Nefertari

regina egizia, moglie di Ramses II
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Nefertari (anche Nefertari Meritmut) (Akhmim, 1295 a.C.Abu Simbel, febbraio 1255 a.C.[2]) è stata una regina egizia.

Nefertari
Immagine di Nefertari dalla sua tomba
Regina consorte d'Egitto
Grande sposa reale
In caricaca. 1279 a.C. –
ca. 1255 a.C.
PredecessoreTuia
(Grande sposa reale di Seti I)
SuccessoreIsinofret II
(Grande sposa reale di Merenptah)
Nome completoNefertari Meritmut
NascitaAkhmim, ca. 1295 a.C.
MorteAbu Simbel, febbraio 1255 a.C.[1]
Luogo di sepolturaTomba QV66 nella Valle delle Regine
DinastiaXIX dinastia
PadreDuat
MadreTia
ConsorteRamses II
FigliAmonherkhepshef, Pareheruenemef, Meriatum, Meryre, Meritamon, Henuttaui

Incerti: Baketmut, Nefertari II, Nebettaui (vedi Figli di Ramses II

ReligioneReligione egizia
Nefertari sulla facciata del Tempio minore di Abu Simbel

Fu "grande sposa reale" di Ramses II detto il Grande, faraone della XIX dinastia[3]. È una delle regine meglio conosciute della storia egizia, nonché una delle più potenti, con un'influenza comparabile a quella di Ahmose Nefertari[4], Hatshepsut, Tiy[5], Nefertiti e Cleopatra VII, pur non avendo regnato in modo autonomo[6]. È anche nota l'istruzione eccezionale che le fu impartita: era in grado sia di leggere sia di scrivere, abilità piuttosto rara per l'epoca. Mise le sue conoscenze a servizio della diplomazia, mantenendo una corrispondenza con gli altri sovrani del suo tempo[7].

La sua raffinatissima tomba, classificata come QV66, è tra le più grandi e spettacolari della Valle delle Regine[8][9]. Inoltre Ramses fece costruire un tempio per lei nel complesso monumentale di Abu Simbel, il cosiddetto "Tempio minore"[10][11].

Il suo nome, in geroglifici, è scritto:

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nfrt iry mryt n mwt - (Neferetiry Meritenmut), che significa Bella Compagna, Amata da Mut[12].

Titoli modifica

Nefertari poté fregiarsi di numerosi titoli, fra cui: "grande di lodi", "dolce d'amore", "signora di grazia", "grande sposa reale", "grande sposa del re-sua amata", "signora delle Due Terre", "signora di Tutte le Terre", "sposa del Forte toro", "sposa del dio", "padrona dell'Alto e Basso Egitto"[13][14]. Inoltre Ramesse la chiamò "Colei per cui il Sole risplende", "il Sole sorgeva per lei".

Famiglia modifica

Le origini di Nefertari sono sconosciute benché sia molto probabile che appartenesse, per nascita, all'aristocrazia. Presumibilmente fu una discendente del faraone Ay[3], come ci indica un pomello con iscritto il nome del faraone ritrovato nella tomba della regina. I numerosi decenni intercorsi tra il regno di Ay e quello di Ramesse portano a escludere decisamente che Nefertari potesse essere figlia dell'anziano faraone Ay (morto nel 1319 a.C.[15]) ma, semmai, una nipote o bisnipote[16]. Probabilmente nacque nella città di Akhmim, come testimoniano diverse statue. Il fratello Amonmose ricoprì la carica di sindaco di Tebe.

Nefertari andò in moglie a Ramesse e gli diede figli prima che lui ascendesse al trono (1279 a.C.)[17]. Generò almeno quattro principi e due principesse. Amonherkhepshef, il primogenito, fu principe ereditario e comandante delle truppe. Pareheruenemef servì nell'esercito di suo padre. Il principe Meriatum divenne sommo sacerdote di Ra a Eliopoli[18]. Il principe Meryre, quarto maschio, è menzionato sulla facciata del "Tempio minore" di Abu Simbel. Anche le due principesse Meritamon e Henuttaui, figlie di Nefertari, compaiono sulla facciata del tempio[19].

Altre tre principesse, di nome Baketmut[20], Nefertari (II)[21] e Nebettaui[22], sono ritenute possibilmente figlie di Nefertari, per via della loro presenza sulla facciata del Tempio di Abu Simbel, benché non esistano altre prove concrete.

