Museo di archeologia e scienze naturali Giuseppe Zannato
Villa Lorenzoni, sede del museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMontecchio Maggiore (Vicenza)
IndirizzoPiazza Marconi, 17

45.505129°N 11.409933°E

Caratteristiche
Tipoarcheologia e scienze naturali
FondatoriGiuseppe Zannato
Sito web
"Romeo il coccodrillo del museo", esemplare di Caiman latirostris della collezione storica Zannato

Il Museo di archeologia e scienze naturali Giuseppe Zannato è un museo archeologico e naturalisitico situato a Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza[1][2].

Villa Lorenzoni, fatta costruire da A. Lorenzoni nel 1814, su progetto dell'architetto B. Malacarne, la villa divenne residenza estiva della famiglia Bonazzi di Arzignano, proprietaria delle vicine filande. Negli anni sessanta del Novecento le collezioni museali della vicina scuola elementare A. Manzoni furono trasferite nell'attuale sede di Villa Lorenzoni che divenne museo civico a partire dal 1983.[3]

Un primo museo didattico nacque a Montecchio Maggiore nel 1922 presso la scuola elementare “Alessandro Manzoni” grazie alle collezioni donate da Giuseppe Zannato, che ne fu il primo conservatore. Le collezioni riflettevano i suoi multiformi interessi e includevano, insieme a cimeli risorgimentali, reperti archeologici, numismatici, paleontologici, ed esemplari mineralogici e ornitologici di provenienza diversa, anche esotica. Negli anni sessanta del Novecento le collezioni, depauperate nel corso degli eventi bellici, furono trasferite nell'attuale sede di Villa Lorenzoni. Nel 1983 il comune deliberò l'istituzione del museo civico intitolato a Giuseppe Zannato. Il percorso espositivo si articolò in una sezione naturalistica e in una archeologica, allestita con la collaborazione della competente Soprintendenza e accresciuta via via dai reperti rinvenuti localmente nel corso di ricerche di superficie e regolari campagne di scavo. La vitalità del museo fu in questa fase garantita dall'instaurarsi di una sinergia tuttora viva tra amministrazione comunale, soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, università e l'Associazione Amici del Museo Zannato, il cui ruolo è stato fondamentale per l'incremento e lo studio delle collezioni naturalistiche, e per il sostegno all'opera di tutela della Soprintendenza, con la raccolta ordinata e la segnalazione di materiali archeologici di superficie. Nel 2001 l'istituzione del Sistema Museale Agno-Chiampo segna una svolta decisiva: il museo viene dotato delle professionalità necessarie ad una moderna gestione ed assume il ruolo di sede espositiva unica e centro servizi per tutti i Comuni del Sistema. L'attività didattica, avviata nel 2001 e consolidata con successo negli anni successivi, costituisce un primo importante obiettivo realizzato dal sistema museale. Negli anni successivi le collaborazioni si allargano e il museo entra nella rete dei Musei Altovicentino e dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici. L'attuale allestimento del museo è il risultato di anni di lavoro di ricerca, catalogazione, documentazione, progettazione per restituire la trama della storia della frequentazione umana e la varietà dei caratteri naturalistici di tutto il territorio del sistema museale, attraverso una selezione di reperti significativi. Si è raggiunto così un importante risultato espositivo, che ha consentito di articolare un'esposizione completa e di disporre di spazi idonei per la conservazione e la valorizzazione delle ricche collezioni.[3]

Collezioni

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Le collezioni archeologiche comprendono reperti dalla preistoria all'Alto Medioevo tutti provenienti dal territorio del sistema museale. I nuclei più consistenti sono costituiti da materiali prevalentemente ceramici dell'età del bronzo e dell'età romana. Sono presenti, inoltre, manufatti e schegge in selce del Neolitico e dell'età del bronzo.

