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Sesto San Giovanni modifica
A Sesto San Giovanni sono state posate 11 pietre d'inciampo il 16 gennaio 2023, 15 nel 2024.[1] [2]La restituzione di un'identità ai deportati politici sestesi, saranno 553, è opera meritoria di Giuseppe "Peppino" Valota, figlio di uno dei deportati, autore delle due pubblicazioni citate.[3][4]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
16 gennaio 2023 | Viale Italia 780 45°32′56.94″N 9°15′27.35″E / 45.54915°N 9.257596°E |
QUI ABITAVA
STEFANO BELLI NATO 1911 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.5.1945 GUSEN |
Monza, 6 gennaio 1911 - Gusen, 5 maggio 1945), aggiustatore meccanico presso il reparto bulloneria dell'azienda siderurgica Falck di Sesto San Giovanni. Riconosciuto partecipante agli scioperi operai del marzo 1944 è arrestato, a casa, nella notte del 28 marzo 1943 dai fascisti e incarcerato a San Vittore[5]. Deportato politico nel Reich internato a Mauthausen col numero di matricola 61556, quindi a Gusen dove muore il 5 maggio 1945.[4]
Stefano Belli ( | |
Viale Italia 616 45°32′43.88″N 9°15′17.5″E / 45.545523°N 9.254861°E |
QUI ABITAVA
CESARE LORENZI NATO 1903 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN DECEDUTO 22.5.1945 |
Guardistallo, 14 dicembre 1903 - Mauthausen, 22 maggio 1945), nel 1922 è accusato dell'uccisione di un fascista è rinchiuso nel carcere di volterra per sei mesi, subendo anche tortura[6]. Meccanico specializzato presso la Falck di Sesto San Giovanni, in seguito alla sua partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è arrestato in strada e tradotto nel carcere di San Vittore[5], in seguito, deportato politico nel Reich internato a Mauthausen, poi trasferito a Auschwitz, nuovamente Mauthausen dove assiste alla liberazione del campo, ma non sopravvive che 17 di giorni ad essa.[4]
Cesare Lorenzi ( | ||
Via Dante 171 45°32′14.81″N 9°14′15.6″E / 45.537449°N 9.237667°E |
QUI ABITAVA
ANGELO BIFFI NATO 1909 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.4.1945 GUSEN |
Villa d'Adda, 11 giugno 1909, - Gusen, 15 aprile 1945), tornitore presso la Falck. Per la sua partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è prelevato in casa, di notte, dai fascisti, rinchiuso nel carcere di San Vittore[5], poi alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo, da dove sarà poi deportato come detenuto politico, con uno dei tanti treni della morte in partenza dal binario 1[8] della stazione ferroviaria orobica, nel Reich, internato nei campi di lavoro e di sterminio: prima Mauthausen con immatricolazione 61566, infine Gusen dove si spegne a pochi giorni dalla liberazione del campo.[4]
Angelo Biffi ( | ||
Via Como 13 45°31′44.85″N 9°13′57.68″E / 45.529126°N 9.23269°E |
QUI ABITAVA
GIUSEPPE VALENARI NATO 1897 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 GUSEN |
Cologna Veneta, 26 agosto 1897 - Gusen, 15 novembre 1944), gruista presso le officine Breda, in seguito alla partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, viene arrestato a casa, nella notte, incarcerato a San Vittore[5], portato alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo quindi internato come detenuto politico nel campo di Gusen. Dalla Caserma Umberto I riuscirà a far trapelare alcuni biglietti alla famiglia.[4]
Giuseppe Valenari ( | ||
Via Monfalcone 4 45°31′32.95″N 9°13′41.18″E / 45.525818°N 9.228105°E |
QUI ABITAVA
PRIMO TORTIROLI NATO 1902 ARRESTATO 10.9.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 19.4.1945 GUSEN |
Casalbuttano, 6 maggio 1902 - Gusen, 19 aprile 1945), tornitore alla Breda officine, arrestato mentre si trova al bar, per la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1943, segue il destino dei colleghi e compagni di lotta: San Vittore, Caserma Umberto I[7] di Bergamo dal cui Binario 1 segue deportazione nei campi di Mauthausen quindi Gusen dove muore il 19 aprile 1945.[4]
