Paolino Rangoni modifica

pittore e incisore

 
Paolino Rangoni

Paolino Rangoni (Genova, 20 Luglio 1930) è un pittore e incisore italiano.

Biografia modifica

Paolino Rangoni, pittore e incisore, nasce a Genova il 20 Luglio 1930. Il trasferimento nel 1937 a Napoli per motivi lavorativi del padre, direttore amministrativo del Lloyd Triestino*, influisce sulla formazione artistica del giovane Paolino, che entra in contatto con i maggiori esponenti della pittura tradizionale napoletana. A Napoli si diploma al Liceo Classico, e si iscrive alla facoltà di ingegneria navale, interrompendo in seguito gli studi. Intorno agli anni 80′ decide di iscriversi al corso libero di Nudo, presso l’Accademia di Belle Arti della città. Gli anni trascorsi in Accademia gli permettono di accostarsi a diverse tecniche artistiche, e di confrontarsi con diversi pittori e scultori suoi contemporanei, tra cui Antonio Siciliano (1936), Gerardo Di Fiore (1934), Giuseppe Pirozzi (1934) e Augusto Perez (1929 – 2000). Nel 1970 conosce Giovanna Petrelluzzi, che sposa nel 1972 a Ponzano Magra, diventando da allora ad oggi la compagna e modella preferita dell’artista. Dal matrimonio nascono due figli, Antonio e Giulia, che insieme a Giovanna rappresentano i modelli prediletti per le sue figure sacre. Nel 1988 si trasferisce nel Levante ligure e nel 2003 consegue la laurea in disegno sperimentale all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Conosce Augusta Tassisto, sua prima insegnante d’incisione, e stringe una duratura amicizia con gli artisti Tiziano Campi, Renato Carozzi, Mariella Causa, Rodolfo Ceccotti, direttore didattico della Scuola internazionale per la Grafica d’arte Il Bisonte di Firenze, Stefano Ciaponi, Eva Lipartiti, Silvia Montanelli, Walter Tacchini, tutti docenti dell’Accademia. Oggi divide il suo tempo prevalentemente tra Sarzana e Lerici, che da sempre hanno esercitato su di lui un notevole fascino e fornito continui spunti di ispirazione. Ha partecipato con le sue opere a innumerevoli mostre, concorsi ed estemporanee, e numerosi sono stati i premi ricevuti. Inoltre ha collaborato alla stesura del n°23 della rivista culturale SeleArte (1952-1966), diretta da Carlo Ludovico Ragghianti, edita a Firenze da Adriano Olivetti. Nel dicembre 1999 fonda a Sarzana, con l’amico e collega Graziano Dagna (1939 – 2015), il movimento artistico dei Neonaturalisti di Lunigiana.

 
Autoritratto, carboncino su cartone, 1987

Produzione Artistica - Pittura modifica

PAESAGGI modifica

 
Il Castello di Lerici dal Lido, olio su tavola, cm. 40x50, 2015

Per Paolino Rangoni il Paesaggio rappresenta il tema a lui più caro. Soggetto autonomo rappresentato con più frequenza è caratterizzato dall’emergere dei ricordi d’infanzia, dal Golfo di Napoli con la costa su cui domina il Vesuvio, al porto di Pozzuoli e i cantieri a Baia con le navi. Considerato dalla critica un pittore en plein air trova il suo «stato di grazia» dipingendo le colline liguri tra i boschi di Montemarcello, i paesini affacciati sul golfo che ama, e gli scorci, sempre diversi della privilegiata Lerici. La pittura idilliaca, protagonista nei suoi paesaggi, riprende involontariamente lo stile intimo e colloquiale, tutto giocato sugli accordi di colore e sulla nitidezza delle masse, proprio della Scuola di Barbizon (anni ’30 dell’800). Le case sul mare che appaiono come piccole macchie colpite dalla luce limpida, si contrappongono nettamente con le ombre ottenute nelle strette viuzze dei carugi, restituendo una pittura che trasmette gioia allo spettatore. L’assenza di qualsiasi presenza umana, suggerita solo dalle case, resta esclusivamente al di là della tela, accentuando il senso di distacco, e facendo sì che la natura sovrastante enfatizzi il sentimento di romantica solitudine.

