Vincenzo Ambrosio (Roma, 14 luglio 1913Nevice, 10 marzo 1941) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Vincenzo Ambrosio
NascitaRoma, 14 luglio 1913
MorteNevice, 10 marzo 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto231º Reggimento fanteria "Avellino"
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
Campagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Biografia modifica

Nacque a Roma il 14 luglio 1913, figlio di Giuseppe e Emilia La Fortuna.[2] Arruolato nel Regio Esercito uscì dalla Scuola allievi ufficiali di Salerno nel giugno 1934 con il grado di sottotenente di complemento dell'arma di fanteria. Compiuto il servizio di prima nomina presso il 231º Reggimento fanteria "Avellino", fu posto in congedo il 21 gennaio 1935.[2] Ripresi gli studi universitari presso l'Università di Roma si laureò in giurisprudenza alla fine dell’anno.[2] Entrato per concorso al Ministero dell'Africa Italiana, veniva destinato a prestare servizio presso il Governatorato di Galla e Sidama presso il quale rimase per circa tre anni ricoprendo funzioni difficili e delicate, e partecipando anche, volontariamente, ad operazioni di grande polizia coloniale.[2] Ritornato in Patria, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, chiese, ed ottenne successivamente, di partire volontario per il fronte greco-albanese.[2] Soltanto dopo essersi dimesso dall'impiego gli fu consentito di raggiungere il 231º Reggimento, appartenente alla 11ª Divisione fanteria "Brennero", dove, con la promozione a tenente, gli fu affidato il comando di un reparto arditi.[2] Cadde in combattimento a Nevice il 10 marzo 1941, e fu poi insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze modifica

«Già decorato al valor militare nella campagna etiopica, rifiutando l’esenzione dal servizio militare, che per ragioni d’impiego gli derivava, al primo segnale di guerra ritornava volontario sotto la bandiera del reggimento col quale aveva già combattuto. Chiesto ed ottenuto di appartenere ad una compagnia di arditi, con la parola e con l’esempio esaltava l’ardore dei fanti, ne agguerriva lo spirito e, col suo reparto, sempre primo tra i primi, cercava ed affrontava ogni più aspro compito. Benché febbricitante, partecipava ad un’azione ardua ed ardita. In testa alle sue squadre, che trascinava con impeto instancabile, reiterava gli assalti contro una forte posizione nemica, finché cadeva colpito a morte. Nella imminenza della fine, della quale aveva lucida coscienza, incitava ancora gli arditi a persistere nell’azione, auspicando nuove glorie al reggimento e maggiore grandezza alla Patria. Fulgida sintesi del dovere, dell’ardimento e del sacrificio. Nevice (Fronte greco), 10 marzo 1941.[3]»
«Ottenuto di partire volontario per l'Albania, riusciva a farsi assegnare al reggimentom presso il quale aveva già prestato servizio. Facente parte di un reparto arditi, partecipava a pericolose azioni di pattuglia, nel corso delle quali dava prova di ardimento e sprezzo del pericolo. Febbricitante ed ancora volontario in una azione audace e rischiosa, attaccava ripetutamente alla testa dei suoi uomini una munita posizione nemica e cadeva all'ultimo assalto, colpito a morte. Cosciente della prossima fine, rifiutava ogni soccorso e continuando a incitare i suoi arditi e chiudeva la sua esistenza inneggiando alla Patria. Nevice (Albania), 10 marzo 1941
«Funzionario civile, offriva spontaneamente la propria collaborazione al comandante di un presidio militare in momenti particolarmente delicati, durante lo svolgimento di un ciclo operativo. Partecipava quindi ad un contrattacco sferrato da una nostra banda contro nuclei ribelli, dando prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Gardulla, 8 febbraio 1939

Pubblicazioni modifica

  • Tre anni fra i Galla e Sidama, 1937-1940. Lettere di un funzionario coloniale e testimonianze della sua morte sul campo, Signorelli, Milano, 1942.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 592.
  • Marco Pomilio, La medaglia d'oro Vincenzo Ambrosio nella fierissima vita civile, nella luminosa morte guerriera, Venezia, Casa editrice delle edizioni popolari, 1944.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica