William Bell (fotografo)

William H. Bell (Liverpool, 1830Filadelfia, 28 gennaio 1910) è stato un fotografo inglese naturalizzato statunitense, attivo per la maggior parte nella seconda metà del XIX Secolo.

Fotografia di William H. Bell
Fotografia di William H. Bell, tratta dal suo necrologio.

È ricordato soprattutto per le fotografie che documentano le malattie in tempo di guerra e le ferite da combattimento. Molte di queste immagini furono pubblicate nel libro di medicina Medical and Surgical History of the War of the Rebellion[1], così come le sue fotografie dei paesaggi dell'Ovest scattate nell'ambito della spedizione di George Wheeler nel 1872[2]. Nei suoi ultimi anni scrisse su svariate riviste fotografiche, pubblicando articoli su diverse tecniche e processi fotografici fra cui quello con lastra asciutta.

Biografia modifica

Bell nacque nel 1830 in Inghilterra, a Liverpool, ma emigrò da bambino verso gli Stati Uniti con i suoi genitori. Dopo la morte dei genitori a causa di una pandemia di colera, fu allevato da una famiglia di quaccheri ad Abington, Pennsylvania, non lontano da Filadelfia[2]. Nel 1846, con lo scoppio della guerra messico-statunitense, Bell raggiunse la Louisiana e si unì al sesto reggimento della fanteria[3].

 
Fotografia di Bell che ritrae il Maggiore H.A. Barnum, con una grave ferita d'arma da fuoco, 1865.

Dopo la fine della guerra nel 1848, Bell ritornò a Filadelfia e cominciò a lavorare nello studio di dagherrotipi di suo genero, John Keenan[4]. Nel 1852 aprì il suo studio personale a Chestnut Street, e da quel momento svolse questo lavoro nella periferia di Filadelfia per il resto della sua vita[2]. Nel 1862, a seguito dello scoppio della Guerra Civile, Bell si arruolò nel Primo Reggimento dei volontari della Pennsylvania, e prese parte alle battaglie di Antietam e Gettysburg[3].

Dopo la guerra, Bell fu assunto dall’Army Medical Museum (ora National Museum of Health and Medicine) di Washington, D.C., come capo fotografo[2]. Impiegò la maggior parte del 1865 fotografando soldati con varie malattie, ferite, e amputazioni. Molte di queste immagini furono pubblicate nel libro Medical and Surgical History of the War of the Rebellion. Fece anche ritratti ai dignitari che visitavano il museo, e fotografò i campi di battaglia della Guerra di Secessione[2]. Nel 1867, ritornò a Filadelfia, dove acquistò lo studio di James McClees[4].

Nel 1872 Bell sostituì il fotografo Timothy H. O’Sullivan nella spedizione di censimento di George Wheeler, che si occupava di censire le terre americane a ovest del centesimo meridiano[2]. Durante la spedizione, utilizzò fotocamere a largo formato e stereoscopiche, e fotografò diversi paesaggi di aree relativamente inesplorate del bacino del fiume Colorado in Utah e Arizona[2]. Sperimentò in questo frangente il processo a lastra asciutta, di cui sarebbe poi diventato un esperto[3].

Dopo la spedizione, Bell ritornò nel suo studio a Filadelfia, e esibì il suo lavoro alla Esposizione Centennale del 1876. Dopo la mostra, vendette il suo studio di Chestnut Street a suo genero, William H. Rau. Nel 1882, Bell fu assunto dalla Marina Militare Americana come fotografo per la spedizione Transit of Venus[2]. Durante il viaggio verso la Patagonia, dove fu osservato il passaggio di Venere, Bell catturò una serie di immagini del Giardino botanico di Rio de Janeiro, in Brasile.

Bell passò gran parte dei suoi ultimi anni lavorando nello Studio e scrivendo articoli tecnici per riviste come Photographic Mosaics e Philadelphia Photographer. Viaggiò comunque in Europa nel 1892 per fotografare dipinti per la Fiera Colombiana di Chicago[2]. Morì nella sua casa di Boston Avenue a Filadelfia il 28 gennaio 1910, dopo una lunga malattia[3].

Non solo il genero, ma anche i due figli di Bell, Sargent e Louisa furono fotografi molto attivi; l’altro figlio, Henry, lavorò come incisore[3].

Attività modifica

 
Una roccia a Rocker Creek, Arizona, 1872.

Nella sua carriera durata sei decenni, Bell utilizzò tutti i più conosciuti processi fotografici del tempo, inclusi il dagherrotipo, lo sviluppo al collodio, le stampe all'albume, le stereoscopie, e i primi film[2]. Era considerato un pioniere della lastra asciutta e dei processi per la creazione di vetri da proiezione per lanterna magica. Sperimentò con la fotografia notturna, utilizzando il filo di magnesio per l’illuminazione[3]. Scrisse articoli tecnici su argomenti come le emulsioni di gelatina, l’uso del Pirogallolo per recuperare l’oro dagli scarti di lavorazione[5], e lo sviluppo delle lastre isocromatiche[6].

Per le sue foto della spedizione di Wheeler, Bell usò due fotocamere – un grande banco ottico (280mm x 200 mm) per i paesaggi e una largo formato (200mm x 130mm) per le stereoscopie[2]. Usò procedimenti al Collodio, sia bagnati sia asciutti, e le sue fotografie sono caratterizzate da un primo piano scuro con elementi che diventano sempre più illuminati man mano che aumenta la distanza[2]. I monumenti e luoghi più importanti fotografati da Bell includono il Grand Canyon, il Marble Canyon, il fiume Paria (affluente del Colorado); nello Utah, il Monte Nebo e i primordi dell’insediamento mormone di Mona[7].

Il lavoro di Bell fu esposto alla Fiera mondiale di Vienna e alla Louisville Industrial Exposition nel 1873, e alla Esposizione Centennale nel 1876[2]. Le sue fotografie sono ora incluse nelle collezioni dello Smithsonian, il National Museum of Health and Medicine[8], la Biblioteca del Congresso[7], e la George Eastman House.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) United States Surgeon-General's Office, The medical and surgical history of the war of the rebellion (1861-65), Washington, Government Printing Office, 1870-88.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Stapp, Encyclopedia of Nineteenth-Century Photography, pp. 142-143.
  3. ^ a b c d e f https://www.medicalmuseum.mil/William Bell's Obituaries.
  4. ^ a b Barbara Mayo Wells, William H. Bell.
  5. ^ (EN) William Bell, Use of Pyrogallic Acid in Recovering Waste Gold Solutions, in The Photographer's Friend, vol. 1, n. 1, gennaio 1871, p. 17.
  6. ^ (EN) William Bell, Improved Developer and Isochromatic Plates, in Photographic Mosaics, vol. 32, Filadelfia, E.L. Wilson, 1896.
  7. ^ a b (EN) Library of Congress, search results for William Bell, su loc.gov. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato l'8 maggio 2020).
  8. ^ (EN) Eric W. Boyle (a cura di), National Museum of Health and Medicine: Bell Collection (PDF), su medicalmuseum.mil, 2012. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato l'8 maggio 2020).

Bibliografia modifica

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