Pozzuoli

comune italiano

Pozzuoli (Pezzule[4][5] /pət'tsulə/ in dialetto napoletano, /pət'tsəulə/ in dialetto puteolano) è un comune italiano di 76 103 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania. Fa parte dell'area urbana di Napoli, risultando strettamente conurbato con la città capoluogo.

Pozzuoli
comune
Pozzuoli – Stemma
Pozzuoli – Bandiera
Pozzuoli – Veduta
Pozzuoli – Veduta
Lungomare Sandro Pertini detto anche di via Napoli
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoLuigi Manzoni (centro-sinistra) dal 27–6-2022
Territorio
Coordinate40°49′23″N 14°07′20″E / 40.823056°N 14.122222°E40.823056; 14.122222 (Pozzuoli)
Altitudine28 m s.l.m.
Superficie43,44 km²
Abitanti76 103[1] (31-7-2023)
Densità1 751,91 ab./km²
FrazioniArco Felice, San Vito, Cigliano, Castagnaro, Cuma, Licola Borgo, Licola Lido, Lucrino, Monterusso, La Schiana, Monterusciello, Pisciarelli, Rione Toiano
Comuni confinantiBacoli, Giugliano in Campania, Napoli, Quarto
Altre informazioni
Cod. postale80078
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063060
Cod. catastaleG964
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 979 GG[3]
Nome abitantiputeolani
Patronosan Procolo
Giorno festivo16 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pozzuoli
Pozzuoli
Pozzuoli – Mappa
Pozzuoli – Mappa
Posizione del comune di Pozzuoli nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

 
Il golfo di Pozzuoli visto dal satellite

Situata sull'omonimo golfo, Pozzuoli si trova in un'area vulcanica, i Campi Flegrei (cioè campi ardenti), una grande caldera attiva in stato di quiescenza[6].

Gran parte del territorio è collinare, comprendendo diversi crateri di origine vulcanica, tra cui uno dei più noti è quello della Solfatara, formatosi circa 4 000 anni fa[7]. Altri crateri vulcanici sono gli Astroni, Monte Nuovo (formatosi durante l'ultima eruzione dei Campi Flegrei, nel 1538[8]) e quello che ospita il lago d'Averno. Da questa zona il suolo scende abbastanza ripidamente verso sud (golfo di Pozzuoli), mentre più graduale è la discesa verso ovest, ove insiste un'area pianeggiante presso il Litorale Domitio.

Un fenomeno geofisico tipico di questa città e dell'intera area dei Campi Flegrei è il bradisismo, ossia il sollevamento e l'abbassamento della superficie terrestre a seguito di variazioni di pressione sotterranea legate ad attività magmatico-idrotermale[9]. Il rapido innalzamento del livello del suolo che coinvolse negli anni ottanta l'area Flegrea[10], rese necessario il riposizionamento del porto di Pozzuoli di circa 50 metri più avanti rispetto alla collocazione precedente.

Origini del nome modifica

Fondata con il nome di Dicearchia (governo giusto), nel 338 a.C. fu conquistata dai Romani che le cambiarono il nome in Puteoli (piccoli pozzi) forse per le numerose sorgenti termominerali presenti in zona[11].

Storia modifica

 
Pozzuoli in una pubblicazione del 1864.

Dicearchia modifica

Nel 530 a.C. alcuni profughi provenienti dall'isola greca di Samo, sfuggiti alla tirannide di Policrate, approdarono presso le coste puteolane e fondarono, con il consenso di Cuma, la città di Dicearchia, che in greco significa "(città) del giusto governo". Fino a oggi di Dicearchia esiste solo una fonte scritta pervenuta a noi, ma della presunta città non è stato rinvenuto alcun resto.

Non è noto se lo sbarco sulle coste puteolane avvenne per caso o se i Sami si mossero secondo un piano prestabilito. Charles Dubois, uno dei più illustri studiosi della storia antica di Pozzuoli, avanza un'ipotesi che, per la sua fondatezza, merita di essere presa in considerazione: «I contatti tra i Sami ed i Cumani che erano originari di Calcide, furono verosimilmente facilitati dal ricordo delle vecchie tradizioni di amicizia che esistevano tra Samo e Calcide. Quest'amicizia che il Pais rileva a tal proposito, s'era manifestata durante la lotta che mise alle prese le città euboiche di Eretria e di Calcide nella seconda metà del VII secolo, lotta provocata dalla rivalità delle due città in relazione ai loro rapporti commerciali in Oriente ed in Occidente. In questa guerra che ebbe carattere internazionale o interellenico, i Sami si posero accanto a Calcide. L'amicizia dei Sami, dei Calcidesi e delle colonie euboiche dell'Italia e della Sicilia, ebbe certamente peso sulla fusione che si operò tra le genti di Cuma ed i fuggiaschi di Samo».

Dicearchia visse alle dipendenze di Cuma e, pertanto, difese con essa l'ellenismo della Campania, prima contro gli etruschi e poi contro i sanniti.

Pozzuoli sotto i sanniti: Fistelia? modifica

I sanniti occuparono Dicearchia nel 421 a.C. dopo aver conquistato Cuma. Con i sanniti Dicearchia, che secondo alcuni studiosi avrebbe cambiato il nome in quello di Fistelia[12], godette di una notevole autonomia politica e commerciale, favorita, quest'ultima, dalla ottima posizione del suo porto e dai contatti che essa ebbe con il retroterra campano.

Puteoli modifica

L'occupazione romana della Campania, avvenuta nel 338 a.C., segnò la romanizzazione anche della città greco-sannita, come dimostra l'uso del nuovo nome latino di Puteoli (che significa piccoli pozzi, forse a causa delle numerose sorgenti di acque termo-minerali che vi si trovano). A quanto si evince dal lessico di Sesto Pompeo Festo (II sec. d.C.), è lecito pensare che probabilmente l'attribuzione alla località del nome di Puteoli (‘piccoli pozzi putidi’) avvenne in modo alquanto superficiale e frettoloso da parte dei Romani. Questi ultimi, infatti, forse assimilarono impropriamente fumarole, fangaie e laghetti termali, formazioni naturali dal forte odore simile a quello delle uova marce, ai puticoli, cioè ai fossi puzzolenti scavati nelle rozze campagne protostoriche per seppellirvi alla spiccia i cadaveri.[13]

Roma, che durante la seconda guerra punica (218-201 a.C.) aveva sperimentato l'importanza strategica del porto di Puteoli, vi stabilì nel 195 a.C. una colonia marittima. La conquista romana dell'Oriente e l'esigenza di avere uno scalo aperto ai traffici con esso, fecero di Puteoli il porto mediterraneo di Roma. «Le possibilità che offriva il retroterra campano di scambio di prodotti agricoli e industriali con le mercanzie d'oltremare e speciali tariffe doganali» - scrive Amedeo Maiuri - «assicurarono al porto puteolano un regime di preferenza rispetto a quello di Napoli e di concorrenza al porto di Delo. Una moltitudine varia e poliglotta, vi affollava il quartiere del suo emporio marittimo, vi stabiliva aziende (stationes) di commercio e di trasporto; vi formava corporazioni professionali di arti e mestieri e associazioni religiose professanti i culti della loro patria d'origine e della loro fede; Greci delle isole e della costa d'Asia, Tiri ed Eliopolitani, Ebrei e Cristiani con la loro prima comunità, legata al ricordo dello sbarco dell'Apostolo Paolo nel febbraio dell'anno 61».