Le collezioni naturalistiche comprendono, oltre a un piccolo nucleo di collezioni botaniche, zoologiche (entomologiche, ornitologiche e osteologiche) principalmente reperti paleontologici e mineralogici. La collezione paleontologica è formata (maggio 2009) da più di 2900 reperti di cui circa 1400 sono rappresentati da crostacei fossili, dove 101 di questi esemplari sono olotipi e 480 paratipi. La collezione mineralogica (maggio 2009) è composta da più di 2700 campioni. Le collezioni si arricchiscono considerevolmente di anno in anno grazie a frequenti donazioni o studi e ricerche sul territorio[4]

 
Portunus monspeliensis, crostaceo fossile della collezione paleontologica del museo.
 
Natrolite della collezione mineralogica del museo.

Percorso espositivo

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L'attuale allestimento è stato inaugurato nell'aprile del 2007 è costituito da 12 sale espositive che raccontano la storia, la natura e l'evoluzione dell'Ovest vicentino da due prospettive: archeologica e naturalistica. L'attuale allestimento, inaugurato nell'aprile 2007, rappresenta la conclusione di lunghi anni di lavoro per trasformare compiutamente il museo civico in museo di sistema. Il percorso espositivo rappresenta una selezione di reperti significativa delle fondamentali tappe della storia della frequentazione umana del territorio del sistema museale, dalla preistoria all'Alto Medioevo e delle sue valenze naturalistiche, in particolare quelle geo-mineralogiche e paleontologiche. Oltre alla sezione espositiva, il museo ha un'aula didattica, una biblioteca specializzata aperta al pubblico, un laboratorio e una saletta per lo studio specialistico.[4]

Sezione Archeologica

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Collocata nel piano nobile, espone reperti dal Neolitico all'età longobarda, provenienti dal territorio del Sistema Museale Agno-Chiampo.

Sala A - Dedicata alla preistoria, espone manufatti in selce del Neolitico e dell'età del bronzo, una lama di pugnale in rame da una tomba del Bronzo antico da Montecchio Maggiore e materiali di abitato dell'età del bronzo recente e finale da Montecchio Maggiore e Castelgomberto.

Sala B - Abitati d'altura dell'età del ferro. Da Trissino provengono vasellame e strumenti che documentano la vivace vita economica del villaggio; la documentazione archeologica relativa a Montecchio Maggiore comprende, oltre ai materiali di abitato, depositi rituali con ricche offerte e una laminetta votiva con figura di guerriero a stampo.

Sala C - Ospita corredi di tombe celtiche di Montebello Vicentino, con armi e bellissimi ganci di cintura traforati; inoltre, reperti del periodo della romanizzazione da Montebello Vicentino e Montecchio Maggiore, località entrambe interessate dal passaggio della via Postumia.

Sala D - Accoglie le testimonianze di età romana: reperti da insediamenti rustici che documentano la vita quotidiana e le attività domestiche e produttive, ma anche due monumenti epigrafici da Montecchio Maggiore e da Costo di Arzignano, nonché i corredi funerari della necropoli tardo romana di Carpane di Montecchio Maggiore e la singolare tomba del V sec. d.C. di Cava Poscola, appartenente a un cavaliere germanico-orientale, al servizio dell'impero romano, sepolto con le armi e una parte del suo cavallo.

Sala E - Espone i ritrovamenti di età longobarda: corredi tombali maschili e femminili da Montecchio Maggiore, S. Urbano, Arzignano e Castelgomberto, con begli esemplari di armi, elementi di cintura decorati ad agemina, pettini e armille.

Sala F - Espone i corredi della necropoli romana rinvenuta nel 2013 durante le indagini archeologiche preventive alla realizzazione della bretella autostradale di Alte Ceccato. L'esposizione dei corredi funerari è integrata dalla documentazione fotografica delle tombe durante lo scavo e dalla ricostruzione di offerte alimentari, di contenitori in materiale deperibile per le ossa combuste e di alcune calzature con bullette in ferro.

Sezione Naturalistica

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Ospitata nel piano seminterrato, accoglie gemme e minerali del Vicentino, reperti paleontologici provenienti dal territorio ed una eccezionale collezione di crostacei fossili.

