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IL CONTE DI MONTECRISTO (Opera Lirica) modifica

Il Conte di Montecristo è un'opera lirica in un Prologo due Atti e un Epilogo, di Mariano Panìco, su libretto di Nicola Hansalik Samale.

Il libretto deriva dal romanzo Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas padre.

Trama modifica

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La scena si apre su una sontuosa festa per il fidanzamento di Edmond Dantès con Mercèdes; nell’euforia generale si annuncia la promozione del giovane marinaio a Capitano di Vascello. Brusca interruzione, irruzione della polizia col terribile Procuratore Villefort. Il giovane inesperto Dantès era approdato all’isola d’Elba per un’emergenza. Il Capitano della nave Leclère era moribondo per una febbre cerebrale e si sperava in un soccorso medico… invano , poiché in poco tempo decedeva. Ricevuto con cordialità da Napoleone, Dantès aveva accettato di recapitare una compromettente missiva a Parigi. Grave imprudenza, tanto più che lo scrivano della nave Danglars, un greco torvo e scostante, era al corrente della cosa e si affretta a denunciarlo. Il procuratore arresta Dantès. Inutili le proteste di Morrel , proprietario della nave e degli astanti. Il poveretto viene trascinato fuori dai gendarmi, la sala si svuota. Rimasto solo Villefort svela il retroscena della sua azione giudiziaria. La fatale missiva doveva essere recapitata a rue Heron 33 dove abita Noitier… suo padre stesso, già sospetto di simpatie bonapartiste. Una rovina per la carriera dell’integerrimo magistrato, il quale si affretta come vedremo a bruciare il messaggio compromettente e a rinchiudere l’unico testimone, Edmond Dantès in una impenetrabile fortezza.

Atto I – Scena prima modifica

Sepolto vivo nella maleodorante prigione da diversi anni, il povero Dantès, lacero, irriconoscibile, barba e capelli incolti, si macera nei pensieri più neri: sconforto, disperazione, vendetta. All’improvviso da una botola laterale spunta la testa dell’Abate Faria, prigioniero anch’egli nella fortezza. È un vecchio cordiale, barba bianca e sorriso accattivante. Allo sbigottito Dantès spiega d’aver scavato un tunnel nella direzione sbagliata, nel tentativo di evadere. I due fraternizzano nel raccontare le rispettive sventure. Faria è un detenuto politico importante, è colto ed intelligente: ascolta la disavventura di Dantès e gli svela il mistero. La denuncia venne redatta probabilmente da Danglars coll’aiuto e l’incoraggiamento di Fernando Mondego, il geloso cugino di Mercedes. Il fattore decisivo però è l’intestatario della missiva. Nientemeno che Noitier, il padre del procuratore, giacobino e nostalgico di Napoleone. Questa lettera, bruciata prontamente dal solerte magistrato, era nota solo all’incauto Dantès …. messo prontamente a tacere ! Dantès è sconvolto da questa rivelazione e dà sfogo alla sua disperazione. Faria a questo punto rivela il suo segreto: nell’isola di Montecristo il conte Spada, suo grande amico, ha seppellito un tesoro inestimabile. Sfrenata euforia dei due prigionieri : libertà e ricchezza ! Ma Faria si accascia al suolo improvvisamente per una crisi cardiaca: è moribondo, ma fa in tempo a comunicare al compagno l’ubicazione del tesoro. Dantès di fronte al morto ha un attimo di lucidità, concepisce un piano di fuga folle: sostituirsi a Faria nel sacco funebre, che verrà gettato a mare dall’alto della fortezza.

Scena seconda modifica

Edmond Dantès ha vinto la morte. I carcerieri hanno buttato a mare il fardello funebre senza nessun sospetto: l’intrepido marinaio è riuscito a tagliare il sacco e nuotare nell’acqua gelida nel tentativo di raggiungere la costa. Svenuto, è stato soccorso da un equipaggio di contrabbandieri italiani che lo accolgono a bordo. Si dichiara marinaio maltese e dà prova di competenza nelle manovre nautiche. Viene così arruolato e stringe solida amicizia con Jacopo, giovane napoletano. La sua idea fissa è naturalmente l’isola di Montecristo, dove si fa sbarcare con un pretesto assieme all’amico. Ricerche a lungo infruttuose, per l’orografia mutata negli anni. Decidono un estremo tentativo, una lunga immersione per scandagliare i fondali e finalmente il forziere viene rintracciato… una dovizia di oro e gioielli ! Esultano i due amici ma Dantès non dimentica la vendetta, da architettare con calma ma spietata determinazione.

