Trittico di Modena

dipinto di El Greco

Il Trittico di Modena, noto anche come Altarolo portatile, è un dipinto del pittore cretese El Greco realizzato circa nel 1568 e conservato alla Galleria Estense del Palazzo dei musei a Modena.

Trittico di Modena - Altarolo portatile
AutoreEl Greco
Data1568 circa
Tecnicatempera grassa su tavola
UbicazioneGalleria Estense, Modena

Il trittico fu realizzato durante il suo primo soggiorno veneziano quando l'artista era giovane. Non si hanno notizie successive fino a che appartenne alla collezione, nel castello del Catajo, del nobile padovano Tommaso Obizzi che alla sua morte (1803) donò agli Este i quali, successivamente, nel 1805 a loro volta fecero dono alla Galleria Estense. Lo storico Rodolfo Pallucchini, nel 1937 diede l'attribuzione ad El Greco mediante la firma[1] sul retro del pannello centrale: "Χείρ Δομήνιχου", creato da mano di Domenico[2].

Descrizione

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Il trittico di inspirazione sacro-devozionale è composto da un esiguo formato. L'altarino è piegabile composto da tre pannelli lignei: quelli laterali, connessi a quello centrale da delle cerniere, fungono da ante. Ogni panello è dipinto sia sul lato frontale che su quello posteriore: per cui sono sei raffigurazioni.

Frontale

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Le scene sulla parte della facciata, da sinistra a destra, sono l'adorazione dei pastori, l'allegoria di un cavaliere cristiano e il battesimo di Cristo[1].

L'allegoria del cavaliere cristiano viene anche talvolta presa come un'immagine di Cristo che incorona un santo, che alcuni esperti identificano con Teodoro di Eraclea. Insieme a queste figure ci sono le tre virtù teologali (Fede , Speranza e Carità), nonché angeli con i simboli della Passione e, in fondo, il Giudizio Universale[3].

Posteriore

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Le scene sulla parte posteriore compaiono: l'annunciazione (sinistra), la Veduta del Monte Sinai (centro) e l'Eterno Padre con Adamo ed Eva nel Paradiso (destra)[1].

Da notare che nella Veduta del Monte Sinai è raffigurato il monastero di Santa Caterina in Egitto.

In questo lavoro, El Greco, usa l'oro come impregnazione e non come sfondo, come era consuetudine nell'arte bizantina, e su quello strato applicava i colori in stile veneziano, con una particolare lucentezza dovuta all'uso enfatico della luce[4].

  1. ^ a b c Artefigurativa, Volumi 1-2, p. 109.
  2. ^ Tazartes, Mauricia, 2005. El Greco (translated in Greek by Sofia Giannetsou). Explorer. ISBN 960-7945-83-2., 25
  3. ^ Salas y Frati 1970, p. 91.
  4. ^ Scholz-Hänsel 2014, p. 16.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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