Primo Periodo modifica

Nella pittura dei suoi esordi Paolino Rangoni risente sia l’influenza dell’arte pre-impressionista, sia ciò che ne conseguì con il Ritorno all’Ordine, legato al recupero dell’arte classica e del Realismo, motivi iconografici ricorrenti nella pittura del primo ‘900.

Secondo Periodo modifica

Il ritorno alla sua terra d’origine, la Liguria, riaccende nell’artista un gusto pittorico che si rifà allo stile dei Macchiaioli, e a quello impressionista. La pittura a tratti materica, caratterizzata da una pennellata veloce e distesa, giocata su forti contrasti coloristici, permette all’artista di dipingere con immediatezza anche quegli aspetti apparentemente marginali del paesaggio.

 
Fiasco e bicchieri, olio su tavola, cm. 30x40, 1983

NATURE MORTE modifica

Sebbene la pittura di Rangoni sia indirizzata verso il tema paesaggistico, sin dai suoi esordi troviamo in lui la ricerca delle “cose”, proprie del genere della Natura Morta. L’artista osserva gli oggetti negli aspetti più vari, e li traduce in una pittura di forte colorismo, ponendoli come i soli soggetti della rappresentazione, nonostante l’apparente e disadorna semplicità dell’insieme. L’isolamento dell’ambiente circostante da luogo a un equilibrio sospeso e a una magica armonia di forme che fanno sorgere nell’osservatore l’idea che il tempo si sia fermato, dove i “poveri” oggetti rappresentati da Rangoni assumono un significato spirituale. Gli oggetti disposti secondo una sequenza lineare, armoniosa, fatta di corpi ora lunghi e stretti, ora larghi e bassi, proiettano sovrapposizioni pittoriche determinando l’intensità e il chiaroscuro. La sua pittura fatta di una ricerca personale, influenzata dal plasticismo dei grandi maestri del passato, mantiene il carattere di solenne monumentalità che ritroviamo nelle sue figure.


 
Giovanna, olio su tela, cm. 50x40, 2003

RITRATTI modifica

La serie di ritratti principalmente incentrati sulla rappresentazione dei membri della sua famiglia, comprende, seppur in numero minore, ritratti di amici e su commissione. L’artista predilige lavorare con posa dal vero, dove la disponibilità di un maggior tempo con il soggetto da ritrarre permette a Rangoni l’utilizzo di una pennellata meditata, consentendogli uno studio più approfondito di luci e ombre, alla ricerca di un forte realismo, ottenendo così un modellato saldo ed essenziale, che risente della grande tradizione della pittura da Masaccio a Caravaggio. Al contrario, i numerosi ritratti dedicati ai nipoti con tempi di posa minori, sono ottenuti da pennellate veloci prive di ripensamenti, dove un gioco di luci e ombre li rendono delle istantanee naturalistiche di un attimo fuggente. Attento e partecipato è lo studio della figura femminile che ama descrivere in pose casuali, semplici e quotidiane. Le sue figure risentono del classicismo accademico attento al passato e alla tradizione, ma al contempo rimangono radicate alla modernità.


TEMA SACRO modifica

L'approfondita conoscenza dei modelli classici studiati negli anni trascorsi in Accademia a Carrara ha permesso all’artista di cimentarsi in opere a Tema Sacro. La solidità dei corpi, data da una compostezza severa quasi classica, definisce le figure sacre in un’atmosfera sospesa ed irreale. L’ambientazione dei dipinti, cupa e spoglia, rende drammaticamente le espressioni dei volti e la forte gestualità, mentre la luce scivolando veloce sui corpi,  li relega nella penombra. Il Paesaggio ora perde d’importanza, non è più il protagonista indiscusso, ma aiuta alla definizione spaziale della scena creando una visione unitaria della realtà, dove protagoniste sono la luce spirituale e l’oscurità, che danno una definizione dei volumi delle figure rappresentate.

