Alfred Rosenberg (Tallinn, Estonia, 12 gennaio 1893 - Norimberga, Germania, 16 ottobre 1946) fu uno dei primi membri del Partito nazionalsocialista tedesco. Rosenberg ricoprì il ruolo di principale ideologo del partito e sviluppò i fondamenti del credo nazista: la teoria razziale, la persecuzione degli ebrei, il concetto di Lebensraum, l'abolizione del Trattato di Versailles e l'opposizione all'arte moderna, considerata «degenerata». Rosenberg espose le sue tesi nel Mito del ventesimo secolo che, insieme al Mein Kampf di Adolf Hitler, è considerato la "bibbia" del nazionalsocialismo.

Rosenberg ricoprì inoltre importanti incarichi nell'amministrazione del Terzo Reich dopo l'ascesa al potere di Adolf Hitler e fu, a partire dal 1923, direttore del quotidiano ufficiale del partito nazista, il Völkischer Beobachter.

Dopo la guerra Rosenberg venne giudicato nel corso del processo di Norimberga ed impiccato come criminale di guerra.

Biografia [1]

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Alfred Rosenberg nacque a Reval (oggi Tallinn) che allora faceva parte dell'Impero russo. I genitori appartenevano alla minoranza etnicamente tedesca che abitava il paese baltico, i Deutschbalten («tedeschi del Baltico»)[2]; il padre era fabbricante di calzature.

Rosenberg studiò dapprima ingegneria ed architettura all'Università di Riga, trasferendosi poi, quando le truppe tedesche raggiunsero la città nel corso del primo conflitto mondiale, presso l'Università di Mosca dove si laureò in architettura nel 1917. Anche se Rosenberg non esercitò mai la professione di architetto fu probabilmente uno studente dotato, tanto che un suo professore gli propose di rimanere nell'ambito universitario a Mosca.[3]

Durante il periodo moscovita Rosenberg ebbe modo di leggere i Protocolli dei Savi di Sion, un falso documento "segreto" antisemita prodotto in Russia all'inizio del XX secolo che supponeva una cospirazione internazionale ebraica per la conquista del mondo. Rosenberg raccontò spesso in seguito che un estraneo era entrato nella sua camera, depositato lo scritto sul tavolo e silenziosamente se ne era andato[4]. Probabilmente il racconto non corrisponde a realtà ma la lettura dei Protocolli di certo lo impressionò, focalizzando il suo sentimento antisemita, e il successivo scoppio della Rivoluzione russa confermò le sue idee: la rivoluzione era il primo passo del complotto che vedeva ebrei e bolscevichi - numerosi esponenti rivoluzionari erano di origine ebraica - alla conquista del mondo.

Una volta arrivato in Germania Rosenberg fu un attivo pubblicista del documento curando nel 1923 una delle prime edizioni in lingua tedesca. Il suo influsso ideologico sul pensiero nazionalsocialista contribuì in larga parte a considerare i Protocolli una "prova" schiacciante del «complotto giudaico-marxista» ordito ai danni del popolo tedesco ed ad utilizzarlo come giustificazione alle successive persecuzioni antisemite ed al violento risentimento nei confronti dell'Unione Sovietica che sfociò nell'invasione tedesca del 1941.

Allo scoppio della Rivoluzione russa nel 1917 Rosenberg si schierò con le forze anti-bolsceviche favorevoli al mantenimento della monarchia degli zar. Nell'imminenza della sconfitta Rosenberg abbandonò la Russia per rifugiarsi a Monaco di Baviera che raggiunse dopo un breve soggiorno a Parigi. Egli venne accompagnato nella fuga da Max Scheubner-Richter, che influenzò profondamente il pensiero di Rosenberg, tanto da esserne considerato uno dei mentori.

A Monaco Rosenberg venne presto in contatto con i membri della Thule-Gesellschaft, una società segreta esoterica di estrema destra fondata nell'agosto del 1918. Tra i membri della Thule-Gesellschaft figuravano numerosi esponenti che in seguito contribuirono alla fondazione del partito nazionalsocialista: Karl Harrer, Dietrich Eckart, Anton Drexler e Rudolf Hess. Drexler ed Harrer il 5 gennaio 1919 fondarono il Partito dei Lavoratori Tedeschi (Deutsche Arbeiterpartei - DAP), il primo nucleo di quello che diventerà, il 24 febbraio 1920, il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi, il partito nazista.

Nel 1919 Rosenberg entrò a far parte del Partito nazionalsocialista dei Lavoratori tedeschi con la tessera di partito numero 625, precedendo lo stesso Hitler che si iscrisse dopo poco.

Note e riferimenti

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  1. ^ Salvo dove diversamente indicato le informazioni di questa sezione sono tratte da: (EN) Jeanie Cress (28 settembre 2004). Alfred Rosenberg (pdf). Riportato il 15 ottobre 2006.
  2. ^ Per approfondire vedi la voce en:Baltic German su Wikipedia in lingua inglese
  3. ^ (EN) Peter Peel (1981). The Life and Death of Alfred Rosenberg. Riportato il 15 ottobre 2006.
  4. ^ (EN) Konrad Heiden (1944). The Protocols of the Wise Men of Zion, I capitolo del libro Der Führer. Riportato il 15 ottobre 2006.

Collegamenti esterni

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