Regina bianca (JE 31413)

scultura raffigurante una regina egizia

Statua della regina bianca (JE 31413) è il soprannome di una scultura raffigurante una regina - la cui identità è dibattuta - del faraone Ramses II (12791213 a.C.)[1]: la parte finale delle iscrizioni sul pilastro dorsale, con il nome e titoli principali della donna raffigurata, è andata perduta. Comunque, il copricapo circolare con i cobra sormontati da piccoli disco solari (che originariamente sosteneva due piume e un altro disco solare) e i due cobra sulla fronte (le dee Nekhbet e Uadjet) ne definiscono chiaramente il rango di regina[2]. A causa di una certa somiglianza con un colosso (dieci volte più grande di questa statua[3]), scoperto ad Akhmim nel 1981[4], di Meritamon, una della figlie dello stesso Ramses II e della Grande sposa reale Nefertari, che divenne una sposa reale alla morte della madre. La donna ritratta, giovane e con un leggero sorriso, indossa una parrucca tripartita fermata da una doppia banda che sostiene l'ureo, grossi orecchini sferici e un ampio pettorale, le cui perline sono a forma di geroglifico nefer, che significa "bello"; nella mano sinistra, appoggiata al seno destro, impugna una collana dal contrappeso a forma di dea Hathor, che permette di identificarla anche come sacerdotessa[2]; i suoi capezzoli sono coperti da piccole rosette. Fra i titoli preservatisi sul retro del reperto, compare la dicitura[4]:

Regina bianca (JE 31413)
Statua della regina Meritamon
Autoresconosciuto
Datametà del XIII secolo a.C.
Materialecalcare dipinto
Dimensioni75×44×44 cm
UbicazioneMuseo egizio del Cairo (JE 31413)

«Suonatrice del sistro di Mut e del menat di Hathor, danzatrice di Hathor.[3]»

I colori della statua sono in uno stato di conservazione più che discreto[3]. Fu rinvenuta a Tebe, nella "Cappella della Regina Bianca" del Ramesseum[4], dall'archeologo britannico Flinders Petrie nel 1896[3].

Note modifica

  1. ^ Frammento superiore di una statua di Merytamon - 20831, su araldodeluca.info. URL consultato il 7 aprile 2017.
  2. ^ a b Jaromìr Màlek, Egitto. 4000 anni di arte, Phaidon (2003) ISBN 0-7148-9761-2. p. 245.
  3. ^ a b c d Official Catalogue of the Egyptian Museum - Cairo, Verlag Philip von Zabern (ed.), Mainz (1987), reperto n°208.
  4. ^ a b c Princess Meritamun, "the White Queen", su ancient-egypt.co.uk. URL consultato il 1º febbraio 2017.