Tiso IX da Camposampiero

politico italiano

Tiso IX da Camposampiero (... – Verona, 1333) è stato un politico italiano.

Stemma Camposampiero

Biografia modifica

Membro dell'illustre famiglia Camposampiero, era figlio - postumo - di Tiso VIII e di Cunizza di Perenzano da Carrara[1].

Coerede con il nipote Guglielmo III del feudo paterno, si scontrò più volte con quest'ultimo rivendicandone i possedimenti. Nel 1329 si era impadronito di alcuni beni del parente che, in risposta, aveva occupato le sue proprietà a Godego, Poggiana e Villarazzo. Nel 1332 Tiso prese il castello di Treville, ma dovette presto restituirlo per ordine di Mastino II della Scala[2].

Sostenitore dello zio Marsilio da Carrara, signore di Padova, si schierò con lui nel partito filo-scaligero. La madre parteggiava invece per Nicolò da Carrara e, su istigazione del parente, la uccise sorprendendola a Verona con un amante (1330)[1][3].

Morì giovanissimo e, privo di discendenza, lasciò tutto a Marsilio. È conservato un documento del 27 dicembre 1333 con cui Mastino della Scala imponeva al vescovo di Verona Nicolò e ai canonici del capitolo, rappresentati da Moreschino e Simone, di accompagnare in forma solenne il cadavere di Tiso alla sepoltura. È possibile che i prelati fossero riluttanti a fare ciò visto che il defunto si era macchiato di matricidio[3].

Prima di morire nel 1338, Marsilio dispose che i beni ricevuti da Tiso non potessero ritornare in alcun modo a Guglielmo. Il 24 marzo 1340 il doge Bartolomeo Gradenigo, chiamato ad arbitrare la disputa ereditaria, sentenziò che il castello e la curia di Camposampiero restassero a Ubertino da Carrara, successore di Marsilio, mentre la restante parte dei possedimenti veniva assegnata a Guglielmo[2].

Note modifica

  1. ^ a b Elisabetta Barile, CAMPOSAMPIERO, Tiso (Tisone) da, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 17 giugno 2011.
  2. ^ a b Elisabetta Barile, CAMPOSAMPIERO, Guglielmo da, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 17 giugno 2011.
  3. ^ a b AA. VV., Italia medioevale e umanistica, Vol. XXII, 1979, p. 187.