Nelle arti visive si definiscono a tecnica mista le opere realizzate combinando insieme più materiali o avvalendosi di tecniche artistiche differenti.[1] Nel caso in cui l'opera d'arte sia caratterizzata dalla compresenza e interazione di più linguaggi anche non visivi (testi scritti, immagini, suoni, animazioni) si parla invece di arte multimediale.[2]

Tecnica mista nella pittura modifica

 
Alberto Baumann, "Eredità del ventesimo secolo" (1980).

La principale tecnica mista in pittura è quella del collage, che venne adottata agli inizi del Novecento per la creazione di opere d'avanguardia, principalmente da esponenti del Cubismo ed in particolare Braque e Picasso, che lo adottò sin dall'autunno del 1912 con i cosiddetti papiers collés, ma che oltre alla carta utilizzò ben presto anche pacchetti di sigarette, scatole di fiammiferi, carte da gioco. Si concretizzò una sorta di 'polimaterismo' che condusse sia ad una corrente Collage classica sfociante nel Futurismo e nell'Astrattismo di tendenza geometrica, sia ad una corrente collage a tre dimensioni, chiamata più esattamente assemblage che trovò grande spazio nei movimenti Neo-Dada, nella Pop art e nel Nouveau realisme.[3]

Tecnica mista nella scultura modifica

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Nella scultura la tecnica mista dell'assemblage si ottiene incorporando in un'opera d'arte materiali tridimensionali non specificamente artistici ed "oggetti trovati", ossia oggetti quotidiani che, elevati allo stato dell'arte, consentono agli artisti di sfidare l'idea tradizionale dell'arte stessa.[4] Nel 1914 Picasso inizia per primo ad utilizzare l'assemblage nelle produzioni cubiste, ad esempio inserendo un cucchiaio in una scultura,[4] o con la Tête de Taureau (Testa di toro, 1942),[5] ricavata assemblando un manubrio ed un sellino di bicicletta trovati per strada.[6]

In seguito l'assemblage viene impiegato da Duchamp, con il ready-made, e da dadaisti e surrealisti, che basano le loro opere su accostamenti insoliti di oggetti e di immagini.[4]

Un approccio non troppo dissimile lo si scorge anche tra gli scultori dell'arte povera, sorta in Italia durante gli anni sessanta e solita utilizzare materiali diversi da quelli tradizionali (legno, plastica, stracci, cartapesta, etc...) Tra i suoi esponenti vi sono Michelangelo Pistoletto, Luciano Fabro, Alighiero Boetti e il greco Jannis Kounellis.[7]

Tecnica mista nel cinema modifica

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In campo cinematografico, un film si definisce in tecnica mista allorché in esso coesistano personaggi in carne ed ossa (Live action) e cartoni animati.

Note modifica

  1. ^ Mixed media – Art Term, su tate.org.uk.
  2. ^ Mixed Media As A Quintessential Contemporary Art, su irishmuseumofmodernart.com.
  3. ^ Le muse, De Agostini, Novara, 1965, Vol. III, pag.357
  4. ^ a b c Glossary, p. 504.
  5. ^ Una riproduzione si trova ad esempio su Picasso Administration
  6. ^ Lugli, p. 60.
  7. ^ Arte povera, su treccani.it. URL consultato il 30 aprile 2024.

Bibliografia modifica