 
La Pietà olio su tela, cm.70x80, 1992, Museo Diocesano di Sarzana
 
Cristo cade per la prima volta, acquaforte, acquatinta e china e zucchero, cm.22,7x19, 2008

Produzione Artistica - Incisioni modifica

Oltre alla produzione pittorica, Paolino Rangoni si dimostra capace di inseguire l’immediatezza e la sensazione che la natura, maestra di vita, gli suggerisce anche nelle pratiche incisorie. Nelle sue numerose incisioni (acquaforte, puntasecca, acquatinta e china e zucchero) ritroviamo quell’espressione di libera e spontanea rappresentazione del naturale, data da una solida volumetria degli oggetti, che approda ad un realismo lirico. In un segno netto, deciso e sicuro ritroviamo quell’attesa, quel nitore di forma di classica composizione, e in una luce che indaga in una riflessione mentale, emerge un ritorno ad una solida tradizione, dove la costruzione delle figure, del paesaggio e delle nature morte riprende idealizzate componenti del “Ritorno all’Ordine”.

Via Crucis modifica

Il Ciclo di quattordici tele dedicate alla Via Crucis, e una quindicesima  che ha come tema la Resurrezione, furono donate da Paolino Rangoni al Museo Diocesano di Vicenza nel 2015, mentre i bozzetti definitivi sono esposti presso l’Istituto Superiore di Scienze Teologiche di Vicenza. Dopo una serie di tele di formato minore, l’artista è giunto a rappresentare il percorso di Gesù verso la Crocifissione in un’ambientazione totalmente spoglia, in cui l’emergere di un doloroso abbandono, esprime la sua volontà di donarsi per gli altri. Ogni dipinto racchiude, nella sua singolarità, un linguaggio articolato fatto di una forte espressività gestuale e di una sicura presa visiva. La sofferenza, la paura e l’emarginazione sono efficacemente rappresentate spesso in contrapposizione a una visibile tenerezza e speranza, in particolare nella quarta stazione quando Gesù incontra la Madre. In una solida struttura compositiva le masse, livide di sofferenza, che si intrecciano con la figura imperiosa del Cristo, interagiscono nei gesti e nelle espressioni, protagoniste come figure di ‘sfondo’. Queste ultime nell’accompagnare la figura di Gesù verso il Calvario vengono rappresentate dall’artista nella loro nudità, segno distintivo della loro umanità. Nei corpi scultorei, privi di attributi, emerge un forte accademismo. Gli anni trascorsi in Accademia a Carrara e l’intenso studio dal vero, hanno portato l’artista a riprendere a modello i suoi familiari. L’impianto cromatico, che partecipa a rendere lo scenario drammatico, è caratterizzato da un uso della luce che richiama i grandi maestri del passato.

Mostre modifica

MOSTRE PERSONALI modifica

  • 1985 – Paolino Rangoni – Pubblica Assistenza Pitelli
  • 1986 – Paolino Rangoni – Centro Culturale “Luni Arte” (Sarzana)
  • 1988 – Paolino Rangoni – Centro Culturale “Luni Arte” (Sarzana) – Pubblica Assistenza Pitelli
  • 1996 – Paesaggi – Palazzo Civico, Sarzana
  • 2006 – Martirio di Sant’Andrea – Chiesa di S. Giovanni Battista, La Serra – Lerici
  • 2007 – Festival Biblico – Chiesa di S. Silvestro, Vicenza
  • 2012 – Mistero Pasquale – Museo Diocesano di Vicenza
  • 2017 – La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo – Museo Diocesano di Sarzana
  • 2019 – Nel Segno della Croce – Oratorio di Santa Croce, Sarzana