«Nabatei ed Etiopi le dettero presto il carattere, il colore, il costume di un porto greco-orientale, sicché Lucilio poteva chiamarla fin dal 126 a.C. Delus minor e Stazio all'età di Domiziano, litora mundi hospita».

Un lungo, e non sempre tranquillo, periodo di vita municipale diede a Puteoli il carattere e il titolo di colonia; altrettanto fece Vespasiano (69-79 d.C.) che le assegnò anche una parte dell'agro capuano come premio per essere stata dalla sua parte nella lotta contro Vitellio.

Con la sistemazione del porto di Ostia, iniziato da Claudio nel 42 d.C., terminato da Nerone nel 54 d.C. e ampliato da Traiano fra gli anni 100 e 106 d.C., la fortuna di Puteoli cominciò a declinare lentamente, sebbene il suo porto svolgesse ancora il ruolo di scalo principale della Campania al tempo di Antonino Pio (138-161 d.C.) che nel 139 d.C. ne riparò il molo dissestato da una mareggiata. Con il tempo, però, anche questa funzione andò scemando sino a scomparire del tutto alla fine del IV secolo.

Il progressivo sprofondamento del litorale puteolano, causato dal bradisismo, costrinse gli abitanti a lasciare, verso la fine del V secolo o agli inizi del VI secolo, la parte bassa e i quartieri portuali della città e a stabilirsi sull'altura che un tempo fu, quasi certamente, l'acropoli di Dicearchia. Questa fu cinta di mura e diventò, così, il castro puteolano ossia il centro fortificato per difendere la popolazione dalle incursioni nemiche.

Il Cristianesimo modifica

L'esistenza a Pozzuoli di una comunità cristiana ben organizzata sin dal I secolo è testimoniata dal libro degli Atti degli Apostoli: in viaggio da Reggio Calabria a Roma, a causa di un forte vento di scirocco, la nave di Paolo si fermò nella città campana e l'apostolo, accogliendo l'invito di alcuni fratelli, vi rimase una settimana (At 28,13-14[14]).

Puteoli ebbe anche i suoi martiri: Artema, Procolo, Acuzio ed Eutiche, Gennaro, Sosso, Festo, Desiderio.

Simboli modifica

Stemma
Gonfalone

«Uno scudo sannitico, in campo dorato, con angoli superiori arrotolati, sormontato da una corona radiale, contenente sette teste recise di aquile disposte in successione araldica 1, 2, 1, 2, 1. Le teste di aquila a colore naturale, coronate all’antica e con lunghe lingue rosse che fuoriescono dal becco, sono rivolte a destra. Su banda superiore a fondo bianco la scritta PUTEOLORUM e su banda inferiore a fondo bianco la scritta “FIDELISSIMA CIVITAS”»

Onorificenze modifica

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architetture religiose modifica

 
Santuario di San Gennaro alla Solfatara

Nella città sono presenti diversi luoghi di culto di grande interesse artistico - religioso. Tra questi vanno menzionati: la cattedrale di San Procolo, il santuario di San Gennaro, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa dei Santi Francesco e Antonio, la Chiesa di San Marco, la Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa di Santa Maria della Consolazione.

Cattedrale di Pozzuoli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Pozzuoli.
 
Chiesa di Santa Maria delle Grazie

La basilica di san Procolo martire è il principale luogo di culto cattolico di Pozzuoli, sede vescovile dell'omonima diocesi. Situato sulla sommità del Rione Terra, è un complesso di epoca molto antica e sorse probabilmente in epoca greca o sannitica come Capitolium della città.

Santuario di San Gennaro alla Solfatara modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario di San Gennaro alla Solfatara.

Il santuario di San Gennaro è situato nei pressi del luogo dove il martire fu decapitato. Qui, come al duomo di Napoli, si liquefà, secondo la tradizione locale, il sangue che ancora è visibile sulla pietra del supplizio. Una prima basilica sorse nei pressi della Solfatara tra i secoli VI e VII, poi le eruzioni della Solfatara del 1198 e quella di Montenuovo del 1538 e i successivi terremoti cancellarono quasi completamente quella primitiva basilica, di cui rimane solo l'altare. il tempio fu ricostruito nel 1584 e ristrutturato su progetto del Sanfelice agli inizi del Settecento.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Pozzuoli).

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è la più antica parrocchia della diocesi di Pozzuoli edificata nel 1624. Anticamente aveva competenza su un vastissimo territorio, che comprendeva: Pozzuoli, Agnano, Bacoli, Bagnoli, Licola, Miseno e Monte di Procida. A seguito della creazione di altre parrocchie in queste zone, l'area di competenza di Santa Maria delle Grazie oggi si è ridotta solo a una parte del centro della città.

Architetture civili modifica

 
Villa Avellino de Gemmis di Castel Foce
 
L'Accademia Aeronautica

Centro storico modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rione Terra.

Il Rione Terra è un agglomerato urbano, situato su un promontorio, che costituisce il primo nucleo abitativo di Pozzuoli, abitato fin dal II secolo a.C..

Villa Avellino - de Gemmis modifica

La sontuosa Villa Avellino - de Gemmis fu edificata nel 1540 da Marcantonio Colonna Principe di Stigliano e Viceré di Sicilia. Passò poi in proprietà all'archeologo Francesco Maria Avellino e in seguito al Barone de Gemmis di Terlizzi. La villa contiene marmi antichi e diverse piscine ed è oggi una struttura ricettiva. I giardini attigui alla villa formano un ampio parco pubblico comunale.

Architetture militari modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Accademia Aeronautica.

Sulla cima del Monte Olibano nel 1961 fu costruita la nuova sede dell'Accademia Aeronautica, istituto militare per la formazione degli ufficiali dell'Aeronautica Militare.

Siti archeologici modifica

Tempio di Augusto modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Pozzuoli.

Eretto da Lucio Calpurnio negli anni dal 27 a.C. al 14 d.C. sui resti di un podio di un tempio sannitico risalente al secolo V a.C. Lucio Cocceio Aucto ne fu l'architetto. Il tempio fu tramutato in chiesa cristiana e dedicato al martire puteolano San Procolo, probabilmente alla fine del V o agli inizi del VI secolo. Le strutture romane dell'edificio, nascoste dal rifacimento barocco (1632-1647) semidemolito da un incendio nella notte tra il 16 e 17 maggio del 1964, sono state portate alla luce.

