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Munychryia senicula
Munychryia senicula
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaBombycoidea
FamigliaAnthelidae
SottofamigliaMunychryiinae
GenereMunychryia
SpecieM. senicula
Nomenclatura binomiale
Munychryia senicula
Walker, 1865
Sinonimi

Hypochroma nyssiata
Felder & Rogenhofer, 1875

Munychryia senicula Walker, 1865[1] è un lepidottero, appartenente alla famiglia Anthelidae, endemico dell'Australia.[2][3][4][5]

Descrizione

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Maschio adulto di Munychryia senicula

Si tratta di una falene eteroneura, appartenente ai Ditrysia, con apertura alare compresa tra 27,1 e 33,4 mm nei maschi, tra 30,8 e 34,6 mm nelle femmine; questo lepidottero ha abitudini tendenzialmente notturne o crepuscolari, ed è dotato di una buona capacità di volo. Il corpo è alquanto robusto, e soprattutto il torace e l'addome appaiono ricoperti da una fitta peluria.[1][2][3][4][6][7]

Il capo appare rivestito di scaglie piliformi di colore giallo-brunastro.[6] Non sono presenti ocellichaetosemata.[2][3][4][6]

Le antenne, di un color ocra scuro, hanno in entrambi i sessi una lunghezza leggermente superiore alla metà della costa dell'ala anteriore; appaiono bipettinate fino all'apice nel maschio e dentate fino all'apice nella femmina; gli antennomeri hanno l'asse centrale rivestito di fitte scaglie sulla superficie dorsale.[2][3][4][6]

Le appendici boccali non sono molto ridotte, se paragonate agli altri membri della famiglia. I lobi piliferi sono ben sviluppati e muniti di robuste setole laterali. I palpi mascellari sono unisegmentati, mentre quelli labiali sono ricurvi, con l'ultimo segmento piccolo, ascendente e quasi nascosto tra le lunghe setole del secondo. La spirotromba è lunga e arrotolata, munita di papille carenate distali.[1][2][3][4][6]

Il torace è densamente rivestito di lunghe scaglie piliformi, ma il metascuto appare privo di spinule. Non sono presenti organi timpanici toracici.[1][2][3][4][6]

Nell'ala anteriore si nota la presenza di un'areola allungata, dal cui apice dipartono le sezioni distali di Rs1, Rs2, Rs3 ed Rs4; nella parte distale dell'areola, sono presenti due nervature trasversali: una prima tra Rs1 ed Rs2, oltre a una seconda, posta tra R ed Rs1. M2 corre più ravvicinata a M3 che a M1. CuA1 e CuA2 sono chiaramente separate e distinguibili, mentre manca CuP. 1A+2A mostra una netta biforcazione nella regione basale.[2][3][4][6]

Nella pagina dorsale dell'ala anteriore, la colorazione di fondo varia considerevolmente tra il marrone carico e il grigio pallido. Nella regione basale, si osserva un'area più chiara, nettamente separata dal resto dell'ala tramite una linea scura sinuosa e sottile; un'analoga linea contorna anche la fascia submarginale, che appare più chiara. Una serie di irregolari linee scure è appena distinguibile nella zona discale, e tra queste, la più netta si trova proprio in corrispondenza dell'apice anteriore della cellula discale. L'apice è poco appuntito e solo lievemente rientrante; il tornus è sfuggente e il termen appare attorniato da una singola fila di scaglie piliformi, più chiare del resto dell'ala. La pagina inferiore dell'ala anteriore riprende vagamente i motivi della superficie dorsale, ma con tonalità più spente e omogenee.[1][2][8]

Nell'ala posteriore, provvista di una venulazione decisamente più ridotta, Sc+R è connessa in un singolo punto al margine anteriore della cellula discale, e analogamente, anche Rs ed M1 si "toccano" in un solo punto; come nell'ala anteriore, M2 parte in posizione più ravvicinata a M3 che a M1. Manca CuP, mentre 3A è presente e ben definita.[2][3][4][6]

