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Sesto San Giovanni modifica

A Sesto San Giovanni sono state posate 11 pietre d'inciampo il 16 gennaio 2023, 15 nel 2024.[1] [2]La restituzione di un'identità ai deportati politici sestesi, saranno 553, è opera meritoria di Giuseppe "Peppino" Valota, figlio di uno dei deportati, autore delle due pubblicazioni citate.[3][4]

Pietra d'inciampo Cenni biografici
Data di posa Luogo di posa Stolpersteine Incisione
16 gennaio 2023 Viale Italia 780

45°32′56.94″N 9°15′27.35″E / 45.54915°N 9.257596°E45.54915; 9.257596 (Pietra d'inciampo di Stefano Belli)
 
QUI ABITAVA
STEFANO BELLI
NATO 1911
ARRESTATO 28.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 5.5.1945
GUSEN
Belli, Stefano Stefano Belli (Monza, 6 gennaio 1911 - Gusen, 5 maggio 1945), aggiustatore meccanico presso il reparto bulloneria dell'azienda siderurgica Falck di Sesto San Giovanni. Riconosciuto partecipante agli scioperi operai del marzo 1944 è arrestato, a casa, nella notte del 28 marzo 1943 dai fascisti e incarcerato a San Vittore[5]. Deportato politico nel Reich internato a Mauthausen col numero di matricola 61556, quindi a Gusen dove muore il 5 maggio 1945.[4]
Viale Italia 616

45°32′43.88″N 9°15′17.5″E / 45.545523°N 9.254861°E45.545523; 9.254861 (Pietra d'inciampo di Cesare Lorenzi)
 
QUI ABITAVA
CESARE LORENZI
NATO 1903
ARRESTATO 4.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
DECEDUTO 22.5.1945
Lorenzi, Cesare Cesare Lorenzi (Guardistallo, 14 dicembre 1903 - Mauthausen, 22 maggio 1945), nel 1922 è accusato dell'uccisione di un fascista è rinchiuso nel carcere di volterra per sei mesi, subendo anche tortura[6]. Meccanico specializzato presso la Falck di Sesto San Giovanni, in seguito alla sua partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è arrestato in strada e tradotto nel carcere di San Vittore[5], in seguito, deportato politico nel Reich internato a Mauthausen, poi trasferito a Auschwitz, nuovamente Mauthausen dove assiste alla liberazione del campo, ma non sopravvive che 17 di giorni ad essa.[4]
Via Dante 171

45°32′14.81″N 9°14′15.6″E / 45.537449°N 9.237667°E45.537449; 9.237667 (Pietra d'inciampo di Angelo Biffi)
 
QUI ABITAVA
ANGELO BIFFI
NATO 1909
ARRESTATO 28.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.4.1945
GUSEN
Biffi, Angelo Angelo Biffi (Villa d'Adda, 11 giugno 1909, - Gusen, 15 aprile 1945), tornitore presso la Falck. Per la sua partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è prelevato in casa, di notte, dai fascisti, rinchiuso nel carcere di San Vittore[5], poi alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo, da dove sarà poi deportato come detenuto politico, con uno dei tanti treni della morte in partenza dal binario 1[8] della stazione ferroviaria orobica, nel Reich, internato nei campi di lavoro e di sterminio: prima Mauthausen con immatricolazione 61566, infine Gusen dove si spegne a pochi giorni dalla liberazione del campo.[4]
Via Como 13

45°31′44.85″N 9°13′57.68″E / 45.529126°N 9.23269°E45.529126; 9.23269 (Pietra d'inciampo di Giuseppe Valenari)
 
QUI ABITAVA
GIUSEPPE VALENARI
NATO 1897
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.11.1944
GUSEN
Valenari, Giuseppe Giuseppe Valenari (Cologna Veneta, 26 agosto 1897 - Gusen, 15 novembre 1944), gruista presso le officine Breda, in seguito alla partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, viene arrestato a casa, nella notte, incarcerato a San Vittore[5], portato alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo quindi internato come detenuto politico nel campo di Gusen. Dalla Caserma Umberto I riuscirà a far trapelare alcuni biglietti alla famiglia.[4]
Via Monfalcone 4