Anfiteatro Flavio modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Anfiteatro Flavio (Pozzuoli).
 
I sotterranei dell'anfiteatro Flavio

L'Anfiteatro Flavio, che si innalza a pochi passi dalla fermata della Linea 2 della metropolitana di Napoli, è uno dei maggiori anfiteatri in Italia. Secondo alcuni, fu edificato sotto Nerone (dato a sapere perché l'opera era in opus reticulatum, anche se la tecnica muraria comprende anche i laterizi); poteva contenere fino a 40 000 spettatori. Nei sotterranei sono tuttora visibili parti del sistema per sollevare le gabbie che portavano nell'arena le belve feroci. Nel perimetro dell'arena si aprivano botole, anche lungo la "fossa scenica", da dove le belve (tigri, leoni e giraffe) facevano la loro entrata. Durante lo spettacolo le botole e la media via venivano chiuse con tavole di legno. Nel 305 d.C. i martiri: Gennaro, Festo, Desiderio e Sossio vennero condannati ad essere sbranati nell'Anfiteatro, ma, per miracolo, le belve non li sbranarono. In seguito furono decapitati nei pressi della Solfatara insieme ai santi Procolo, Eutiche e Acuzio.

Anfiteatro minore modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Anfiteatro minore.

Prima della costruzione del grande anfiteatro di età flavia, Pozzuoli possedeva un Anfiteatro, di proporzioni minori, già vecchio e non più rispondente al maggiore sviluppo che avevano assunto i ludi gladiatori verso la metà del I secolo dell'Impero. Ne è testimonianza il vaso di vetro di Odemira, in cui, insieme con altri edifici puteolani, sono raffigurati due anfiteatri: l'uno inferiore contrassegnato dall'emblema del flagello, come se fosse destinato alle venationes; l'altro superiore contrassegnato da una palma, come se fosse più propriamente adatto a combattimenti fra gladiatori. Le rovine del minore e più antico anfiteatro puteolano, sono state identificate in seguito ai lavori dell'apertura del tronco della direttissima Roma - Napoli, che lo ha deteriorato, attraversandolo centralmente. Ad oggi si intravedono ancora dalla strada (ad altezza del cavalcavia della metropolitana) una decina di arcate in opera incerta che sostenevano la curva della cavea. Gli assi dell'ellisse misurerebbero rispettivamente 130 e 95 metri.

Lo stadio di Antonino Pio modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio di Antonino Pio.

Nell'ottobre 2008 è stato aperto al pubblico lo Stadio di Antonino Pio, il sito dove sono stati riportati alla luce i resti dello stadio realizzato sotto Antonino Pio, in onore di suo padre adottivo Adriano, edificandolo nel luogo ove ebbe la sua prima sepoltura. Era una costruzione di forma ellittica, che fu demolita in parte dalla costruzione della nuova Via Domiziana. Antonino Pio, inoltre, istituì gare ginniche quinquennali, cui gli atleti accedevano con un trionfo prima di iniziare ad esibirsi. La cavea era divisa in: Ima, quella d'onore, Media, quella non molto importante, e Summa, di poco conto.

Necropoli romana modifica

Pozzuoli custodisce un rimarchevole insieme di mausolei, colombari e ipogei di epoca romana. La necropoli, in particolare, inizia dall'odierna via Celle e prosegue quasi fino a Quarto ai lati della via consolare Campana che da Puteoli conduceva a Capua.

Macellum di Pozzuoli modifica

 
Il Tempio di Serapide visto dal suo ingresso originario
  Lo stesso argomento in dettaglio: Macellum di Pozzuoli.

Il Macellum di Pozzuoli, per il doppio interesse scientifico e archeologico, è il monumento più caratteristico di tutta la regione flegrea, ed uno dei più conosciuti di tutto il mondo antico. Esso ha simboleggiato per alcuni secoli l'indice metrico più pregiato e preciso che si aveva a disposizione per misurare il fenomeno del bradisismo. Risalente all'epoca romana (I - II secolo d.C.), l'edificio è stato denominato impropriamente "Tempio di Serapide" per il rinvenimento di una statua del dio egizio all'epoca dei primi scavi. Invece altro non è che il Macellum, cioè il mercato pubblico della città romana. Tutto l'edificio ricorda nella pianta altri mercati di città antiche, come quelli di Roma, Timgad, Djémila, Perge e Cremna. Tra questi il Macellum di Pozzuoli resta uno dei meglio conservati, grazie anche alla sommersione bradisismica che nei secoli passati lo ha protetto da una più grande spoliazione dei suoi elementi architettonici. La sua ubicazione presso il mare è pienamente giustificata dal carattere commerciale e marittimo della città. Inoltre, la presenza di una statua di Serapide al suo interno fa ipotizzare che il Macellum di Pozzuoli potrebbe essere stato dedicato a divinità egizie.

Scavi archeologici di Cuma modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Scavi archeologici di Cuma.

Nella parte settentrionale del territorio comunale sono situati i resti dell'antica città di Cuma, una delle prime colonie greche in Italia.

Percorso archeologico Rione Terra modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rione Terra.

Scavato nella roccia tufacea del Rione Terra è presente un intero percorso archeologico perfettamente conservato dell'antica città romana di Puteoli

Altri resti romani modifica

 
Tempio di Apollo

Numerosissimi sono i resti del periodo romano, spesso situati all'interno delle aree abitate della città. È da notare, in particolare, il cosiddetto tempio di Apollo sul lago d'Averno e una cisterna situata in via Vecchia San Gennaro, proprietà Luigi Sardo, nota come Piscina di Cardito. Doveva essere utile, con molta probabilità, per l'approvvigionamento idrico delle ville confinanti.

Monumenti modifica

Il monumento ai caduti di Pozzuoli modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monumento ai caduti (Pozzuoli).

Il monumento si trova a largo Giacomo Matteotti, nei pressi di porta Napoli, punto in cui venendo dal lungomare si entra nel centro cittadino. Fu realizzato su progetto dello scultore Enzo Pulchetti per commemorare i 202 soldati puteolani morti durante la Grande Guerra. Venne inaugurato il 28 giugno 1931.

