Utente:Maggi Carlo/Sandbox


Paraloup modifica

Paraloup
 
Paraloup – Veduta
Veduta dalla Borgata
Localizzazione
Stato  Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Cuneo
Comune  Rittana
Territorio
Coordinate44°21′41.17″N 7°20′35.22″E / 44.361436°N 7.343118°E44.361436; 7.343118 (Paraloup)
Altitudine1 360 m s.l.m.
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
 
Paraloup
Sito istituzionale

Paraloup (significa "Al riparo dai lupi" in occitano) è una borgata alpina situata a 1360 m nel comune di Rittana, in provincia di Cuneo, in Valle Stura.

La Borgata ha accolto per secoli pastori e greggi e, durante la Resistenza, è stata sede del primo nucleo della banda partigiana Italia libera dalla quale nacquero le Brigate Giustizia e Libertà, alla quale appartenevano tra gli altri, Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Giorgio Bocca e Nuto Revelli.

Oggi Paraloup è un centro culturale e sociale.

Storia modifica

La borgata nasce come pascolo estivo per il bestiame, ma a partire dal settembre 1943 la borgata divenne sede operativa della banda partigiana Italia libera, distaccamento delle Brigate Giustizia e Libertà guidata da Duccio Galimberti. Successivamente, nel secondo dopoguerra Paraloup continua ad essere utilizzata come pascolo estivo, sino al definitivo abbandono nel 1963. Infine, nel 2006 inizia il progetto di recupero della borgata, trasformandola in centro culturale e sociale.

Dal Settecento ai primi del Novecento modifica

La borgata nasce verosimilmente nel Settecento, assieme alla maggior parte delle altre borgate di Rittana; risulta tuttavia difficile individuare una cronologia specifica, dal momento che le fonti disponibili mostrano la tendenza a riferirsi a Paraloup e alla vicina borgata Gorré utilizzando solo il nome di quest’ultima[1].

Per tutto il Settecento e sino alla fine dell’Ottocento a Paraloup risiedono stabilmente circa trenta persone, tutte contraddistinte dal cognome Goletto, cui spetta l’incarico di fornire l’acqua al territorio circostante. Nel luglio 1864 la borgata è inoltre teatro di un fallito tentativo da parte della Guardia Nazionale di catturare un membro della banda Fantino, gruppo di briganti che imperversava nell’area. I terreni della borgata, stando alle testimonianze degli abitanti, sarebbero stati molto ambiti, garantendo pascoli e fieno sino ad autunno inoltrato[1].

A partire dagli anni Venti del Novecento, tuttavia, comincia a registrarsi un crescente flusso di emigrazione, rivolta sia verso la Francia che verso le borgate più a valle. Con gli anni Trenta, la borgata si converte definitivamente in alpeggio, venendo abitata nella sola stagione estiva.

La Resistenza modifica

«Le baite di Paraloup erano più povere delle isbe, quattro muri a secco, la porta così bassa che obbligava all’inchino, una crosta di ghiaccio per tetto»

Nella confusione che segue l’8 settembre, un gruppo di dodici antifascisti si riunisce intorno alla figura di Duccio Galimberti, con l’intenzione di proseguire la guerra contro gli occupanti. Dopo aver ricevuto ripetuti rifiuti da parte delle autorità militari, i dodici decidono di organizzarsi autonomamente[2]. Dopo aver costituito una cassa comune per il proprio mantenimento, la neocostituta banda Italia Libera si trasferisce a Valdieri, in Valle Gesso, e di lì il giorno successivo stabilisce la propria sede nella chiesa di Madonna del Colletto. La località si rivela però presto poco difendibile e quindi, tra il 19 ed il 20 settembre, i dodici decidono di trasferirsi a Paraloup, la cui collocazione geografica permette un maggiore controllo sulle valli circostanti. A metà novembre la banda si sposta nuovamente, a San Matteo in Valle Grana, relegando la borgata a funzione di deposito.