45°31′32.95″N 9°13′41.18″E / 45.525818°N 9.228105°E45.525818; 9.228105 (Pietra d'inciampo di Primo Tortiroli)
 
QUI ABITAVA
PRIMO TORTIROLI
NATO 1902
ARRESTATO 10.9.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.4.1945
GUSEN
Tortiroli, Primo Primo Tortiroli (Casalbuttano, 6 maggio 1902 - Gusen, 19 aprile 1945), tornitore alla Breda officine, arrestato mentre si trova al bar, per la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1943, segue il destino dei colleghi e compagni di lotta: San Vittore, Caserma Umberto I[7] di Bergamo dal cui Binario 1 segue deportazione nei campi di Mauthausen quindi Gusen dove muore il 19 aprile 1945.[4]
Via Monte San Michele 37

45°31′40.12″N 9°13′40.68″E / 45.52781°N 9.227967°E45.52781; 9.227967 (Pietra d'inciampo di Francesco Cappellini)
 
QUI ABITAVA
FRANCESCO CAPELLINI
NATO 1904
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 21.9.1944
HARTHEIM
Capellini, Francesco Francesco Capellini (Settala, 30 dicembre 1904 - Hartheim, 21 settembre 1944), verniciatore presso officine Breda, causa la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944 è arrestato in casa, di notte, incarcerato a San Vittore[5], quindi Bergamo nella Caserma Umberto I[7], deportato con uno dei tanti treni della morte nel Reich, internato come detenuto politico Mauthausen quindi Gusen dove muore il 21 settembre 1944.[4]
Via Cattaneo 38

45°31′53.87″N 9°13′33.12″E / 45.53163°N 9.225867°E45.53163; 9.225867 (Pietra d'inciampo di Guido Valota)
 
QUI ABITAVA
GUIDO VALOTA
NATO 1905
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 5.4.1945
STEYR
Valota, Guido Guido Valota (Bariano, 3 dicembre 1905 - Steyr, 5 aprile 1945), attrezzista meccanico presso le officine meccaniche Breda, appassionato dilettante autoditatta violinista, in seguito agli scioperi operai del marzo 1944 è prelevato di notte da casa e tradotto a San Vittore, quindi come i tanti compagni e colleghi, alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo, da dove riesce a far uscire una lettera per la moglie, quindi con uno dei treni della morte in partenza dal Binario 1[8] della città, deportato politico nel Reich, internato Mauthausen quindi Gusen. Muore durante una delle cosiddette "marce della morte". Bruciato nel forno crematorio di Steyr. Papà dell'autore del libro citato.[4]
Via Cattaneo 9

45°31′52.64″N 9°13′32.41″E / 45.531288°N 9.225668°E45.531288; 9.225668 (Pietra d'inciampo di Giuseppe e Ettore Merati)
 
QUI ABITAVA
GIUSEPPE MERATI
NATO 1885
ARRESTATO 4.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 16.12.1944
HARTHEIM
Merati, Giuseppe Giuseppe Merati (Sesto San Giovanni, 27 maggio 1885 - Hartheim, 16 dicembre 1944), pensionato, custode di un deposito di biciclette, arrestato in casa, di sera, tradotto a San Vittore[5] quindi nel campo di concentramento e transito di Fossoli e poi Bolzano, infine internato ad Hartheim dove muore il 16 dicembre 1944. Padre di Ettore.[4]
 
QUI ABITAVA
ETTORE MERATI
NATO 1912
ARRESTATO 4.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945
GUSEN
Merati, Ettore Ettore Merati (Cinisello Balsamo, 23 febbraio 1912 - Gusen, 22 aprile 1945), infermiere presso la Breda, arrestato sul luogo di lavoro e ivi torturato. Portato a San Vittore, poi Fossoli, poi Bolzano. Deportato politico nel Reich a Mauthausen, muore nel campo di Gusen. È figlio di Giuseppe.[4]
Via Rovani 311