Il Monumento ai caduti sul lavoro modifica

Il Monumento ai caduti sul lavoro si trova all'incrocio tra via Carlo Maria Rosini e le rampe Cappuccini, su una piccola terrazza che si affaccia sul golfo di Pozzuoli. Si tratta di una scultura alta 3,80 metri, composta da una base in pietra su cui si trovano una colonna in marmo, affiancata dalla sagoma di un Cristo lavoratore realizzato in lamiera di ferro dello spessore di 2 cm e, alla base della colonna, da sei spighe di grano, una ruota dentata e un àncora realizzati in metallo. Realizzato con il supporto del “Gruppo Amicizia Vincenziana” della Casa Pio XII, fu voluto dal presidente dell'associazione, Salvatore Bruno, che tuttavia non riuscì a vederlo realizzato perché morì pochi mesi prima dell'inaugurazione, avvenuta il 1º maggio 1980. Disegnata dal professore Raffaele Giamminelli, la scultura fu materialmente realizzata da Luigi Di Fraia e Gennaro Del Giudice, supportati dall'ingegnere Giovanni Grillo. Dal 1980, il 1º maggio di ogni anno, in occasione della Festa dei Lavoratori, dalla sede del gruppo “Amicizia Vincenziana” un corteo guidato dai rappresentanti dell'amministrazione comunale raggiunge il monumento, dove si deposita una corona di fiori. Il monumento si compone in questo modo: sulla parte centrale è affissa una targa marmorea che riporta la dedica “AI CADUTI SUL LAVORO”. A destra è affissa una targa che ricorda Salvatore Bruno. Nella parte posteriore è riportato il nome dell'associazione. A sinistra è ricordato il progettista. Presso il piedistallo si erge un piccolo podio, mentre presso il gradino inferiore si erge una colonna che rappresenta idealmente la stessa dove Gesù fu martoriato prima di essere crocifisso. Sul gradino superiore s'innalza la figura del Cristo che spalanca le braccia al cielo pronto a incontrare il Padre. Ai piedi della scultura sono raffigurati oggetti ricorrenti nel mondo del lavoro: sei spighe di grano per ricordare i caduti nel settore primario, una ruota dentata per ricordare chi ha perso la vita nel secondario e un'àncora navale per ricordare le vittime del terziario.

Il monumento anarchico modifica

 
Monumento anarchico

Vicino al macellum, nei giardinetti prospicienti via Roma, si trova un singolare monumento anarchico. Si tratta di un blocco di marmo con incise le seguenti parole di Errico Malatesta[16]:

«Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini tutti, perdano gli istinti e le abitudini pecorili che la millenaria schiavitù ha loro ispirato ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Gli anarchici.»

L'opera, realizzata in marmo di Carrara, ricorda l'anarchico puteolano Emanuele Visone (Pozzuoli, 17-07-1897, 31-07-1986), ed è stata eretta l'anno successivo alla sua morte nel luogo che era sede di incontri di gruppi anarchici[17].

Aree naturali modifica

Solfatara modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Solfatara di Pozzuoli.
 
La Solfatara

La Solfatara è un vulcano attivo ma quiescente da circa 2000 anni, caratterizzato da elevata temperatura del fondo del cratere, in cui si registrano attività di fumarole di anidride solforosa e getti di fango bollente. Dista dal centro cittadino circa 3 km.

Lago d'Averno modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lago d'Averno.
 
Il lago d'Averno

Il lago d'Averno (dal greco "senza uccelli" perché il gas sulfureo che emanava uccideva gli uccelli che lo sorvolavano), di origine vulcanica, era molto famoso nell'antichità perché lo si credeva la porta degl'inferi (Ade). Lo specchio d'acqua colpisce per la plumbea, immota pesantezza delle sue acque, negre come acque infernali. Il carattere austero e solenne, quasi tenebroso del luogo, il colore delle acque scaturite dal fondo di un vecchio cratere, dense e limacciose, la presenza di una fonte termale lungo la riva del lago, considerata come acqua della Stige, e il ricordo di antiche esalazioni irrespirabili che ammorbavano l'aria e rendevano impossibile il volo degli uccelli, avevano circondato questo luogo di misteriose e paurose leggende e fatto sorgere sulle sue rive la religione dell'oracolo. Gli antichi favoleggiavano che nel lago vivesse il popolo dei Cimmeri, condannati a vivere all'interno di grotte e cavità sotterranee, gli stessi Cimmeri, presso i quali Omero fa giungere Ulisse per interrogare Tiresia, l'oracolo dei morti, prima del suo ingresso nell'Ade. Durante la lotta ingaggiata da Ottaviano per la conquista dell'Impero, il Lago d'Averno, sacro alla religione dell'oracolo e della morte, venne sconvolto dal tumulto bellico. La flotta di Sesto Pompeo, minacciava il litorale ed i ricchi porti della Campania; Agrippa, geniale stratega di Ottaviano, non esitò dinanzi a culti e superstizioni popolari. Vide nel Lago d'Averno un eccellente porto ed un sicuro e comodo cantiere di costruzione, e non esitò a fare quant'era necessario per trasformare il lago in un porto militare, il Portus Iulius (37 a.C.)

 
Veduta del Lago Lucrino

Il lago pur essendo pregno di storia e di reperti archeologici di notevole interesse, è stato di proprietà di una società legata al clan dei casalesi. Il 10 giugno 2009 nell'ambito di un'operazione antimafia è stato posto sotto sequestro da parte della DIA[18].

Lago Lucrino modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lago di Lucrino.

Il lago di Lucrino deve il nome al termine Lucrum e cioè lucrare: infatti il senatore Sergio Orata nella Roma antica lo aveva trasformato in un allevamento ittico, essendo lo stesso lago in comunicazione tramite un canale con il mare.

Nel 37 a.C., per opera di Marco Vipsanio Agrippa, il lago d'Averno ed il lago Lucrino furono collegati al mare attraverso un canale artificiale per la realizzazione di un colossale porto militare (Portus Iulius).

Nei pressi del lago Lucrino si trovano i resti delle terme Stufe di Nerone.

Altre aree naturali modifica

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[19]

Lingue e dialetti modifica

La parlata locale di Pozzuoli, che si affianca alla lingua italiana, è un dialetto simile al dialetto napoletano con delle connotazioni proprie riguardanti la fonetica, che ha molte analogie con la parlata torrese.

Raimondo Annecchino riportava, a proposito del puteolano[20].

«Spiccata è la sua tendenza al vocalismo, alla espansione delle vocali, all'iato. Abbonda nelle parole la pronunzia larga e prolungata di una vocale (maaa... : mamma; zuoi : zio) oppure di più vocali di seguito (nuoii : ninno, bambino) in una sola emissione di fiato, tenendo a lungo la bocca aperta senza contatto delle labbra. Viene così, con tono aspro e sgradevole, il suono confuso di varie inflessioni vocaliche, che stronca la sillaba finale; si tratta di cadenze difficilmente assimilabili da estranei.»

La parlata puteolana, comunque, nei modi riportati dall'Annecchino, è ormai raramente riscontrabile nel territorio, ed è fondamentalmente limitata al centro storico. Questo anche a seguito del trasferimento di molte famiglie dal Rione Terra ad altre località, principalmente Toiano e Monterusciello.

Il puteolano è stato utilizzato dagli artisti della Nuova Compagnia di Canto Popolare nella loro interpretazione della canzone popolare Cicerenella in un loro LP del 1972. Le inflessioni puteolane sono talvolta anche utilizzate con connotazione comica da artisti napoletani, similmente alle inflessioni pugliesi di Lino Banfi. Tra le interpretazioni più note ed esilaranti, vi sono quella del personaggio di "Ciairo" Boccia, impersonato da Francesco Paolantoni, e l'uso del puteolano da parte del cantante comico-trash Tony Tammaro in alcune delle sue canzoni, come «'O Trerrote» e «'Puzzulan Rap». Il puteolano è stato anche utilizzato da Alessandro Siani per realizzare una parodia di Jeeg robot d'acciaio, chiamata "Giggig" , oltre che da Vincenzo Salemme nella commedia Premiata pasticceria Bellavistacon il personaggio di Romina, interpretato dall'attrice puteolana Cetty Sommella, che aveva già utilizzato il dialetto nel 1981 interpretando Maria nella commedia "I casi sono due" di A. Curcio nella compagnia di Carlo e Aldo Giuffrè e ancora in "Polveri condominiali" di Franco Autiero nel 1991. Lo stesso Salemme ha introdotto il personaggio del cameriere "indiano" (in realtà puteolano) che viene smascherato nel finale di "Una festa esagerata". Lo stesso personaggio è riproposto in "Napoletano? E famme 'na pizza" dello stesso autore.

Tradizioni e folclore modifica

Il Santo Patrono di Pozzuoli è San Procolo, martire che viene ricordato dalla Chiesa cattolica il 18 ottobre, mentre a Pozzuoli è ricordato il 16 novembre. I festeggiamenti in suo onore, però, si tengono la seconda domenica di maggio. Questo perché il corpo del santo fu recuperato e riportato in città il 13 maggio del 1781. In ricordo di questo avvenimento, dal 1845, come stabilito dal vescovo Raffaele Purpo, nella seconda domenica di maggio le reliquie e un busto argenteo del santo sono portate in processione solenne per le vie della città, insieme a un busto marmoreo di San Gennaro e a quello ligneo di San Celso.

Il 19 settembre viene festeggiato San Gennaro, mentre il 13 giugno dalla chiesa di Sant'Antonio parte una processione in onore del santo padovano, nata in ambito marinaro; il 15 agosto si tiene il Pennone a Mare, noto anche come "palo di sapone", festa popolare legata alla devozione dei pescatori puteolani per la Madonna Assunta, protettrice della gente di mare. Si tratta di una competizione che si svolge nell'area del porto cittadino, dove su un molo viene sistemato un palo in legno di 15 metri, cosparso di grasso animale, posto a 45° rispetto alla banchina e sospeso sul mare. Sul palo sono posizionate 3 bandierine, corrispondenti ad altrettanti gradini del podio, e vince chi, camminando sul palo reso scivoloso dal grasso, riesce a strappare una delle tre bandierine, prima di cadere in mare. La manifestazione, di cui si parla per la prima volta in un articolo datato 1886, da luglio 2020 è iscritta nell’Inventario IPIC degli Elementi Culturali Immateriali Campani, secondo regolamento UNESCO del 2003[21].

Cultura modifica

 
Il golfo di Pozzuoli dal Parco Virgiliano di Napoli. In primo piano via Coroglio e il quartiere di Bagnoli, inclusa l'area su cui un tempo sorgeva l'acciaieria Italsider

Istruzione modifica

Archivi storici modifica

  • Archivio storico diocesano "Angelo D'Ambrosio"

Biblioteche modifica

  • Polo culturale ''Palazzo Toledo''
  • Biblioteca diocesana

Ricerca modifica

  • L'Istituto Telethon di Genetica e Medicina, o Tigem, è un ente di ricerca genetica sito a Pozzuoli, all'interno dell'ex Comprensorio Olivetti. Il TIGEM, diretto dal Professor Andrea Ballabio, è un istituto di ricerca impegnato nell'ambito delle malattie genetiche rare. È stato creato nel 1994 a Milano dalla Fondazione Telethon per volontà di Susanna Agnelli allo scopo di promuovere l'avanzamento della ricerca finalizzata alla diagnosi, prevenzione e cura delle malattie genetiche umane rare. Nel 2000 il TIGEM si è trasferito a Napoli in una palazzina dello storico CNR a Via Pietro Castellino, stabilendo diverse collaborazioni con i ricercatori del CNR e delle università locali. Da quel momento in poi il TIGEM ha avuto modo di allargare i propri ambiti di ricerca introducendo la terapia genica e la biologia dei sistemi. Nel 2008 in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli viene realizzato il primo studio clinico sull'Amaurosi congenita di Leber. A luglio del 2014 il TIGEM si è trasferito a Pozzuoli all'interno dell'ex Comprensorio Adriano Olivetti[22].

Scuole modifica

Nel comune di Pozzuoli sono presenti numerose scuole di ogni ordine e grado[23].

Musei modifica

Il museo diocesano modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Museo diocesano di Pozzuoli.

L'unico museo della città è stato ideato per salvaguardare la memoria dell'arte sacra diocesana che è stata in parte compromessa prima dall'incendio della cattedrale nel 1964 e poi dalle crisi bradisismiche. La sede definitiva è stata inaugurata dal vescovo mons. Gennaro Pascarella il 20 maggio 2016 presso i locali del palazzo vescovile al Rione Terra un tempo ad uso del seminario diocesano.

Eventi modifica

  • A Corto di Donne: festival di cortometraggi che si tiene a Pozzuoli dal 2005. È organizzato dall'associazione culturale "Quicampiflegrei" e dal "Coordinamento Donne Area Flegrea". La rassegna è dedicata alle filmmaker donne e ai loro cortometraggi, a tema libero, divisi in 4 sezioni: animazione, documentari, fiction e videoarte.
  • Pozzuoli Jazz Festival[24]: festival della musica jazz che si tiene annualmente a Pozzuoli dal 2010 organizzato dall'associazione culturale "Jazz and Conversation".
  • Pozzuoli Folk Festival, nasce nel 2015, dalla volontà delle associazioni "Noi Re(si)stiamo Qui - Pozzuoli", "DiversaMenteGiovani" e "GenerAzione Flegrea".
  • Malazè. Manifestazione archeoenogastronomica che si svolge a settembre, ideata dall'associazione "Campiflegrei a tavola", con eventi sul territorio che fondono insieme cultura, storia, gastronomia, enologia, natura e ambiente.
  • Premio Dicearchia. Organizzato il 31 maggio di ogni anno da "Acli Dicearchia Pozzuoli", in memoria di Lia Di Francia. Il premio è un'opera di artisti puteolani (per due anni del Maestro Antonio Testa, gli ultimi due anni del Maestro Antonio Isabettini). Viene assegnato a una personalità impegnata nella tutela dell'ambiente e della salute. Nel 2014 il premio è stato consegnato a Padre Maurizio Patriciello; nel 2015 al comandante del Corpo Forestale dello Stato, Generale Sergio Costa; nel 2016 alla vedova del poliziotto Roberto Mancini che scoprì la cosiddetta "Terra dei fuochi"; nel 2017 al professor Antonio Giordano, direttore e fondatore dell'Istituto di ricerca per il cancro Sbarro a Philadelphia (USA).
  • Libro Fest della Kermesse Villaggio Letterario. Evento annuale dedicato al libro con autori legati alla Campania e alla Sicilia, organizzato dalle associazioni "Lunaria Onlus A2" e "Villaggio Letterario". La V edizione è stata dedicata a Raimondo Bucher, scopritore dei resti archeologici sommersi di Baia.
  • No Limits Wine e Diving. Vini estremi del Mondo e immersioni nel Portus Iulius di Pozzuoli. Evento annuale organizzato dalle associazioni "Lunaria Onlus A2" e "Villaggio Letterario".