Primo Tortiroli ( | ||
Via Monte San Michele 37 45°31′40.12″N 9°13′40.68″E / 45.52781°N 9.227967°E |
QUI ABITAVA
FRANCESCO CAPELLINI NATO 1904 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 21.9.1944 HARTHEIM |
Settala, 30 dicembre 1904 - Hartheim, 21 settembre 1944), verniciatore presso officine Breda, causa la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944 è arrestato in casa, di notte, incarcerato a San Vittore[5], quindi Bergamo nella Caserma Umberto I[7], deportato con uno dei tanti treni della morte nel Reich, internato come detenuto politico Mauthausen quindi Gusen dove muore il 21 settembre 1944.[4]
Francesco Capellini ( | ||
Via Cattaneo 38 45°31′53.87″N 9°13′33.12″E / 45.53163°N 9.225867°E |
QUI ABITAVA
GUIDO VALOTA NATO 1905 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.4.1945 STEYR |
Bariano, 3 dicembre 1905 - Steyr, 5 aprile 1945), attrezzista meccanico presso le officine meccaniche Breda, appassionato dilettante autoditatta violinista, in seguito agli scioperi operai del marzo 1944 è prelevato di notte da casa e tradotto a San Vittore, quindi come i tanti compagni e colleghi, alla Caserma Umberto I[7] di Bergamo, da dove riesce a far uscire una lettera per la moglie, quindi con uno dei treni della morte in partenza dal Binario 1[8] della città, deportato politico nel Reich, internato Mauthausen quindi Gusen. Muore durante una delle cosiddette "marce della morte". Bruciato nel forno crematorio di Steyr. Papà dell'autore del libro citato.[4]
Guido Valota ( | ||
Via Cattaneo 9 45°31′52.64″N 9°13′32.41″E / 45.531288°N 9.225668°E |
QUI ABITAVA
GIUSEPPE MERATI NATO 1885 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 16.12.1944 HARTHEIM |
Sesto San Giovanni, 27 maggio 1885 - Hartheim, 16 dicembre 1944), pensionato, custode di un deposito di biciclette, arrestato in casa, di sera, tradotto a San Vittore[5] quindi nel campo di concentramento e transito di Fossoli e poi Bolzano, infine internato ad Hartheim dove muore il 16 dicembre 1944. Padre di Ettore.[4]
Giuseppe Merati ( | ||
QUI ABITAVA
ETTORE MERATI NATO 1912 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN |
Cinisello Balsamo, 23 febbraio 1912 - Gusen, 22 aprile 1945), infermiere presso la Breda, arrestato sul luogo di lavoro e ivi torturato. Portato a San Vittore, poi Fossoli, poi Bolzano. Deportato politico nel Reich a Mauthausen, muore nel campo di Gusen. È figlio di Giuseppe.[4]
Ettore Merati ( | |||
Via Rovani 311 45°32′08.06″N 9°13′18.92″E / 45.535572°N 9.221922°E |
QUI ABITAVA
ORIADE PREVIATI NATO 1900 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.2.1945 GUSEN |
Copparo, 12 giugno 1900 - Gusen, 3 febbraio 1945), gruista presso le officine Breda, per la partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è arrestato di notte in casa, tradotto a San Vittore[5], Caserma Umberto I[7] di Bergamo, deportato Mauthausen quindi Gusen dove muore il 3 febbraio 1945.[4]
Oriade Previati ( | ||
Piazza Diaz 14 45°32′16.44″N 9°14′16.49″E / 45.537899°N 9.237915°E |
QUI ABITAVA
GUGLIELMO SISTIERI NATO 1912 ARRESTATO 26.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 29 3.1945 |
Granze di Vescovana, 11 maggio 1912 - Mauthausen, 3 febbraio 1945), gruista presso la Falck, è arrestato in conseguenza alla partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, segue il tragico destino dei tanti colleghi e compagni: incarcerato a San Vittore[5], portato alla Caserma Umberto I[7] a Bergamo, deportato come politico nel Reich, con un treno della morte partito dal Binario 1[8] della città orobica, è internato nel campo di Mauthausen dove muore il 29 marzo 1945.[4]
Guglielmo Sistieri ( | ||