45°32′08.06″N 9°13′18.92″E / 45.535572°N 9.221922°E45.535572; 9.221922 (Pietra d'inciampo di Oriade Previati)
 
QUI ABITAVA
ORIADE PREVIATI
NATO 1900
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 3.2.1945
GUSEN
Previati, Oriade Oriade Previati (Copparo, 12 giugno 1900 - Gusen, 3 febbraio 1945), gruista presso le officine Breda, per la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è arrestato di notte in casa, tradotto a San Vittore[5], Caserma Umberto I[7] di Bergamo, deportato Mauthausen quindi Gusen dove muore il 3 febbraio 1945.[4]
Piazza Diaz 14

45°32′16.44″N 9°14′16.49″E / 45.537899°N 9.237915°E45.537899; 9.237915 (Pietra d'inciampo di Guglielmo Sistrieri)
 
QUI ABITAVA
GUGLIELMO SISTIERI
NATO 1912
ARRESTATO 26.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 29 3.1945
Sistieri, Guglielmo Guglielmo Sistieri (Granze di Vescovana, 11 maggio 1912 - Mauthausen, 3 febbraio 1945), gruista presso la Falck, è arrestato in conseguenza alla partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, segue il tragico destino dei tanti colleghi e compagni: incarcerato a San Vittore[5], portato alla Caserma Umberto I[7] a Bergamo, deportato come politico nel Reich, con un treno della morte partito dal Binario 1[8] della città orobica, è internato nel campo di Mauthausen dove muore il 29 marzo 1945.[4]
13 gennaio 2024 Via Canducci, 5

45°32′39.38″N 9°15′20.34″E / 45.544272°N 9.255651°E45.544272; 9.255651 (Pietra d'inciampo per Natale Canducci)
 
QUI ABITAVA
NATALE CANDUCCI
NATO 1897
ARRESTATO 6.12.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 8 10.194A
Canduccci, Natale Natale Canduccci (Cesena, 25 dicembre1897 - Wien-Floridsdorf[9] 8 ottobre 1944), antifascista, attivista del PCd'I nel 1935 a seguito delle angherie delle camicie nere si trasferisce, con moglie e le tre figlie piccole, nell'hinterland milanese, trovando lavoro presso la Falck Concordia di Sesto San Giovanni. Attivo nella "184ª Brigata Sap Luciano Migliorini” è arrestato in fabbrica il 6 dicembre 1943 e carcerato prima a Monza quindi San Vittore[5], fino al 4 marzo, quando dal Binario 21 di Milano è deportato nel Reich, a Mauthausen prima quindi Florisdorf[9] dove muore l'8 ottobre 1944.[10]
Via Giovanna d'Arco, 17

45°32′16.41″N 9°14′19.15″E / 45.537891°N 9.238653°E45.537891; 9.238653 (Pietra d'inciampo per Raffaele Cardellini)
 
QUI ABITAVA
RAFFAELE CARDELLINI
NATO 1898
ARRESTATO 4.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.11.1944
GUSEN
Cardellini, Raffaele Raffaele Cardellini (Offagna, 30 aprile 1898 - Gusen, 15 novembre 1944), trasferitosi a Sesto San Giovanni trova lavoro come meccanico presso la Falck Concordia. Per la sua partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti è arrestato fuori da un esercizio commerciale il 4 marzo 1944. Trasferito a San Vittore[5], è deportato nel Reich il 13 aprile, con destinazione Mauthausen, matricola 63705, quindi Gusen, dove muore il 15 novembre 1944.[4]
Via Giovanna d'Arco, 124

45°32′12.45″N 9°14′25.77″E / 45.536792°N 9.240491°E45.536792; 9.240491 (Pietra d'inciampo per Angelo Villa)
 