Geografia antropica modifica

Suddivisioni storiche modifica

 
Lungomare
  • Arco Felice è un quartiere situato tra Lucrino e Pozzuoli borgo, sorto agli inizi del 1900 dopo lo sviluppo della linea ferroviaria Cumana. Prende il nome dai resti di un acquedotto romano in laterizio, di cui rimane in piedi un grande arco, detto arco felice vecchio, sito in località Cuma.
  • Lucrino è una frazione in cui sono ubicati: la parte occidentale dell'oasi naturalistica del Monte Nuovo e il lago d'Averno considerato la porta agli inferi; sulle sue sponde è presente il famoso Tempio di Apollo. Il suo nome deriva dalla parola lucrum (guadagno). Nel I secolo a.C., infatti, l'imprenditore e ingegnere romano Sergio Orata, impiantò nelle acque del lago una coltivazione di ostriche, ricavandone grandi ricchezze. Prima dell'eruzione del Monte Nuovo del 1538, che lo distrusse completamente, sorgeva, su una collina dell'odierna Lucrino, Tripergole, un villaggio termale noto per le proprietà curative termali delle sorgenti flegree.
  • Pisciarelli è quella parte della località di Agnano Terme ricompresa nel territorio del comune di Pozzuoli. La restante parte di Agnano fa parte dell'ex frazione Bagnoli del comune di Napoli.
  • Toiano è un quartiere popolare sorto per dare una risposta abitativa ai cittadini di Pozzuoli, sfrattati dal Rione Terra e dal centro storico dopo il bradisismo del 1970, è posto al centro tra l'antica Pozzuoli e il “contemporaneo” megaquartiere di Monterusciello, ed è il centro dell'attività amministrativa, dove si trova la casa comunale, ci sono alcune scuole ed alcune attività commerciali.
  • Monterusciello o Monteruscello[25] è un quartiere costruito a seguito del bradisismo avvenuto negli anni ottanta e oggi abitato da oltre 30.000 abitanti. La presenza di tanto spazio ha qui permesso uno sviluppo del tutto diverso rispetto a quello di molte altre zone della Campania. Se infatti queste si contraddistinguono per strade strette e per poco verde, Monterusciello può invece vantare ampi viali alberati, strade larghe e ben asfaltate, enormi parchi residenziali, diverse attività commerciali. Notevoli sono inoltre le infrastrutture presenti nel territorio, come la piscina olimpionica all'interno del moderno Palazzo dello Sport, che ha tra l'altro ospitato per alcune stagioni la squadra di basket di Napoli, la Scuola calcio Monterusciello con un campo regolamentare interamente costruito in erba sintetica ed una pista da jogging lunga 500 metri. Da non dimenticare infine i licei e gli istituti tecnici e professionali, con studenti provenienti sia dalle province di Napoli che da quelle di Caserta. Tuttavia sono presenti delle opere mai completate o realizzate anche a causa delle infiltrazioni camorristiche come il centro tennistico in Via De Curtis, ampi locali non utilizzati a ridosso dell'Ufficio Postale, l'ex scuola alberghiera e un Centro Commerciale in Via Modigliani mai messo in funzione ed ora distrutto dal tempo e dai vandalismi. Inoltre non vi sono luoghi di ritrovo, come cinema o teatro.[26]
  • Cuma è un quartiere alla periferia ovest della città di Pozzuoli, conosciuta per possedere i famosi siti archeologici: tempio di Apollo, tempio di Iside, tempio di Giove, Arco Felice, strade romane, antro della Sibilla, anfiteatro cumano e necropoli.
  • Licola è il quartiere pianeggiante e prevalentemente litoraneo a nord-ovest della città di Pozzuoli. Sviluppatosi in era fascista grazie ad una bonifica e all'inserimento di famiglie provenienti dal Nord-Est italiano a cui il regime assegnava casa, podere ed animali. Confina a sud con Cuma, ad est con Monterusciello.

Economia modifica

Agricoltura e Pesca modifica

Mercato ortofrutticolo all'ingrosso modifica

In viale dell'Europa Unita si trova il mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Pozzuoli, che almeno fino al 2015 era ritenuto il quarto in Campania per fatturato e superficie, il sesto in tutto il Sud Italia. Parzialmente chiuso nel 2010 per carenze igienico sanitare, fu riaperto a settembre del 2015 dopo un intervento di ristrutturazione e manutenzione straordinaria costato circa 2 milioni di euro e finanziato dal programma PIU Europa[27].

Mercato ittico all'ingrosso modifica

Nella città è presente un rilevante mercato ittico all'ingrosso, situato in via Fasano. Almeno fino al 2009 viene riportato come il terzo mercato ittico all'ingrosso più grande d'Italia.[28]

Industria modifica

Stabilimenti meccanici di Pozzuoli modifica

Nella città era presente una fiorentissima attività industriale, difatti lungo l'asse viario (Via Fasano) che collega il centro con l'insediamento urbano di Arco Felice hanno operato per lungo tempo gli stabilimenti meccanici di Pozzuoli, importante realtà industriale della provincia. Le origini risalgono al 1885, quando l'industria britannica Armstrong, che costruiva armi per forze armate di tutto il mondo venne autorizzata ad impiantare a Pozzuoli una fabbrica metallurgica per la costruzione di artiglierie navali, lungo la costa, su un'area di 50.000 metri quadrati, dove anticamente, secondo la tradizione, sorgeva l'Accademia di Cicerone.