Biografia modifica

Nefertari fu la più importante delle spose di Ramesse II e per più di venti anni fu una delle figure preminenti della politica egizia. Dopo il 20º anno di regno del sovrano (circa 1260 a.C.) la sua influenza diminuì a tal punto che alcune sue immagini che la raffiguravano insieme al sovrano furono cancellate. Dal matrimonio con Ramesse II nacquero almeno due femmine e quattro maschi ma nessuno di questi sopravvisse al padre tanto da ereditarne il trono.

Nefertari morì nel 25º anno di regno di Ramesse, all'età di circa 40 anni, probabilmente ad Abu Simbel e fu seppellita in QV66 nella Valle delle Regine. Il suo posto come "grande sposa reale" fu preso da Isinofret, madre di Merenptah.

Status sociale modifica

Nefertari fu, insieme alla regina Tiy, la sola grande sposa reale a essere deificata in vita. Ad Abu Simbel, a fianco del suo imponente tempio, Ramesse II fece erigere anche un piccolo tempio dedicato a Hathor e Nefertari.

Il suo altissimo status è confermato dalle pitture che la rappresentano della stessa grandezza del sovrano.

Negli scavi di Ḫattuša, la capitale ittita, sono state rinvenute copie delle lettere, scritte in alfabeto cuneiforme, riportanti la corrispondenza tra Nefertari e la regina Puduheba, moglie del sovrano ittita Hattušili III. Nelle lettere la regina egizia ha il ruolo di elemento di pacificazione tra i due regni.

Un altro indice di rilevanza sociale è rappresentato dagli appellativi con i quali venne denominata la regina: "signora di grazia", "dolce d'amore", "colei per cui splende il sole"[23]. Ancora più importante è il titolo di "sovrana di tutte le terre", esatto analogo femminile dell'appellativo "sovrano di tutte le terre" riservato al faraone, che non compare normalmente nella titolatura delle regine.[8]

I figli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Figli di Ramses II.

Il grande numero di figli di Ramses II rende talvolta difficile associare con sicurezza questi con le relative madri quindi l'elenco seguente è da ritenersi probabile ma incerto e non esaustivo.

La tomba QV66 nella Valle delle Regine modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: QV66.
 
Raffigurazione di Nefertari su una parete della sua tomba, nella Valle delle Regine

Il ciclo pittorico che decora la tomba ipogea QV66 di Nefertari, di ben 520 metri quadrati, è uno dei più completi e significativi del Nuovo Regno, oltre a uno dei massimi traguardi artistici del lungo regno di Ramesse II[28]. L'intero programma iconografico si concentra sul viaggio della regina defunta nell'aldilà: Nefertari compare al cospetto di numerose divinità o è da esse condotta per mano fino al culmine del ciclo pittorico, costituito dalla trasformazione della regina nella mummia di Osiride, sorretta dalle dee Iside e Neith[29]. Essa fu scoperta dall'egittologo italiano Ernesto Schiaparelli; purtroppo fu trovata aperta e deturpata dalle infiltrazioni, inoltre saccheggiata di quasi tutti gli arredi. Schiapparelli trovò solo alcune parti (le gambe) di una mummia femminile, quasi sicuramente quella di Nefertari, oltre a vari materiali provenienti dal processo di mummificazione[6]. La tomba è collocata nel versante settentrionale della Valle delle Regine e presenta una pianta molto articolata. All'interno della tomba furono ritrovati resti del sarcofago in granito rosa e pochi pezzi del corredo funerario: 34 ushabti, un frammento di bracciale d'oro, amuleti, cofanetti di legno dipinti e un paio di semplici sandali in fibra di palma intrecciata[6].

Restauro modifica

La tomba venne chiusa negli anni cinquanta del XX secolo a causa dei gravi danni causati dalle infiltrazioni d'acqua e dai cristalli di cloruro di sodio filtrati dal calcare poroso e insinuatisi fra i blocchi di pietra e lo strato di intonaco, che distaccavano le pitture[30]. Solo nel 1986, con l'intervento del Getty Conservation Institute e dell'Egyptian Antiquities Organisation, fu fatto un primo intervento di emergenza sul 20% della tomba. Il restauro più importante durò dal 1988 al 1992[31] e la tomba fu riaperta al pubblico nel 1995 con severe restrizioni.[30]. Nel 2003 si decise di mantenerla definitivamente chiusa al pubblico, a causa della fragilità dell'apparato decorativo[28] Per decisione delle autorità egiziane nel nel 2014 venne realizzata per i turisti una copia esatta della tomba, visitabile nella Necropoli di Tebe, costata 700 000 euro.