MOSTRE COLLETTIVE modifica

  • 1976 – Centro Luni Arte – Sarzana
  • 1977 – 1978 – 1979 – Tennis Club Vomero – Napoli
  • 1981 – 1982 – 1983 – Piazzeo – Lerici
  • 1988 – Salone Fanelli – Gruppo Erice, La Spezia
  • 1989 – Pellegrini nell’assoluto – rassegna Pittura, Scultura, Grafica Lucca
  • 1989 – Uomo Arte Ambiente – Gruppo Erice, La Spezia
  • 1990 – Fragmenta Sarzanae – Gruppo Erice, La Spezia
  • 1991 – Paesaggi – Gruppo Erice, La Spezia
  • 1992 – La Passione di Cristo – Pieve di Sant’Andrea, Sarzana
  • 1992 – La donna nella Resistenza – Palazzo Comunale, Sarzana
  • 1992 – Officina, Accademia di Belle Arti di Carrara – Moneglia
  • 1998 – Paesaggi e Figure – San Terenzo
  • 1998 – Arborea – Montemarcello in Studio – Palazzo Civico, Sarzana
  • 1999 – I Neo-Naturalisti di Lunigiana – Sala della Repubblica, Sarzana
  • 1999 – “mare, verde e cielo” – Montemarcello
  • 1999 – III Biennale degli studenti dell’Accademia – Accademia di Belle Arti, Carrara
  • 1999 – Artisti alla Spezia nel ‘900 – Palazzo del Governo, La Spezia
  • 2000 – Neo-Naturalisti di Lunigiana – Pubblica Assistenza, Sarzana
  • 2002 – Montemarcello Studio – Circolo Culturale “Bertolt Brecht”, Milano
  • 2003 – Neo-Naturalisti di Lunigiana – Sala Allende, La Spezia
  • 2004 – Pittori Sarzanesi del ‘900 – Fortezza Firmafede, Sarzana
  • 2005 – Da Antignano a Punta Mesco – Fortezza Firmafede, Sarzana
  • 2007 – Incontri a Montemarcello – Milano
  • 2009 – Natale Insieme – La Galleria dell’Immagine, Sarzana
  • 2009 – È Primavera… – La Galleria dell’Immagine, Sarzana
  • 2009 – 100 Artisti in Cittadella – Fortezza Firmafede, Sarzana
  • 2010 – È Primavera… – La Galleria dell’Immagine, Sarzana
  • 2010 – È l’Estate… – La Galleria dell’Immagine, Sarzana
  • 2010 – Montemarcello Spazio Atelier – Fortezza Firmafede, Sarzana
  • 2010/11 – Il Sacro nell’arte Contemporanea – Museo Diocesano di Sarzana
  • 2010/11 – XXII Rassegna – Associazione Incisori Liguri – Museo Sant’Agostino, Genova
  • 2012 – XXIII Rassegna – Associazione Incisori Liguri – Museo Sant’Agostino, Genova
  • 2012/13 – Oto Melara dipinge – Mostra dei Quadri di Paolino e Antonio Rangoni, La Spezia
  • 2014 – Il Laboratorio delle Arti – La Spezia
  • 2014 – IV Biennale Internazionale Ex Libris Palladio – Vicenza
  • 2016 – XXVII Rassegna – Associazione Incisori Liguri – Museo Sant’Agostino, Genova
  • 2017/2018 – Castello Spazio Creativo – Lerici
  • 2020 – Paesaggi e Suggestioni – Santa Croce, Sarzana