Atto II – Scena prima modifica

Metamorfosi avvenuta !  Dantès, dopo 14 anni di prigione, la scoperta del tesoro e 9 anni di iniziazione ai misteri d’Oriente è divenuto il Conte di Montecristo, ammirato, invidiato e temuto. Nell’isola ha allestito una dimora sontuosa, da Mille e una notte, affollata da servitori di tutte le razze. Dantès si è acculturato, ha studiato varie lingue. Ora lo vedremo nei panni del padovano abate Busoni. Il solerte Jacopo, dopo laboriose ricerche, ha rintracciato Caderousse, non più sarto ma gestore di una osteria alla periferia di Marsiglia. Si incontrerà con l’abate Busoni nella chiesa di Saint Vincent de Paul. Fingendo di recare un diamante da parte del morente Dantès per Caderousse, Danglars e Mondego, l’abate viene a capo della verità sull’intrigo, svelata dall’avido e ciarliero oste. Poi dettagli sulla carriera di Mondego, divenuto Conte di Morcerf e sposato con la bellissima Mercedes, e Danglars un grosso banchiere, sposato con una dama illustre e promosso Barone. I due divenuti amici escono a braccetto. Per la fatalità del caso entra Morrel, l’armatore benefattore di Dantès. E’ sconvolto, in pieno delirio. La sua amata nave Pharaon è affondata, la merce perduta; il disastro finanziario lo porta alla disperazione Si punta la pistola alla tempia, ma l’abate Busoni lo ferma sventolando una cambiale saldata…. oltre a ciò è riuscito con la sua potenza finanziaria a fare un miracolo. Resuscitare la nave affondata, costruendone una identica.

Scena seconda modifica

Il Conte di Montecristo perfeziona le sue trame in tutte le direzioni. A Roma il giovane Albert , figlio di Mercedes, viene rapito da banditi assoldati dal Conte, che pagherà il riscatto per liberarlo, naturalmente per entrare in contatto con i genitori disperati. Intanto architetta la rovina di Danglars. Incarica Jacopo di corrompere un telegrafista che darà la falsa notizia del rientro in Spagna di Don Carlos. Notizia sensazionale che sconvolgerà la Borse europee e porterà gli investitori (tra i quali Danglars) alla rovina! Frattanto arrivano Mercedes, sempre bellissima, e il marito Fernando, molto invecchiato. Si profondono in ringraziamenti : il Conte non tradisce la minima emozione nel rivedere l’antico amore. Un sottile imbarazzo porta la coppia ad accomiatarsi senza una parola. Entra in scena la principessa Haydèe… a suo tempo riscattata dalla prigionia dal generoso Montecristo: lo abbraccia devotamente. Entrano all’improvviso Caderousse mascherato e un bandito giovanissimo, a volto scoperto ed armato di pistola. Colluttazione, parte un colpo che lo ferisce mortalmente. La servitù accorre e immobilizza il giovane (che si chiama Benedetto ed è figlio degenere del procuratore  Villefort!). Caderousse è moribondo e confessa l’omicidio di un gioielliere al quale voleva vendere il diamante.