13 gennaio 2024 | Via Canducci, 5 45°32′39.38″N 9°15′20.34″E / 45.544272°N 9.255651°E |
QUI ABITAVA
NATALE CANDUCCI NATO 1897 ARRESTATO 6.12.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 8 10.194A |
Cesena, 25 dicembre1897 - Wien-Floridsdorf[9] 8 ottobre 1944), antifascista, attivista del PCd'I nel 1935 a seguito delle angherie delle camicie nere si trasferisce, con moglie e le tre figlie piccole, nell'hinterland milanese, trovando lavoro presso la Falck Concordia di Sesto San Giovanni. Attivo nella "184ª Brigata Sap Luciano Migliorini” è arrestato in fabbrica il 6 dicembre 1943 e carcerato prima a Monza quindi San Vittore[5], fino al 4 marzo, quando dal Binario 21 di Milano è deportato nel Reich, a Mauthausen prima quindi Florisdorf[9] dove muore l'8 ottobre 1944.[10]
Natale Canduccci ( | |
Via Giovanna d'Arco, 17 45°32′16.41″N 9°14′19.15″E / 45.537891°N 9.238653°E |
QUI ABITAVA
RAFFAELE CARDELLINI NATO 1898 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 GUSEN |
Offagna, 30 aprile 1898 - Gusen, 15 novembre 1944), trasferitosi a Sesto San Giovanni trova lavoro come meccanico presso la Falck Concordia. Per la sua partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti è arrestato fuori da un esercizio commerciale il 4 marzo 1944. Trasferito a San Vittore[5], è deportato nel Reich il 13 aprile, con destinazione Mauthausen, matricola 63705, quindi Gusen, dove muore il 15 novembre 1944.[4]
Raffaele Cardellini ( | ||
Via Giovanna d'Arco, 124 45°32′12.45″N 9°14′25.77″E / 45.536792°N 9.240491°E |
QUI ABITAVA
ANGELO VILLA NATO 1913 ARRESTATO 13.10.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.5.1945 |
Sesto San Giovanni, 6 febbraio 1913 - Mauthausen, 17 maggio 1945), partigiano, lattoniere presso la Breda, è commissario politico di distaccamento della "55^ Brigata Garibaldi Rosselli". L'8 ottobre del 1944 è ferito durante un combattimento a Introbio, curato dai vallligiani, in seguito a delazione è arrestato a Barzio il 13 ottobre. Dal carcere di Monza è a San Vittore[5] il 17 novembre, quindi Bolzano da dove è deportato il 1 gennaio 1945 per Mauthausen giungendovi l'11 gennaio. Trasferito subito a Gusen, poi nuovamente Mauthausen dove muore il 17 maggio 1945.[4]
Angelo Villa ( | ||
Via Garibaldi, 65 45°32′10.56″N 9°14′14.55″E / 45.536267°N 9.237376°E |
QUI ABITAVA
ALESSANDRO DONADONI NATO 1913 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 7.7.1944 GUSEN |
Sesto San Giovanni, 18 febbraio 1913 - Gusen, 27 luglio 1944), operaio alla Breda, accusato di aver partecipato allo sciopero generale dei giorni precedenti, è arrestato in casa di notte il 14 marzo 1944. Al carcere di Monza segue quello di San Vittore[5], quindi il transito dalla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino destinato a Mauthausen. Segue l'internamento al sottocampo di Gusen, dove muore il 7 luglio 1944.[4]
Alessandro Donadoni ( | ||
Viale Gramsci, 104 45°32′10.47″N 9°14′00.15″E / 45.536243°N 9.233374°E |
QUI ABITAVA
ALDO GUERRA NATO 1912 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.3.1945 GUSEN |
Amriswil, 10 settembrre 1912 - Gusen, 22 marzo 1945), ragioniere alla Bianchi, è arrestato davanti alla fabbrica il 1 marzo 1944 e detenuto a San Vittore[5], trasferito a Fossoli, dal quale il 5 aprile 1944 è deportato a Mauthausen, matricola 61664. Infine è trasferito a Gusen, dove muore il 22 marzo 1945.[4]
Aldo Guerra ( | ||
Piazza IV novembre, 9 45°32′03.71″N 9°13′50.35″E / 45.534363°N 9.230654°E |
QUI ABITAVA
FRANCESCO ARRICIATI NATO 1913 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.7.1944 LINZ |
Bressana Bottarone, 21 novembre 1911 - Linz, 25 luglio 1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 14 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[5], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 17 marzo è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58675. Muore al sottocampo di Linz il 25 luglio 1944.[4]