CONCORSI ED ESTEMPORANEE modifica

  • 1983 – Santo Stefano – Il suo centro storico – 1° Premio Pittura Estemporanea – Santo Stefano Magra
  • 1983 – Mostra di Pittura – Santo Stefano Magra
  • 1984 – Concorso “Michela Pirone” – Ercolano (Napoli) – Premio di Pittura
  • 1984/86 – Piazzeo – Lerici – Estemporanea maxi tela
  • 1985 – Estemporanea di Pittura – Città di Brugnato
  • 1985 – “Paesaggistica santostefanese” – 3° Premio di Pittura Estemporanea – Santo Stefano Magra
  • 1986- “Ameglia: Paesaggio e Tradizione” – 1° Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea – Comune di Ameglia
  • 1987 – “Ameglia: tra fiume e mare” – 2° Concorso Nazionale di Pittura Estemporanea – Comune di Ameglia
  • 1988 – Concorso – Posillipo (Na) – 1° Premio di Pittura
  • 1988 – Concorso Marzaroli – Salsomaggiore – Targa Comune
  • 1988 – La Finelliana – Carrara
  • 1991 – Estemporanea – Santo Stefano Magra – Premio di Pittura
  • 1991 – 3° Estemporanea di Pittura – Associazione Proloco, Carignano
  • 1992 – Estemporanea – Santo Stefano Magra – Premio di grafica
  • 1994 – Estemporanea di Pittura “Colori della Vita” – Marina di Massa
  • 1995 – 7° Estemporanea di Pittura – Associazione Proloco, Carignano
  • 1996 – 8° Estemporanea di Pittura – Associazione Proloco, Carignano
  • 1996 – ’97 – ’98 – ’99 – 2000 – ’01 – ’03 – ’04 – ’05 – ’06 – ’07 – ’12 – ’14 – Calandriniana – Sarzana – maxi tela
  • 1997 – Concorso Marzaroli – Salsomaggiore – 3° Premio grafica
  • 1997 – 9° Estemporanea di Pittura – Associazione Proloco, Carignano
  • 1998 – VIII Rassegna della Spezia e della Lunigiana – Artigianato Artistico
  • 2001 /2002 – Biennale d’Incisione – Monsummano Terme
  • 2002 – Mostra di Pittura “Il Cinghiale” – Partecipazione – Larciano
  • 2002 – Biennale d’Incisione – Monsummano Terme
  • 2003 – Mostra di Pittura “Il Cinghiale” – 12° Premio – Larciano
  • 2004 – Mostra di Pittura “Il Cinghiale” – 4° Premio – Larciano
  • 2006 – I edizione della EX TEMPORE “Borgo di Trebiano”
  • 2006 – 1° Estemporanea di Pittura – Pugliola
  • 2010 – Concorso Internazionale Ex Libris “AeM dalla sua nascita a oggi” – Milano
  • 2014 – I edizione Estemporanea di Pittura “Scorci Castelli buggianesi” – Comune di Buggiano
  • 2020 – 10° Estemporanea di Pittura – Associazione Proloco, Carignano

Apparato Critico modifica

Ferruccio Battolini

«Armonizzazione e coordinamento fra struttura e colore mi pare abbiano la stessa significazione, in sede critica, della “solarità controllata” messa in evidenza da Francesco Ragghianti […] Se poi a ciò che Rangoni ha assimilato nelle due accademie si somma a il gusto paesaggistico istintuale di matrice ligure,  non si può non prendere intanto atto della sua lunga preparazione – lastricata di sacrosante sperimentazioni – che è approdata ad esiti positivi sempre in chiave evolutiva […] Rangoni, voglio dire, ha raggiunto più che sufficienti quote di capacità creativa, per cui dobbiamo riconoscergli una “sensibilità ragionata” (consapevolezza sensibile) ormai del tutto autonoma» (1996) «I suoi paesaggi – sia dove rende predominante la panoramicità sia dove delinea una ritrattistica materiale-umana-ambientale – sono proposti con intensa partecipazione di natura genuinamente lirica»

Mario Cagetti

«Il paesaggio sta al fondamento della sua tematica […] sono squarci lirici liberati dal poeta che ama la natura […] Rangoni coglie oltre che il prospetto vedutistico, l’essenza spirituale del creato: non perché esso sia una rappresentazione della realtà, ma perché, posto come ambiente spirituale, consenta uno scrutare intimo nell’anima di chi si pone in rapporto con il dipinto […] i colori sono caldi, effusi in macchie, con zone vivaci e solari […] Un’eccellente tecnica sorregge l’effetto coloristico. I toni sono sempre armoniosi e si stendono senza rigidità di segnature»

Renato Carozzi

«Paolino Rangoni nel suo fare, rimane all’interno di un pieno combattimento. Vuol catturare ogni motivo luminoso, ogni nota di colore, saziare la tela della pienezza di questi sensi. La bandiera degli impressionisti gli è rimasta dentro come una cicatrice profonda e una vocazione espressiva irrinunciabile. La conseguenza è severa: stare nei posti, guardare con lo scandaglio degli occhi, trovare quei motivi commoventi di contrasto di luce, di profondità d’ombra, quella nota indefinibile di colori che ci piace […] Così è nella pittura di Rangoni, che ha la sua forza, la sua indipendenza. Fatta qualche piccola concessione all’Espressionismo, tutto si riassume nell’onda lunga dell’Impressionismo, con grande riverenza a Manet, Monet, August Renoir, Degas, e Macchiaioli, certi Lombardi, certi Napoletani, un rispettoso saluto a Cèzanne, Seurat, Matisse, una commozione per Gauguin, Van Gogh, un’occhiata su Metafisica e Novecento. Uno sguardo interrogativo e una scrollata di testa per Cubismo, Surrealismo, Astrattismo, infine, a morte il Dadaismo, morte a Duchamp, a tutto il Concettualismo, Minimalismo, Arte Povera e Body Art (2000)