QUI ABITAVA
ANGELO VILLA
NATO 1913
ARRESTATO 13.10.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 17.5.1945
Villa, Angelo Angelo Villa (Sesto San Giovanni, 6 febbraio 1913 - Mauthausen, 17 maggio 1945), partigiano, lattoniere presso la Breda, è commissario politico di distaccamento della "55^ Brigata Garibaldi Rosselli". L'8 ottobre del 1944 è ferito durante un combattimento a Introbio, curato dai vallligiani, in seguito a delazione è arrestato a Barzio il 13 ottobre. Dal carcere di Monza è a San Vittore[5] il 17 novembre, quindi Bolzano da dove è deportato il 1 gennaio 1945 per Mauthausen giungendovi l'11 gennaio. Trasferito subito a Gusen, poi nuovamente Mauthausen dove muore il 17 maggio 1945.[4]
Via Garibaldi, 65

45°32′10.56″N 9°14′14.55″E / 45.536267°N 9.237376°E45.536267; 9.237376 (Pietra d'inciampo di Alessandro Donadoni)
 
QUI ABITAVA
ALESSANDRO DONADONI
NATO 1913
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 7.7.1944
GUSEN
Donadoni, Alessandro Alessandro Donadoni (Sesto San Giovanni, 18 febbraio 1913 - Gusen, 27 luglio 1944), operaio alla Breda, accusato di aver partecipato allo sciopero generale dei giorni precedenti, è arrestato in casa di notte il 14 marzo 1944. Al carcere di Monza segue quello di San Vittore[5], quindi il transito dalla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino destinato a Mauthausen. Segue l'internamento al sottocampo di Gusen, dove muore il 7 luglio 1944.[4]
Viale Gramsci, 104

45°32′10.47″N 9°14′00.15″E / 45.536243°N 9.233374°E45.536243; 9.233374 (Pietra d'inciampo di Aldo Guerra)
 
QUI ABITAVA
ALDO GUERRA
NATO 1912
ARRESTATO 1.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.3.1945
GUSEN
Guerra, Aldo Aldo Guerra (Amriswil, 10 settembrre 1912 - Gusen, 22 marzo 1945), ragioniere alla Bianchi, è arrestato davanti alla fabbrica il 1 marzo 1944 e detenuto a San Vittore[5], trasferito a Fossoli, dal quale il 5 aprile 1944 è deportato a Mauthausen, matricola 61664. Infine è trasferito a Gusen, dove muore il 22 marzo 1945.[4]
Piazza IV novembre, 9

45°32′03.71″N 9°13′50.35″E / 45.534363°N 9.230654°E45.534363; 9.230654 (Pietra d'inciampo di Francesco Arriciati)
 
QUI ABITAVA
FRANCESCO
ARRICIATI
NATO 1913
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 25.7.1944
LINZ
Arriciati, Francesco Francesco Arriciati (Bressana Bottarone, 21 novembre 1911 - Linz, 25 luglio 1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 14 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[5], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 17 marzo è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58675. Muore al sottocampo di Linz il 25 luglio 1944.[4]
Via Breda, 20

45°31′56.51″N 9°13′46.48″E / 45.532364°N 9.229579°E45.532364; 9.229579 (Pietra d'inciampo di Celeste Bolognesi)
 
QUI ABITAVA
CELESTE BOLOGNESI
NATO 1884
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 16.5.1944
Bolognesi, Celeste Celeste Bolognesi (Montanaso Lombardo, 9 luglio 1884 - Mauthausen, 16.5.1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato al posto del figlio Alfredo. Dopo il transito da San Vittore prima, Caserma Umberto I°[7] di Bergamo poi, il 17 marzo è sul convoglio con destinazione Mauthausen, dove muore il 16 maggio 1944.[4]
Via Monte S.Michele, 149

45°31′28.79″N 9°13′37.56″E / 45.524664°N 9.227101°E45.524664; 9.227101 (Pietra d'inciampo di Alberto Buoso)
 
QUI ABITAVA
ALBERTO BUOSO
NATO 1895
ARRESTATO 28.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 1.4.1945
AUSCHWITZ
Buoso, Alberto Alberto Buoso (Fratta Polesine, 17 settembre 1895 - Auschwitz, 1 aprile 1945), muratore, occupato presso la Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 28 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[5], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 61585. Il 1° dicembre 1944 risulta la sua presenza ad Auschwitz, dove muore il 1° aprile 1945.[4]
Via Fiume, 48