Sala 1 - Dedicata alle gemme del Vicentino. Vi sono esposti molti campioni del territorio fra i quali gemme sfaccettate (quarzo rosso di Recoaro, la rara xonotlite di Laghi, gli zirconi di Novale a Valdagno) e gemme a taglio cabochon (johannsenite del monte Civillina, la curiosa “goccia” di Vicenza” e la celestina di Castelgomberto). Sono inoltre illustrate le varie fasi del processo di lavorazione che porta dal minerale grezzo alla gemma.

Sala 2 - Minerali del Vicentino. Vengono esposti i campioni più significativi della collezione in base alle rocce in cui abitualmente si trovano: 1) minerali delle rocce magmatiche (natroliti di Altavilla Vicentina, olivina di Gambellara); 2) minerali delle rocce sedimentarie (oro alluvionale del fiume Brenta, ambra di Monte di Malo); minerali delle rocce metamorfiche (la brucite del monte Pasubio, la thomsonite di Spagnago a Cornedo Vicentino).

Sala 3 - Crostacei fossili internazionali. In questa sala sono esposti crostacei fossili del famoso giacimento tedesco di Solnhofen, del continente Americano (Messico, Argentina e Cile), dell'Oceania (Nuova Zelanda), del Libano e di varie località europee (Spagna, Olanda, Francia).

Sala corridoio ospita due vetrine: una dedicata ai crostacei fossili italiani, con esemplari provenienti da Friuli, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana; l'altra dedicata a Giovanni Meneguzzo (1831-1912), straordinaria guida geologica montecchiana.

Sala 4 - Crostacei fossili del Veneto. Questa sala espone una parte della ricchissima collezione di crostacei fossili, che suscita l'interesse degli studiosi e appassionati di tutto il mondo. Vi sono esposti fra l'altro numerosi olotipi, esemplari unici sui quali sono stati descritti specie nuove per la scienza. Nella sala si possono osservare fossili di gamberetti, aragoste, paguridi, e stomatopodi (“canocchie di mare”) ma soprattutto moltissimi granchi dalle forme e dimensioni molto diverse, adattate agli ambienti in cui vivevano, circa 48 milioni di anni fa.

Sala 5 - Geologia delle valli dell'Agno e del Chiampo. Viene ripercorsa la storia geologica del territorio, dall'Eocene al Miocene, mostrandone i fossili più significativi. Al centro della sala è collocata la “foresta fossile” rinvenuta a Castelgomberto durante scavi effettuati dal museo. Vi è inoltre uno straordinario esemplare, recentemente donato, di palma fossile proveniente dai giacimenti fossiliferi di Bolca, di più di 2 m di altezza.

Sala 6 - Vengono qui esposti vari aspetti del Monte Nero, rilievo di origine vulcanica sulle pendici del colle su cui poggiano i ben noti “Castelli di Giulietta e Romeo”: geologia, botanica e zoologia. Un plastico aiuta a visualizzare le peculiarità del luogo, noto fin dal 1700 le splendide cristallizzazioni di minerali diversi, soprattutto zeoliti.

Voci correlate

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  1. ^ Visite al Museo di Archeologia e Scienze Naturali Zannato di Montecchio Maggiore, in Vicenza Today, 22 aprile 2017. URL consultato il 26 marzo 2020.
  2. ^ Museo Zannato, su prolocoaltemontecchio.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
  3. ^ a b Bruttomesso A., Frisone V., Ghiotto R. 2014 (a cura di). Il Museo Civico "Giuseppe Zannato" di Montecchio Maggiore. Comune di Montecchio Maggiore, Canova. 128 p.
  4. ^ a b Frisone V., Ghiotto R. 2010. Un unico Museo per nove comuni: il Sistema Museale Agno-Chiampo (VI).Museologia Scientifica Memorie (6/2010): 313-317.

Bibliografia

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  • Annachiara Bruttomesso, Viviana Frisone, Roberto Ghiotto, Il Museo Civico "Giuseppe Zannato" di Montecchio Maggiore, Canova, 2014.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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