Rodolfo Ceccotti

«Ma Rangoni, a parere mio, è soprattutto un pittore “en plain air”. È girovagando per le colline liguri, nei saliscendi dei paesini affacciati ai porticcioli marini, all’ombra di un pino o seduto su di uno scoglio sotto il sole battente che Paolino trova il suo stato di grazia. La tavolozza si illumina di colori. […] Costruisce la pittura con tenacia, con attenzione viva e attenta dove il colore si trita in sensibili passaggi cromatici, altre volte si stende in ampie sicure pennellate. È una pittura che si richiama alle festosità cromatica del genovese Libero Verzetti o alla esuberanza del napoletano Gennaro Villani» (dalla rivista SeleArte n°23, il Gennaio 1996)

Giuseppe Luigi Coluccia

«Le due anime di Paolino Rangoni l’arte e l’acqua – gli elementi primordiali ma pur sempre legati ai luoghi, dove il pittore è nato (Genova) e poi ha espresso artisticamente L’opera e la esauribile gamma delle emozioni (Napoli). Sono questi i luoghi abitati (e quasi respirati, assaporati, assorbiti) il destino della sua pittura, degli olii così sapientemente combinati in un incessante gioco di trasparenze. Le due anime di Rangoni, insomma, attraverso l’itinerario esistenziale dell’artista, hanno prodotto il singolare prodigio di un’arte “en plain air”, comunque la si guardi, dalla finestra sul cortile o dal mondo sotto casa, dalla valle e dal mare o dalle alture soggioganti, dove meglio si staccano le visioni emotive e fantastiche, le memorie sedimentarie pur sempre operanti, le impressioni affidate allo spazio come segni incandescenti […]Egli è veramente il pittore delle trasparenze, ama la luminosità in tutta la gamma di toni e di vapori con una rappresentazione nitida e ariosa» (1996)

Pasquale De Orsi

«[…] l’attenzione è riservata soprattutto al paesaggio, specie se ligure, tuttora presente dinanzi ai suoi occhi, malioso e stupendo, rivissuto, tra l’altro, attraverso la magia del colore»

Sirio Guerrieri

«La suggestione coloristica della pittura di Paolino Rangoni deriva da una maturata e sofferta esperienza di genti e di paesi, da una memoria provocatoria che ostinatamente oppone ad ogni emozione viva e attuale un’antica realtà archetipa con la quale è necessario scontrarsi e amalgamarsi in sede espressiva. […] Esaltano i mezzi tecnici la tensione alla fruizione del colore, la congeniale misura fantastica capace di restituire ai reperti della memoria quelle incantate atmosfere timbriche, tonali senza enfasi e senza timidezza. La vecchia Lerici dell’infanzia, gli angoli, le convalli della bassa Magra dalle tele di Paolino Rangoni parlano sottovoce in un intimo segreto andare di motivi lirici e cromatici […]. I ricordi stanno al di là di cromatismo pittorico […] Gli oggetti si rapportano in misuratissimi giochi di colore e di forme senza rinunciare alla struttura veristica e razionale, […]»

Luigi Leonardi

«Ciò che per Platone è mutabile è la molteplicità del “essere”. Ciò che invece non cambia è l’idea immutabile ed eterna. Il contenuto dei quadri di Paolino Rangoni è un po’ così: un immutabile concetto di bellezza che sta sotto il mutare della luce, dei colori, delle stagioni.»

