Utente:Kaga tau/Lodigiani

Lodigiani
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1906
Fondata daVincenzo Lodigiani
Chiusura1993 (confluita in Impregilo)
Sede principaleMilano
SettoreEdilizia

Lodigiani S.p.A. è stata un'azienda italiana attiva nel settore edile e nota prevalentemente per la realizzazione di numerose opere idrauliche.

Fu fondata come Impresa lavori pubblici Vincenzo Lodigiani Appaltatore di Piacenza dall'ingegnere Vincenzo Lodigiani con l'aiuto del cognato Enrico Ranza (divenuto poi sindaco di Piacenza dal 1913 al 1919). Tra i primi appalti aggiudicati alla società vi furono la realizzazione del primo tratto della ferrovia Fidenza-Fornovo comprensivo del ponte sul Taro, con una lunghezza di oltre 600 metri per 23 arcate in muratura, e la costruzione dello stabilimento delle Officine meccaniche piacentine. Seguirono numerose altre commesse tra cui un ponte sul torrente Chiavenna, un tronco della ferrovia Cremona-Fidenza, diversi fabbricati industriali a Genova e La Spezia, la sede della Banca di Piacenza oltre che gallerie e raddoppi sulle ferrovie Genova-La Spezia e Genova-Ventimiglia sulla ferrovia Genova-Pisa, comprensiva dell'audace ampliamento del ponte di Recco, distrutto durante la seconda guerra mondiale.[1] Nel corso degli anni '20 in seguito alla realizzazione di un ponte sul Trebbia presso Travo la Lodigiani fu coinvolta nella realizzazione di un sistema di canalizzazione della acque raccolte da una diga edificata dal Consorzio irriguo Valtidone, che segnò una svolta decisiva per l'azienda che da allora si specializzò proprio nella realizzazione di dighe.

Fu nel 1926 che arrivò la commessa dal Consorzio di bonifica della Val d'Arda per la realizzazione della diga di Mignano che coi suoi 64 metri di altezza, 230000 metri cubi di calcestruzzo ed un volume di 15 milioni di metri cubi d'acqua proiettò la Lodigiani nelle costruzioni di dighe d'alto livello. Nel corso dell'anno successivo la sede dell'impresa fu trasferita da Piacenza a Milano in via Senato, dove era stato realizzato un apposito palazzo che fungeva anche da abitazione per le famiglie, e fu mutata a partire dal 30 dicembre 1927 la forma societaria da ditta individuale a società per azioni; contestualmente il capitale sociale divenne pari ad un milione di lire a partire dal 1° febbraio 1928.[2] Nel corso degli anni successivi l'azienda realizzò la diga di Moledana, la diga di Larecchio in val d'Ossola, la diga di Vizzola Ticino, la diga di Fortezza in valle Isarco, la diga di Bressanone e la diga di Rio di Pusteria; contemporaneamente negli anni '30 e '40 la Lodigiani realizzò numerose opere civili-residenziali tra cui case per impiegati dello Stato a Piacenza e Roma, residenze signorili a Roma e Milano e la sede delle Poste Italiane a Ferrara. Allo scoppio della seconda guerra mondiale erano appena iniziati i lavori di realizzazione di un impianto idroelettrico nella valle del Bitto nei pressi di Morbegno.

Alla morte del fondatore Vincenzo nel 1942 le redini dell'impresa furono preso dal suo secondogenito Paolo mentre il primogenito Luigi, vicepresidente fin dalla laurea nel 1927, si occupò prevalentemente della Bubba, azienda specializzata nella produzione di trattori; durante il periodo bellico le uniche commesse riguardarono la realizzazione di capannoni per lo sfollamento dello stabilimento FIAT di Bellinzago Novarese e l'altro per lavorazioni varie sull'impianto idroelettrico sul Lesina in Valtellina. Negli stessi anni Paolo prese parte alle iniziative prese da altri industriali e dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) per la protezione degli impianti idroelettrici che le truppe tedesche minacciavano di distruggere.

Il rilancio dell'azienda nel dopoguerra partì soprattutto dalla ricostruzioni di opere sia in ambito ferroviario che in ambito idraulico. Nel 1951 ottenne l'appalto per la diga sul Ladhon in Grecia, realizzata nell'ambito delle indennità di guerra, e nel corso degli stessi anni iniziò la partnership con la Girola, con cui costituì la GiLoVal per la realizzazione della diga della Valle di Lei. Nel 1955 insieme a Girola, Torno e Fiat Impresit aderì al patto GILT per la partecipazione nei grandi appalti edili all'estero e fu "impresa delegata" nella joint venture Impresit Kariba, composta nel 1956 da GILT per la costruzione dell'imponente diga di Kariba sul fiume Zambesi, progetto finanziato dalla Banca Mondiale. Insieme alle società del patto GILT, fatta eccezione per la Torno, Lodigiani fondò la Impregilo nella quale i tre soci avevano quote paritarie con 1% aggiuntivo assegnato a Fiat Impresit. Con la riduzione delle commesse in ambito idraulico la Lodigiani proseguì la sua attività in grandi infrastruttura urbane ed extraurbane tra cui ferrovie e metropolitane, strade e autostrade, porti e aeroporti oltre che centri commerciali ed altri edifici di prestigio, ricorrendo per le commesse più impegnative ad associazioni temporanee d'imprese come la GiloVal con Girola o la Ferrofir con Astaldi, Dipenta e Sogene.

Nel 1973 Paolo lasciò la presidenza della società al fratello Giuseppe, che divenne anche consigliere delegato di Impregilo.

La società fu coinvolta in 63 inchieste scaturite nell'ambito di Mani pulite e nonostante nessuna di queste si fosse conclusa con un'effettiva condanna la società fu poi incorporata in Impregilo nel 1993.[3]

  1. ^ Un ponte tra le bombe, su webuildvalue.com, Webuild. URL consultato il 18 luglio 2023.
  2. ^ Gianfranco Petrillo, LODIGIANI, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  3. ^ Emilio Gioventù, Lodigiani, uccisa da Mani pulite, in ItaliaOggi, 19 aprile 2011. URL consultato il 18 luglio 2023.