni meteorologiche permanenti, tutte e tre situate nella regione andina: La Paz (3632 m), Cochabamba (2570 m) e Sucre (2850 m). A La Paz si hanno temperature medie annue intorno ai 9 °C ed escursioni termiche, pure annue, di circa 4 °C; la piovosità si aggira sui 560 mm. A Cochabamba i dati corrispondenti sono: 17 °C, 6 °C e 460 mm; a Sucre: 12 °C, 5 °C e 665 mm. In generale sull'altopiano andino si ha un clima caldo di montagna, con temperature medie annue che però non raggiungono mai i 20 °C, con valori massimi di precipitazioni (spesso nevose nelle zone più elevate) nei mesi da dicembre a marzo e siccità da maggio ad agosto. La piovosità decresce da N a S. I temporali e la grandine sono particolarmente frequenti nel triangolo compreso tra la Cordigliera orientale e la Cordigliera di Cochabamba.

Le piane del Beni e del Mamoré sono caratterizzate da clima equatoriale, con temperatura e umidità sempre elevate e piovosità uniformemente distribuita lungo tutto l'anno: piove quasi ogni giorno nelle ore pomeridiane. Procedendo verso S, sull'altopiano di Chiquitos e nel Chaco, la piovosità diminuisce sempre più e registra i valori massimi in coincidenza col passaggio del sole allo zenit. Si nota inoltre un'accentuarsi dell'escursione termica e la presenza di una vera stagione secca.

Varietà di paesaggi della Bolivia
       
La yunga
(Dipartimento di La Paz)
Deserto di Dalí
(Dipartimento di Potosí)
Foresta di Chaqueño
(Dipartimento di Santa Cruz)
Samaipata
(Dipartimento di Santa Cruz)
       
Foresta amazzonica
(Dipartimento di Cochabamba)
Altipiano di Collao
(Dipartimento di La Paz)
Isla del Pescado
(Dipartimento di Potosí)
Lago Glaciar
(Dipartimento di La Paz)

Flora e fauna modifica

Nelle regioni settentrionali ed orientali della Bolivia regna la foresta equatoriale, sempre lussureggiante e ricca delle più varie essenze, dai giganteschi alberi quali il cedro, le araucarie ed altre specie vegetali utilizzate per i loro legni pregiati, fino alle piante officinali come l'arnica e la valeriana. Numerose pure le agavi, da cui si possono ricavare fibre tessili e bevande alcooliche, le piante da caucciù, ecc.: impossibile, quasi, è stabilire il numero di specie vegetali (e le risorse che esse possono rappresentare per l'uomo) esistenti nella vasta e spesso impenetrabile foresta boliviana, che, mutando gradatamente aspetto, risale anche le valli del versante orientale delle Ande.

Nelle valli, e più precisamente nella parte inferiore di esse, la foresta assume l'aspetto di una ricca foresta tropicale le cui caratteristiche sono però variabili con l'altitudine: sono queste le yungas in cui allignano il banano, il cacao, la canna da zucchero, il cotone, la coca, ecc. Ancora più a monte, la flora locale, sempre ricca di specie, è intercalata da colture varie, alcune delle quali non propriamente indigene, come i cereali e gli alberi da frutto, e altre originarie del luogo come la coca e le patate dolci. Tale tratto, il più elevato delle valli andine, prende propriamente il nome di valles. Sull'altopiano, all'infuori delle zone adiacenti ai grandi laghi, che mitigano un poco i rigori del clima, domina la puna, vera e propria steppa con rada vegetazione costituita prevalentemente da graminacee, come la Jarava ichu, e da cactacee.

Sui bassipiani orientali, procedendo verso S, la foresta pluviale lascia gradatamente il passo alla caatinga ed ai campos. La caatinga è una foresta tropicale a ritmo vegetativo stagionale: nella stagione delle piogge la vegetazione è lussureggiante, in quella arida le erbe disseccano e le essenze arboree perdono il loro manto verde riducendo al minimo le loro funzioni vitali. I campos sono associazioni vegetali simili alla savana, vaste distese coperte da alte erbe tra cui spiccano qua e là gruppi di alberi d'alto fusto. Nei campos il rapporto erbe-alberi può essere però molto diverso da luogo a luogo, tanto che vengono distinti i campos limpios, nei quali le essenze arboree sono pressoché assenti, ed i campos cerrados, in cui gli alberi dominano fino a formare delle fitte boscaglie.

La fauna è ripartita in due distretti essenzialmente diversi. Il primo è rappresentato dall'altopiano, relativamente povero di specie e di individui. Gli animali più tipici sono qui due camelidi, il lama (Lama glama) e l'alpaca (Vicugna pacos) che vengono anche allevati in gran numero. Fra i più rappresentativi animali della regione si possono ancora annoverare l'orso dagli occhiali, il chinchilla e il condor. Ben più varia e ricca è invece la fauna delle piane orientali, dove sono numerosissimi gli anfibi, i rettili e gli uccelli, e ben rappresentati sono pure i mammiferi, tra i quali ricorderemo giaguari, pecari, istrici, formichieri e lepri.

Note modifica

  1. ^ (EN) CIA The World Factbook. Bolivia, su cia.gov. URL consultato il 30 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2018).

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