Maurizio Marchini

«Nel vorticoso evolversi dell’espressione figurativa in questo nostro tempo, popolato di tensioni e grida, la pittura di Paolino Rangoni percorre un cammino tutto suo, ed un po’ appartato. Questo modo di essere non va letto nel significato dell’isolamento, ma semmai di andare per la via di ciò che l’animo sente, che il mondo, la natura, la vita suggeriscono, al di là, al di sopra di mode, correnti, eventi […]»

Gino Prandina

«L’arte contemporanea di inizio millennio, assieme all’evidente eclettismo dei linguaggi e delle comunicazioni apre le porte al cosiddetto “ritorno della pittura”. Paolino Rangoni, per evidenti motivi biografici, trasborda il faticoso ed insieme affascinante fardello della pittura verso gli albori di questo nuovo panorama. Alle spalle il ricco e colto percorso, fatto di indagini sulla natura e sugli oggetti, applicati per via di quel simbolismo tutto italiano, intriso di immediato stupore ed insieme di più ragionata spiritualità. Tra le suggestioni partenopei e cangiante baluginare della luce ligure, Rangoni si applica a registrare le emozioni interiori con meditata ed intima consapevolezza. Egli apre le porte di questa ricerca nel momento in cui la pittura medita sulla “pelle”, una pelle umana come una pelle materica quale è la superficie pittorica.»

Francesco Ragghianti

«[…] Ci troviamo di fronte ad una personalità originale, che riesce a dominare la drammaticità degli spunti con classico rigore e che dà una solarità controllata pur essa alle visioni più strettamente correlate alla natura che lo circonda con il suo infinito potenziale immaginario» (dalla rivista Selearte, serie n°23, Gennaio 1996)

Valerio Rivosecchi

«Mi hanno attratto subito (incisioni n.d.r) per quella qualità particolare: aldilà della perizia tecnica con cui erano eseguite, riuscivano a rendere, anche senza i colori, la spettacolare luminosità e ampiezza di questi luoghi, e anche quella sensazione così misteriosa e affascinante di trovarsi in una dimensione dove il tempo si è fermato. Dove ancora, per andare da un paese all’altro si deve camminare, sospesi tra cielo e acqua, finalmente in pace con i propri pensieri. Questa dimensione “fuori dal tempo” è anche quella della pittura di Paolino Rangoni. Il suo modo di lavorare, rigorosamente dal vero, con un disegno corretto e un serrato confronto con la realtà visibile, non è diverso da quello di pittori impressionisti, ma forse, anche più da vicino, dai macchiaioli. Quando ho visto per la prima volta dei quadri mi è venuto spontaneo pensare ai dipinti dell’ultimo Signorini, quel raffigurare di stessi luoghi, la costa ligure e Riomaggiore. Non c’era solo un’affinità di luoghi, ma anche e soprattutto, un lavoro sugli stessi problemi. Innanzitutto la luce, meglio la reazione dei colori alla luce. […] La parte migliore del lavoro di Rangoni è in questo viaggio nella luce, sia quando dipinge che quando incide le sue lastre. Queste ultime lo costringono a misurarsi con la memoria, forse senza nemmeno accorgersene, i terreni dell’evocazione e del sogno. (2001)

Antonio Siciliano

«[…] sensibile alla luce ed al colore ama evidenziare i contrasti che… offre la natura, unica, per lui, fonte inesauribile di ispirazione… ha un rispetto rigoroso del disegno ed è convinto assertore del dipingere “en plein air»

Maria Letizia Stangalino

«Pittore al di sopra di mode correnti ed eventi, segna con le sue opere il “ritorno alla pittura”, dopo un viaggio interiore compreso fra le suggestioni partenopee e la luce del paesaggio Ligure.

Pubblicazioni modifica

  • SeleArte – Firenze – Rivista di cultura n°23 (31/01/1996) – Copertina e 22 riproduzioni di acqueforti
  • “Il Gioco di Carta” di Maria Eugenia Gropallo Giustiniani, con 7 disegni di Paolino Rangoni, Sarzana, 2011
  • “Il mio fiore preferito” a cura di Orticola di Lombardia, Associazione Giardini Italiani, Milano, 2002

Bibliografia modifica

  • Segni di Toscana – R.Longhi
  • Cinque terre – Guerrieri e Tarabugi
  • Cento personaggi – Piero Philippi
  • Museo di La Spezia Centro Arte Moderna e Contemporanea: la collezione Battolini- Catalogo
  • I Neo-Naturalisti di Lunigiana – Antonio Rangoni

Collegamenti esterni modifica