A seguito dei combattimenti del 12 e 13 gennaio 1944, tuttavia, le basi in Valle Grana sono perse e la banda si vede costretta a ritornare a Paraloup, dove si tratterrà per i due mesi successivi. Inizia allora una nuova stagione propulsiva, culminata con la trasformazione in Gruppo bande Italia Libera: la borgata diventa così centro di reclutamento, di addestramento militare e di "filiazione" in nuove bande[3].

Il nucleo originario della banda era composto da persone dalla provenienza più disparata, accomunate solo dal proprio senso civico e politico; solo più tardi vi si aggiunsero ex-militari, tra i quali Nuto Revelli (nel febbraio 1944). Anche in ragione di ciò, l’esperienza di Paraloup rappresentò in primo luogo un laboratorio di democrazia, libero (quantomeno nelle intenzioni dei suoi fondatori) dall’inquadramento militaresco di altre formazioni, nel quale progettare un’Italia e un’Europa nuove[4].

Nel secondo dopoguerra Paraloup continua ad essere utilizzata come pascolo estivo da parte degli abitanti delle frazioni vicine, ma la cattiva condizione dei collegamenti rendono sempre più difficili i trasferimenti, sino al definitivo abbandono nel 1963.

Abbandono e recupero modifica

Il 25 aprile 2006 il regista Teo De Luigi, durante la proiezione di un film documentario al Real Castello di Verduno, lancia per primo la proposta di recuperare Paraloup, oramai in rovina. L’appello di De Luigi viene presto raccolto dalla Fondazione Nuto Revelli[5] che, tra il 2006 e il 2008, acquista le baite della borgata e comincia i primi rilievi con l’obiettivo di farne un luogo di memoria della guerra partigiana e della vita contadina. Tale progetto è stato realizzato da un gruppo di architetti formatosi intorno al costruttore Aldo Barberis, composto da Giovanni Barberis, Valeria Cottino, Dario Castellino e Daniele Regis.

Grazie al reperimento delle risorse economiche necessarie (Regione Piemonte Lr. 4/00, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC[6], Fondazione CRT), la borgata è stata ricostruita con un progetto architettonico innovativo e sostenibile, secondo i criteri della Carta internazionale del Restauro[7]: minimo intervento, reversibilità e sostenibilità. A partire dal 2012 i ruderi sono stati messi in sicurezza e consolidati attraverso iniezioni di cemento. Le integrazioni, invece, sono state realizzate con materiali a contrasto: legno di castagno non trattato, destinato ad inscurirsi naturalmente con il tempo,  per le pareti, e lamiera per i tetti. Grande importanza è stata riservata infine al tema della sostenibilità ambientale, attraverso l’installazione di pannelli solari e il ricorso ad isolanti ad alta efficienza[8].

Nel 2018 la borgata è stata dotata di un teatro in legno all’aperto, con capienza di 190 posti, realizzato nell’ambito del progetto europeo Migraction, co-finanziato sul programma Interreg Alcotra Italia-Francia 2014-2020[9].

Nel 2020 è stato infine inaugurato il Museo dei racconti, volto a dare voce agli abitanti della montagna di ieri e di oggi. Il museo offre una sala esposizioni temporanee e una mostra interattiva permanente, Le stagioni di Paraloup, dedicata alla storia di Paraloup e dei suoi abitanti[10].

La Borgata si compone attualmente di:

  • un Teatro all’aperto[9];
  • il Museo dei Racconti e il laboratorio “Anello forte”[10].
  • Baita Perona - accoglienza e installazioni artistiche specifiche[11];
  • Baita Ristoro - bar e ristorante[12];
  • Baite Foresteria - n. 3 baite dove poter pernottare[12];
  • Baita Barberis - adibita ad archivio-cineteca nonchè sala coworking e multifunzionale[13];

All'interno della Borgata sono inoltre presenti due differenti orti e dal 2021, grazie al Progetto Rinascita Pastorale, è stato riportato un pascolo estivo[14].