La colorazione della pagina superiore dell'ala posteriore risulta chiaramente separata in due regioni distinte: il terzo distale ha una tonalità di fondo assimilabile a quella dell'ala anteriore, ma senza evidenti geometrie, mentre i due terzi basali appaiono nettamente più pallidi e tinti di un grigiastro spento. Anche qui il tornus è alquanto sfuggente e il termen rivela una fila di sottili scaglie piliformi più chiare.[1][2][8]

L'accoppiamento alare è del tipo "frenato" nei maschi e amplessiforme nelle femmine, col mantenimento della sola parte basale del frenulum.[2][3][4][6] La spinarea è assente.[9]

Nelle zampe, rivestite di fitte scaglie piliformi color giallo-ocra, l'epifisi è presente in entrambi i sessi, ma più ridotta nelle femmine, mentre gli speroni tibiali, non molto lunghi, hanno formula 0-2-4. Arolio e pulvilli sono presenti, questi ultimi provvisti di un lobo dorsale. Le unghie hanno struttura semplice, priva di dentellatura ventrale.[2][3][4][6]

L'addome è alquanto tozzo in entrambi i sessi e, come il torace, risulta privo di organi timpanici; è rivestito da fitte scaglie piliformi.[2][3][4][6]

Nell'apparato riproduttore maschile, il tegumen è ampio e il vinculum appare lievemente proteso dalla parte ventrale; le valvae sono alquanto inspessite e arrotondate alla base, con un certo numero di setole distali; lo gnathos è assente, così come i socii; l'uncus è massiccio e arrotondato, con fitte setole apicali; l'edeago è robusto, grosso modo cilindrico e munito di un cornutus fortemente sclerotizzato e uncinato all'apice.[2][3][6]

Nel genitale femminile, la bursa copulatrix non è molto grande, e sul corpus bursae, che ha la forma di un sacco arrotondato, è presente un signum ricurvo; l'ostium bursae è sclerificato e posizionato nella parte anteriore della superficie ventrale dell'VIII somite; il ductus bursae e leggermente arrotolato; le apofisi posteriori sono sottili e molto allungate, a differenza di quelle anteriori; le papille anali sono poco sviluppate e provviste di setole.[2][3][6]

L'uovo è leggermente appiattito in senso dorso-ventrale, con una forma grosso modo ovoidale; una delle due estremità, lievemente più scura e allargata dell'altra, regge il micropilo. Il chorion appare liscio. Inizialmente la colorazione è un giallo brunastro, che via via tende al rosso scuro nelle ultime fasi prima della schiusa. Dalla deposizione alla schiusa passano circa dieci giorni.[2][3][6]

Le uova vengono deposte singolarmente o a coppie, assicurate al substrato da una sostanza colloidale.[2][6][10]

La larva di I età presenta poche setole secondarie, essenzialmente sul lobo posteriore delle pseudozampe anali. Al contrario, la larva matura è provvista di numerose setole secondarie, che sono piccole e a forma di spatola. La colorazione generale è verde-grigiastra, con quattro linee longitudinali biancastre per lato, presumibilmente a funzione mimetica. Le pseudozampe appaiono giallastre nei due terzi basali e grigiastre nel terzo distale, coi processi posteriori rosati.[2][3][4][6]

Il capo ha un colore giallo-arancio. L'apparato boccale è di tipo ipognato. Sono presenti sei stemmata per lato, disposti su un arco più o meno regolare. La sutura mediana adfrontale è alquanto lunga.[2][11]

Nel torace, i segmenti hanno tutti dimensioni simili. Le zampe protoraciche sono più sviluppate delle altre. Le tibie toraciche rivelano un lobo membranoso distale, che si estende oltre la lunghezza dei tarsomeri. Gli spiracoli del protorace sono più grandi di quelli dell'VIII segmento addominale, che a loro volta superano di poco il diametro di quelli del VII; gli spiracoli degli altri somiti hanno tutti dimensioni più ridotte.[2][10]