La fabbrica fu un'importante fonte di reddito per la maggior parte delle famiglie puteolane; nel 1886 vi lavoravano 250 operai che diventarono 4 000 nel 1911 e 5 000 nel 1916. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nello stabilimento venne costruito gran parte dell'armamento delle navi da battaglia Dante Alighieri e di quelle delle classi Cavour e Duilio, in particolare l'armamento principale costituito dal cannone 305/46 EOC Pattern "T" che ha equipaggiato la corazzata Dante Alighieri e le corazzate Cesare e Duilio; lo stabilimento divenne la maggiore fabbrica di cannoni in Italia. All'inizio del novecento alla lavorazione meccanica venne abbinata quella siderurgica. Lo stabilimento era favorito dalla posizione, con la collocazione sul mare, con un grande pontile lungo 200 metri, fornito di binari ferroviari che si estendevano per sette chilometri all'interno della fabbrica. La posizione consentiva l'approdo delle navi da carico che portavano il carbone e il minerale ferroso e anche delle navi militari, in cui dovevano essere imbarcati i cannoni. Nel corso della prima guerra mondiale lo stabilimento ebbe una grande espansione produttiva cui sarebbe seguito un periodo di crisi dopo il 1919, a causa della fine dell'economia di guerra, che provocherà il passaggio nel 1929 al gruppo Ansaldo.

Nel periodo tra le due guerre la denominazione divenne prima "Arsenale artiglierie" per poi assumere quella di "Ansaldo artiglierie" dopo il passaggio all'Ansaldo.

Dopo la seconda guerra mondiale la denominazione divenne Stabilimenti meccanici di Pozzuoli e venne progressivamente abbandonata la produzione bellica, per dedicarsi alla produzione meccanica media, fucinatura, stampaggio e carpenteria. Nel primo periodo dopo la guerra poiché le commesse civili tardavano a decollare, venne sviluppato e costruito per la Marina Militare un moderno pezzo d'artiglieria navale, il cannone antiaereo da 76/62 mm denominato tipo SMP3, cioè da tre pollici, da cui scaturisce la sua sigla “SMP-3”, imbarcato sulle corvette Albatros e sulle corvette dello stesso tipo realizzate nei cantieri italiani per la marina danese e olandese. La produzione di questo cannone fu l'ultima commessa militare di questi stabilimenti, in quanto la Marina Militare decise di affidare la produzione delle sue artiglierie navali agli stabilimenti Oto Melara di La Spezia.

Nel 1948 questi stabilimenti passarono sotto il controllo dell'IRI, come diramazione della finanziaria Finmeccanica. Inizia così anche la costruzione di materiale rotabile ferroviario prima con l'insegna degli stessi S.M.P. per proseguire nel 1957 con l'Aerfer ed infine nel 1967 con la SOFER.

Negli anni cinquanta gli stabilimenti vengono rilevati dalla IMAM (Industrie meccaniche aeronautiche meridionali SpA) che a sua volta venne inglobata dalla Aerfer, società di Finmeccanica costituita il 26 luglio 1955 per raggruppare le attività del polo aeronautico campano.

Nel 1967, in seguito alla scissione di questa società, lo stabilimento venne ceduto alla Sofer Officine Ferroviarie del gruppo EFIM, che l'anno seguente, in seguito alla ristrutturazione delle aziende del gruppo che operavano nel settore ferroviario, venne inglobata dalla Breda Ferroviaria con cui negli anni ottanta diede vita al consorzio Inbus.

Nel tempo lo stabilimento ha raggiunto i 170.000 metri quadrati di estensione.

Dopo una prima grande crisi nel 1993, nel 2003 gli stabilimenti sono stati chiusi dopo oltre 100 anni di attività.

Per l'area precedentemente occupata dagli stabilimento è in corso un progetto per la riqualifica e la successiva destinazione a centro velico.

Stabilimento Olivetti modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stabilimento Olivetti (Pozzuoli).

Lo stabilimento Olivetti è stato uno degli stabilimenti della società Olivetti costruito durante la presidenza di Adriano Olivetti. Progettato negli anni cinquanta da Luigi Cosenza, lo stabilimento è un'opera di architettura moderna di Pozzuoli ed è un esempio di integrazione architettonica nel panorama naturale della costa napoletana.

Cantieristica modifica

Nel comune puteolano è presente una floridissima rete di aziende di cantieristica.

Infrastrutture e trasporti modifica

Ferrovie modifica

 
Stazione di Pozzuoli Solfatara

Pozzuoli è collegata con il capoluogo attraverso tre linee ferroviarie:

Dalla stazione di Pozzuoli Solfatara, capolinea della linea 2, partono anche treni diretti verso Villa Literno, che effettuano le fermate nelle stazioni di Quarto di Marano e Giugliano-Qualiano.

Tramvie modifica

Fra il 1883 e la seconda guerra mondiale era attiva la tranvia Napoli-Bagnoli-Pozzuoli.

Porto modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Pozzuoli.

Il porto di Pozzuoli ha collegamenti regolari con le isole di Ischia e Procida e collegamenti meno frequenti con Capri, Ponza e Ventotene.

Mobilità urbana modifica

È collegata a Napoli con le linee extraurbane di autobus dell'EAV che raggiungono Bacoli e Torregaveta e della ex CTP che raggiungono Mondragone e Baia Domizia. È collegata anche, ma con arrivo a Piazzale Tecchio, a Fuorigrotta, con autolinee dell'EAV (ex SEPSA), con partenze di ogni mezz'ora circa dal capolinea nella frazione di Monteruscello nei pressi della stazione Grotta del Sole della Ferrovia Circumflegrea e con percorso in Tangenziale, ingresso Monteruscello Sud uscita Agnano e viceversa; dallo stesso capolinea e sempre con autolinee EAV ogni ora un collegamento con Nisida, Città della scienza, con passaggio nei pressi dell'Ospedale La Schiana e un percorso che attraversa Arco Felice e il centro cittadino per raggiungere il capolinea attraverso il lungomare. Trasporti all'interno del territorio di Pozzuoli sono gestiti dalla ex CTP, ma con cadenza non molto frequente. Ad esempio, il P9 che collega il porto con la Solfatara passa una volta l'ora.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 giugno 1993 12 maggio 1997 Aldo Mobilio PDS Sindaco
12 maggio 1997 28 maggio 2001 Gennaro Devoto DS Sindaco
28 maggio 2001 23 dicembre 2005 Vincenzo Figliolia L'Ulivo Sindaco
23 dicembre 2005 15 aprile 2008 Pasquale Basso
Maria Fornaro
Vincenzo Madonna
Commissione
straordinaria
[29]
15 aprile 2008 6 maggio 2010 Pasquale Giacobbe PdL Sindaco
6 maggio 2010 23 giugno 2011 Roberto Aragno Commissario
23 giugno 2011 23 novembre 2011 Agostino Magliulo PdL Sindaco
23 novembre 2011 7 maggio 2012 Ugo Mastrolitto Commissario
7 maggio 2012 27 giugno 2022 Vincenzo Figliolia PD Sindaco
14 luglio 2022 In carica Luigi Manzoni PD Sindaco

Gemellaggi modifica

Patti di amicizia modifica

Sport modifica

La squadra di calcio della città è la Puteolana, che nella stagione 2022/23 ha militato in Serie D, classificandosi ultima e retrocedendo. Il club toccò l'apice nel 1921-1922, quando sfiorò la qualificazione alla finalissima per l'assegnazione dello scudetto, perdendo la finale di Lega Sud contro la Fortitudo di Roma, e laureandosi vice campione dell'Italia centro-meridionale. Il basket è rappresentato dalla Virtus Pozzuoli che nella stagione sportiva 2022/2023 ha militato in serie B. Classificatasi ultima, ha rinunciato successivamente all'iscrizione in serie C.

