Stanisław Przybyszewski

scrittore e giornalista polacco

Stanisław Przybyszewski (Łochów, 7 maggio 1868Jaronty, 23 novembre 1927) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta polacco associato al movimento letterario del simbolismo.

Stanisław Przybyszewski, 1902

Biografia

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Stanisław Przybyszewski fece il ginnasio a Toruń e si diplomò nel 1889. A Berlino si iscrisse alla facoltà di architettura, poi a medicina e a psicologia. Affascinato dagli scritti di Friedrich Nietzsche e dal satanismo, elaborò la teoria dell'anima nuda, cioè non legata né alla morale né alle tradizioni e visse una vita da bohémien. Nel 1892 iniziò a pubblicare sul foglio socialista polacco di Berlino, Gazeta Robotnicza. Viaggiò in Francia, in Norvegia e in Italia e pubblicò in tedesco drammi, saggi di psicologia, romanzi.[1]

Considerato come un modello per i modernisti e adulato dai decadentisti, diventati di moda anche in Scandinavia e in Germania, divenne noto in particolare come interprete di Chopin, che eseguiva al piano, esibendosi alla taverna "Petit Cochon Noir" di Berlino (Zum schwarzen Ferkel), luogo d'incontro per scrittori e per artisti, come August Strindberg ed Edvard Munch. Strindberg, in "L'abbaye" (1898) scrisse di lui:[2]

«Improvvisava su temi noti, in grande stile e dominando il pubblico, tanto che ogni resistenza era vana. Non era più musica e si dimenticava il pianoforte: era una tempesta, una goccia d'acqua, una burrasca che rovesciavano gli animi come guanti e che risollevavano quanto c'era ancora di positivo, fertilizzabile. Grazie a questa maniera di mescolare i motivi, tutto diventava concerto, dove le differenti voci erano quelle di Beethoven, Mozart, Wagner, Chopin.»

«A. Strindberg, L'abbaye, "Mercure de France", 1965, p. 25.»

Tornò in Polonia e riscrisse e ripubblicò in polacco le opere, scritte in tedesco, che gli avevano dato la notorietà: Messa dei morti, Requiem aeternam, Virgilien, Sul mare, un capolavoro di prosa poetica. Per il teatro compose Danza dell'amore e della morte, Per la felicità, La madre e Neve, considerato il suo capolavoro, un'opera teatrale audace e innovativa.[1]

Travagliato, libertino e morfinomane, si confessò così nelle sue Memorie: Ho sempre amato i pazzi, gli alienati, gli psicopatici, i degenerati, i falliti, gli anormali, i malati, coloro che cercano la morte e che la morte evita, in una parola i figli poveri e diseredati di Satana e costoro, a loro volta, mi hanno amato.

 
Dagny Juel col figlio Zenon

Ultimi anni

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Da Martha Foerder ebbe due figli, prima del matrimonio con Dagny Juel, e un figlio dopo il matrimonio. Martha morì per intossicazione da monossido di carbonio, nel 1896 e Stanislaw fu arrestato, ma poi rilasciato. I suoi figli finirono in orfanotrofio.

Nel 1898 traslocò a Cracovia, dove si impose come leader di un gruppo di artisti rivoluzionari che si riconoscevano nella rivista culturale Życie, diretta da Przybyszewski stesso. Dagny Juel fu assassinata da un ufficiale russo, innamorato di lei (Tbilisi, 1901). Stanisław era allora già legato alla pittrice impressionista Aniela Pająk, da cui ebbe Stanisława Przybyszewska, che è stata scrittrice. Sposò in seconde nozze Jadwiga, nel 1905. Si occupò della figlia Stanisława Przybyszewska - quando costei divenne orfana di madre - iniziandola tuttavia ai paradisi artificiali. Stanislaw, alcolizzato e drogato, lasciò poi la figlia e se ne andò a vivere a Danzica.

Traduzioni in italiano

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  • La psicologia dell'individuo, traduzione e prefazione di Camilla Conigliani, Lanciano, R. Carabba, 1892, 1920 e 1923.
  • Il vello d'oro: dramma in 3 atti, unica traduzione autorizzata di Cesare Castelli, Milano, E. Voghera, 1907.
  • De profundis & Vigilie, traduzione di S. Sacurdaef, Lanciano, G. Carabba, 1916.
  • Il giudizio: romanzo, tradotto dal testo originale da Ettore Lo Gatto, Napoli, L'editrice Italiana, 1919.
  • Per la felicità: dramma in tre atti, prima traduzione italiana dall'originale polacco di Leonardo Kociemski, Milano, R. Caddeo, 1921
  • Offerta al sole; Notti chiare; Al mare: o Epipsychidion, traduzione di Giacomo Prampolini, Milano, Modernissima, 1923.
  • Neve: dramma in quattro atti, unica traduzione autorizzata di Cesare Castelli, Milano, Sonzogno, 1924.
  • L' androgine, traduzione di G. Prampolini, Lanciano, G. Carabba, 1926.
  • Homo sapiens: romanzo, traduzione di Nina Romanowski, Milano, Bietti, 1932.
  1. ^ a b Dizionario Letterario Bompiani,  p. 239.
  2. ^ Il improvisait sur des thèmes connus, mais seulement dans le grand style et il dominait à tel point ses auditeurs que toute résistance était vaine. Ce n'était plus de la musique et on oubliait le piano; mais la tempête, une chute d'eau, un orage qui retournait les âmes comme des gants et qui relevait ce qui était encore positif, fertilisable. Et grâce à sa façon de mêler les motifs, le tout devint comme un grand concert, où les différentes voix étaient tenues par Beethoven, Mozart, Wagner, Chopin.

Bibliografia

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  • Marina Bersano Begey, Przybyszewski, Stanisław, in Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Valentino Bompiani editore, 1957, p. 239, SBN IT\ICCU\PAL\0199718.
  • (DE) George Klim, Stanislaw Przybyszewski: Leben, Werk und Weltanschauung im Rahmen der deutschen Literatur der Jahrhundertwende: Biographie, Igel, Paderborn, 1992.
  • (DE) Gabriela Matuszek (a cura di), Über Stanislaw Przybyszewski: Rezensionen, Erinnerungen, Porträts, Studien 1892-1995: Rezeptionsdokumente aus 100 Jahren, Igel, Paderborn, 1995.

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