Nel protorace, le setole D1, XD1 e XD2 si trovano più o meno su una linea retta verticale, in prossimità del margine anteriore del somite; D2 si trova in posizione posterodorsale rispetto a D1; SD2 è assente; L2 è più breve e in posizione lievemente dorsale rispetto a L1 (che è la setola primaria più lunga in assoluto), ma entrambe sono rette dallo stesso pinaculum; SV1 ed SV2 sono nettamente a forma di spatola, a creare una linea orizzontale; MV2 ed MV3 sono presenti, come pure V1.[2]

Nel meso- e metatorace, D1 è anterodorsale rispetto a D2, ed SD2 è dorsale rispetto a SD1; quest'ultima risulta essere di gran lunga la setola primaria più sviluppata dopo L1 del protorace, e quella con la base più sclerotizzata; L ed SV sono entrambe singole, mentre V1, MD1, MSD1, MSD2 ed MV1 sono tutte presenti.[2]

Nell'addome si osservano D1 e D2 disposte lungo una linea pressoché orizzontale, ma la seconda si trova in posizione leggermente più dorsale tra i segmenti A1-A7, orizzontale in A8, e più dorsale in A9; SD1 è dorsale e più sviluppata rispetto a SD2 tra A1 e A8, mentre A9 presenta solo una singola setola SD; il gruppo L è a doppia setola tra A1 e A8, con L1 posteroventrale rispetto allo spiracolo ed L2 anteroventrale rispetto a L1; A9 regge solo una setola L; il gruppo SV è a singola setola in A1, a doppia setola in A2 (con SV1 ed SV2 disposte su una linea verticale), assente tra A3 e A6 e a singola setola tra A7 e A9; V1 è presente tra A1 e A9; MD1 si trova solo tra A1 e A8; MV3 è presente tra A1 e A9.[2]

Mentre la larva di I età non ha uncini sulle pseudozampe, quelle dalla II alla V età mostrano via via sempre più uncini; le pseudozampe, che si trovano sui segmenti A3-A6 e A10, sono robuste ma non molto allungate, e munite di 17-19 uncini a completa maturazione; l'ultimo paio di pseudopodi, quello anale, alla V età appare più sviluppato dei precedenti, con 27-29 uncini, oltre che nettamente più appuntito.[2][3] Gli uncini sono robusti e disposti su linee ellittiche incomplete, su un singolo ordine.[2][4][11]

La pupa è obtecta, alquanto tozza e ben sclerificata, con le appendici fuse tra loro e col resto del corpo. Capo, torace e appendici sono di una tonalità tra il giallo e l'arancio, mentre l'addome è tinto di un arancio un po' più carico, screziato di rosso-brunastro. Il capo rivela inoltre una coppia di robusti processi anteriori, fortemente sclerificati e ricurvi verso l'interno. I palpi mascellari sono assenti, mentre la spirotromba supera di poco la punta delle ali. Le antenne sono relativamente corte (circa i tre quarti della lunghezza della proboscide). I palpi labiali risultano esposti. L'addome è munito di due soli segmenti mobili, A5 e A6, facilmente distinguibili; ventralmente si notano delle macchie poco definite, che potrebbero rappresentare sorte di cicatrici degli pseudopodi; distalmente termina con una coppia di brevi processi appuntiti e ben sclerificati, ma non sono presenti setole del cremaster.[2][3][6]

Il bozzolo ha forma elittica e allungata; è opaco, di un bruno pallido, e talvolta incorpora parte delle setole della larva; la pupa non è visibile attraverso la parete.[2][3]

Biologia

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Ciclo biologico

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Gli adulti sono prevalentemente notturni, con una moderata attrazione per la luce.[3][12]

