Tarsizio Riviera Folesani

medico italiano (1758-1801)

Tarsizio Riviera Folesani (Bologna, 2 novembre 1759Bologna, 23 maggio 1801) è stato un anatomista e chirurgo italiano.

Biografia modifica

Tarsizio nacque a Bologna da Pietro Paolo, notaio e cancelliere governativo come suo padre Tarsizio Maria, e da Rosa Guidetti; era fratello di Bartolomeo junior, brillante chirurgo presso l'ospedale di Santa Maria della Vita, docente di Operazioni Chirurgiche e di Chirurgia, ascritto al Collegio dei Medici per fama.[1] I Riviera erano una famiglia nobile che annoverava esponenti del ceto universitario e notarile da almeno un secolo: alla famiglia appartenevano Pellegrino (1596-1641), professore di Logica e Medicina teorica e pratica, ed il notaio Giulio Cesare (1604-1640); il cognome Folesani era stato aggiunto per volontà testamentaria del canonico Michele, che nel 1673, l'anno prima della morte, aveva nominato suo erede il nipote Bartolomeo Riviera, con l'obbligo per lui e la sua discendenza di portare il cognome “de' Folesani”.[2]

Tarsizio studiò presso i Barnabiti alle scuole pubbliche di Santa Lucia, e studiò Filosofia dal Canonico della Basilica di San Petronio Giuseppe Vogli prima, e nel Collegio Poeti successivamente; si dedicò alla Medicina interessandosi di chirurgia, anatomia e ostetricia, studiando dallo zio Bartolomeo, da Gaetano Uttini, Carlo Mondini e Giovanni Antonio Galli.[1] Per affiancare alle proprie conoscenze una sensibilità artistica, intraprese anche lo studio della musica.[2]

Il 19 aprile 1780 si laureò in Filosofia e Medicina, e l'anno successivo ottenne l'insegnamento onorario di Anatomia teorica, sotto l'ala protettiva di Uttini, Rettore dell'ateneo.[1] Membro del Collegio dottorale di filosofia e medicina, nel 1784 divenne professore onorario di Chirurgia, e poi lettore stipendiario. Fu membro anche delle accademie delle scienze di Torino e di Napoli.[2]

Entrò nel Collegio degli Anatomici, tenendo lezioni anatomiche negli anni 1792, 1796 e 1799 nel Teatro dell'Archiginnasio, che furono poi stampate;[2] dubbioso sulla teoria dell'elettricità animale del famoso Luigi Galvani, entrò in conflitto con Giovanni Aldini, difensore delle teorie dello zio.[2]

Il 29 ottobre 1798, dopo la morte di Galvani, fu nominato professore del Gabinetto d'ostetricia dell'Istituto delle Scienze, dove si dedicò all'istruzione delle levatrici, per le quali pubblicò Elementi d'ostetricia; il 19 novembre 1800 passò alla cattedra universitaria di Istituzioni Chirurgiche e di ostetricia.[2]

Nel 1799 divenne presidente dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto.[2]

Tra le sue pubblicazioni, in Storia di un monocolo, scritta a seguito dell'osservazione di un parto, alle considerazioni di teratologia unì tesi che screditavano il timore che le deformazioni fossero causate dall'immaginazione delle madri.[2] Istituzioni Chirurgiche fu concepito come un compendio medico generale, il primo realizzato in Italia.[1] Riuscì a pubblicare soltanto il primo volume del corso completo di anatomia e chirurgia che voleva redigere per i suoi studenti.[2]

Diresse per alcuni anni l'ospedale di Sant'Orsola detto “degli Incurabili”, e in seguito quello di Santa Maria della Vita, accettando anche di operare pazienti rifiutati dai colleghi. Fece parte della Commissione dipartimentale di Sanità e poi ne divenne presidente poco tempo prima di morire, dopo pochi giorni di malattia.[2]

Il suo funerale avvenne a spese pubbliche, seguito da autorità, accademici, scolari e dalla popolazione. Nella Certosa gli vennero dedicati un «monumento, ed iscrizione onorevole» su ordine della Commissione dipartimentale di Sanità.[2][1]

Note modifica

  1. ^ a b c d e D-sign.it, Rivieri Folesani Tarsizio - Storia e Memoria di Bologna, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Saverio Ferrari, La memoria dimenticata: il monumento Folesani Riviera nel palazzo dell'Archiginnasio e Antonio Basoli (PDF), in L'Archiginnasio, XCIV-XCV (1999-2000), pp. 175-184. URL consultato il 2 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2021).

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Controllo di autoritàVIAF (EN263904234 · ISNI (EN0000 0003 5558 0877 · SBN SBLV095563 · BAV 495/248592 · LCCN (ENno2019016953 · WorldCat Identities (ENlccn-no2019016953