La morte di Danton

La morte di Danton è un dramma in quattro atti di Georg Büchner, dal titolo originale di Dantons Tod, scritto tra il gennaio e il febbraio 1835. Fu pubblicato nello stesso anno col sottotitolo Dramatische Bilder aus Frankreichs Schreckensherrschaft (Immagini drammatiche del Terrore in Francia).

La morte di Danton
Opera teatrale
AutoreGeorg Büchner
Titolo originaleDantons Tod
Lingua originaleTedesco
GenereDramma
Composto nel1835
Prima assoluta5 gennaio 1902
Belle-Alliance, Berlino
Prima rappresentazione italiana10 giugno 1927
Politeama Nazionale, Firenze
Personaggi
  • Georges Danton
  • Legendre
  • Camille Desmoulins
  • Hérault-Séchelles
  • Lacroix
  • Philippeau
  • Fabre d'Èglantine
  • Mercier
  • Thomas Payne
  • Robespierre
  • Saint-Just
  • Barère
  • Chaumette
  • Dillon
  • Fouquier-Tinville
  • Hermann
  • Dumas
  • Paris
  • Simon
  • Collot d'Herbois
  • Billaud-Varennes
  • Laflotte
  • Julie
  • Lucile
  • Rosalie
  • Adelaide
  • Marion
 

La prima rappresentazione dell'opera ebbe luogo solamente il 5 gennaio 1902 nel teatro Belle-Alliance di Berlino, prodotto dalla Vereins Neue Freie Volksbühne, perché fu a lungo considerata non rappresentabile. Infatti,

benché il dramma sia intitolato alla vittima, è verosimile che Büchner tifasse per i carnefici, essendo in fuga dalla patria proprio per le sue idee giacobine[1].

Il giusto valore del dramma, come quello di altre sue opere, fu riconosciuto soltanto nell'età del Naturalismo.

Trama modifica

Atto Primo modifica

Nel primo atto di questo dramma storico sono presentati tre gruppi di rivoluzionari, i partigiani di Georges Jacques Danton, i seguaci di Maximilien de Robespierre e il popolo, che hanno in comune di non essere d'accordo con l'evoluzione della Rivoluzione francese. I due rivoluzionari hanno punti di vista differenti sulla prosecuzione della rivolta. I partigiani di Danton auspicano la fine delle misure di Robespierre, che hanno già fatto soffrire molto il popolo. Essi non trovano nella Rivoluzione la risposta alle questioni materiali e morali poste dagli esseri umani. Un cittadino deplora che sua figlia debba prostituirsi per sopperire alle necessità famigliari. Danton accetta di incontrare Robespierre come proposto dai suoi amici. Ma l'incontro è infruttuoso. Robespierre sceglie allora la morte di Danton, ma dubita ancora della giustezza della decisione.

Atto Secondo modifica

Gli amici di Danton lo spingono ad agire o almeno a fuggire i partigiani di Robespierre. Ma Danton non ne vede la necessità e non crede che la Convenzione oserà prendere misure contro di lui. Danton confida alla moglie Julie i propri rimorsi per la responsabilità nei massacri di settembre. Viene imprigionato e condotto davanti all'Assemblea Nazionale: essa è divisa e mentre all'inizio parteggia per lui, i discorsi infiammati di Robespierre e di Saint-Just ribaltano la situazione.

Atto Terzo modifica

I prigionieri discutono sull'esistenza di Dio (il tentativo di provare l'inesistenza di Dio fallisce) e sulla vita. I seguaci di Danton sono trasferiti alla Conciergerie. Nel frattempo il tribunale si impegna a comporre una giuria di uomini a lui fedeli. Danton si presenta davanti al tribunale con una sicurezza e una dichiarata volontà di giustizia che impressionano il pubblico. A causa dei segni di simpatia da parte degli spettatori, l'udienza è sospesa. I membri del tribunale inventano un complotto per convincere il pubblico. Durante la seconda seduta del processo il favore del popolo verso Danton cessa a causa del suo stile di vita.

Il programma liberale di Danton si rivela inaccettabile per le masse.

Atto Quarto modifica

Danton e i suoi partigiani sono condannati a morte. Danton e il suo amico Camille Desmoulins scambiano opinioni sulla vita e sulla morte. Julie, la moglie di Danton al quale aveva promesso fedeltà anche oltre la morte, si avvelena. Il popolo si mostra curioso e ironico sul cammino verso il patibolo. Quando Lucile Desmoulins vede suo marito salire sul palco della ghigliottina, diviene folle e decide di morire anch'essa. Grida: «Viva il Re!», causando la propria condanna a morte.

Le fonti dell'opera modifica

Per scrivere la sua prima opera teatrale, Büchner si ispirò principalmente a due testi: la monumentale Unsere Zeit oder geschichtliche Übersicht der merkwürdigsten Ereignisse von 1789-1830 (Il nostro tempo, profilo storico degli eventi storici più significativi tra il 1789 e il 1830) di Johann Conrad Friederich, apparsa in 140 quaderni e poi in trenta volumi, a Stoccarda, tra il 1826 e il 1830, e l'Histoire de la Révolution française (Storia della rivoluzione francese) di Adolphe Thiers. Rimane invece aperto il dibattito, tra gli studiosi, circa l'utilizzo o meno dell'Histoire de la Révolution française de 1789 jusqu'en 1814 (Storia della rivoluzione francese dal 1789 al 1814), licenziata da François Mignet a Parigi in due volumi nel 1824.[2]

Edizioni italiane modifica

  • La morte di Danton, traduzione di Alberto Spaini, introduzione di Paolo Grassi, Collana Teatro n.4, Milano, Rosa e Ballo Editori, 1944.
  • La morte di Danton, Woyzeck e gli altri scritti, BUR, Milano, Rizzoli, 1955.
  • in Teatro, traduzione di e cura di Giorgio Dolfini, Collana Numeri Rossi, Milano, Adelphi, 1966.
  • La morte di Danton, traduzione di Luciano Codignola, Collezione di Teatro n.11, Roma, Edizioni Gli Associati, 1976.
  • Morte di Danton, traduzione di Anita Raja, Collezione di teatro n.441, Torino, Einaudi, 2016, ISBN 978-88-06-22979-5.
  • La morte di Danton film Rai del 1972 con Gastone Moschin nel ruolo di Danton e Mariano Rigillo in quello di Robespierre.

Note modifica

  1. ^ Camilla Tagliabue, «La morte è di Danton. Ma è meglio stare con Robespierre», giovedì 18 febbraio 2016, p.19, «Il Fatto Quotidiano»
  2. ^ M. Cadot, Présentation, in G. Büchner, La mort de Danton, Léonce et Lena, Woyzeck, Lenz, Paris, Flammarion, 1997, pp. 13-14

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Collegamenti esterni modifica

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