Nella fase immaginale, la spirotromba è ben sviluppata e presumibilmente funzionante, sebbene le abitudini alimentari di queste falene siano poco conosciute.[1][2][6]

Anche le larve sono principalmente attive nelle ore di buio, e non si registra il fenomeno del gregarismo.[4][6]

L'impupamento avviene in un bozzolo fissato alla pianta nutrice.[4][11]

 
Allocasuarina verticillata, una delle piante ospiti di M. senicula

Il bozzolo ha una struttura a doppio strato, essenzialmente costituito da fibre sericee, estruse dalla larva e intessute grazie alla filiera.[2][4][6]

Alimentazione

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Queste larve non sono minatrici fogliari, ma al contrario si alimentano aggrappate alle parti vegetali della pianta nutrice.[2][3][4][6]

Le uniche piante ospiti riportate in letteratura appartengono al genere Allocasuarina L.A.S.Johnson, 1982 (Casuarinaceae), come ad esempio:[2][6][10][13]

Parassitoidismo

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Non sono noti casi di parassitoidismo ai danni delle larve di Munychryia senicula.[14][15]

 
L'Australia

Distribuzione e habitat

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La specie è endemica dell'Australia, e più in particolare la si può rinvenire in Australia Meridionale, Queensland, Nuovo Galles del Sud, Victoria, Territorio della Capitale Australiana e Tasmania.[2][3][4][6][11]

Tassonomia

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Munychryia senicula Walker, 1865 - List Spec. lepid. Insects Colln Br. Mus. (32): 396 - locus typicus: Golfo di Moreton, Queensland, Australia.[1]

Sottospecie

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Non sono state descritte sottospecie.[2][8][10][16][17][18]

Sinonimi

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È stato riportato un solo sinonimo:[8][16][17][18]

Conservazione

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La specie non è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[20]