Francesco Arriciati ( | ||
Via Breda, 20 45°31′56.51″N 9°13′46.48″E / 45.532364°N 9.229579°E |
QUI ABITAVA
CELESTE BOLOGNESI NATO 1884 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 16.5.1944 |
Montanaso Lombardo, 9 luglio 1884 - Mauthausen, 16.5.1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato al posto del figlio Alfredo. Dopo il transito da San Vittore prima, Caserma Umberto I°[7] di Bergamo poi, il 17 marzo è sul convoglio con destinazione Mauthausen, dove muore il 16 maggio 1944.[4]
Celeste Bolognesi ( | ||
Via Monte S.Michele, 149 45°31′28.79″N 9°13′37.56″E / 45.524664°N 9.227101°E |
QUI ABITAVA
ALBERTO BUOSO NATO 1895 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 1.4.1945 AUSCHWITZ |
Fratta Polesine, 17 settembre 1895 - Auschwitz, 1 aprile 1945), muratore, occupato presso la Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 28 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[5], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 61585. Il 1° dicembre 1944 risulta la sua presenza ad Auschwitz, dove muore il 1° aprile 1945.[4]
Alberto Buoso ( | ||
Via Fiume, 48 45°31′24.49″N 9°13′33.62″E / 45.52347°N 9.226005°E |
QUI ABITAVA
PRIMO BULGARELLI NATO 1900 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN |
Pegognaga, 16 marzo 1900 - Gusen, 22.4.1945), falegname modellista presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 1° marzo 1944, a casa, di notte. Dopo il transito da San Vittore prima, è a Fossoli a cui segue, l'8 marzo, la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, quindi Gusen, dove muore il 22 aprile 1945.[4]
Primo Bulgarelli ( | ||
15 gennaio 2024 | Via G.Pascoli, 13 45°31′52.61″N 9°13′39.52″E / 45.531282°N 9.227643°E |
QUI ABITAVA
LUCIANO MORGANTI NATO 1897 ARRESTATO 3.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 EBENSEE> |
Villadossola, 17 luglio 1897 - Ebensee, 15 novembre 1944), antifascista, operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni, con la moglie gestisce anche un locale pubblico che è base per gli antifascisti clandestini e per tale ragione subisce numerose e ripetute disposizioni di chiusura e nel locale subisce l'arresto il 3 marzo 1944. Il giorno successivo, dal carcere di San Vittore è immediatamente deportato a Mauthausen, immatricolato 57602, quindi trasferito a Ebensee dove è assassinato il 15 novembre 1944.[4]
Luciano Morganti ( | |
Via Bergomi, 8 45°31′53.17″N 9°13′29.93″E / 45.531437°N 9.22498°E |
QUI ABITAVA
LUIGI TANSINI NATO 1888 ARRESTATO 13.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 28.12.1944 GUSEN |
Paderno Cremonese, 17 novembre 1888 - Gusen, 28 dicembre 1944), noto anarchico, capo squadra elettricisti alla Breda, di Sesto San Giovanni. Il suo attivismo politico, l'opposizione manifesta al regime gli causano tre anni di confino politico e continua sorveglianza fino all'arresto del marzo 1944, conseguenza dello sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore a Fossoli fino al 27 aprile, è a Bolzano, quindi deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, infine trasferito a Gusen, dove muore il 28 dicembre 1944.[4]
Lugi Tansini ( | ||
Via Filzi, 7 45°31′59.34″N 9°13′34.45″E / 45.533149°N 9.226236°E |
QUI ABITAVA
ANGELO BARBIERI NATO 1907 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 7.3.1945 GUSEN |
Borgo San Giovanni, 6 settembre 1907 - Gusen, 7 marzo 1945), attivista comunista, condannato nel 1931 a 5 anni di reclusione, liberato per amnistia nel '32, sorvegliato dalla polizia fino all'arresto del marzo '43 per la partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti alla Breda, di Sesto San Giovanni dov'era occupato come fresatore. Dal carcere di San Vittore è trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo da dove, il 17 marzo 1944 è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58691. Muore al campo di Gusen il 7 marzo 1945.[10]