Il recupero di Paraloup ha favorito non solo il restauro architettonico della borgata, ma anche la rivalorizzazione dell’area, dimostrando la sostenibilità economica di un sistema integrato di attività culturale agro-silvo-pastorale e artigiana, che a partire dal suo nucleo centrale si riverbera sull’intero territorio circostante.

Premi e Riconoscimenti modifica

Il recupero di Paraloup ha ottenuto una serie di riconoscimenti per la qualità e la sostenibilità del suo progetto:

  • La menzione speciale al prestigioso Premio Konstruktiv per la migliore architettura alpina sostenibile in ambito europeo nel 2011[15];
  • La Bandiera Verde di Legambiente della carovana delle Alpi nel 2011[16];
  • Il Premio Gubbio per il paesaggio 2012 a parimerito con il carcere delle Murate di Firenze[17];
  • Il Premio AAA Architetti Arco Alpino nel 2017[18];
  • La menzione al premio internazionale UUIAA nel 2018[19].

Nel 2017 la Fondazione Nuto Revelli[5] ha organizzato la Scuola Giovani Agricoltori di Montagna di Paraloup e nel marzo del 2018 ha co-fondato l’Associazione fondiaria “Valli Libere” con il Comune di Rittana e alcuni privati abitanti del territorio.

A settembre 2018 Paraloup è stato selezionato per la mostra Arcipelago Italia della Biennale dell’Architettura di di Venezia[20].

Paraloup fa parte della Rete del Ritorno e della rete Paesaggi della Memoria[8].

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Museo modifica

Offre una sala esposizioni temporanea e l’allestimento permanente “Le stagioni di Paraloup”, un’installazione multimediale interrattiva, curata dallo studio milanese NEO – Narrative Environment Operas[21].

Entrando, il visitatore potrà conoscere, attraverso uno schermo touch, le quattro epoche che hanno caratterizzato più significativamente la storia di Paraloup: la fine dell’Ottocento, con le migrazioni alpine, il periodo della Lotta di Liberazione dal nazifascismo, l’epoca dello spopolamento delle Alpi e il ritorno alla vita in montagna di oggi.

Una volta ascoltata l’introduzione della stagione scelta, sullo schermo compaiono diverse domande che il visitatore può porre ai testimoni protagonisti di quelle “stagioni”: a quel punto saranno le voci dei protagonisti, spesso intervistati dallo stesso Nuto Revelli, a rispondere[10].

Baita “Anello Forte: laboratorio-archivio per la memoria delle donne” modifica

La baita “Anello forte: laboratorio-archivio per la memoria delle donne” è uno spazio dedicato alla memoria delle donne resistenti, con video e libri a disposizione del visitatore per raccontare le storie delle donne che vivono o hanno vissuto nelle nostre valli. Un presidio di memoria femminile nella montagna della Resistenza in cui ogni donna che abita o ha abitato la montagna può depositare copia di immagini, lettere, diari con l’intento di custodire queste memorie, frammenti di culture vicine e lontane, e farle rivivere con studi, mostre, pubblicazioni e iniziative sul territorio[10].

Videobibliomediateca e Coworking modifica

«La banda si raccoglieva nella stalla fumosa e qui si discutevano idee, progetti, proposte»

La Baita Barberis ospita la prima cineteca di film sulle tematiche della guerra e della Resistenza in montagna, creata su iniziativa della Fondazione Nuto Revelli[5] in collaborazione con AIACE e ANCR (Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza) e aderente al circuito AVI.

La Baita accoglie inoltre, la sezione distaccata di Paraloup della biblioteca della Fondazione Nuto Revelli[5] di Cuneo, con una selezione di libri riguardo le tematiche dell’architettura montana, della sostenibilità, della Resistenza, della memoria delle donne di montagna e partigiane.

La Baita infine, ospita degli spazi dedicati al lavoro e allo studio in ambienti naturali. La Borgata Paraloup fa inoltre parte della rete NATworking[22].