  1. ^ a b c d e f g h (en la) Walker, F., List of the specimens of lepidopterous insects in the collection of the British Museum (PDF), parte 32, Londra, Order of the Trustees, 1865 [1854-66], p. 396, DOI:10.5962/bhl.title.58221, ISBN non esistente, LCCN agr04000350, OCLC 257830843. URL consultato il 29 marzo 2018. Lingua sconosciuta: en la (aiuto)
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag (EN) Common, I. F. B. & McFarland, N., A new subfamily for Munychryia Walker and Gephyroneura Turner (Lepidoptera: Anthelidae) and the description of a new species from western Australia (PDF), in Journal of the Australian Entomological Society, vol. 9, n. 1, Brisbane, The Society, aprile 1970, pp. 11-22, ISSN 0004-9050 (WC · ACNP), LCCN 76646181, OCLC 4660271339. URL consultato il 29 marzo 2018.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u (EN) Lemaire, C. & Minet, J., The Bombycoidea and their Relatives, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 321 - 354, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 29 marzo 2018.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (EN) Scoble, M. J., Higher Ditrysia, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 328-341, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  5. ^ (EN) Kitching, I. J.; Rougerie, R.; Zwick, A.; Hamilton, C. A.; St. Laurent, R. A.; Naumann, S.; Ballesteros Mejia, L.; Kawahara, A. Y., A global checklist of the Bombycoidea (Insecta: Lepidoptera) (PDF), in Biodiversity Data Journal, vol. 6, Sofia, Pensoft Publishers, 12 febbraio 2018, p. e22236, DOI:10.3897/BDJ.6.e22236, ISSN 1314-2828 (WC · ACNP), LCCN 2014243065, OCLC 967864539. URL consultato il 29 marzo 2018.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w (EN) Common, I. F. B., Moths of Australia, Slater, E. (fotografie), Carlton, Victoria, Melbourne University Press, 1990, pp. vi, 535, 32 con tavv. a colori, ISBN 9780522843262, LCCN 89048654, OCLC 220444217.
  7. ^ (EN) Turner, A. J., A new family of Lepidoptera, the Anthelidae (PDF), in Transactions of the Royal Entomological Society of London, vol. 67, n. 3-4, Londra, The Society, gennaio 1920, pp. 415-419, DOI:10.1111/j.1365-2311.1920.tb00014.x, ISSN 0035-8894 (WC · ACNP), LCCN sn88024447, OCLC 5156765240. URL consultato il 29 marzo 2018.
  8. ^ a b c d (EN) Munychryia senicula, su BOLD Systems - Barcode of Life Data Systems, Ontario, Canada, Biodiversity Institute of Ontario, OCLC 73870591. URL consultato il 29 marzo 2018.
  9. ^ (FR) Minet, J., Nouvelles frontières, géographiques et taxonomiques, pour la famille des CaIlidulidae (Lepidoptera, Calliduloidea), in Nouvelle Revue d'Entomologie (N. S.), vol. 6, n. 4, Fontenay-sous-Bois, Association pour le soutien de la Nouvelle Revue d'Entomologie, 1990 [1989], pp. 351-368, ISSN 0374-9797 (WC · ACNP), OCLC 637361329.
  10. ^ a b c d (EN) Munychryia senicula, su Butterfly House. URL consultato il 29 marzo 2018.
  11. ^ a b c d (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, Vol. 1, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. 509-524, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  12. ^ (EN) Turner, A. J., Revision of Australian Lepidoptera. Hypsidae, Anthelidae (PDF), in Proceedings of the Linnean Society of New South Wales, vol. 46, Sydney, The Society, 1921, pp. 159-191, DOI:10.5962/bhl.part.14007, ISSN 0370-047X (WC · ACNP), LCCN 21002639, OCLC 5974844269. URL consultato il 29 marzo 2018.
  13. ^ (EN) Robinson, G. S.; Ackery, P. R.; Kitching, I. J.; Beccaloni, G. W. & Hernández, L. M., Munychryia senicula, su HOSTS - A Database of the World's Lepidopteran Hostplants, Londra, NHM - Natural History Museum, 2010. URL consultato il 29 marzo 2018.
  14. ^ (EN) Noyes, J.S., Anthelidae, su Universal Chalcidoidea Database, 2012. URL consultato il 29 marzo 2018.
  15. ^ (EN) Yu, D. S., Munychryia senicula, su Home of Ichneumonoidea, 28 aprile 2012. URL consultato il 29 marzo 2018.
  16. ^ a b (EN) Giusti, A., Munychryia senicula, su The Global Lepidoptera Names Index, Londra, Natural History Museum, 24 febbraio 2004, ISSN 2405-8858 (WC · ACNP), OCLC 223993023. URL consultato il 29 marzo 2018.
  17. ^ a b (EN) Markku Savela, Munychryia senicula, su Funet. URL consultato il 29 marzo 2018.
  18. ^ a b (EN) Munychryia senicula, su AFD Australian Faunal Directory, Canberra, Australian Government - Department of the Environment and Energy, 9 ottobre 2008, OCLC 58049221. URL consultato il 29 marzo 2018.
  19. ^ (DE) Felder, C., Reise der österreichischen Fregatte Novara um die Erde in den Jahren 1857, 1858, 1859, unter den Befehlen des Commodore Bernhard von Wüllerstorf-Urbair (PDF), parte 9, vol. 2(2), Vienna, Aus der Kaiserlich-Königlichen Hof- und Staatsdruckerei, in Commission bei Karl Gerold's Sohn, 1861, p. tav. 125, fig. 3, DOI:10.5962/bhl.title.1597, ISBN non esistente, OCLC 174025314. URL consultato il 29 marzo 2018.
  20. ^ (EN) International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2016-3, su IUCN 2016, Cambridge, IUCN Global Species Programme Red List Unit, ISSN 2307-8235 (WC · ACNP), OCLC 943528404. URL consultato il 29 marzo 2018.

Bibliografia

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Pubblicazioni

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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