Angelo Barbieri ( | ||
Via Cesare Battisti, 29 45°32′01.83″N 9°13′38.19″E / 45.533841°N 9.227276°E |
QUI ABITAVA
MARIO PIRACCINI NATO 1903 ARRESTATO 6.12.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.11.1944 GUSEN |
Cesena, 5 dicembre 1903 - Gusen, 26 novembre 1944), socialista, trasferitosi a Milano è assunto alla Falck come segretario del direttore dello stabilimento. All'interno della fabbrica organizza l’invio in montagna dei renitenti alla leva. Una delazione ne causa l'arresto, unitamente a Natale Canducci, il 6 dicembre 1944, nella Direzione, ad opera dell' OVRA, la Polizia politica fascista, accompagnata dalle SS. Al carcere allestito nella Villa Reale di Monza seguono 6 mesi di reclusione a San Vittore, dove le testimonianze ci parlano della solidarietà e aiuto morale che dava a chiunque. Il 9 giugno è trasferito a Fossoli quindi Bolzano, prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 82475 ed infine trasferito a Gusen, dove muore il 26 novembre 1944 di setticemia per una ferita al braccio.[10]
Mario Piraccini ( | ||
Via Cristoforo Colombo,39 45°32′29.39″N 9°13′55.88″E / 45.541498°N 9.232189°E |
QUI ABITAVA
ELISEO PICARDI NATO 1920 ARRESTATO 16.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 29.3.1945 EBENSEE |
San Giovanni Valdarno, 8 agosto 1920 - Ebensee, 29 marzo 1945), patriota, operaio alla Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 16 novembre 1943 a Bratto, insieme al fratello Licinio, per attività politica clandestina. Recluso a Clusone, poi Monza, San Vittore, prima della deportazione, il 4 marzo 1944 per il Reich con destinazione Mauthausen, matricola 57614. Muore al campo di Ebensee il 29 marzo 1945.[4]
Eliseo Picardi ( | ||
Via Toti, 62 45°32′44.71″N 9°14′00.5″E / 45.545752°N 9.233474°E |
QUI ABITAVA
SEVERINO SINGIA NATO 1917 ARRESTATO 7.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 19.1.1945 GUSEN |
Villa Cogozzo, 21 novembre 1917 - Gusen, 19 gennaio 1945), operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato IL 7 marzo 1944, in strada. Dopo il transito da San Vittore, Fossoli, quindi Bolzano, il 4 agosto 1944 è deportato a Mauthausen, poi trasferito a Gusen dove muore il 19 gennaio 1945.[4]
Severino Singia ( |
- ^ Le pietre d'inciampo a Sesto, su Comune di Sesto San Giovanni.
- ^ Le pietre d'inciampo a Sesto-2024, su sestosg.net. URL consultato il 1º aprile 2024.
- ^ Giuseppe Valota, Dalla fabrica al Lager-Testimonianze di familiari di deportati politici dall'area industriale di Sesto San Giovanni, Milano, Mimesis, 2015, ISBN 978-88-5753-005-5.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Giuseppe Valota, Streikertransport-La deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni 1943_1945, Milano, Guerini e Associati, 2016 [2007], ISBN 978-88-8335-978-1.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o Carcere di San Vittore, su mi4345.it. URL consultato il 30 giugno 2023.
- ^ Il Tirreno, 4 marzo 1989.
- ^ a b c d e f g h i j k l Quando dalla Caserma Montelupo partiva la deportazione, su isrecbg.it. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b c Le pietre raccotano: ai lavoratori deportati a seguito degli scioperi del 1944, su comune.cinisello-balsamo.mi.it. URL consultato il 31 gennaio 2023.
- ^ a b Wien-Floridsdorf, il sottocampo di Mauthausen, su deportatibrescia.it. URL consultato il 2 marzo 2023.
- ^ a b c Il Comune di Sesto San Giovanni omaggia i cesenati Natale Canducci e Mario Piraccini deportati nel 1944, in corrierecesenate.it, 15 gennaio 2024. URL consultato il 1º aprile 2024.