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Reggimento Amara NAVIGAZIONE


Scusate se vado a memoria, ma è molto tardi e prima di ricercare il materiale, perdendoci del tempo, preferirei avere lumi e pareri al riguardo. Ho notato che a parte una serie di accenni, sotto la voce del tenente Guillet o Comandante Diavolo, non c'è una voce specifica in Wikipedia che tratta del reggimento Amara che difendeva gli interessi italiani in Africa. Avendo letto un articolo (solo la seconda parte Sic!) su una rivista di armi degli anni 80 cedutomi da un amico, mi chiedevo se nessuno ne sapesse niente di più e se fosse il caso di pubblicare qui quelle informazioni storiche e in che termini o in che limiti. Praticamente se uno dei responsabili mi segnala il suo interesse, potremmo concordare vari contatti, anche con la rivista in questione, se ancora edita e vedere cosa è possibile fare, magari contattando l'autore originario nel caso avesse interesse a curare personalmente la voce in questione. Il titolo di allora era il motto del reggimento: "La morte paro a paro" e la cartolina originaria del reggimento Amara non era quella inserita nella voce su Guillet, ma un cavaliere moro con turbante, nel profilo della carica con la sciabola tesa nell'atto della carica a cavallo (arma forgiata in Italia - ecco l'interesse della rivista-) e sul dietro della sella lo stendardo dispiegato con in campo un teschio tra due scimitarre incrociate, sovrastato dal motto "La morte paro a paro". Pare che poi fu deciso di cambiare lo stemma togliendo il teschio e mettendo la corona sabauda con le sciabole incrociate; arma bellissima per la forma particolare e gli speciali fregi dell'elsa. Tigellino. Sono contattabile sul sito BarH.

Mi sa che gli utenti interessati li trovi al Progetto:Guerra Jalo 11:43, 16 mar 2009 (CET)[rispondi]

(per chi sta cercando informazioni in rete, il nome è "amhara", con l'acca, e più che per il reggimento ci sono notizie sul "Gruppo Bande") --Stonehead (msg) 12:02, 16 mar 2009 (CET)[rispondi]

PS la voce da scrivere è quindi Gruppo Bande Amhara --Stonehead (msg) 12:04, 16 mar 2009 (CET)[rispondi]
Linko questa discussione al progetto Guerra --Klaudio (parla) 14:02, 16 mar 2009 (CET)[rispondi]
Io ti darei pure una mano, ma qual'è il sito BarH? BarH.it? E comunque se vuoi discutere, segui sul progetto Guerra come proposto da Klaudio e troverai aiuto e collaborazione, anche in onore del Comandante Diavolo. --Pigr8 ...libertà é partecipazione! 14:28, 16 mar 2009 (CET)[rispondi]
Grazie per ora. Altre info: l'autore cui mi riferisco è Alfredo Bartocci, credo di FIrenze. Poichè la voce abbozzata Amhara è poche righe, mentre l'articolo del suddetto, nella sola seconda parte. è circa dieci colonne, corredate di foto, visto che mi trovate su www.barh.it o wap.barh.it, se lì qualcuno cortesemente mi dà una mail di un estensore, posso inviare il materiale che ho e che avrò, in modo da dare vita a una bella voce di wikipedia. Il Bartocci pubblicò 2 articoli sull'argomento su Diana Armi nell'estate del 1987, ma da quel sito non mi rispondono (sic!) e non so come contattarlo.

Bene, adesso passo alle operazioni: ho letto qualcosa sulle cancellazioni, ma il mio tempo è troppo poco per partecipare a discussioni,, perciò tra un po', dato che il sig Bartocci non ha contatti internet e per quanto ne so potrebbe non essere più tra noi e visto che Diana Armi non si degna di rispondermi, scriverò un estratto del suo secondo articolo su www.barh.it e vedrò di linkare quello. L'articolo era propedeutico, credo, alla pubblicazione di un libro e conteneva interviste a reduci del tempo effettuate negli anni '70. L'ossatura dell'articolo era snodata attorno alla dotazione del reggimento di sciabole di nuovo tipo, erroneamente considerabili di fattura indigena e invece realizzate a Gardone Val Trompia per gli ufficiali italiani che comandavano la schiera di indigeni. Una di esse era stata battuta ad un'asta e aveva suscitato l'interesse dell'autore che sapeva che tutte le sciabole, anche quelle dei sottoposti fossero state spezzate per ordine del comandante che sciolse il reggimento, ormai sconfitto dagli inglesi, prima di rimandarli alle proprie case e che fu gentilmente e vigliaccamente trucidato mentre inerme si apprestava ad affrontare la prigionia.