Trifolium hybridum

specie di pianta della famiglia Fabaceae

Il trifoglio ibrido (Trifolium hybridum L., 1753) è una pianta erbacea della famiglia delle Fabacee[1].

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Trifoglio ibrido
Trifolium hybridum
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Fabidi
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Sottofamiglia Faboideae
Tribù Trifolieae
Genere Trifolium
Specie T. hybridum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Genere Trifolium
Specie T. hybridum
Nomenclatura binomiale
Trifolium hybridum
L., 1753

L'epiteto hybridum non ha niente a che fare con una sua origine ibrida.

Il suo impiego è eminentemente quello di pianta foraggera[2].

Descrizione modifica

È una pianta perenne alta 50–70 cm, che assomiglia a Trifolium pratense per aspetto e modalità di crescita.[2]

Le foglie sono trifogliate e portate da un lungo picciolo con stipole molto evidenti che avvolgono talvolta completamente il fusto. Le foglioline sono a margine finemente dentato e prive di maculature.

I fiori, bianco-rosati, sono riuniti in capolini sorretti da steli che si sviluppano all'ascella delle foglie mentre gli steli stessi hanno un accrescimento indeterminato: la gemma apicale infatti non differenzia in fiore come accade nel pratense. L'ovario contiene da due a quattro ovuli che, fecondati, producono semi cuoriformi, molto simili a quelli del trifoglio bianco.

Il numero cromosomico è 2n = 16.

Biologia modifica

Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera delle api[2].

Distribuzione e habitat modifica

L'areale di questa specie si estende dal bacino del Mediterraneo all'Iran[1]. È ampiamente coltivata e spesso si è naturalizzata anche al di fuori delle sue zone di origine, nelle Americhe, in Africa australe, in Asia e in Oceania[1].

In Svezia è coltivato da un migliaio di anni[2]. In Italia è coltivato in ridotte zone del Veneto e in zone montane a piovosità elevata[2].

Coltivazione modifica

Rispetto ad altre leguminose da prato sopporta meglio i climi freddi, e si dimostra tollerantissimo anche nei confronti di terreni soggetti a ristagni idrici. Produce altrettanto bene in terreni soggetti ad acidità che alcalinità, ma per ottenere questi risultati richiede temperature miti e abbondanza d'acqua. Si adatta alla coltura pura ma si associa bene anche a graminacee. Si presta anche al pascolo, ma non può dare più di un taglio l'anno. Nell'anno della semina, nei climi più freddi, produce con difficoltà un taglio di fieno.[2]

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Trifolium hybridum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 maggio 2023.
  2. ^ a b c d e f Trifoglio ibrido - Trifolium hybridum L., su Atlante delle coltivazioni erbacee - Foraggere. URL consultato il 23 maggio 2023.

Voci correlate modifica

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