Scena terza modifica

Seduta importante. Si svela una scandalo che coinvolge un membro del Parlamento, già istruttore militare. Durante la guerra greco-turca avrebbe tradito la città di Giannina e il suo Pascià, venduto la figlia a un mercante di schiavi armeno per qualche milione. Clamori assordanti in aula. Fuori il colpevole ! Il presidente dell’assemblea svela il nome: il Conte di Morcerf … Fernando Mondego! Viene chiamata a testimoniare la principessa Haydèe, che conferma  l’accusa. Morcerf verrà destituito all’unanimità, per fellonia, tradimento e indegnità. Sotto questa mazzata Fernando s’abbatte sulla poltrona, con la testa fra le mani. La sala si svuota; nel silenzio irreale Albert schiaffeggia con un guanto il Conte di Montecristo e fugge. E’ la sfida per un duello. I personaggi restano immobili, impietriti. Il Narratore assume le funzioni di giudice, imparziale, al di fuori del tempo e dello spazio. Passa in rassegna tutti gli attori del dramma, in un J’accuse impietoso. Morrel e le sue colpevoli esitazioni, il Conte di Montecristo svelato nella sua vera identità, Danglars squallido profittatore, l’avido Mondego con le sue iniquità, Villefort e le malefatte della moglie avvelenatrice. Il Conte di Morcerf si accascia, fulminato da un colpo apoplettico.

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Nel melanconico riassunto della sua esistenza, Dantès decide di morire per mano di Albert. Entrano gli amici Jacopo e Morrel e due gentiluomini in divisa da ufficiale. Sono i padrini del duello! Conversano con disinvoltura un pò forzata, a spezzare la lugubre atmosfera. Entra Albert , con passo disinvolto. Si lancia la moneta: il prescelto a tirare per primo è lui. Apre il fuoco e ferisce leggermente il Conte. Sopraggiunge correndo Mercedes, piangente, scalza, vestita da popolana. Colpo di scena : Albert è figlio del Conte di Montecristo. Un segreto a lungo custodito, con amore e con dolore. Albert corre tra le braccia del padre. I tre sono abbracciati strettamente. Immobili come un gruppo scultoreo sotto gli occhi stupefatti dei padrini. Il sole ora splende radioso. Con intensa emozione Mercedes ed Edmond Dantès intonano un inno appassionato alla felicità e all’amore.

Riassunto modifica

1814. La nave commerciale Pharaon sbarca d’emergenza all’isola d’Elba. Il capitano Dantès riceve da Napoleone l’incarico delicato di recapitare una missiva ad un circolo rivoluzionario di Parigi. L’opera inizia con la festa di fidanzamento tra Dantès e l’affascinante Mercedes, interrotta dall’irruzione dei gendarmi guidati dal procuratore Villefort che ha ricevuto una denuncia anonima. Dantès viene arrestato e condannato alla detenzione nel tetro castello d’If. Dopo 14 anni di prigionia stringe amicizia col detenuto abate Faria che lo mette al corrente di un piano di fuga e dell’esistenza di un tesoro inestimabile nascosto nell’isola di Montecristo. Faria muore e Dantès fugge. Prende possesso del tesoro e si cela sotto la nuova personalità del Conte di Montecristo, architettando un piano di vendetta per chi lo denunciò come cospiratore napoleonico, l’oste Caderousse, lo scrivano Danglars e Mondego, il cugino geloso di Mercedes, che sposerà poi, assumendo il titolo di Conte di Morcerf e deputato. In una tempestosa seduta parlamentare si scopre il tradimento di Mondego, testimoniato da una sua vittima, la principessa Haydèe, venduta ai turchi. Il figlio di Mercedes Albert sfida Montecristo a duello, che però non avrà luogo per un colpo di scena. Albert è figlio di Dantès. Un inno all’amore conclude l'opera.

Personaggi modifica

Personaggio Vocalità
MERCÈDES – Promessa sposa di Dantès soprano
HAYDEÈ - Principessa Turca mezzo soprano
EDMOND DANTÈS (Abate Busoni, Montecristo) – Capitano tenore
FERNANDO MONDEGO (Conte di Morcef) – Cugino di Mercèdes tenore
JACOPO – Servitore di Dantès tenore
VILLEFORT – Procuratore del Re baritono
DANGLARS – Scrivano baritono
PRESIDENTE DELLA CAMERA baritono
CADEROUSSE - Oste basso
MORREL - Armatore basso
FARIA – Filosofo basso
UN UFFICIALE basso
Canto di una Sirena soprano (fuori scena)

Organico strumentale modifica

La partitura è scritta per orchestra composta da:

Collegamenti esterni modifica

  1. ^ Redazione online, Il Conte di Montecristo diventa un’opera grazie a un compositore di Ginosa, su www.lagazzettadelmezzogiorno.it. URL consultato il 5 dicembre 2023.