45°31′24.49″N 9°13′33.62″E / 45.52347°N 9.226005°E45.52347; 9.226005 (Pietra d'inciampo di Primo Bulgarelli)
 
QUI ABITAVA
PRIMO BULGARELLI
NATO 1900
ARRESTATO 1.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945
GUSEN
Bulgarelli, Primo Primo Bulgarelli (Pegognaga, 16 marzo 1900 - Gusen, 22.4.1945), falegname modellista presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 1° marzo 1944, a casa, di notte. Dopo il transito da San Vittore prima, è a Fossoli a cui segue, l'8 marzo, la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, quindi Gusen, dove muore il 22 aprile 1945.[4]
15 gennaio 2024 Via G.Pascoli, 13

45°31′52.61″N 9°13′39.52″E / 45.531282°N 9.227643°E45.531282; 9.227643 (Pietra d'inciampo per Luciano Morganti)
 
QUI ABITAVA
LUCIANO MORGANTI
NATO 1897
ARRESTATO 3.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 15.11.1944
EBENSEE>
Morganti, Luciano Luciano Morganti (Villadossola, 17 luglio 1897 - Ebensee, 15 novembre 1944), antifascista, operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni, con la moglie gestisce anche un locale pubblico che è base per gli antifascisti clandestini e per tale ragione subisce numerose e ripetute disposizioni di chiusura e nel locale subisce l'arresto il 3 marzo 1944. Il giorno successivo, dal carcere di San Vittore è immediatamente deportato a Mauthausen, immatricolato 57602, quindi trasferito a Ebensee dove è assassinato il 15 novembre 1944.[4]
Via Bergomi, 8

45°31′53.17″N 9°13′29.93″E / 45.531437°N 9.22498°E45.531437; 9.22498 (Pietra d'inciampo di Luigi Tansini)
 
QUI ABITAVA
LUIGI TANSINI
NATO 1888
ARRESTATO 13.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 28.12.1944
GUSEN
Tansini, Lugi Lugi Tansini (Paderno Cremonese, 17 novembre 1888 - Gusen, 28 dicembre 1944), noto anarchico, capo squadra elettricisti alla Breda, di Sesto San Giovanni. Il suo attivismo politico, l'opposizione manifesta al regime gli causano tre anni di confino politico e continua sorveglianza fino all'arresto del marzo 1944, conseguenza dello sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore a Fossoli fino al 27 aprile, è a Bolzano, quindi deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, infine trasferito a Gusen, dove muore il 28 dicembre 1944.[4]
Via Filzi, 7

45°31′59.34″N 9°13′34.45″E / 45.533149°N 9.226236°E45.533149; 9.226236 (Pietra d'inciampo di Angelo Barbieri)
 
QUI ABITAVA
ANGELO BARBIERI
NATO 1907
ARRESTATO 14.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 7.3.1945
GUSEN
Barbieri, Angelo Angelo Barbieri (Borgo San Giovanni, 6 settembre 1907 - Gusen, 7 marzo 1945), attivista comunista, condannato nel 1931 a 5 anni di reclusione, liberato per amnistia nel '32, sorvegliato dalla polizia fino all'arresto del marzo '43 per la partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti alla Breda, di Sesto San Giovanni dov'era occupato come fresatore. Dal carcere di San Vittore è trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 17 marzo 1944 è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58691. Muore al campo di Gusen il 7 marzo 1945.[10]
Via Cesare Battisti, 29

45°32′01.83″N 9°13′38.19″E / 45.533841°N 9.227276°E45.533841; 9.227276 (Pietra d'inciampo di Mario Piraccini)
 