I resti a Torino modifica

Nel 2016 un'équipe di archeologi internazionali annuncia di aver individuato, con alto grado di probabilità, alcuni resti mummificati delle gambe della regina presso il Museo Egizio di Torino.[32]

Nelle opere moderne modifica

 
Anne Baxter interpreta Nefertari nel filmI dieci comandamenti di Cecil B. DeMille

Note modifica

  1. ^ Kitchen (1994), p. 141.
  2. ^ Kenneth A. Kitchen, Il Faraone trionfante, Laterza, Bari (1994). pp. 141-2.
  3. ^ a b Dodson, Aidan and Hilton, Dyan. The Complete Royal Families of Ancient Egypt. Thames & Hudson. 2004. ISBN 0-500-05128-3. pp.167, 172-3.
  4. ^ Graciela Gestoso Singer, Ahmose Nefertari, the Woman in Black, University & Heritage - UNESCO World Heritage Centre.
  5. ^ Tyldesley, Joyce, Chronicle of the Queens of Egypt, p. 118.
  6. ^ a b c Nefertari - QV66 (pp.1-6), su osirisnet.net.
  7. ^ Christian Jacq, Le donne dei faraoni, pp.120-121, Mondadori, Milano, 2007, ISBN 9788804481003.
  8. ^ a b Christian Leblanc, Alberto Siliotti, Nefertari e la Valle delle Regine, Firenze, Giunti, 1993. ISBN 978-88-09-21254-1.
  9. ^ Mohamed Nasr, Mario Tosi, La tomba di Nefertari, Bonechi, 1997. ISBN 978-88-8029-753-6.
  10. ^ Louis A. Christophe, Abu Simbel, Einaudi, Torino 1970.
  11. ^ Jacq (2007), pp.122-3.
  12. ^ Queen Nefertari, su ancient-egypt-online.com.
  13. ^ Queen Nefertari, su mathstat.slu.edu.
  14. ^ Grajetzki, Ancient Egyptian Queens: A Hieroglyphic Dictionary, Golden House Publications, London, 2005, ISBN 978-0-9547218-9-3.
  15. ^ Erik Hornung, Ancient Egyptian Chronology, Krauss & Warburton editors (2006) p. 493.
  16. ^ Tyldesley, Joyce. Chronicle of the Queens of Egypt. Thames & Hudson. 2006. ISBN 0-500-05145-3.
  17. ^ Kitchen (1994), pp.60.
  18. ^ a b Kitchen (1994), pp.143-5.
  19. ^ a b Dodson & Hilton, pp.167-8.
  20. ^ a b Tyldesley, Joyce. Ramesses: Egypt's Greatest Pharaoh. Penguin. 2001. ISBN 0-14-028097-9. pp.105, 145, 151.
  21. ^ a b Joyce (2001), pp.105, 151-2.
  22. ^ a b Joyce (2001), pp.105, 134, 138, 145, 150.
  23. ^ "Il restauro della tomba di Nefertari", di Neville Agnew & Shin Maekawa, pubbl. su Le Scienze, num.384, agosto 2000, pag.73-77
  24. ^ Joyce (2001), pp.105, 148, 151, 160, 162.
  25. ^ Joyce (2001), p.136.
  26. ^ Joyce (2001), pp.149, 160.
  27. ^ Joyce (2001), pp.105, 134, 138, 145, 150
  28. ^ a b Barbara Mertz, Temples, Tombs & Hieroglyphs, Harper, 2009. p.256.
  29. ^ cur. Regine Schulz & Matthias Seidel, Egitto: la terra dei faraoni, Gribaudo/Könemann (2004) p.247.
  30. ^ a b cur. Regine Schulz & Matthias Seidel, Egitto: la terra dei faraoni, Gribaudo/Könemann (2004) pp.503-4.
  31. ^ Tomb of Nefertari (1986-1992), su getty.edu.
  32. ^ Torino, scoperta la mummia della regina Nefertari al Museo Egizio

Bibliografia modifica

  • Christian Leblanc, Alberto Siliotti, Nefertari e la Valle delle Regine, Firenze, Giunti, 1993
  • Anna Maria Donadoni Roveri, Alessandro Roccati, Enrica Leospo, Nefertari. Regina d'Egitto, La Rosa Editrice, 1999
  • Mohamed Nasr, Mario Tosi, La tomba di Nefertari, Firenze, Bonechi, 2004
  • Elvira D'Amicone, Nefer: la donna dell'Antico Egitto, Federico Motta Editore, Milano, 2007, ISBN 9788871795393
  • Habicht ME, Bianucci R, Buckley SA, Fletcher J, Bouwman AS, Öhrström LM, et al. (2016) Queen Nefertari, the Royal Spouse of Pharaoh Ramses II: A Multidisciplinary Investigation of the Mummified Remains Found in Her Tomb (QV66). PLoS ONE 11(11): e0166571. doi:10.1371/journal.pone.0166571

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