Teatro modifica

Nel 2018 è stato inaugurato un teatro all’aperto, grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg Alcotra Italia-Francia 2014-2020 per il progetto Migraction – Generazioni in movimento. Un palcoscenico in legno affacciato sulle Alpi Marittime capace di ospitare 200 spettatori, dedicato ad eventi culturali, come rappresentazioni teatrali, concerti, festival, letture e proiezioni[9].

Baita Perona modifica

Baita intitolata ad Adriano Perona, sindaco di Rittana negli anni della ricostruzione della Borgata. Oggi è uno spazio messo a disposizione per accogliere installazioni artistiche e allestimenti espositivi dedicati[11].

Luoghi di Interesse Naturalistico modifica

Borgata Paraloup si trova all’interno di una fitta rete di sentieri e piccole mulattiere che collegano le varie borgate, le stesse che percorrevano i montanari e i partigiani, che oggi sono percorse a piedi, in bici, a cavallo oppure con le ciaspole e sci alpinismo nel periodo invernale.

Le mete più vicine e percorse sono l’Alpe di Rittana e il Monte Tajarè.

Infine, è presente un Bike Park avente 7 diversi percorsi [23].

Nota modifica

  1. ^ a b Walter Cesana, Paraloup antica borgata montanara e contadina, in Beatrice Verri, Lucio Monaco (a cura di), Resistenze. Quelli di Paraloup, Torino, Gruppo Abele, 2013, p. 138
  2. ^ “Se generali e colonnelli mancavano mancavano alla prova, con i reparti regolari non si poteva concludere nulla,- si dissero quel giorno- tanto valeva che gli antifascisti cercassero di fare da sè” Dante Livio Bianco, Guerra partigiana, Einaudi, Torino, 1973, p. 7
  3. ^ Lucio Monaco, Alba di una formazione partigiana. La banda Italia libera fra madonna del Colletto e Paraloup, in Beatrice Verri, Lucio Monaco (a cura di) Resistenze. Quelli di Paraloup, Torino, Gruppo Abele, 2013, p. 47-66
  4. ^ Michele Calandri, Il ruolo di Paraloup nella Resistenza, in Beatrice Verri, Lucio Monaco (a cura di) Resistenze. Quelli di Paraloup, Torino, Gruppo Abele, 2013, p. 39-46
  5. ^ a b c d Fondazione Nuto Revelli, su nutorevelli.org.
  6. ^ Fondazione CRC, su fondazionecrc.it.
  7. ^ Carta Internazionale del Restauro (PDF), su unirc.it.
  8. ^ a b Daniele Regis (a cura di), Atlante di borghi rurali alpini. Il caso Paraloup, Cuneo, Fondazione Nuto Revelli, 2012.
  9. ^ a b c Teatro, su paraloup.it.
  10. ^ a b c d Museo dei Racconti e Laboratorio Anello Forte, su paraloup.it.
  11. ^ a b Baita Perona, su paraloup.it.
  12. ^ a b Baita Ristoro e Foresteria, su paraloup.it.
  13. ^ Baita Barberis, su paraloup.it.
  14. ^ Rinascita Pastorale, su cuneocronaca.it.
  15. ^ Premio Konstruktiv, su iris.polito.it.
  16. ^ Bandiera Verde di Legambiente (PDF), su legambiente.it.
  17. ^ Premio Gubbio per il paesaggio, su ancsa.org.
  18. ^ Premio AAA Architetti Arco Alpino, su architettiarcoalpino.it.
  19. ^ Daniele Regis (a cura di), Atlante dei borghi rurali alpini. Il caso Paraloup, Cuneo, Fondazione Nuto Revelli, 2012
  20. ^ Mario Cucinella (a cura di) Arcipelago Italia: progetti per il futuro dei territori interni del Paese : padiglione Italia alla Biennale architettura 2018, Macerata, Quodlibet, 2018, p. 42-43
  21. ^ NEO, su neo.mi.it.
  22. ^ NATworking, su natworking.eu.
  23. ^ Bike Park, su tajare.it.

Collegamenti esterni modifica