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 3 ottobre 2023. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Antonio Altamura, Dizionario dialettale napoletano, 1968, 2ª ediz., Fausto Fiorentino (Napoli)
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 516, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ (EN) M.A Di Vito, R Isaia e G Orsi, Volcanism and deformation since 12,000 years at the Campi Flegrei caldera (Italy), in Journal of Volcanology and Geothermal Research, vol. 91, n. 2-4, 1999-8, pp. 221–246, DOI:10.1016/S0377-0273(99)00037-2. URL consultato il 21 marzo 2019.
  7. ^ (EN) S. Caliro, G. Chiodini e R. Moretti, The origin of the fumaroles of La Solfatara (Campi Flegrei, South Italy), in Geochimica et Cosmochimica Acta, vol. 71, n. 12, 2007-6, pp. 3040–3055, DOI:10.1016/j.gca.2007.04.007. URL consultato il 21 marzo 2019.
  8. ^ (EN) Mauro Di Vito, Lucio Lirer e Giuseppe Mastrolorenzo, The 1538 Monte Nuovo eruption (Campi Flegrei, Italy), in Bulletin of Volcanology, vol. 49, n. 4, 1º agosto 1987, pp. 608–615, DOI:10.1007/BF01079966. URL consultato il 20 marzo 2019.
  9. ^ (EN) Giovanni Chiodini, Micol Todesco e Stefano Caliro, Magma degassing as a trigger of bradyseismic events: The case of Phlegrean Fields (Italy): MAGMA DEGASSING AND BRADYSEISM, in Geophysical Research Letters, vol. 30, n. 8, 2003-4, DOI:10.1029/2002GL016790. URL consultato il 21 marzo 2019.
  10. ^ (EN) F. Barberi, G. Corrado e F. Innocenti, Phlegraean Fields 1982–1984: Brief chronicle of a volcano emergency in a densely populated area, in Bulletin Volcanologique, vol. 47, n. 2, 1º giugno 1984, pp. 175–185, DOI:10.1007/BF01961547. URL consultato il 20 marzo 2019.
  11. ^ a b Cenni storici, su comune.pozzuoli.na.it. URL consultato il 29 luglio 2023 (archiviato il 29 luglio 2023).
  12. ^ E. T. Salmon, Samnium and the Samnites, Cambridge 1967, pp. 71, 72 n. 3, 117 n. 4. Altri autori però sostengono che la collocazione di Fistelia sia al confine tra Campania e Sannio o nella pianura campana: Arthur Sambon, Les monnates antiques de l'Italie. Étrurie, Ombrie, Picenum, Samnium, Campanie (Cumes et Naples), Parigi, 1903, pag. 33 e ss 826-847 e pl. IV; Ettore Pais, i Daunii e gli Umbri della Campania in "Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei - Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche", serie V vol XV, Roma 1906 seduta del 21 gennaio, pp. 31-32, 35-36; id. Ricerche di storia e geografia storica, Bologna, 1922, II, pp. 201 e seguenti.
  13. ^ Sesto Pompeo Festo, De verborum significatione, Parte I, pp. 272-273, Budapest, 1889.
  14. ^ at 28,13-14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  15. ^ Storia dello stemma e del comune, su araldicacivica.it. URL consultato il 29 luglio 2023.
  16. ^ Scritti: "Pensiero e volontà," rivista quindicinale di studi sociali e di coltura generale (Roma, 1924-1926) e ultimi scritti (1926-1932), citazione riportata in Wikiquote.
  17. ^ Documenti di pietra: Emanuele Visone Archiviato l'8 settembre 2015 in Internet Archive. - Collezioni digitali BFS.
  18. ^ Articolo a cura di Irene De Arcangelis pubblicato su "La Repubblica" l'11 luglio 2010
  19. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  20. ^ Annecchino, Raimondo, p. 296.
  21. ^ Pennone a Mare - Palo di Sapone, su comune.pozzuoli.na.it.
  22. ^ L'eccellenza della ricerca del TIGEM è testimoniata dai numerosi fondi che riceve dall'Unione Europea e da prestigiose istituzioni internazionali tra cui il National Institutes of Health, la Fondazione europea di biologia molecolare (EMBO) e il Wellcome Trust e l’ERC (European Research Council). Inoltre il TIGEM ha stipulato una collaborazione internazionale con diverse case farmaceutiche prestigiose per studi come la ricerca per sviluppare approcci di terapia genica o farmacologica a malattie neurodegenerative e da accumulo lisosomiale. Fino ad novembre 2016 i geni associati a malattie, identificati dal TIGEM, sono arrivati a 26.
  23. ^ Scuole di Pozzuoli/Comuni Italiani.it
  24. ^ Pozzuoli Jazz Festival Archiviato il 17 luglio 2013 in Internet Archive.
  25. ^ Monterusciello o Monteruscello: origini del nome. Non è un equivoco né un errore chiamarlo Monteruscello o Monterusciello, il secondo non è altro che una pronuncia dialettale del primo, che a seguito è stato anche accettato dalla toponomastica. Inoltre, il toponimo Monterusciello deriva probabilmente dal tardo latino "Mons Rosellus", cioè "monte delle canne".
  26. ^ Articolo a cura di Francesca Pilla pubblicato su "Il Manifesto" il 18 aprile 2006
  27. ^ Pozzuoli, riapre il mercato dell’ortofrutta all’ingrosso, su ildenaro.it.
  28. ^ Mercato Ittico all'ingrosso, un'occasione da non perdere, su NotiziarioItaliano.IT, 21 dicembre 2009. URL consultato il 25 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2013).
  29. ^ Comune sciolto per infiltrazioni mafiose.
  30. ^ Comune di Pozzuoli Gemellaggio con la Regione Abruzzo

Bibliografia modifica

  • Raimondo Annecchino, Storia di Pozzuoli e della zona flegrea, a cura di comune di Pozzuoli, Pozzuoli, Arti Grafiche D. Conte, 1960.
  • Mario Sirpettino, La Solfatara d Pozzuoli, Napoli, 1990 - ISBN 8885263011
  • Mario Sirpettino, I Campi Flegrei: guida storica, Napoli 1999 - ISBN 9788881147892
  • Mario Sirpettino, I Campi "Abbruciati" - Asterischi flegrei, Napoli, 2002
  • Achille della Ragione, Da Puteoli a Pozzuoli una storia gloriosa, Napoli, 2018

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