QUI ABITAVA
MARIO PIRACCINI
NATO 1903
ARRESTATO 6.12.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 26.11.1944
GUSEN
Piraccini, Mario Mario Piraccini (Cesena, 5 dicembre 1903 - Gusen, 26 novembre 1944), socialista, trasferitosi a Milano è assunto alla Falck come segretario del direttore dello stabilimento. All'interno della fabbrica organizza l’invio in montagna dei renitenti alla leva. Una delazione ne causa l'arresto, unitamente a Natale Canducci, il 6 dicembre 1944, nella Direzione, ad opera dell' OVRA, la Polizia politica fascista, accompagnata dalle SS. Al carcere allestito nella Villa Reale di Monza seguono 6 mesi di reclusione a San Vittore, dove le testimonianze ci parlano della solidarietà e aiuto morale che dava a chiunque. Il 9 giugno è trasferito a Fossoli quindi Bolzano, prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 82475 ed infine trasferito a Gusen, dove muore il 26 novembre 1944 di setticemia per una ferita al braccio.[10]
Via Cristoforo Colombo,39

45°32′29.39″N 9°13′55.88″E / 45.541498°N 9.232189°E45.541498; 9.232189 (Pietra d'inciampo di Eliseo Picardi)
 
QUI ABITAVA
ELISEO PICARDI
NATO 1920
ARRESTATO 16.11.1943
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 29.3.1945
EBENSEE
Picardi, Eliseo Eliseo Picardi (San Giovanni Valdarno, 8 agosto 1920 - Ebensee, 29 marzo 1945), patriota, operaio alla Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 16 novembre 1943 a Bratto, insieme al fratello Licinio, per attività politica clandestina. Recluso a Clusone, poi Monza, San Vittore, prima della deportazione, il 4 marzo 1944 per il Reich con destinazione Mauthausen, matricola 57614. Muore al campo di Ebensee il 29 marzo 1945.[4]
Via Toti, 62

45°32′44.71″N 9°14′00.5″E / 45.545752°N 9.233474°E45.545752; 9.233474 (Pietra d'inciampo di Severino Singia)
 
QUI ABITAVA
SEVERINO SINGIA
NATO 1917
ARRESTATO 7.3.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 19.1.1945
GUSEN
Singia, Severino Severino Singia (Villa Cogozzo, 21 novembre 1917 - Gusen, 19 gennaio 1945), operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato IL 7 marzo 1944, in strada. Dopo il transito da San Vittore, Fossoli, quindi Bolzano, il 4 agosto 1944 è deportato a Mauthausen, poi trasferito a Gusen dove muore il 19 gennaio 1945.[4]
  1. ^ Le pietre d'inciampo a Sesto, su Comune di Sesto San Giovanni.
  2. ^ Le pietre d'inciampo a Sesto-2024, su sestosg.net. URL consultato il 1º aprile 2024.
  3. ^ Giuseppe Valota, Dalla fabrica al Lager-Testimonianze di familiari di deportati politici dall'area industriale di Sesto San Giovanni, Milano, Mimesis, 2015, ISBN 978-88-5753-005-5.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Giuseppe Valota, Streikertransport-La deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni 1943_1945, Milano, Guerini e Associati, 2016 [2007], ISBN 978-88-8335-978-1.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Carcere di San Vittore, su mi4345.it. URL consultato il 30 giugno 2023.
  6. ^ Il Tirreno, 4 marzo 1989.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l Quando dalla Caserma Montelupo partiva la deportazione, su isrecbg.it. URL consultato il 31 gennaio 2023.
  8. ^ a b c Le pietre raccotano: ai lavoratori deportati a seguito degli scioperi del 1944, su comune.cinisello-balsamo.mi.it. URL consultato il 31 gennaio 2023.
  9. ^ a b Wien-Floridsdorf, il sottocampo di Mauthausen, su deportatibrescia.it. URL consultato il 2 marzo 2023.
  10. ^ a b c Il Comune di Sesto San Giovanni omaggia i cesenati Natale Canducci e Mario Piraccini deportati nel 1944, in corrierecesenate.it, 15 gennaio 2024. URL consultato il 1º aprile 2024.