Tareq Aziz

politico e diplomatico iracheno
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Tāreq ʿAzīz o Tāriq ʿAzīz, pseudonimo di Mikhail Yuhanna (in arabo: طارق عزيز, in siriaco: ܜܪܩ ܥܙܝܙ) (Tel Keppe, 28 aprile 1936Nassiriya, 5 giugno 2015) è stato un politico e diplomatico iracheno.

Tāreq ʿAzīz
طارق عزيز

Vice-primo ministro dell'Iraq
Durata mandato16 luglio 1979 –
9 aprile 2003
Capo del governoSaddam Hussein
Sa'dun Hammadi
Muhammad Hamza al-Zubaydi
Aḥmad Ḥusayn Khudayir al-Sāmarrāʾī
Saddam Hussein

Ministro degli affari esteri dell'Iraq
Durata mandato11 novembre 1983 –
19 dicembre 1991
Capo del governoSaddam Hussein
Sa'dun Hammadi
Muhammad Hamza al-Zubaydi
PredecessoreSa'dun Hammadi
SuccessoreMuhammad Sa'id al-Sahhaf

Dati generali
Partito politicoPartito Ba'th
(fino al 1966)

Partito Ba'th (fazione irachena)
(1966-2003)
UniversitàUniversità di Baghdad

Biografia

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Gli incarichi durante il governo di Saddam Hussein

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Ronald Reagan con ʿAzīz (1984)

Tāreq ʿAzīz, nato da famiglia di fede cattolica caldea, è stato ministro degli esteri (1983-1991) e vice-primo ministro (1979-2003) dell'Iraq sotto il governo dittatoriale di Saddam Hussein, di cui ʿAzīz è stato anche consigliere per molti anni. Pur essendo Saddām Hussein sia Presidente sia Primo ministro dell'Iraq, ʿAzīz spesso ricoprì il ruolo di capo del governo de facto. Per ragioni di sicurezza, infatti, raramente Saddām Hussein lasciava il territorio iracheno e di conseguenza ʿAzīz rappresentava il paese al suo posto nei summit diplomatici.

Detenzione e processi

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È stato il 25º e, prima, il 43º fra i 55 uomini più ricercati dalla coalizione durante l'invasione dell'Iraq, fino ad arrendersi, il 24 aprile del 2003, benché avesse in precedenza detto che avrebbe preferito morire piuttosto che cadere nelle mani degli invasori. Non è certo dove sia stato detenuto, ma secondo PeaceReporter[1] si sarebbe trovato nella prigione di Camp Cropper, vicino a Baghdad. È stato accusato di aver preso parte alla decisione di uccidere 42 persone da parte di un blitz della polizia irachena avvenuto nel 1999, questione conosciuta anche con il nome de "i fatti della preghiera del venerdì"[2].

La sua odissea giudiziaria ha vissuto fasi altalenanti: il 2 marzo 2009 è stato assolto dalle accuse mosse nei suoi confronti e liberato[2], ma pochi giorni dopo venne ritenuto colpevole di crimini contro l'umanità e condannato a 15 anni di carcere[3]. Il 2 agosto dello stesso anno Aziz è stato condannato a sette anni di carcere per aver contribuito a pianificare la deportazione dei curdi dal nord Iraq[4].

Sottoposto a più capi d'imputazione in relazione con la repressione delle rivolte sciite del 1991[5], il 26 ottobre 2010 viene condannato a morte, mediante impiccagione, per il ruolo che egli ha avuto nelle persecuzioni alla comunità sciita[6]; la condanna è tuttavia rimasta sospesa a seguito delle proteste dell'Unione europea.[7]

Il 5 giugno 2015 la TV panaraba Al Jazeera ha riferito che Tareq Aziz è morto all'età di 79 anni a causa di un attacco cardiaco, sopravvenuto mentre era in carcere a Nassiriya. Qualche giorno dopo la sua morte, la salma è stata dapprima trafugata da un commando armato e poi ritrovata, mentre si trovava al Baghdad International Airport in attesa di esser trasferita in Giordania.[8]

  1. ^ Articolo di PeaceReporter.net secondo cui Tareq Aziz sarebbe stato in terapia intensiva, 21 luglio 2007, su peacereporter.net. URL consultato il 21 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  2. ^ a b Iraq, assolto Tareq Aziz - Corriere della Sera
  3. ^ Tariq Aziz, 'Chemical Ali' sentenced by Iraq court, CNN, 11 marzo 2009. URL consultato il 21 marzo 2009.
  4. ^ Former Iraqi Official Gets 7 Years for Expelling Kurds, su voanews.com, Voice of America, 2 agosto 2009. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2009).
  5. ^ Martin Fletcher, Freedom plea for Tariq Aziz, Saddam's dying apologist, London, timesonline, 21 marzo 2008. URL consultato il 13 aprile 2008.
  6. ^ Corriere della Sera, 26 ottobre 2010
  7. ^ .Corriere della Sera, 1º novembre 2010
  8. ^ Scomparso e poi ritrovato il corpo di Tareq Aziz, su ilgiornale.it. URL consultato il 12 giugno 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN44319675 · ISNI (EN0000 0000 8122 4911 · LCCN (ENn83033664 · GND (DE124792278 · BNF (FRcb12058601d (data) · J9U (ENHE987007504350805171