Stefano Arcellazzi

giurista e magistrato italiano

Stefano Arcellazzi (Canzo, 176827 aprile 1835) è stato un giurista e magistrato italiano, ricordato anche come studioso, filantropo e teorico dell'equitazione.

Copertina del trattato sul codice penale austriaco

Biografia modifica

Nacque a Canzo in Brianza nell'anno 1768 da "genitori di onesta fortuna" secondo quanto riporta Cesare Cantù[1]. Laureatosi in legge divenne giudice a Lecco e a Modena sotto il Regno d'Italia, quindi a Casalmaggiore e concluse la sua carriera di magistrato come consigliere pretore in Varese sotto il governo austriaco[2],[3].

Durante il decennio napoleonico svolse anche l'attività di notaio a Canzo, l'archivio degli atti di questa sua attività è conservato presso l'Archivio di Stato di Como[4].

È ricordato come giurista e studioso per la pubblicazione dei suoi Commenti al codice penale austriaco che diedero molti chiarimenti su questa difficile materia coadiuvato dal collega ed amico avv. Antonio Gaudiosi. Questo trattato è ancor oggi utilizzato per studiare il funzionamento della giustizia austriaca del tempo e comprendere il ruolo del giudice e dell'avvocato al tempo[5]

Fra le sue opere si ricorda la raccolta di lettere, da lui dedicate al suo figlio Celestino, scritte con intento pedagogico moralista, a prefiggere una norma di comportamento nelle diverse vicende della vita sociale, ma che coprono vari argomenti spaziando da annotazioni sul gioco a soggetti di interesse locale come le epistole su Canzo, le miniere d'Idria, Fiumelatte, il caffè di Desio, la cerimonia dell'Intierro e pubblicate nel 1817 e giudicate da un commentatore del tempo come "fatte per andar con profitto e con gradimento nelle mani di ognuno, e specialmente de'giovanetti a cui son destinate, e concordiamo coll'editore ove dice, non sapere se altra operetta di simil genere possa ottenere il difficile intento d'istruire e dilettare con egual buon successo"[6].

Abile in più di un'arte cavalleresca, scrisse un saggio al tempo molto noto sull'arte di educare ed ammaestrare i cavalli[2][7]in cui definiva "La Cavallerizza, ossia Maneggio" come "l'arte di ammaestrare l'uomo ad ammaestrare i cavalli ad uso di cavalcare, ed a servirsi degli ammaestrati".

Mori' nell'aprile del 1835 a causa della gangrena conseguente a un'ulcera della gamba[2].

Note modifica

  1. ^ vedi Capitolo LVII - Uomini Illustri Recenti E Contemporanei. in C. Cantu, Le Vicende Della Brianza
  2. ^ a b c vedi lemma a firma Michele Sartorio a pag 304 in De Tipaldo
  3. ^ vedi pag 504 in Almanacco imperiale reale per le provincie del Regno Lombardo-Veneto soggetto al governo di Milano per l'anno 1825, Milano, Imp. R. Stamperia
  4. ^ Archivio di Stato di Como, su decennionapoleonico.it. URL consultato l'8 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ Si veda i riferimenti all'opera in Loredana Garlati, Quando il diritto si fa giustizia: il ruolo del magistrato penale nel Regno Lombardo-Veneto, Acta Histriae, 17 • 2009 • 3 online[collegamento interrotto]
  6. ^ vedi pp 41-45 Lo spettatore italiano ovvero mescolanze di poesia, di filosofia, di novelle, di letteratura, di teatro, di belle arti e di bibliografia. Tomo ottavo, Milano Presso Gli Editori A. F. Stella E Comp. 1817
  7. ^ vedi pag. 81 in Frederick Henry Huth, Works on Horses and Equitation: A Bibliographical Record of Hippology,Georg Olms Verlag, 1887

Bibliografia modifica

  • Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo 18., e de' contemporanei compilata da letterati italiani di ogni provincia e pubblicata per cura del professore Emilio De Tipaldo, Volume Terzo, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1836

Opere modifica

  • Lettere di Stefano Arcellazzi a suo figlio Celestino, 208 pp, Milano, Carlo Dova, 1817
  • Osservazioni teoretiche di Stefano Arcellazzi al codice penale universale austriaco. Parte prima. Sezione prima. Dei delitti e delle pene, coll'applicazione delle leggi romane ed indicazione delle notificazioni e delle circolari al medesimo relative., Casalmaggiore, Pe' Fratelli Bizzarri, 1822, Codice SBN MILE005633 testo digitalizzato online
  • Lezioni di cavallerizza dedicate all'ombra del conte Gaetano Battaglia., 201 pp., Modena, per G. Vincenzi e c., 1813

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